Thursday, June 9, 2016

Non sapevi che nell'orto

Marameo perchè sei morto
non sapevi che nell'orto
più non cresce l'insalata
su nel grattacielo storto
sotto luci d'arsenico e di gallio
lì la rucola e l'indivia 
fanno verdi d'invidia i pomodori
ancora alla terra poveretti
ancorati per vivere da vegeti
e di Sole sempre bisognosi
sù non piangere ed ascendi
cogli i boccioli fuggenti
della nuova agricoltura
forse un secolo non dura
ma per passare il carnevale
delle metropoli continuo
è una maschera perfetta
anzi portati una zappa
di moplen mini e glamore
l'arcadia sai
ultimamente 
fa nostalgica tendenza.

Marco Sclarandis

Wednesday, June 8, 2016

Metà per una, l'altra per le altre.

A considerare bene le cose, le materie fossili e fissili sono anch'esse comunque rinnovabili, ma in tempi talmente lunghi e a tali condizioni che ne fanno delle risorse monouso.
Ormai non abbiamo più attenuanti per giustificare il loro impiego in maniera tanto imbecille.
Oltretutto proprio il loro uso migliore ci ha portato a conoscere come utilizzare le risorse rinnovabili ancora meglio di quanto non abbiamo fatto in passato.
Che adoperandole vi sia anche in futuro minore energia disponibile, è solo un bene, visto che l'abbondanza genera facilmente assuefazione e dipendenza, fino alla follia.
D'altra parte, con soli cento watt di potenza continua noi siamo stati in grado di arrivare al dominio sull'intero pianeta.
Ma un quinto di questa potenza pro-capite va adoperata per agire con astuta saggezza.

A meno di non accontentarsi di un'esistenza da invertebrati, cefalopodi esclusi.
Ora dobbiamo adoperarci per trovare gli algoritmi migliori per evitare che questo nostro dominio imperiale non precipiti in una fatale decadenza.
Come suggerisce caldamente Edward Osborne Wilson, dovremmo ritirarci
in non più
di metà della Terra* se non vogliamo finire col vivere da eremiti poveri, rosi dal rimorso 
di un paradiso divorato per un breve baccanale, in una landa squallida ed abbrutita.
Ancor più che di energia rinnovabile abbiano l'assoluta necessità di menti rinnovate.

(Ora dovrebbe essere evidente  il significato del titolo di questo post, e ancora ci parrebbe una equa ripartizione, perchè per noi una cattedrale vale sempre più di mille termitai).
Ringrazio un certo Angelo, che con il suo commento su Effetto Risorse mi dato l'ispirazione

*Il suo ultimo libro "Metà della Terra"
(questo mese anche insieme a "Le Scienze")

Marco Sclarandis

Thursday, May 12, 2016

Mai gettare parole alle locuste


Da Olopiccocene:

Mauro May 11, 2016 at 1:28 PM

E chi ha 20 anni in meno cosa deve fare?
Se da quasi 50anni i nostri simili hanno ignorato tutti gli allarmi cos’altro potrei dire io alle locuste?


Quando si è detto e ripetuto fino alla noia ed alla nausea quello che c'era da dire, bisogna agire.
Non c'è altro da fare, Mauro.
Agire è come provare la verità o la falsità di un teorema matematico, in un certo senso.
Una volta che un teorema si è rivelato essere vero, falso od anche indimostrabile, è da stupidi se non anche da criminali ignorare tale rivelazione.
Molto pragmaticamente, il teorema che sulla Terra vi sia un limite alla presenza di una qualunque specie vivente, 
è banalmente vero.
Uno come Archimede di Siracusa decine di secoli fa, sarebbe stato in grado di calcolare quante formiche avrebbero potuto abitare la Terra, se fosse stata un immenso formicaio.
Più difficile é stabilire oggi se l'umanità possa ancora raddoppiare anche una sola sola e riuscire a vivere per secoli e millenni sulla Terra.Ma è impossibile credere che l'umanità contemporanea possa decuplicare, e se anche ci riuscisse, vivrebbe più di una generazione o due.
Ma come esistono gl'indefessi quadratori di cerchi, armati di sola riga e compasso, esistono quelli che armati di illusioni tecnologiche e pseudoscientifiche, se non puramente magiche o messianiche, rovistano nella loro fantasia per trovare soluzioni che hanno la stessa probabilità d'avverarsi che quella di trovare un numero razionale frugando a caso nella bolgia dei numeri reali.
E' infinitamente più saggio credere ai millenni di Storia che ci dicono che il senso del limite, va ascoltato con la massima attenzione, al pari del sesto senso, perchè ignorare i suoi bisbiglii porta sciagura certa ed immensa.

