Friday, August 5, 2016

Non tutti i grulli arrivano per nuocere


Da:
https://ugobardi.blogspot.it/2016/08/alcune-riflessioni-sul-crepuscolo.html?showComment=1470384906154#c6012902037827742667

Anonimo 5 agosto 2016 08.59 :


"Ancora con questa panzana della "fine del petrolio" e conseguente quasi immediata "fine-di-mondo"?
Ancora non si accetta che fra gas naturale, rinnovabili e altre fonti, del petrolio ***come fonte energetica***(altra cosa sono, in parte, i suoi sottoprodotti come le materie plastiche) possiamo fare tranquillamente a meno?
Ancora non si accetta che comunque ci sono ancora enormi giacimenti intonsi (quelli artici ed antartici, ad esempio) che quando servirà/converrà ai "padroni delle trivelle" verranno sfruttati???
Vogliamo parlare di cosa rischia davvero di portare al crollo della civiltà? Sovrappopolazione, inquinamento e cambiamenti climatici caotici, non certo fuffa come la "fine del petrolio"...."


Figurati se non arrivava il solito grullo a rassicurarci che la fine del petrolio è solo una panzana.

Anzi fuffa che assona meglio con truffa.
"Minchioni,non avete ancora capito che i padroni delle trivelle non vedono l'ora di perforate chilometri di ghiacci e di rocce sottomarine per succhiare la prossima fonte di cuccagna?"
 

E sopratutto nel fresco delle tormente boreali e nella notturna e semestrale calma di quei luoghi? aggiungo io.
Così ci arringa dal suo eccelso pulpito, il grullo.
Anonimo 5 agosto 2016 08.59, hai letto anche solo questo post di cui ti sei appasssionato con furia di commentare?
 

L'hai capito?
 

E se l'hai letto e capito, com'é che dici che bastano gas naturale (fonti) rinnovabili ed altre fonti (non meglio descritte) per fare a meno del petrolio, almeno per quanto riguarda l'energia.
Come se fosse uno scherzo rinunciare in breve tempo all'uso ed abuso delle materie plastiche.
Tra l'altro, è meglio non dimenticarsi del bitume, o asfalto che lo si voglia chiamare altrimenti.
Sottoprodotto del petrolio con il quale possiamo viaggiare su strade comode e non polverose o fangose a seconda del meteo.
 

Qui in questo blog si parla da anni di sovrapopolazione (con una sola p per evitare che diventi davvero catastrofica) inquinamento, cambiamenti climatici caotici, esponenziali ed anche insidiosamente
imprevisti, oltre che di risorse in esaurimento o in via di abbandono per semplice impossibilità d'estrazione economicamente e fisicamente vantaggiosa.
Anonimo 5 agosto 2016 08.59, forse non te ne sei ancora accordo, ma un certo tipo di mondo è già finito da un pezzo, ed è solo a causa di grulli di specie diversa dalla tua, ma non di genere differente,
che stiamo entrando nel mondo che farà strage di molte stupide illusioni.
 

Per concludere, prova ad immaginare chi sono veramente i padroni delle trivelle.
Anonimi, scanzonati, ignari che per ogni bottiglietta di PET (sigla del polietilentereftalato) buttiamo via una tazzina di petrolio.E se anche ne recuperiamo un ditale con il riciclo, sempre danno evitabile abbiamo fatto.
Una moltitudine di padroncini idioti, che vogliono solo farneticare di diritti senza mai pensare che senza assolvimento a dei doveri è vana ogni protesta.

Ringrazio questo anonimo per l'ispirazione.

Non tutti i grulli arrivano per nuocere in fin dei conti.

Marco Sclarandis

Tuesday, August 2, 2016

Disneyleden o Antropocene?

