Monday, September 22, 2014

L'umanità giunta al brivido



Ho visto le foto della marcia per l'azione planetaria a contrasto del cambiamento climatico.
Hai provato brividi felici, ti credo.

Non arrivo a tali vertici d'estasi ma sono anch'io contento, Sara.
La mia refrattarietà a provare tanto entusiasmo dipende sia dalla maledetta vecchiaia che lavora nell'ombra, ma alacremente ed indefessamente, sia  dalla indimenticabile esperienza che come le monete e le spade ha due facce e due tagli.

Abbiamo ricominciato un'Odissea, per come la vedo io, non siamo tornati indietro verso Itaca, che sarebbe stato troppo ignominioso, ma ci siamo nascosti in una caletta a rimuginare se era davvero il caso di proseguire nell'impresa.
E' dal tempo di "Primavera silenziosa" di Rachel Carson che indugiamo sul timone di caletta in laguna.
E' giusto che chi li prova si goda i brividi di felicità, ma i brividi passano, gl'incubi, se non si continua ad agire e ormai con rapidità e determinazione, restano e peggiorano pure.

Li ho provati anch'io e ripetutamente, quei brividi, e ancora non so come faccio a lasciarmene incantare di nuovo.
Forse perchè vaneggio di partecipare ad una settimana planetaria di astensione dal consumo coatto, indotto dal marketing, e da social-spettacolarizing, d'ogni genere di mercanzia superflua.

E poi di constatare che quella settimana è diventata un mese e poi ancora un lungo trimestre e così via.
Sia chiaro: superfluo lo intendo come da etimologia del termine che significa traboccare, eccedere.
Quindi, ogni tanto il superfluo può diventare indispensabile.Sempre, diventa ciò per cui alla fine ci si mette in marcia per allontanarsene.
Avendo capito ed accettato che non se ne vuole essere travolti.


Marco Sclarandis

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