Saturday, February 28, 2015

Scalamercalli, oggi !



          28, Oggi

Scala Mercalli raitre ore 21:30

 Prima puntata, con la partecipazione di Ugo Bardi


Dobbiamo scegliere: la borsa o la vita.
Se rimanere o andarcene.
L'evoluzione o l'involuzione.
Il rimedio o lo sfacelo
La sopravvivenza come bruti o l'esistenza virtuosa e conoscente.

Qui ed ora questa Terra abbiamo.Tanto bella quanto fragile.
Così antica quanto generosa da averci atteso per interi eoni.
Siamo vandali o gli ospiti d'onore ? 

Sono morte stelle per metterci alla luce.
Ora ne siamo certi.
Non siamo solo polvere.
Siamo fulgenti universi in miniatura.
Non stupidi errori di natura.

Marco Sclarandis

 


                                        




                 

Friday, February 27, 2015

Meno due ventotto compreso.

scalamercalli, domani ventotto febbraio ore ventuno e trenta  raitre.





      -2 al 28


Due è la fonte di tutti i guai.
Ma è un destino inevitabile, anche solo considerando lo zero e l'uno, 
il due è già ìnsito fra loro.  

E' la radice antonomastica della crescita esponenziale.

l'unico numero che produce lo stesso risultato per somma, moltiplicazione, esponenziazione di sè stesso.

E' il Lucifero dannato ma necessario, affinchè 
la Luce risplenda nelle tenebre.

La sua radice decimale 1,414 213 562 373 095 048.... contiene tutte le cifre decimali nel primo miliardo quadrato di cifre della parte frazionaria.

E' la quintessenza della scelta, del bivio, del dilemma.

La scala più corta ha necessariamente due gradini.
E' il tremendo divino desiderio di uscire dall' indecisione fra l'onnipotenza e l'annichilimento.

E' l'infinito sceso a misericordia di una coppia trasgressiva.
Siamo tutti un due.
Un temporaneo ermafrodita scisso.
Su un Pianeta sperso dentro un immenso cosmo.
E' lo sguardo ammiccante al trio.

Dopo la Vita inizia.

Marco Sclarandis

         scalamercalli, domani ventotto febbraio ore ventuno e trenta  raitre.

Thursday, February 26, 2015

A che cosa ci serve? (intanto -3)

...e intanto siamo giunti al meno di -3 

28 Febbraio 2015 Scalamercalli raitre ore 21,30

Come dissi in un commento una volta, una parte dell'umanità non desidera salvarsi.
Preferisce il comune annientamento che comunque non è assolutamente certo, nonostante i gravi e molteplici indizi che si accumulano di giorno in giorno.
Questa parte d'umanità spera d'ignava speranza che avvenga un miracolo salvifico, ma non intende in alcun modo agire affinchè questo miracolo avvenga.

L'altra parte preferisce invece agire per la comune salvezza, pur sapendo 
che il risultato del suo agire è alquanto incerto.
Una salvezza molto concreta, prosaica, fatta di buone abitudini quotidiane come quella di mettere le cose al loro posto una volta adoperate.
Esattamente come avviene nel mondo non umano, sebbene con scopi e modi appena differenti dai nostri.
Diciamo che questa parte lavora perchè si compia un prodigio.
Quello di riuscire a convivere con tutti gli altri esseri viventi del Pianeta, pur se animati noi, da un irresistibile e irrefrenabile desiderio di espansione.
 Io non credo che questo in corso, che è un inizio sia di secolo che di millennio, almeno per chi segue un certo calendario, ebbene che questo in corso sia il termine della civiltà umana.
Abbiamo così tanto da perdere che credo alla fine prevarrà il senno e non la follia.
Ma non m'illudo che il prezzo che pagheremo per rimediare ai nostri errori antichi e ripetuti 
sarà scontato e ribassato.
Si tratta poi solo di scegliere da quale parte stare.
E chi preferisce di non scegliere, è già stato scelto per la sua condanna.
La condanna all'insignificanza.
Tra cent'anni, tranne poche eccezioni, nessuno di noi sarà ancora qui.
E allora a che cosa ci serve una mente che cerca d'immaginarsi quelli che ci saranno dopo di noi, o noi stessi se potessimo esserci ancora?
Noi siamo i nostri avi e posteri.
Noi siamo gli extraterrestri di noi stessi.
Noi siamo mente che sa di mentire a sè stessa.
Noi siamo una mente che non servirebbe a niente.
Oppure.
Serve a scegliere quando è il momento in cui è inevitabile farlo.
Non vedo per essa altro scopo.

