Ce ne dessero una a testa
come la vorresti che cosa ne faresti
chi vorresti ospite chi rifiuteresti
me lo sono chiesto e la risposta
ho sempre preferito rimandarla
domandarmi invece se d'un posto
per un tempo lungo come ferie
d'un Luglio o d'un Agosto sulla Luna
per vedervi da lì la Terra
questo mi ritorna in mente spesso
m'accontento per ora dei racconti
di chi quel posto l'ha ottenuto
certo che é uno strano luogo
dove stipati siamo e per tutti una
ne abbiamo e dover fare che ci basti
e l'astrale resto
fatto di tanto sprecato vuoto
rende sul terrazzo il vaso del basilico
un terreno dal prezzo inestimabile
un solo giorno che di questo ci si scordi
basterebbe da solo a condannarci
a raggiungere un altro pianeta simile
a piedi nell'Universo.
Marco Sclarandis
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Friday, April 22, 2016
Thursday, November 26, 2015
Del gridare al miracolo
Quando i miracoli avvengono un po' troppo spesso, allora vuol dire che forse erano qualcos'altro.
Forse, anzi di sicuro, abili trucchi da bisca clandestina.
E' da più di quarant'anni che schiviamo collassi di varia natura, che sia politica, sociale, economica, culturale e colturale o d'altro genere, fa lo stesso.
Ora ci sono tutte le condizioni per collassare in modo catastrofico.
Se ciò non avvenisse a breve, sarebbe davvero un miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo, forse dovrei dire un prodigio, per deviare dal binario morto
sul quale stiamo correndo senza freni.
Ma, credo che sia meglio fare innumerevoli umili gesti per ottenere la magia di una salvezza collettiva, coordinandoci come gli stormi di migratori, o atomi eccitati di cromo in un rubino,
lasciando perdere ogni desiderio d'evangelizzazione missionaria della propria fede,
e dichiarando piuttosto quella nei propri desideri ed intenzioni.
Vuoi sul serio vivere anche cent'anni e in pace? Dillo!
Vuoi invece vivere credendoti re della foresta urbana e suburbana? Dillo,
ma non fingendo che desideri la rivoluzione, che tanto, di camaleonti ne conosciamo abbastanza
da esserne quasi degli esperti.
Tra cinque anni potrebbero esserci un miliardo di morti soprannumerari, ovvero eccedenti quelli che l'ordinaria sorte prescrive.
E allora?
Succede!
O no?
O succede se facciamo quasi tutto il necessario perchè succeda?
E avendolo fatto, poi perchè stupirci dell'atteso risultato?
Ma, perchè sprecare parole al vento quando è in arrivo un uragano?
Perchè ci piacerebbe mandarlo indietro con un miracoloso "Vade retro!"
Ma è meglio urlare "Vieni nel rifugio!", se lo si è preparato, ovviamente.
Ci vuole un poco più di fiato ma potrebbe essere un buon investimento.
Marco Sclarandis
Forse, anzi di sicuro, abili trucchi da bisca clandestina.
E' da più di quarant'anni che schiviamo collassi di varia natura, che sia politica, sociale, economica, culturale e colturale o d'altro genere, fa lo stesso.
Ora ci sono tutte le condizioni per collassare in modo catastrofico.
Se ciò non avvenisse a breve, sarebbe davvero un miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo, forse dovrei dire un prodigio, per deviare dal binario morto
sul quale stiamo correndo senza freni.
Ma, credo che sia meglio fare innumerevoli umili gesti per ottenere la magia di una salvezza collettiva, coordinandoci come gli stormi di migratori, o atomi eccitati di cromo in un rubino,
lasciando perdere ogni desiderio d'evangelizzazione missionaria della propria fede,
e dichiarando piuttosto quella nei propri desideri ed intenzioni.
Vuoi sul serio vivere anche cent'anni e in pace? Dillo!
Vuoi invece vivere credendoti re della foresta urbana e suburbana? Dillo,
ma non fingendo che desideri la rivoluzione, che tanto, di camaleonti ne conosciamo abbastanza
da esserne quasi degli esperti.
Tra cinque anni potrebbero esserci un miliardo di morti soprannumerari, ovvero eccedenti quelli che l'ordinaria sorte prescrive.
E allora?
Succede!
O no?
O succede se facciamo quasi tutto il necessario perchè succeda?
E avendolo fatto, poi perchè stupirci dell'atteso risultato?
Ma, perchè sprecare parole al vento quando è in arrivo un uragano?
Perchè ci piacerebbe mandarlo indietro con un miracoloso "Vade retro!"
Ma è meglio urlare "Vieni nel rifugio!", se lo si è preparato, ovviamente.
Ci vuole un poco più di fiato ma potrebbe essere un buon investimento.
Marco Sclarandis
Friday, February 27, 2015
Meno due ventotto compreso.
scalamercalli, domani ventotto febbraio ore ventuno e trenta raitre.
-2 al 28
Due è la fonte di tutti i guai.
-2 al 28
Due è la fonte di tutti i guai.
Ma è un destino
inevitabile, anche solo considerando lo zero e l'uno,
il due è già
ìnsito fra loro.