Per essere ancora più pragmatico, lo smartphone ed i suoi consimili, stanno trascinando folle sterminate di poveri diavoli a credere d'avere in mano una specie di Lampada d'Aladino, che basta strofinare per ottenere quasi tutto quello che desiderano.
Invece di quel "quasi" si ottiene solo una infima parte di quel "tutto" e, se non abbiamo scelto con sufficiente ponderazione, otteniamo proprio l'indesiderabile.
Agire, allora è scegliere. 
Arte che, notoriamente non si può insegnare perchè non si riesce ad imparare sufficientemente 
nemmeno in una vita intera.
E a proposito di locuste, nemmeno loro mangiano tutto quello che trovano.
Quindi, vedere una brigata di formiche che ne trascina una per stivarla nella dispensa può davvero rallegrarci.
E ognuno di noi è qualcosa che nemmeno la formica più  fantasiosa riuscirebbe ad immaginarsi possa esistere.

O detto altrimenti:

Mauro,
Non c’è quasi più nulla da dire perché il necessario, l’indispensabile e l’importante, è stato detto fino alla noia.
Bisogna agire, ed agire è, in un certo senso come dimostrare un teorema matematico.
Che puo rivelarsi vero, falso ed anche indimostrabile.
Ma ottenuta la verità sul teorema è da stolti fino al crimine, ignorarne le conseguenze.
Allora, un Archimede di Siracusa sarebbe stato capace di calcolare quante formiche avrebbe potuto ospitare la Terra, se fosse stata tutta un enorme formicaio.
Noi ora sappiamo che certamente il doppio od il quadruplo di quanti siamo, non potremmo essere ospitati a lungo su questa Terra.
Nemmeno se ci limitassimo a nutrirci l’indispensabile per stare in contemplazione tutto il giorno e dormire tutte le notti.
Nonostante ciò, c’è chi e sono molti, s’illudono e vogliono illudere folle oceanche della concreta possibilità
di superare ancora per secoli dei limiti che sono ogni giorno più evidenti tanto quanto indesiderati ed indesiderabili.
Che questo superamento avvenga attraverso la tecnologia, la scienza, la pseudoscienza, la magia, la superstizione, o chissà quale fede, poco importa.
Per esempio.
Lo smartphone è diventato l’attuale Lampada d’Aladino, che parrebbe basti strofinare per esaudire qualunque desiderio.

Veramente Aladino di desideri ne soddisaceva soltanto un terzetto.

In teoria, è concepibile un mondo dove questo miracolo sarebbe possibile, ma la fisica di questo mondo ci fornisce una certezza matematica che i desideri che è possibile soddisfare per ogni generazione sono limitati non solo in quantità ma in qualità pure, e con un limite che se non altro non è troppo difficile da conoscere.

E, a proposito di locuste, nemmeno loro riescono a divorare tutto quello che trovano.
E forse nemmeno vorrebbero se anche lo trovassero
Anzi, vedere brigate di formiche trascinarne una nella loro dispensa è uno spettacolo confortante,
se si è ancora in grado di vedere certe cose.
Agire è scegliere, e scegliere è un’arte che è forse la più difficile da insegnare ed altrettanto da imparare.
Quindi, diffidare di chiunque si faccia pagare per farcene da maestro.
  