...e intanto siamo giunti al meno di -3 
28 Febbraio  2015 Scalamercalli raitre ore 21,30

Marco Sclarandis.

Wednesday, February 25, 2015

Olio, ma di ginocchia, e vai felice.



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Marotta & Cafiero editori
                                
                      Dalla società dell'automobile a quella delle persone

L'uomo  diventa schiavo delle azioni costantemente ripetute.
ciò che egli all'inizio sceglie, alla fine lo obbliga.
( Orison Swett Marden )

Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità.
( Sigmund Freud )

La felicità è reale solo quando è condivisa.
( Christopher Mc Candless, dal film Intothe wild )

Non si può comprare la felicità, ma è possibile comprare una bicicletta
e questo gli è molto vicino.
( Anonimo )

Essere liberi è meglio che essere ricchi.
( Nevio )

Oggi la gente dedica una parte cospicua della propria giornata a guadagnarsi il denaro
senza il quale non potrebbe neanche recarsi al lavoro.
( Ivan Illich )

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
(Seneca)

Marco Sclarandis

Marinetti, marinetti.....



Dedicata a due  contesse veneziane
 
Ah quel futurista
che per certi versi
non era nemmeno idiota
che di Venezia ardeva
di farne di porco carne
magari anche arrostita
col legno delle fruste gondole
quanto si divertiva a spandere
elettrico fulgore sulle genti
che vedessero quanto buio fosse
il mondo archeologo e antiquario
che avrebbe metallo siderale
cavato pure dalle rape rosse
pur di lanciare ovunque ponti
pur di fungine ciminiere
di notte in notte ergersi vedere
Ah che visionario
di quale estasi avrà goduto
vedendo La Fenice al rogo
e poi pena d'inferno
alla seguente ricostruzione

Ebbro di celerità infinita
pur sapendo quanto
lenta nel cosmo va la luce
furono fortunate e molto
chiocciole e lumache tutte
forse non gli vennero alla mente
ma forse con loro fu indulgente
o misericordioso per ragioni ignote
Ah se resuscitasse
dentro il grande collisore
correrebbe fino allo sfinimento
e ci porterebbe il figlio nominato
testè elleaccacì bosone
nel nocciolo ancora fuso
a Chernobil cremare si farebbe
le ceneri poi ne farebbe dono
ai prossimi futuri cosmonati
ma solo per impastarne malta
per la prima pietra da posare
non qui di certo
ma su Marte.

Marco Sclarandis

Tuesday, February 24, 2015

Perchè il tempo fugge



Che Noi si possa si riesca
si desideri da zero a uno
e in séguito a due e poi ancora
in altri pari modi proseguire
con aggiunta e moltiplicazione
questa è stranezza pura
assurdità compiuta
folle bizzarrìa

quei rapporti che figliano
file di cifre sterminate
permutanti sempre e precedute
da virgole e pezzi interi numerabili
non sono sconcertanti

un pigreco è norma
lo è di Eulero numero
l’Aurea Divina Proporzione
cerchi parabole eliche galattiche
innumerevoli radici fra le tante
senza ritegno lo dimostrano
un tavolo quadrato basta

che Noi invece si cerchi
regola che appai interi e fratti
primi irriducibili a irrazionali algebrici
e per i restanti non si trovi
sì questa è l’eccezione

visione trascendente
punibile arroganza
sfida alla perdizione

Noi ci reputiamo singoli
interi integri unici indivisibili
irripetibili
proprio come quegli esseri

di sé stessi fatti

d’essere dei numeri davvero
questo ci terrorizza
come mai.

Goffinomi




Goffi nomi ed epitaffi
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
sfarfallìo di cifre
furono storditi e vittime.