E' la radice antonomastica della crescita esponenziale.
l'unico numero che
produce lo stesso risultato per somma, moltiplicazione, esponenziazione di sè
stesso.
E' il Lucifero dannato ma necessario, affinchè
la Luce risplenda nelle tenebre.
La sua radice decimale 1,414 213 562 373 095 048.... contiene tutte le cifre decimali nel primo miliardo quadrato di cifre della parte frazionaria.
E' la quintessenza della scelta, del bivio, del dilemma.
La scala più corta ha necessariamente due gradini.
E' il tremendo divino desiderio di uscire dall' indecisione fra l'onnipotenza e l'annichilimento.
E' l'infinito sceso a misericordia di una coppia trasgressiva.
Siamo tutti un due.
Un temporaneo ermafrodita scisso.
Su un Pianeta sperso dentro un immenso cosmo.
E' lo sguardo ammiccante al trio.
Dopo la Vita inizia.
Marco Sclarandis
scalamercalli, domani ventotto febbraio ore ventuno e trenta raitre.
Saturday, February 28, 2015
Scalamercalli, oggi !
28, Oggi
Scala Mercalli raitre ore
21:30
Prima puntata, con la partecipazione di Ugo Bardi.
Dobbiamo scegliere: la borsa o la vita.
Se rimanere o andarcene.
L'evoluzione o l'involuzione.
Il rimedio o lo sfacelo
La sopravvivenza come bruti o l'esistenza virtuosa e conoscente.
Qui ed ora questa Terra abbiamo.Tanto bella quanto fragile.
Così antica quanto generosa da averci atteso per interi eoni.
Siamo vandali o gli ospiti d'onore ?
Sono morte stelle per metterci alla luce.
Ora ne siamo certi.
Non siamo solo polvere.
Siamo fulgenti universi in miniatura.
Non stupidi errori di natura.
Marco Sclarandis
Monday, January 4, 2016
Consigli di lettura.
La bussola del piacere
Ovvero, perché junk food, sesso, sudore, marijuana, vodka e gioco d’azzardo ci fanno sentire bene
Autore: David J. Linden
La sfera del piacere è sempre stata costretta da regole.
Attraverso leggi, precetti religiosi e morali tutte le società hanno
voluto imporre un confine che separi il piacere dal vizio e quindi il
modo in cui affrontarne il “lato oscuro”: la dipendenza. Le moderne
tecniche d’indagine sul nostro cervello raccontano però una storia
diversa; e ci dicono che molti comportamenti che consideriamo virtuosi,
come pregare o fare beneficenza, attivano lo stesso circuito neurale su
cui agiscono, per esempio, le droghe e l’alcol, e che la dipendenza non è
frutto di una scarsa forza di volontà bensì un disturbo di natura
fisiologica. I confini di cosa è bene e cosa è male, di cosa separa il
socialmente accettabile dal moralmente deplorevole sono quindi, nella
realtà scientifica, molto più sfumati di quanto pensassimo. Una sfida
notevole, quella lanciata dalle neuroscienze, che ci porta a ripensare
gli aspetti culturali, morali e giuridici che danno forma alla nostra
identità e alla nostra presenza all’interno della società.Lo shopping, l’orgasmo, il crack, la meditazione, l’esercizio fisico, l’oppio, […]; tutto questo produce segnali neurali che convergono su un piccolo gruppo di aree cerebrali interconnesse. Ed è proprio qui, in questi piccoli ammassi di neuroni, che il piacere umano viene percepito.In vendita assieme a Le Scienze di Gennaio 2016 (Codice Edizioni)
David J. Linden
La bussola del piacere è un libro superbo. La vostra mente non sarà la stessa dopo averlo letto.
“The Guardian”
Il nostro comportamento non sarà mai spiegato da un solo circuito cerebrale (o da un solo libro, se è per questo…). David Linden, comunque, ha fatto il primo importante passo per esplorare questa nuova frontiera.
“Scientific American Mind”
L'autore del post non riceve alcun compenso per questa pubblicità al libro in questione.
