Saturday, May 2, 2015

Quando accadrà di noi diranno


Per un’ora di noi rideranno le formiche 
dietro di loro accompagnate da cori di cicale
non tra un millennio piuttosto in questo secolo
non so in quale data ricorrenza lo faranno
può essere già accaduto e noi ignorarlo

da molti alveoli esagonali ronzano sorrisi
da quei visi rivolti verso quei cubicoli squadrati
fatti di plastica d’acciaio di cemento
invadenti più degli autunnali funghi
illuminati contro ogni necessario buio

per noi quegli occhi sfaccettati alieni
ci guardano ma non sanno non comprendono
hanno espressioni smorfie indecibrabili
capocce troppo piccole per idee grandiose
stagioni insufficenti per maestose imprese

eppure perché non potrebbe essere
che anche una sola volta per un’ora sola
questi esapodi non siano esauditi con prodigio
ci vedano come noi vediamo loro
e il resto che ne viene in conseguenza

chissà se allora disponendo di giornata intera
non comincerebbero ad organizzarsi
quanta distanza attraverso labirinti
dovrebbero coprire per raggiungerci
quanta confusione dominare per riuscirci

vedo adesso io l’ape stolidamente laboriosa
tuffata in mezzo e petali e pistilli del limone
di me sorrido un poco conoscendomi
se dovessi darle un’anima o negargliela
resterei indeciso come calabrone

se morsicare pesca acerba od uva non matura
ecco di quel sorriso credo di sapere
quando accadrà di noi diranno
così astuti così giganti e forti
ma le vostre ali sono solo pròtesi.

Marco Sclarandis

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