Ispirata da:

( La famiglia dell'Antiquario di Carlo Goldoni)

e dedicata alla memoria di mia madre Natalina, argutissima donna veneta
che mi faceva divertire leggendolo insieme.



SCENA SEDICESIMA, ultime battute.

(Salotto nell'appartamento del Conte Anselmo
Brighella ed Arlecchino vestito all'armena, con barba finta).


ARLECCHINO Un gran ben che ghe volì al voster padron!
BRIGHELLA Ve dirò. Ho procurà de illuminarlo, de disingannarlo:
ma nol vól. El butta via i so de-nari con questo e con quello;
za che la casa se brusa, me voi scaldar anca mì.
ARLECCHINO Bravissim. Tutt sta che me recorda tutto.
BRIGHELLA Vardé no fallar... Oh! eccolo che el vien.



Visto che la casa brucia voglio scaldarmi anc'hio.

Per chi volesse approfondire e sprofondare nelle risate.
http://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/goldoni/la_famiglia_dell_antiquario/pdf/la_fam_p.pdf

Marco Sclarandis


Memento tori

I frati trappisti si salutano con "Memento mori", ricordati che devi morire.
Frase diventata celebre grazie a Massimo Troisi che l'ha inserita in un suo celebre film.
A quanto ho letto, di nuovo presto nelle sale.
Da sola questa frase(Scordati d'essere immortale, ché non lo sei.) è sufficiente a rispondere a tutti gli integralisti e fanatici dell'alimentazione vegana e vegetariana.
Poi se non dovesse bastare, dovrebbe essere sufficiente ricordare loro, che se dovessero evitare ogni sofferenza animale causata dalla loro stessa presenza ed attività sulla Terra, dovrebbero vivere di sola contemplazione e pure impassibile, del Creato.
E di considerazione per la meravigliosa quanto tremenda logica della Natura Matrigna.
Rinunciare alla pellicia è possibile, ma al cuoio più difficile.
E la lana?. Le pecore mica vanno dai tosatori per cambiarsi d'abito per godersi la Traviata.

Detto ciò, è cosa ottima e quasi perfetta ridurre il calvario che porta al Golgota di qualsiasi essere vivente, sapendo che pure le stelle sono morte riducendosi in polvere sparpagliata nell'immenso cosmo, e non sappiamo se non abbiano neanche avuto il modo di sapere che la loro fine condusse alla nostra nascita.

Se avrò sacrificato un toro per nutrirmi durante il corso della mia intera vita, ebbene sono disposto a mantenere la consapevolezza del debito che ho con lui fino ad una eventuale resurrezione di entrambi.
E non m'illudo che la stessa obbligazione non debba sussistere con quei sacchi di frumento, ceste di carote, barattoli di noci mandorle e pinoli che mi rendono la vita semplicemente possibile.
In ogni caso, rinunciare ai tre quarti, del bue voglio dire, di modo che altri tre l'assaggino anche una volta sola nella vita, mi sembra una buona cosa. 
Come dice il proverbio, sibillino ma indubbiamente saggio:
"A pagare e a morire c'è sempre tempo".


En passant, -5 al 28, 28 inlcuso, di Febbraio s'intende.scalamercalli.

Non cambierà nulla, non succederà nulla, ma tentammo con passione.

Marco Sclarandis 

Monday, February 23, 2015

L'odore dei gerani fa miracoli



        -5 al 28                                                                
                                                                        Scalamercalli raitre la sera.

Dimenticavo: dopo non cambierà nulla, non succederà niente, ma almeno ci abbiamo provato.
Esercizio zen: prendere una zolla di Terra nelle mani,osservarla,annusarla,maneggiarla,assaggiarne un pizzico e ascoltare i rumori che vi accompagnano e immaginare che noi siamo stati, siamo e saremo quella zolla.Almeno fino a esauriente prova contraria.
Anche quella del vaso di gerani stecchiti va bene, anzi possiede ulteriore potenza evocativa. 