Marco Sclarandis
Sunday, December 2, 2012
Bufalo miniato
Di Marco Sclarandis
Non pensavo d’incontrarti bruco verde
sul trespolo che m’adorna la cucina
acquattato tra le foglie di miseria
ma le caccole minute sparpagliate
puntuali nere e numerose
potevano mai essere di bufalo miniato
poi i ricami e le trine al vegetale
di certo non erano da mano sarta fatte
alla fine t’ho stanato lungo un margine
mentre spudorato divoravi ed evacuavi
in attesa di prodigiosa metamorfosi
ogni giorno più vitreo ed obeso
mi hai captato e cooptato nel tuo cosmo
frusciante fragile e gommoso
forte solo di fertilità imbattibile
d’entusiasmo s’è colmato il vaso
contenente il tuo pane e companatico
il trespolo smaltato e la cucina
la mansarda per un tempo incalcolabile
il quartiere la città l’intero mondo
l’animo mio è galassia da una settimana
ma solo il grande astrofilo ritroso
sa dove nell’universo siano le sue coordinate
Non pensavo d’incontrarti bruco verde
sul trespolo che m’adorna la cucina
acquattato tra le foglie di miseria
ma le caccole minute sparpagliate
puntuali nere e numerose
potevano mai essere di bufalo miniato
poi i ricami e le trine al vegetale
di certo non erano da mano sarta fatte
alla fine t’ho stanato lungo un margine
mentre spudorato divoravi ed evacuavi
in attesa di prodigiosa metamorfosi
ogni giorno più vitreo ed obeso
mi hai captato e cooptato nel tuo cosmo
frusciante fragile e gommoso
forte solo di fertilità imbattibile
d’entusiasmo s’è colmato il vaso
contenente il tuo pane e companatico
il trespolo smaltato e la cucina
la mansarda per un tempo incalcolabile
il quartiere la città l’intero mondo
l’animo mio è galassia da una settimana
ma solo il grande astrofilo ritroso
sa dove nell’universo siano le sue coordinate
Tuesday, September 13, 2016
Il quintessente condensato
D’ogni vita estrarne il
logaritmo
di questo fare lo stesso
per dieci volte ancora
avere così sul mignolo
il quintessente condensato
come con un francobollo
i suoi dentelli la sua colla
l’inchiostro del suo timbro
la filigrana l’immagine il
valore
la sua patria emettitrice
la data della stampa e della
posta
in pratica di carta un capace
seme
di mani in menti di
fruttificare
non serve molto altro
per togliere all’oblio le
grinfie
dal nostro breve transito
terreno.
Marco Sclarandis
Wednesday, May 6, 2015
A caso uno su miriade
Mantide che mi guardi
e stai al gioco delle mie dita umane
mi sbaglierò ma in te vedo estremo desiderio
di perdere anche le ali e gelida ferocia
pur di ottenere metamorfosi
no tu non vuoi mutarti in altro vertebrato
o in uno qualsiasi esistente al mondo
vuoi le mie membra la mia mente
non so come ma sento che sai della mia ebbrezza
e vuoi provarla offrendo in cambio vita
distogliti splendida audace creatura
da questa insana brama
tu tendi l'agguato all'afide alla falena al ragno
noi lo facciamo tra di noi
anche dopo il pranzo e sazi
così come se fossimo insetti condannati
a uscir di celletta o favo o guscio
solo per perpetuarci
a caso uno su miriade.
Marco Sclarandis
e stai al gioco delle mie dita umane
mi sbaglierò ma in te vedo estremo desiderio
di perdere anche le ali e gelida ferocia
pur di ottenere metamorfosi
no tu non vuoi mutarti in altro vertebrato
o in uno qualsiasi esistente al mondo
vuoi le mie membra la mia mente
non so come ma sento che sai della mia ebbrezza
e vuoi provarla offrendo in cambio vita
distogliti splendida audace creatura
da questa insana brama
tu tendi l'agguato all'afide alla falena al ragno
noi lo facciamo tra di noi
anche dopo il pranzo e sazi
così come se fossimo insetti condannati
a uscir di celletta o favo o guscio
solo per perpetuarci
a caso uno su miriade.
Marco Sclarandis
Thursday, November 21, 2013
Monday, January 26, 2015
Il cunicolo salvifico
Comunicato stampa
In teoria, la Via Lattea potrebbe essere un “sistema di trasporto galattico”. Alla luce delle conoscenze e delle teorie più attuali la nostra galassia potrebbe essere un enorme wormhole (o cunicolo spazio-temporale, avete visto “Interstellar?”) e se lo fosse, sarebbe “stabile e navigabile”. Questa è l’ipotesi avanzata in un articolo pubblicato sulla rivista Annals of Physics, a cui ha collaborato anche la SISSA di Trieste. Il lavoro, frutto di una collaborazione fra ricercatori indiani, italiani e statunitensi, spinge gli scienziati a riflettere in maniera più accurata sulla materia oscura.
(tratto dal sito di "Le Scienze") fine comunicato stampa.
Di sicuro molti spererebbero che arrivi un'astronave pronta a portarci su di un altro pianeta abitabile, dove ricominciare daccapo.
Il chè sarebbe una vera condanna infernale. Lascio agli enigmisti-ci
(o enig-mistici ) fornirne il perchè.
Io do a questo evento una possibilità su un miliardo, elevato a un miliardo elevato alla miliardesima potenza. Che è poco ma comunque più di nulla.
Invece trovo che sia un mistero glorioso che altri eventi che hanno possibilità di avverarsi, nel cambio d'una generazione, quanto una su due (1/2) due e forse anche tre su quattro (3/4) , vengano considerati da beate moltitudini, fatti cosmicamente improbabili, inattuabili, impossibili, e quindi indesiderabili.
Tanto per citarne uno per tutti:
L'abbandono turbolento e coatto dei combustibili fossili.
Ma si sa, l'amore ( per quello che si vorrebbe che fosse ma non è ) per sua natura non solo è cieco, ma sovente pure slovacco.