C'é un tizio che commenta su uno dei blog di Ugo Bardi che é fissato con l'idea dei settanta milioni.
Non si tratta di una qualche valuta, ma di popolazione. 
Quella che idealmente dovrebbe popolare la Terra per assicurarsi una lunghissima vita, vissuta in pace ed armonia con tutti i restanti ospiti.Che siano virus del vaiolo o basset-hound.
Non che sia il solo il tizio, ad essere fissato su questa idea, ma mi sembra che quando un pensiero del genere
diventa una fede ed anche incrollabile, c'é da sperare che tali fedeli non diventino una setta con ambizioni di governo e dotazione di potere.
Per altro, c'é una folla immensa che più che credere, ama illudersi e sperare che se gli umani raddoppiassero sulla Terra, non una ma anche due o tre volte, non ci sarebbe di che preoccuparsi.
Senza neanche considerare quello che poi farebbero una volta stipati tutti quanti sulla medesima crosta, geofisica ovviamente.
E' molto difficile indurre al ragionamento tali individui, e siccome il ragionamento è un atto individuale, nonostante esista una forma d'intelligenza collettiva, il tempo impiegato per ragionare insieme a queste persone é un investimento ad altissimo rischio.
Inadatto quindi a chi preferisce il quieto vivere sopra ogni altra cosa.
C'é anche da dire, a difesa di quei tizi e di quella folla che ragionare sull'ingombro della nostra specie su questa Terra non è facile, è costoso e sovente ci si sbaglia con il rischio d'essere sbeffeggiati, calunniati 
e perseguitati pure.
Ma ragionare è necessario, ora più che mai.Almeno quanto lo é respirare,bere, mangiare ed evacuare.
Io sono fissato con il Giardino dell'Eden, sapendo che è una bella leggenda e che è una mia fissazione.
Ma gli esperimenti fatti fino ad ora dall' umanità per riportare la Terra alle condizioni di quel giardino primigenio, tutti falliti più o meno miseramente, non mi hanno convinto che non valga più la pena ritentare.
Non tanto per fare di quella leggenda mitica una prosaica realtà, ma per dissipare il dubbio che la vita umana possibile sulla Terra sia solo quella dominata dalla morte tua vita mia.
Anche se non ho più nessun dubbio che chi non vuole proprio adattarsi, sceglie la morte, ma almeno sceglie.
Se ragionassi soltanto, e forse sarebbe un ragionamento apparentemente ben fatto, non m'importerebbe nulla di chiedermi se stiamo finalmente entrando nell'era del Disneyleden o invece uscendo di scena dalla Biosfera attraverso l'Antropocene.
Ma appunto, ancora mi appassiona sperimentare azioni da Giardiniere Primigenio.

Marco Sclarandis.

 

Monday, July 4, 2016

Ultimo pranzo



A quanto pare
quello da voi invocato
prima che inisiaste l’esecuzione
dev’essere un povero imbecille
che crede d’esser grande
circondandosi di stupidi minuscoli
comunque non lo stesso
che comunque vi ha lasciato fare
a che cosa vi è servito
scansare miseria umiliazioni e fame
conoscere quant’è intricato il mondo
se poi arrivati al giorno dell’esame
avete attuato l’errata semplificazione
siete entrati in un ristorante
riconvertendolo in mattatoio
e non avete nemmeno macellato
la fiera pericolosa la belva sacrificale
soltanto fedeli come voi
ma all’idea che qui un poco tanto
per vivere degnamente bisogna lavorare
chiunque v’abbia sedotto e poi
stuprato anima in alcova di squallore
non è mente divina un ente superiore
solo un povero imbecille
che quasi induce alla compassione
dovunque voi siate ora
attorniati da giovani illibate
o segregati in deserto ultraterreno
a chiedervi perché vi siete sottomessi
sperate che almeno qualcuno vi si odii
altrimenti nessuno si ricorderà di voi. 

Marco Sclarandis

Thursday, June 9, 2016

Non sapevi che nell'orto

Marameo perchè sei morto
non sapevi che nell'orto
più non cresce l'insalata
su nel grattacielo storto
sotto luci d'arsenico e di gallio
lì la rucola e l'indivia 
fanno verdi d'invidia i pomodori
ancora alla terra poveretti
ancorati per vivere da vegeti
e di Sole sempre bisognosi
sù non piangere ed ascendi
cogli i boccioli fuggenti
della nuova agricoltura
forse un secolo non dura
ma per passare il carnevale
delle metropoli continuo
è una maschera perfetta
anzi portati una zappa
di moplen mini e glamore
l'arcadia sai
ultimamente 
fa nostalgica tendenza.

Marco Sclarandis

Wednesday, June 8, 2016

Metà per una, l'altra per le altre.