Marco Sclarandis



Tuesday, May 10, 2016

Olopiccocene

Finchè in massa non ci rendiamo conto ed accettiamo le conseguenze fino nei mini
mi dettagli dell'uso che abbiamo fatto dell'energia dei fossili, non cambieremo 

abitudini in modo significativo.
Ogni cosa che fabbrichiamo ed adoperiamo, da quasi un secolo ormai, 

grida al mondo l'enormità della nostra stoltezza.
Immaginiamo le macchinette schiaccia-vuoti-PET, (polietilentereftalato)

Quando il commercio di bevande imbottigliate in PET é di per sé un'idiozia quasi
irrimediabile, quelle macchinette rappresentano un'idiozia ancora più sofisticata 

per illudersi di porre rimedio a quella originaria.
Ed il commercio delle bottiglie in PET é solo un filo della trama infernale 

del commercio e dell'industria mondiale.
Commercio e industria che astutamente cominciano ad osannare il riciclo come la
panacea a tutti i mali che hanno prodotto in crescendo da generazioni.

Se mai dovessimo raggingere i dieci miliardi di abitanti, e volessimo vivere tutti 

quanti proseguendo con le abitudini sciagurate di questo ultimo mezzo secolo,
credo che davvero ci garantiremmo l'ecatombe nell'arco di una sola generazione.

Un olopiccocene che pure un Dante Alighieri faticherebbe a descrivere.

Ma fra vent'anni non potrò più preoccuparmi di quello che accadrà, 

neanche volendo.
 

Lo dico a chiunque abbia almeno vent'anni meno di me.
 

Qualcuno capisce.E poi agisce.
 

Per gli altri, vale l'esortazione dantesca:
 

"Non ti curar di lor, ma guarda e passa".

Marco Sclarandis

Friday, April 22, 2016

A piedi nell'universo

Ce ne dessero una a testa
come la vorresti che cosa ne faresti
chi vorresti ospite chi rifiuteresti
me lo sono chiesto e la risposta
ho sempre preferito rimandarla
domandarmi invece se d'un posto
per un tempo lungo come ferie
d'un Luglio o d'un Agosto sulla Luna
per vedervi da lì la Terra
questo mi ritorna in mente spesso
m'accontento per ora dei racconti
di chi quel posto l'ha ottenuto
certo che é uno strano luogo
dove stipati siamo e per tutti una
ne abbiamo e dover fare che ci basti
e l'astrale resto 
fatto di tanto sprecato vuoto
rende sul terrazzo il vaso del basilico
un terreno dal prezzo inestimabile
un solo giorno che di questo ci si scordi
basterebbe da solo a condannarci
a raggiungere un  altro pianeta simile
a piedi nell'Universo.


Marco Sclarandis



Wednesday, April 6, 2016

Sospiro di destino

Cavalcando il celerifero
per un attimo
ho creduto d'aver visto
una scena dell'orrore
centinaia forse mille oltre
una coltre d'esseri bui e obesi
avvinghiati ad un sol corpo
impassibile contro quell'assalto
da vicino quegli afidi suggenti
linfa d'erba d'urbana aiuola
avidi non più di noi sfuggenti
da qualsiasi regola sensata
dal ribrezzo mi hanno mosso
a giudizio sospeso prima
e infine verso compassione
erbaceo stelo ingordi insetti
umano attonito siamo rimasti tali
dopo quell'incontro cittadino raro
uno sguardo ultimo all'indietro 
e nel silenzio di quei pasti
ho udito sospiro di destino.

Marco Sclarandis

Friday, March 18, 2016

E tu saresti uno Spartano?



Quando verrà il momento e verrà presto
che il tuo gesto forte lo richiama
àugurati che almeno il cane
di te abbia compassione
non ti consideri una panca
un albero un lampione
e sereno non ti pisci sulla testa
e voi che guardate come se non vedeste
sebbene abbiate indosso vesti
siete più nudi di vermi e inermi
tifoso tu di crudeltà appestato
d’una squadra dal glorioso nome
che pisci sulla mendicante
sul ponte d’una città d’impero
presente ma come residuo d’ombre
cerca una pozza d’acqua
pure se untuosa e sporca
vedi e guarda chi ti guarda
e se vedi ancora un uomo
fattela nei pantaloni e chiedi
che misericordia
t’incontri e ti asciughi i panni.

Marco Sclarandis