Marco Sclarandis
In teoria, la Via Lattea potrebbe essere un “sistema di trasporto galattico”. Alla luce delle conoscenze e delle teorie più attuali la nostra galassia potrebbe essere un enorme wormhole (o cunicolo spazio-temporale, avete visto “Interstellar?”) e se lo fosse, sarebbe “stabile e navigabile”. Questa è l’ipotesi avanzata in un articolo pubblicato sulla rivista Annals of Physics, a cui ha collaborato anche la SISSA di Trieste. Il lavoro, frutto di una collaborazione fra ricercatori indiani, italiani e statunitensi, spinge gli scienziati a riflettere in maniera più accurata sulla materia oscura.
(tratto dal sito di "Le Scienze") fine comunicato stampa.
Di sicuro molti spererebbero che arrivi un'astronave pronta a portarci su di un altro pianeta abitabile, dove ricominciare daccapo.
Il chè sarebbe una vera condanna infernale. Lascio agli enigmisti-ci
(o enig-mistici ) fornirne il perchè.
Io do a questo evento una possibilità su un miliardo, elevato a un miliardo elevato alla miliardesima potenza. Che è poco ma comunque più di nulla.
Invece trovo che sia un mistero glorioso che altri eventi che hanno possibilità di avverarsi, nel cambio d'una generazione, quanto una su due (1/2) due e forse anche tre su quattro (3/4) , vengano considerati da beate moltitudini, fatti cosmicamente improbabili, inattuabili, impossibili, e quindi indesiderabili.
Tanto per citarne uno per tutti:
L'abbandono turbolento e coatto dei combustibili fossili.
Ma si sa, l'amore ( per quello che si vorrebbe che fosse ma non è ) per sua natura non solo è cieco, ma sovente pure slovacco.
Marco Sclarandis
Friday, February 13, 2015
Domani non è................il 14 febbraio?
Ascoltami gioioso cardellino
se solo tu sapessi di che razza
di ramo è quello su cui canti
i tuoi strali per attirarti moglie
non so se spariresti o tenteresti
di capire quanto noi ti siamo strani
quella spoglia branca argentea
da una liana bianca avviluppata
sì freme al vento ma è all’interno
che scorre inodore linfa elettrica
e questa porta interi mondi
cantati e recitati a folle e genti
tu allegria fattasi piume in volo
tu che di seme di cardo irsuto vivi
non immagini che razza a quale specie
noi oratori bizampe apparteniamo
io non riesco in te a calarmi
se non quando gorgheggio un brano
così senza pensiero e impreparato
all’incontro con gemellata anima
allora anche per me ringhiera grezza
pare identica ad albicocco in fiore.
Marco Sclarandis
Wednesday, April 6, 2016
Sospiro di destino
Cavalcando il celerifero
per un attimo
ho creduto d'aver visto
una scena dell'orrore
centinaia forse mille oltre
una coltre d'esseri bui e obesi
avvinghiati ad un sol corpo
impassibile contro quell'assalto
da vicino quegli afidi suggenti
linfa d'erba d'urbana aiuola
avidi non più di noi sfuggenti
da qualsiasi regola sensata
dal ribrezzo mi hanno mosso
a giudizio sospeso prima
e infine verso compassione
erbaceo stelo ingordi insetti
umano attonito siamo rimasti tali
dopo quell'incontro cittadino raro
uno sguardo ultimo all'indietro
e nel silenzio di quei pasti
ho udito sospiro di destino.
Marco Sclarandis
per un attimo
ho creduto d'aver visto
una scena dell'orrore
centinaia forse mille oltre
una coltre d'esseri bui e obesi
avvinghiati ad un sol corpo
impassibile contro quell'assalto
da vicino quegli afidi suggenti
linfa d'erba d'urbana aiuola
avidi non più di noi sfuggenti
da qualsiasi regola sensata
dal ribrezzo mi hanno mosso
a giudizio sospeso prima
e infine verso compassione
erbaceo stelo ingordi insetti
umano attonito siamo rimasti tali
dopo quell'incontro cittadino raro
uno sguardo ultimo all'indietro
e nel silenzio di quei pasti
ho udito sospiro di destino.
Marco Sclarandis
Wednesday, June 8, 2016
Metà per una, l'altra per le altre.
A considerare bene le cose, le materie fossili e fissili sono anch'esse comunque rinnovabili, ma in tempi talmente lunghi e a tali condizioni che ne fanno delle risorse monouso.
Ormai non abbiamo più attenuanti per giustificare il loro impiego in maniera tanto imbecille.
Oltretutto proprio il loro uso migliore ci ha portato a conoscere come utilizzare le risorse rinnovabili ancora meglio di quanto non abbiamo fatto in passato.
Che adoperandole vi sia anche in futuro minore energia disponibile, è solo un bene, visto che l'abbondanza genera facilmente assuefazione e dipendenza, fino alla follia.
D'altra parte, con soli cento watt di potenza continua noi siamo stati in grado di arrivare al dominio sull'intero pianeta.
Ma un quinto di questa potenza pro-capite va adoperata per agire con astuta saggezza.
A meno di non accontentarsi di un'esistenza da invertebrati, cefalopodi esclusi.