A considerare bene le cose, le materie fossili e fissili sono anch'esse comunque rinnovabili, ma in tempi talmente lunghi e a tali condizioni che ne fanno delle risorse monouso.
Ormai non abbiamo più attenuanti per giustificare il loro impiego in maniera tanto imbecille.
Oltretutto proprio il loro uso migliore ci ha portato a conoscere come utilizzare le risorse rinnovabili ancora meglio di quanto non abbiamo fatto in passato.
Che adoperandole vi sia anche in futuro minore energia disponibile, è solo un bene, visto che l'abbondanza genera facilmente assuefazione e dipendenza, fino alla follia.
D'altra parte, con soli cento watt di potenza continua noi siamo stati in grado di arrivare al dominio sull'intero pianeta.
Ma un quinto di questa potenza pro-capite va adoperata per agire con astuta saggezza.

A meno di non accontentarsi di un'esistenza da invertebrati, cefalopodi esclusi.
Ora dobbiamo adoperarci per trovare gli algoritmi migliori per evitare che questo nostro dominio imperiale non precipiti in una fatale decadenza.
Come suggerisce caldamente Edward Osborne Wilson, dovremmo ritirarci
in non più
di metà della Terra* se non vogliamo finire col vivere da eremiti poveri, rosi dal rimorso 
di un paradiso divorato per un breve baccanale, in una landa squallida ed abbrutita.
Ancor più che di energia rinnovabile abbiano l'assoluta necessità di menti rinnovate.

(Ora dovrebbe essere evidente  il significato del titolo di questo post, e ancora ci parrebbe una equa ripartizione, perchè per noi una cattedrale vale sempre più di mille termitai).
Ringrazio un certo Angelo, che con il suo commento su Effetto Risorse mi dato l'ispirazione

*Il suo ultimo libro "Metà della Terra"
(questo mese anche insieme a "Le Scienze")

Marco Sclarandis

Thursday, May 12, 2016

Mai gettare parole alle locuste


Da Olopiccocene:

Mauro May 11, 2016 at 1:28 PM

E chi ha 20 anni in meno cosa deve fare?
Se da quasi 50anni i nostri simili hanno ignorato tutti gli allarmi cos’altro potrei dire io alle locuste?


Quando si è detto e ripetuto fino alla noia ed alla nausea quello che c'era da dire, bisogna agire.
Non c'è altro da fare, Mauro.
Agire è come provare la verità o la falsità di un teorema matematico, in un certo senso.
Una volta che un teorema si è rivelato essere vero, falso od anche indimostrabile, è da stupidi se non anche da criminali ignorare tale rivelazione.
Molto pragmaticamente, il teorema che sulla Terra vi sia un limite alla presenza di una qualunque specie vivente, 
è banalmente vero.
Uno come Archimede di Siracusa decine di secoli fa, sarebbe stato in grado di calcolare quante formiche avrebbero potuto abitare la Terra, se fosse stata un immenso formicaio.
Più difficile é stabilire oggi se l'umanità possa ancora raddoppiare anche una sola sola e riuscire a vivere per secoli e millenni sulla Terra.Ma è impossibile credere che l'umanità contemporanea possa decuplicare, e se anche ci riuscisse, vivrebbe più di una generazione o due.
Ma come esistono gl'indefessi quadratori di cerchi, armati di sola riga e compasso, esistono quelli che armati di illusioni tecnologiche e pseudoscientifiche, se non puramente magiche o messianiche, rovistano nella loro fantasia per trovare soluzioni che hanno la stessa probabilità d'avverarsi che quella di trovare un numero razionale frugando a caso nella bolgia dei numeri reali.
E' infinitamente più saggio credere ai millenni di Storia che ci dicono che il senso del limite, va ascoltato con la massima attenzione, al pari del sesto senso, perchè ignorare i suoi bisbiglii porta sciagura certa ed immensa.

Per essere ancora più pragmatico, lo smartphone ed i suoi consimili, stanno trascinando folle sterminate di poveri diavoli a credere d'avere in mano una specie di Lampada d'Aladino, che basta strofinare per ottenere quasi tutto quello che desiderano.
Invece di quel "quasi" si ottiene solo una infima parte di quel "tutto" e, se non abbiamo scelto con sufficiente ponderazione, otteniamo proprio l'indesiderabile.
Agire, allora è scegliere. 
Arte che, notoriamente non si può insegnare perchè non si riesce ad imparare sufficientemente 
nemmeno in una vita intera.
E a proposito di locuste, nemmeno loro mangiano tutto quello che trovano.
Quindi, vedere una brigata di formiche che ne trascina una per stivarla nella dispensa può davvero rallegrarci.
E ognuno di noi è qualcosa che nemmeno la formica più  fantasiosa riuscirebbe ad immaginarsi possa esistere.