Marco Sclarandis



 


Sunday, February 22, 2015

Omaggio ad Afterfindus (Il blog)

Il Giorno della Memoria
Il giorno della marmotta
La notte della marmitta
Sai che amo gingillarmi con i lemmi
che tiro fili come fanno i gatti
incuranti che siano di poltrona gigisedici
o cencio mocio per i pavimenti
per artigli retrattili allenarmi
non so resistere ai suoni tentatori
ai sensi trapezisti doppi e multipli
all'idiozia che dagli idiomi sgocciola
ma innaffia flora desertica mai vista
io le conosco le marmotte diurne
che fischiano come locomotive arcaiche
che sfuggono dalle rapaci grinfie
che trasmutano grasso in sogni
accontentandosi di erbe e tane
così che marmitta mi richiama
mondi militari e motoristici
metalli rari catalitici e sbobbe dozzinali
il tutto intertessuto a quello stato
di Morfeo regno soggetto e oscuro
e se mi fermo un attimo e considero
che un malinteso da una fototavoletta è nato
una ricerca del giorno a memoria dedicato
un nesso a un film comico ha prodotto
non temo d'essere un roditore matto
che scava e rosicchia per darsi poi letargo
ma se potesse fischiettando raccontare
quello che per la mente sua gli passa
qualsiasi passante verrebbe catturato.


Marco Sclarandis

Friday, February 20, 2015

- 7 al 28




       -7al 28

 Scala Mercalli
        raitre
                                          la sera 
Marco Sclarandis 

Per diventare cosa?



Ascoltami
non sono queste mie parole
solo sonori suoni innocui
sono neutroni lenti scatenati
in blocchi di plutonico metallo
costretti da esplosivo alto
a farsi solida poltiglia incandescente
le dico apposta ad un mondo sordo
le grido chè diventino bagliore ultravioletto
di suprema gamma d’infrarosso ardore
le pronuncio con tono di sentenza
di rombo che scoperchia le montagne
come muraglia d’onde alzate da tifone
non è vendetta distruzione che ricerco
è compassione estesa dall’insetto
su fino alla folla abbrutita dalle fami
di pani di attenzioni di resurrezione
è per consapevolezza d’essere del buio
diventato scintilla per estranea  scelta
e poi di nuovo scarto senza dubbio
sono atomo che verrà scisso o fuso
per diventare cosa
Ditemelo.

Marco sclarandis

Thursday, February 19, 2015

Per pochi ma non per tutti

Quello che segue, è il labirinto di pensieri che mi ha portato infine ai post successivi per annunciare
"Scala Mercalli" su RAItre in onda dal 28 Febbraio  2015
Riuscii finalmente a sintetizzare tutto in una sola parola:

"Climamoto"

Non conoscendo ideogrammi asiatici  nè paleoegizi, non posso tradurre tale concetto in questi affascinanti simboli.
Non so perchè acconsento di aprire questo labirinto a miliardi (potenziali)  di visitatori.
Quando e se lo scoprirò, magari ve lo spiegherò.

Postcogitatum: il titolo stesso di questo post fa parte di quel labirinto.

Oggi -9  giorno dell'esordio compreso.

Marco Sclarandis.


http://utenti.quipo.it/base5/poetico/tartacubo.gif                                          

(Niccolò Tartaglia,1534)


Questa, in versi, è la soluzione generale dell'equazione di terzo grado completa.
Tradotta in simbolismo matematico moderno non è di certo più semplice da comprendere della versione poetica, ma non è impossibile.

Questo carme, piccolo capolavoro derivato delle menti matematiche del Rinascimento italiano è solo un pretesto per parlare di qualcosa di molto più incomprensibile, ed attuale, che ci riguarda tutti e in un modo che ormai si sta manifestando con crescente evidenza.

Se, diecimila anni, fa qualcuno avesse detto che coltivando i campi e tagliando le foreste, alla fine si sarebbe riusciti a modificare le stagioni, forse sarebbe stato creduto più di quanto fino a poco tempo fa non lo erano, invece, i climatologi che da decenni ormai, studiano le complicate leggi che determinano il funzionamento del clima terrestre.
E che ci dicono che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima.

Naturalmente, se qualcuno non vuole credere a fatti sempre più inequivocabilmente dimostrati, può rifugiarsi nella rassicurante fede nelle illusioni, dei pensieri magici e delle malriposte speranze.
Conseguentemente, però, seguire una fede o un'altra implica poi il subire differenti destini.