Ora dobbiamo adoperarci per trovare gli algoritmi migliori per evitare che questo nostro dominio imperiale non precipiti in una fatale decadenza.
Come suggerisce caldamente Edward Osborne Wilson, dovremmo ritirarci in non più
di metà della Terra* se non vogliamo finire col vivere da eremiti poveri, rosi dal rimorso
di un paradiso divorato per un breve baccanale, in una landa squallida ed abbrutita.
Ancor più che di energia rinnovabile abbiano l'assoluta necessità di menti rinnovate.
(Ora dovrebbe essere evidente il significato del titolo di questo post, e ancora ci parrebbe una equa ripartizione, perchè per noi una cattedrale vale sempre più di mille termitai).
Ringrazio un certo Angelo, che con il suo commento su Effetto Risorse mi dato l'ispirazione
*Il suo ultimo libro "Metà della Terra"
(questo mese anche insieme a "Le Scienze")
Marco Sclarandis
Ormai non abbiamo più attenuanti per giustificare il loro impiego in maniera tanto imbecille.
Oltretutto proprio il loro uso migliore ci ha portato a conoscere come utilizzare le risorse rinnovabili ancora meglio di quanto non abbiamo fatto in passato.
Che adoperandole vi sia anche in futuro minore energia disponibile, è solo un bene, visto che l'abbondanza genera facilmente assuefazione e dipendenza, fino alla follia.
D'altra parte, con soli cento watt di potenza continua noi siamo stati in grado di arrivare al dominio sull'intero pianeta.
Ma un quinto di questa potenza pro-capite va adoperata per agire con astuta saggezza.
A meno di non accontentarsi di un'esistenza da invertebrati, cefalopodi esclusi.
Ora dobbiamo adoperarci per trovare gli algoritmi migliori per evitare che questo nostro dominio imperiale non precipiti in una fatale decadenza.
Come suggerisce caldamente Edward Osborne Wilson, dovremmo ritirarci in non più
di metà della Terra* se non vogliamo finire col vivere da eremiti poveri, rosi dal rimorso
di un paradiso divorato per un breve baccanale, in una landa squallida ed abbrutita.
Ancor più che di energia rinnovabile abbiano l'assoluta necessità di menti rinnovate.
(Ora dovrebbe essere evidente il significato del titolo di questo post, e ancora ci parrebbe una equa ripartizione, perchè per noi una cattedrale vale sempre più di mille termitai).
Ringrazio un certo Angelo, che con il suo commento su Effetto Risorse mi dato l'ispirazione
*Il suo ultimo libro "Metà della Terra"
(questo mese anche insieme a "Le Scienze")
Marco Sclarandis
Thursday, October 29, 2015
Nemmeno io
Mettiti al mio posto
e poi cerca di convincere
chi me stava cercando
e diffida d’ogni indizio
facendone d’accumulo
che io sia da qualche parte
tumuli di prove inutili
accomodati sul trono
stai guardingo ed acquattato
mettiti come meglio credi
ti do un intero giorno
quindi ancora mezzo e poi
un pezzo dimezzato sempre
ma d’ogni frammento il tempo
ti parrà durare come intero
il terzo giorno mi dirai per
certo
che cosa il tuo cliente
crede d’aver trovato
nemmeno io ricordo
d’essere una volta nato
e preferisco incantarmi al
fascino
d’una questione indecidibile
io se mi mettessi al tuo
a tanta incertezza sottoposto
a più angherìe che gentilezze
presto mi darei al crimine
e tardissimo me ne pentirei
ora che fino a domani regni
non perdere quest’occasione
nemmeno io sono così convinto
che tu solo per un secolo
esisti e sia
per poi annichilirti.
Marco Sclarandis
Sunday, June 21, 2015
Chi può mai essere?
Che dice queste cose?
"Il clima è un bene
comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema complesso
in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana. Esiste un
consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un
preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale
riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del
mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l’aumento degli
eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa
attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno
particolare. L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di
cambiamenti di stili di vita,di produzione e di consumo, per combattere questo
riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. E’
vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell’orbita
e dell’asse terrestre, il ciclo solare), ma numerosi studi scientifici indicano
che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta
alla grande concentrazione di gas serra (anidride carbonica, metano, ossido di
azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell’attività umana. La loro
concentrazione nell’atmosfera impedisce che il calore dei raggi solari riflessi
dalla terra si disperda nello spazio. Ciò viene potenziato specialmente dal
modello di sviluppo basato sull’uso intensivo di combustibili fossili, che sta
al centro del sistema energetico mondiale. Ha inciso anche l’aumento della
pratica del cambiamento d’uso del suolo, principalmente la deforestazione per
finalità agricola.