O detto altrimenti:

Mauro,
Non c’è quasi più nulla da dire perché il necessario, l’indispensabile e l’importante, è stato detto fino alla noia.
Bisogna agire, ed agire è, in un certo senso come dimostrare un teorema matematico.
Che puo rivelarsi vero, falso ed anche indimostrabile.
Ma ottenuta la verità sul teorema è da stolti fino al crimine, ignorarne le conseguenze.
Allora, un Archimede di Siracusa sarebbe stato capace di calcolare quante formiche avrebbe potuto ospitare la Terra, se fosse stata tutta un enorme formicaio.
Noi ora sappiamo che certamente il doppio od il quadruplo di quanti siamo, non potremmo essere ospitati a lungo su questa Terra.
Nemmeno se ci limitassimo a nutrirci l’indispensabile per stare in contemplazione tutto il giorno e dormire tutte le notti.
Nonostante ciò, c’è chi e sono molti, s’illudono e vogliono illudere folle oceanche della concreta possibilità
di superare ancora per secoli dei limiti che sono ogni giorno più evidenti tanto quanto indesiderati ed indesiderabili.
Che questo superamento avvenga attraverso la tecnologia, la scienza, la pseudoscienza, la magia, la superstizione, o chissà quale fede, poco importa.
Per esempio.
Lo smartphone è diventato l’attuale Lampada d’Aladino, che parrebbe basti strofinare per esaudire qualunque desiderio.

Veramente Aladino di desideri ne soddisaceva soltanto un terzetto.

In teoria, è concepibile un mondo dove questo miracolo sarebbe possibile, ma la fisica di questo mondo ci fornisce una certezza matematica che i desideri che è possibile soddisfare per ogni generazione sono limitati non solo in quantità ma in qualità pure, e con un limite che se non altro non è troppo difficile da conoscere.

E, a proposito di locuste, nemmeno loro riescono a divorare tutto quello che trovano.
E forse nemmeno vorrebbero se anche lo trovassero
Anzi, vedere brigate di formiche trascinarne una nella loro dispensa è uno spettacolo confortante,
se si è ancora in grado di vedere certe cose.
Agire è scegliere, e scegliere è un’arte che è forse la più difficile da insegnare ed altrettanto da imparare.
Quindi, diffidare di chiunque si faccia pagare per farcene da maestro.
  
Marco Sclarandis



Tuesday, May 10, 2016

Olopiccocene

Finchè in massa non ci rendiamo conto ed accettiamo le conseguenze fino nei mini
mi dettagli dell'uso che abbiamo fatto dell'energia dei fossili, non cambieremo 

abitudini in modo significativo.
Ogni cosa che fabbrichiamo ed adoperiamo, da quasi un secolo ormai, 

grida al mondo l'enormità della nostra stoltezza.
Immaginiamo le macchinette schiaccia-vuoti-PET, (polietilentereftalato)

Quando il commercio di bevande imbottigliate in PET é di per sé un'idiozia quasi
irrimediabile, quelle macchinette rappresentano un'idiozia ancora più sofisticata 

per illudersi di porre rimedio a quella originaria.
Ed il commercio delle bottiglie in PET é solo un filo della trama infernale 

del commercio e dell'industria mondiale.
Commercio e industria che astutamente cominciano ad osannare il riciclo come la
panacea a tutti i mali che hanno prodotto in crescendo da generazioni.

Se mai dovessimo raggingere i dieci miliardi di abitanti, e volessimo vivere tutti 

quanti proseguendo con le abitudini sciagurate di questo ultimo mezzo secolo,
credo che davvero ci garantiremmo l'ecatombe nell'arco di una sola generazione.

Un olopiccocene che pure un Dante Alighieri faticherebbe a descrivere.

Ma fra vent'anni non potrò più preoccuparmi di quello che accadrà, 

neanche volendo.
 

Lo dico a chiunque abbia almeno vent'anni meno di me.
 

Qualcuno capisce.E poi agisce.
 

Per gli altri, vale l'esortazione dantesca:
 

"Non ti curar di lor, ma guarda e passa".

Marco Sclarandis