Guido, ti propongo un'analogia in due parti per esporre il mio pensiero sul libero arbitrio.
Cominciamo dal cubo "alla Rubik" più semplice, ma anche troppo semplice. Quello di 2x2x2 cubetti e 24 facce da risistemare.Ora consideriamo "Rubik 10x10x10". Prima solo lo scambio facciale esterno e poi quello interno.
Quindi, per certi versi, un numero dalle cifre infinite, non in quanto tali, ma perchè inesorabilmente inconoscibili.
Ora
consideriamo quella specie di flipper,una tavola irta di chiodi in
forma di una schiera triangolare e tenuta dritta in modo che una biglia
in caduta libera verso il basso finisca in una delle posizioni alla base
del triangolo chiodato.
Se i chiodi e le biglie sono in
numero sufficiente vediamo apparire alla fine un accumulo di bigle nelle
posizioni finali che disegnano una forma a campana, che è anche
l'inverso della curva logistica o sigmoide, questa onnipresente in ogni
ambito di uso, consumo ed abuso di risorse.
Possiamo calcolare per ogni biglia quale sarà il suo destino finale?
No, possiamo solo conoscere la probabilità che ogni biglia ha di finire in una posizione intermedia o finale.
Ma
possiamo truccare il meccanismo con delle regole, per esempio poter
manovrare i chiodi a certe condizioni e aumentare ogni probabilità
di caduta in una posizione, anche fino alla certezza.
Adesso immaginiamo le biglie come persone e i chiodi conficcati nella tavola come il teatro della vita.
Adesso immaginiamo le biglie come persone e i chiodi conficcati nella tavola come il teatro della vita.
L'analogia mi sembra quasi perfetta.
" Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia", si è rivelata vera alla lettera quattro secoli dopo.
E così gli arbitri siamo noi.