Ed ecco la cosa davvero incomprensibile, molto più di quanto non lo sia 
quella soluzione algebrica sopra citata.

Ammettendo, che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima, e ammetterlo è cosa semplice e saggia allo stesso tempo, perchè mai ancora troppa gente non accetta che davvero millenni di agricoltura, e poi secoli di civiltà antica e moderna 
e infine pochi decenni di industria globale, 
ci abbiano portato in questa situazione climatica planetaria ?

In realtà ci sono delle spiegazioni che ritengo siano riconducibili tutte ad una antichissima affermazione, praticamente impossibile da smentire:

                              "Tutti gli uomini sono mortali"

Chiunque è in grado di capire che tale affermazione, ma che dichiara un fatto, conduce allo spasmodico desiderio di perpetuare la propria esistenza, in qualche modo.
E per realizzarlo non si bada a mezzi.

Che questi mezzi poi, arrivino fino alla totale e anche spiacevolmente irreversibile trasformazione di un corpo celeste, o terrestre, non importa.
A mali estremi, estremi rimedi.

Però quando i mali arrivano, e non sono ancora così estremi, qualcuno comincia a ritenere che forse è possibile trovare dei rimedi praticabili e si mette in azione, sperando, ovviamente, d'essere su una buona strada.

Ed è proprio ciò che sta succedendo da quasi mezzo secolo, da quando moltissimi ricercatori, in senso stretto e lato, hanno capito che la Terra ospita esseri come noi, solo a patto che stiano 
entro dei limiti, magari eludibili, ma invalicabili.

Detto tutto ciò, il clima che ci sta venendo incontro con un abbraccio, è il caso di dirlo, anche troppo focoso, sarà appunto un clima

"per pochi, ma non per tutti" 

sebbene quei "pochi" potranno essere molti di più, se da subito, ma tutti insieme, e sempre più appassionatamente modificheremo alcune nostre abitudini e sceglieremo, tra i desideri realizzabili, quelli compatibili con i limiti che la nostra Ospite ci ha già indicato.

Proprio di questo argomento, di abitudini, scelte e desideri, si parlerà in un programma intitolato "Scala Mercalli" in onda su RAI 3 a partire dal 28 Febbraio prossimo, lungo sei puntate.

Dal 28 Febbraio quindi, e fino al 4 Aprile 
chiunque creda, o non creda, che quasi al pari di antichi semi-dei siamo riusciti a mutare le stagioni di Gea o Gaia o Tellus o comunque si voglia chiamare la nostra Terra, potrà ascoltare dei resoconti autorevoli ed aggiornati sulle reali condizioni in cui abbiamo ridotto l'Albergo che da centinaia di secoli ci sta alloggiando.

Ma sarà anche una sorpresa sapere che non occorre invocare la discesa di salvatori sovrumani o extraterrestri, di miracoli incredibili, inimmaginabili o l'avvento di trascendenti Apocalissi, per accedere ad un nuovo mondo, questo sì che sia desiderabile

"per chiunque, nessuno escluso".

Marco Sclarandis






.



 





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Ode all'amico




Mario Mario
quanto con te ridevo a sfascio
e ripensando alle risate più ridevo
amico mio che gran peccato fu
la tua partenza anticipata
ma sai io ti fingo sempre accanto
nel pensiero ti simulo sovente
credo sia tu che orchestri quel teatro
che nella mente mia ti rende vivo
abbiamo visitato inferni differenti
ed è per questo che il fato ci ha riuniti
ma in seguito disgiunti con decreto
se un giorno morirò dalle risate
di quelle che bonificano il sangue
saprò chi mi ha chiamato per andarmene
da questo mondo vario
dove un Mario
visse come un angelo
gentile spaesato
ma Signore.

Marco Sclarandis

Wednesday, February 18, 2015

Effetto calabrone





Il cinque Febbraio è avvenuto questo:


Avete presente l’“Effetto farfalla” (quello coniato da Edward Lorentz) ?.

Io credo che sia bene cominciare a parlare d’ “Effetto calabrone”.