A sua volta, il riscaldamento ha effetti sul ciclo del
carbonio. Crea un circolo vizioso che aggrava ancora di più la situazione e che
inciderà sulla disponibilità di risorse essenziali come l’acqua potabile,
l’energia e la produzione agricola delle zone più calde, e provocherà
l’estinzione di parte della biodiversità del pianeta. Lo scioglimento dei
ghiacci polari e di quelli d’alta quota minaccia la fuoriuscita ad alto rischio
di gas metano, e la decomposizione della materia organica congelata potrebbe
accentuare ancora di più l’emissione di anidride carbonica. A sua volta, la
perdita di foreste tropicali peggiora le cose, giacché esse aiutano a mitigare
il cambiamento climatico. L’inquinamento prodotto dall’anidride carbonica
aumenta l’acidità degli oceani e compromette la catena alimentare marina. Se la
tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di
cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi,
con gravi conseguenze per tutti noi. L’innalzamento del livello del mare, ad
esempio, può creare situazioni di estrema gravità se si tiene conto che un
quarto della popolazione mondiale vive in riva al mare o molto vicino ad esso,
e la maggior parte delle megalopoli sono situate in zone costiere.
I cambiamenti climatici
sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali,
economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali
sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno
nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in
luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro
mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai
cosiddetti servizi dell’ecosistema,come l’agricoltura, la pesca e le risorse
forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che
permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a
situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela.
Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e
vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le
risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare
con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. E’ tragico
l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale,
i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e
portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa.
Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che
accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte
a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel
senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società
civile.
Molti di coloro che
detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi
soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di
ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi
indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con
gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e
impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di
anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente,
ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia
rinnovabile. Nel mondo c’è un livello esiguo di accesso alle energie pulite e
rinnovabili. C’è ancora bisogno di sviluppare tecnologie adeguate di
accumulazione. Tuttavia, in alcuni Paesi ci sono stati progressi che cominciano
ad essere significativi, benché siano lontani dal raggiungere una proporzione
importante. Ci sono stati anche alcuni investimenti in modalità di produzione e
di trasporto che consumano meno energia e richiedono minore quantità di materie
prime, come pure in modalità di costruzione o ristrutturazione di edifici che
ne migliorino l’efficienza energetica. Ma queste buone pratiche sono lontane
dal diventare generali.
Questo scritto è parte di una lunga dichiarazione rivolta all'umanità intera.
Unico indizio per svelare l'arcano: Lo scrittore s'è laureato in chimica.
Marco Sclarandis
Tuesday, August 2, 2016
Disneyleden o Antropocene?
C'é un tizio che commenta su uno dei blog di Ugo Bardi che é fissato con l'idea dei settanta milioni.
Non si tratta di una qualche valuta, ma di popolazione.
Quella che idealmente dovrebbe popolare la Terra per assicurarsi una lunghissima vita, vissuta in pace ed armonia con tutti i restanti ospiti.Che siano virus del vaiolo o basset-hound.
Non che sia il solo il tizio, ad essere fissato su questa idea, ma mi sembra che quando un pensiero del genere
diventa una fede ed anche incrollabile, c'é da sperare che tali fedeli non diventino una setta con ambizioni di governo e dotazione di potere.
Per altro, c'é una folla immensa che più che credere, ama illudersi e sperare che se gli umani raddoppiassero sulla Terra, non una ma anche due o tre volte, non ci sarebbe di che preoccuparsi.
Senza neanche considerare quello che poi farebbero una volta stipati tutti quanti sulla medesima crosta, geofisica ovviamente.
E' molto difficile indurre al ragionamento tali individui, e siccome il ragionamento è un atto individuale, nonostante esista una forma d'intelligenza collettiva, il tempo impiegato per ragionare insieme a queste persone é un investimento ad altissimo rischio.
Inadatto quindi a chi preferisce il quieto vivere sopra ogni altra cosa.
C'é anche da dire, a difesa di quei tizi e di quella folla che ragionare sull'ingombro della nostra specie su questa Terra non è facile, è costoso e sovente ci si sbaglia con il rischio d'essere sbeffeggiati, calunniati
e perseguitati pure.
Ma ragionare è necessario, ora più che mai.Almeno quanto lo é respirare,bere, mangiare ed evacuare.
Io sono fissato con il Giardino dell'Eden, sapendo che è una bella leggenda e che è una mia fissazione.
Ma gli esperimenti fatti fino ad ora dall' umanità per riportare la Terra alle condizioni di quel giardino primigenio, tutti falliti più o meno miseramente, non mi hanno convinto che non valga più la pena ritentare.
Non tanto per fare di quella leggenda mitica una prosaica realtà, ma per dissipare il dubbio che la vita umana possibile sulla Terra sia solo quella dominata dalla morte tua vita mia.
Anche se non ho più nessun dubbio che chi non vuole proprio adattarsi, sceglie la morte, ma almeno sceglie.
Se ragionassi soltanto, e forse sarebbe un ragionamento apparentemente ben fatto, non m'importerebbe nulla di chiedermi se stiamo finalmente entrando nell'era del Disneyleden o invece uscendo di scena dalla Biosfera attraverso l'Antropocene.
Ma appunto, ancora mi appassiona sperimentare azioni da Giardiniere Primigenio.
Marco Sclarandis.
Non si tratta di una qualche valuta, ma di popolazione.
Quella che idealmente dovrebbe popolare la Terra per assicurarsi una lunghissima vita, vissuta in pace ed armonia con tutti i restanti ospiti.Che siano virus del vaiolo o basset-hound.
