Friday, May 26, 2017

Gombòci, Rubìchi, Mandelbroti e Lombrichi.

Gombòci, Rubìchi, Mandelbroti e Lombrichi.

Negli entusiasmanti anni '60 una rinomata ed ancora esistente azienda casearia italiana regalava un pupazzo che rimaneva sempre in piedi, comunque lo si cercasse di abbattere.
L'avevano chiamato Ercolino.

Il suo segreto pulcinellesco era un semplice peso situato e nascosto nella sua base, segreto che comunque rimanda a fondamentali concetti di fisica e di meccanica.

Molti anni più tardi un matematico russo di prim'ordine, Vladimir Igorevič Arnol'd si chiese se poteva esistere un Ercolino che rimanesse sempre dritto, senza il trucco del peso nascosto ai suoi piedi.
Anni dopo ancora, due ricercatori ungheresi, Gábor Domoko e PéterVárkonyi, dell'università di Tecnologia e di Economia di Budapest basandosi sugli studi di Arnol'd sono arrivati alla realizzazione di un oggetto che ritrova sempre la sua posizione diritta, ma solo in virtù della sua particolare forma geometrica.

Il Gömböc, appunto, il cui nome significa semplicemente “sferoidale”.

Anche se la storia di questo “patatoide” ma anche “tartarugoide” è gia interessante di per sé,
date le complesse indagini matematiche che ha richiesto per venure alla luce, è un oggetto similare all'Ercolino, ma d'origine giapponese, l'Okiagari-koboshi, che fa del Gömböc un simbolo
particolarmente importante, proprio per via dei “tempi interessanti” che stiamo vivendo.

Invito solo ad approfondire la storia dell' Okiagari-koboshi per rendersene conto.
E naturalmente, indagando si scoprirà facilmente anche la ragione della parola “tartarugoide”.

Sempre di un Ungherese, Ernő Rubik è l'invenzione del più famoso ed omonimo cubo di Rubik.
Che può essere visto come il simbolo della stupefacente origine e natura della complessità, in senso stretto e allargato.

Complessità che dà altro sfoggio di sé nel cosidetto “insieme di Mandelbrot” scoperto da Benoît Mandelbrot negli anni ottanta del secolo scorso.
Questa volta un Polacco d'origini lituane.

Una formula semplice ma ricorsiva dà origine ad una fantasmagorica figura geometrica, simile
ad un pupazzo di neve, e non dissimile da un Ercolino, ma baffuto ed irsuto, i cui particolari
infiniti ed infinitamente abbondanti ed autosomigliantsi fanno pensare alle allucinazioni da acido lisergico. Figura geometrica che rientra nella categoria dei frattali, dei quali la Natura fa abbondante uso, come chiunque può vedere comprandosi, per esempio, un umile cavolfiore.

E i lombrichi che cosa c'entrano?.

Beh, se l'ultimo libro del maestoso Charles Darwin parla proprio di loro, qualcosa di importante della loro esistenza l'aveva trovato.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di diventare resilienti, ovvero di ritrovare stabilità dopo colpi ed avversità, caos e disordine.
Abbiamo bisogno di capire più a fondo come semplici azioni possono sfociare in comportamenti complessi, potenzialmente distruttivi, ma pure inaspettatamente benèfici.
Dobbiamo ammettere che la nostra esistenza dipende ancora da esseri apparentemente insignificanti come quegli insancabili minatori che tanto hanno affascinato il Principe dei naturalisti.

Allora, un Gömböc, un cubo di Rubik, un frattale come quello dell'insieme di Mandelbrot, assumono un significato che travalica l'oggetto in sé.

Andiamo a cercare dei lombrichi e impieghiamo un pochino di tempo ad osservarli.
Anche se non siamo delle menti geniali come Darwin, può essere che dai labirinti intricati
della nostra, più ordinaria, spunti un tarlo che ci indica la strada da seguire per i giorni a venire.

Marco Sclarandis