Chiunque abbia avuto a che fare con l’affascinante imenottero, sa che bisogna mantenere il sangue freddo, ma avere implacabile determinazione a toglierselo dai piedi, anzi di torno, perché la sua puntura può essere fatale.

Immaginatevi allora cosa potrebbe essere uno sciame di calabroni che attraversa un campeggio di seminaristi, intenti a tenere una lezione di scienza sacra ad una congrega di postulanti suore di clausura non ancora consacrate, ma novizie .

Ebbene, con un minimo di fantasia e d’immaginazione, la questione planetaria dell’estrazione dei minerali comuni e rari si sta avviando verso uno scenario simile a questo del campeggio.
E forse peggio, per via che “siamo tutti novizie e seminaristi” in questione
visto che Fe 26, Al 13, Zn 30, Pb 82, Cu 29 tanto per nominare solo alcuni dei metalli* che soggiogati quotidianamente  ci accompagnano,  e stanno richiedendo sempre più energia per essere estratti e lavorati e riciclati.

Non nominiamo neanche aristocratici Ga 31,  In 49, e Te 52 che per farsi trovare**,
bisogna cercarli come farebbero spie del Mossad, tanto sono rari nella crosta, terrestre ovviamente.
Anch’essi soggiogati per esaudire i nostri carnevaleschi lazzi, oltre ai prosaici bisogni.

Ecco allora che “Extracted” di Ugo Bardi diventa un racconto fondamentale da leggersi, anche solo in recensione, per chi è indaffarato con troppo sms, twittii, watsappi, e mifaccia’lbuco varii.
Almeno per rendersi conto di quanto da essi, gli elementi della Tavola Periodica, dipendiamo se si vuole vivere in una società ed una civiltà post-moderna neo-reticolare***.

*Fe 26, Al 13, Zn 30, Pb 82, Cu 29 cioè Ferro, Alluminio, Zinco, Piombo, Rame (Cuprum).

** Gallio, Indio, Tellurio, tutta roba rara e preziosa per smarfoni e fotovoltaico.Di Gallio non si conoscono miniere, bisogna cavarlo da vari fanghi anodici e costa energia.

*** Neoreticolare: E’ vero o non è vero che siamo ormai diventati un intreccio indipanabile di reti e reti di reti d’ogni genere?.

E, per chi non sa, non vuole, o non gli interessa leggere, ecco qua:

http://pandemica-mente.blogspot.it/2014/06/ugo-bardi-extracted-video-sottotitolato.html

Marco Sclarandis.


Non accalcatevi, sulla scala possono salire tutti.









           -10






E il Mercalli è nu brav 'e guaglione.

Marco sclarandis

Monday, February 16, 2015

Come saziano le bucce come frusciano le carte




Goffi nomi ed epitaffi
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
furono storditi e vittime.


Marco Sclarandis

Postfirmapostscriptum: 
E se ne sono andati il meno 13 e con oggi il meno 11.

Rifirma:

Marco Sclarandis

Sunday, February 15, 2015

La felicità del paleontologo



Saranno felici i paleontologi
gaudiosi gli archeologi del genere
industriale e multimediale pure
non dovranno scavare gran voragini
né livellare colline ed altopiani
già li troveranno fatti ovunque
foreste di pali ferrosi conficcati
viscidi di oleosa linfa fetida
abbonderanno più che a carnevale
maschere coriandoli frittelle lazzi

ammassi di strane cose cornee e cerose
simili a pupazzi vasi e suppellettili
di lastre vetrose incrostate di centopedi
ma di regni animali incatalogabili
immersi in liquami multitossici
li impegneranno in lunghe campagne estive

quei duomi rari avvolti da leggende
in cui dentro prometeico ardore arse
li attireranno per sinistro fascino
tanto quanto quegli arcani gialli simboli
con settori circolari e teschi stilizzati
che parrebbe loro indichino pericolo

mortale

destini come questi stiamo organizzando
simili a quelli dagli scavatori attuali
già ben documentati con passione
dove vorremo andare
dove possiamo andare
quanti di noi andranno
sapendo da dove vennero

resteranno solo felci e selci
a riferire a ignoti
di quali fasti fummo noi capaci
decidere è già identico a saperlo.

Marco Sclarandis