Non che sia il solo il tizio, ad essere fissato su questa idea, ma mi sembra che quando un pensiero del genere
diventa una fede ed anche incrollabile, c'é da sperare che tali fedeli non diventino una setta con ambizioni di governo e dotazione di potere.
Per altro, c'é una folla immensa che più che credere, ama illudersi e sperare che se gli umani raddoppiassero sulla Terra, non una ma anche due o tre volte, non ci sarebbe di che preoccuparsi.
Senza neanche considerare quello che poi farebbero una volta stipati tutti quanti sulla medesima crosta, geofisica ovviamente.
E' molto difficile indurre al ragionamento tali individui, e siccome il ragionamento è un atto individuale, nonostante esista una forma d'intelligenza collettiva, il tempo impiegato per ragionare insieme a queste persone é un investimento ad altissimo rischio.
Inadatto quindi a chi preferisce il quieto vivere sopra ogni altra cosa.
C'é anche da dire, a difesa di quei tizi e di quella folla che ragionare sull'ingombro della nostra specie su questa Terra non è facile, è costoso e sovente ci si sbaglia con il rischio d'essere sbeffeggiati, calunniati
e perseguitati pure.
Ma ragionare è necessario, ora più che mai.Almeno quanto lo é respirare,bere, mangiare ed evacuare.
Io sono fissato con il Giardino dell'Eden, sapendo che è una bella leggenda e che è una mia fissazione.
Ma gli esperimenti fatti fino ad ora dall' umanità per riportare la Terra alle condizioni di quel giardino primigenio, tutti falliti più o meno miseramente, non mi hanno convinto che non valga più la pena ritentare.
Non tanto per fare di quella leggenda mitica una prosaica realtà, ma per dissipare il dubbio che la vita umana possibile sulla Terra sia solo quella dominata dalla morte tua vita mia.
Anche se non ho più nessun dubbio che chi non vuole proprio adattarsi, sceglie la morte, ma almeno sceglie.
Se ragionassi soltanto, e forse sarebbe un ragionamento apparentemente ben fatto, non m'importerebbe nulla di chiedermi se stiamo finalmente entrando nell'era del Disneyleden o invece uscendo di scena dalla Biosfera attraverso l'Antropocene.
Ma appunto, ancora mi appassiona sperimentare azioni da Giardiniere Primigenio.
Marco Sclarandis.
Thursday, May 14, 2015
Guida rapida per i cosiddetti esperti petroliferi
"Guida rapida per i cosiddetti esperti petroliferi"
http://www.ugobardi.blogspot.it/2015/05/guida-rapida-per-i-cosiddetti-esperti.html
Questo articolo di Antonio Turiel mi ha ispirato queste considerazioni:
Dismisura*.
Questa mi sembra la parola che sta alla radice della situazione inequivocabilmente catastrofica in cui ci troviamo.
E la dismisura sta sia nel troppo poco come nel troppo.
Si può discutere per anni sulla quantità e qualità dell'energia e delle materie prime seconde e terze di cui avremmo bisogno per vivere, perchè ciò che viene condiderato vivere per qualcuno è per qualcun altro un mero sopravvivere.
Siamo in troppi? O pretendiamo troppo? O peggio la combinazione esponenziata delle due cose? ( quindi peggio che la loro somma o moltiplicazione)
Se, e credo che più che un "se" sia un "certamente" il petrolio, quei mille miliardi di barili finora impiegati, ci hanno via via drogato nell'arco di un solo secolo e mezzo, come ha mirabilmente ipotizzato Nate Hagens in un suo articolo di anni fa, allora è arrivata la crisi d'astinenza.
E comunque, nemmeno l'energia rinnovabile e la perfetta chiusura di ogni cerchio, come direbbe Barry Commoner, possono salvarci dalla nostra natura.
Il bisogno spirituale cui fa accenno Paolo 14 maggio 2015 10.46 credo che sia quello di conciliare la consapevolezza della finitezza dell'esistenza con il desiderio di vita almeno perenne, se non eterna.
Detto questo, e non è certo una novità, il più, il di più, che ormai è diventato un troppo, un mostruoso ecceso in ogni ambito, crea soltanto perdite disastrose dovumque.
Una di queste è la tanto declamata biodiversità, ovvero quell'insieme "d'infinite forme bellissime" di cui ora ne vive sulla terra un centesimo di quelle comparse all'inizio della vita terrestre, e che entro questo secolo potrebbe essere più che dimezzata.
Noi umani siamo forse fuori dalla Natura?
Non credo proprio, anzi siamo l'eccesso degli eccessi della Natura stessa.
Siamo qui da poco tempo, ma misurare il tempo in anni potrebbe essere sbagliato nel nostro caso.
Se lo misurassimo in "spazio dell'immaginazione" di cento miliardi di esseri come noi, tale è la stima dell'Homo fatto come noi o molto simile finora vissuti, questo spazio sarebbe immenso.
E forse occorrerebbe un universo come quello osservabile per contenerlo.Anzi, un arso vivo quale fu Giordano Bruno osò pensare che forse non sarebbe bastano neanche.
Ma siamo qui, stipati sulla superficie d'un pianeta dove ormai abbiamo pro-capite soltanto un grosso cortile di terraferma ed abitabile.
Questa mi pare la dimensione anzi la pluridimensione dell'epoca che stiamo vivendo.
Noi siamo dismisura incarnata.Da millenni e millenni e millenni.E l'abbiamo sempre saputo.
Se è così, può anche essere che Madre e Matrigna e Madonna Natura, ora che abbiamo raggiunto il confine invalicabile se non con la morte, abbia per noi in serbo qualche stupefacente soluzione.
Eugenio Finardi** scrisse una memorabile canzone a proposito, e decenni fa ormai, ma quei "Dove sono tutti quanti"***, appunto dove sono?.
Io credo che siamo noi stessi medesimi appena cerchiamo di vederci come ci vede un altro.
Da qui possiamo di volta in volta trovare una misura esatta, il nè troppo, nè troppo poco, quel giusto abbondante di cui abbiamo un disperato bisogno.
Hybris - Wikipedia
*Hybris (ˈhyːbris, in greco antico ὕβϱις, traslitterato in Ýbris) è un topos (tema ricorrente) della tragedia greca e della letteratura greca, presente anche nella Poetica di Aristotele. Significa letteralmente "tracotanza", "eccesso", "superbia", “orgoglio” o "prevaricazione".
Nella trama della tragedia, la hýbris è un evento accaduto nel passato che influenza in modo negativo gli eventi del presente. È una "colpa" dovuta a un’azione che vìola leggi divine immutabili, ed è la causa per cui, anche a distanza di molti anni, i personaggi o la loro discendenza sono portati a commettere crimini o subire azioni malvagie. Al termine hýbris viene spesso associato, come diretta conseguenza, quello di "némesis", in greco νέμεσις, che significa "vendetta degli dei", "ira", "sdegno" e che quindi si riferisce alla punizione giustamente inflitta dagli dei a chi si macchia di tracotanza. Degno di nota è persino il concetto relativo all'"invidia degli dèi" (in greco ο φθόνος των θεών). In molte tragedie, infatti, essa costituisce lo sviluppo narrativo che porta come conseguenza al commettere un atto di hýbris e, di conseguenza, essere uno hýbristes ossia colpevole di tracotanza. Questa "colpa" ha origine nella natura umana come anello mancante tra le bestie e le divinità. In senso pratico, quindi, l'uomo ha l'imperativo di non cercare di rendersi "divino" così come avvicinarsi ad una condizione animalesca. In entrambi in casi si può incorrere nel peccato di hýbris. Questo è ciò che accade, ad esempio, nel racconto di Icaro, colpevole di aver voluto cercare una condizione di sola prerogativa divina (ossia l'essersi costruito delle ali di cera per volare) e successivamente punito dagli stessi dèi, poiché macchiato appunto del peccato di hýbris.
Il tema ricorre spessissimo nella Divina Commedia di Dante Alighieri in ottica cristiana; qualsiasi peccato può essere ricondotto alla hybris dell'uomo, che tenta di arrivare con la ragione a comprendere i misteri del divino, ponendosi egli stesso come Dio.
**://www.youtube.com/watch?v=JiC4u3xB8Cc
***http://it.wikipedia.org/wiki/Paradosso_di_Fermi
Marco Sclarandis
Wednesday, February 18, 2015
Non accalcatevi, sulla scala possono salire tutti.
-10
E il Mercalli è nu brav 'e guaglione.
Marco sclarandis
Tuesday, November 4, 2014
Implacabili spiriti aerei
Davvero fu stivato per noi
quell’antico
fulgore stellare
come
litica spugna imbevuta
di
balsamo riservato a monarca
come
scuro pane incendiario
cibo
destinato a pranzi d’eroi
miliardi
di salme e carcasse
vissero solo per finire in oblio
o
mutate in ambrosia olezzosa
in
pietra che s’infuoca con l’aria
in fiato che arde ma soffoca
in fiato che arde ma soffoca
sono
risorte e insignite d’un nome
siamo
noi proprio quegli angeli
che
vi hanno spremuto ed estratto
dalle
tombe profonde di Gea
per
mutarvi in osanna a un Divino
ora
siete volo di ruggenti turbine
torri
alte dal deserto alle nubi
velodromi
per schianti di adroni
cisterne
per metalli pesanti in fusione
siete
anche orde d’umani sfrenati
furenti
per il conoscere limiti
in
un Cosmo che nasconde infiniti
Voi tutti combustibili fossili
vi
abbiamo liberati nel vento
perché ora ci
ripagate dicendo
siete
solo schiocchi avidi esseri
eravamo
démoni morti e sepolti
ora
siamo implacabili spiriti aérei
vi
occorrerà molta più diabolica astuzia
per
sopravvivere sotto il nostro dominio.
Marco Sclarandis
Saturday, January 17, 2015
E perchè non -42 ?
- 41
Eulero scoprì la magnifica e famosa formula: x^ 2 +x +4 1 che fornisce come soluzione
numeri primi per valori di x
compresi tra 0 e 39
Marco Sclarandis
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