Quello che segue, è il labirinto di pensieri che mi ha portato infine ai post successivi per annunciare
"Scala Mercalli" su RAItre in onda dal 28 Febbraio 2015
Riuscii finalmente a sintetizzare tutto in una sola parola:
"Climamoto"
Non conoscendo ideogrammi asiatici nè paleoegizi, non posso tradurre tale concetto in questi affascinanti simboli.
Non so perchè acconsento di aprire questo labirinto a miliardi (potenziali) di visitatori.
Quando e se lo scoprirò, magari ve lo spiegherò.
Postcogitatum: il titolo stesso di questo post fa parte di quel labirinto.
Oggi -9 giorno dell'esordio compreso.
Marco Sclarandis.
(Niccolò Tartaglia,1534)
Questa, in versi, è la soluzione generale dell'equazione di terzo grado completa.
Tradotta in simbolismo matematico moderno non è di certo più semplice da comprendere della versione poetica, ma non è impossibile.
Questo carme, piccolo capolavoro derivato delle menti matematiche del Rinascimento italiano è solo un pretesto per parlare di qualcosa di molto più incomprensibile, ed attuale, che ci riguarda tutti e in un modo che ormai si sta manifestando con crescente evidenza.
Se, diecimila anni, fa qualcuno avesse detto che coltivando i campi e tagliando le foreste, alla fine si sarebbe riusciti a modificare le stagioni, forse sarebbe stato creduto più di quanto fino a poco tempo fa non lo erano, invece, i climatologi che da decenni ormai, studiano le complicate leggi che determinano il funzionamento del clima terrestre.
E che ci dicono che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima.
Naturalmente, se qualcuno non vuole credere a fatti sempre più inequivocabilmente dimostrati, può rifugiarsi nella rassicurante fede nelle illusioni, dei pensieri magici e delle malriposte speranze.
Conseguentemente, però, seguire una fede o un'altra implica poi il subire differenti destini.
Ed ecco la cosa davvero incomprensibile, molto più di quanto non lo sia
quella soluzione algebrica sopra citata.
Ammettendo, che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima, e ammetterlo è cosa semplice e saggia allo stesso tempo, perchè mai ancora troppa gente non accetta che davvero millenni di agricoltura, e poi secoli di civiltà antica e moderna
e infine pochi decenni di industria globale,
ci abbiano portato in questa situazione climatica planetaria ?
In realtà ci sono delle spiegazioni che ritengo siano riconducibili tutte ad una antichissima affermazione, praticamente impossibile da smentire:
"Tutti gli uomini sono mortali"
Chiunque è in grado di capire che tale affermazione, ma che dichiara un fatto, conduce allo spasmodico desiderio di perpetuare la propria esistenza, in qualche modo.
E per realizzarlo non si bada a mezzi.
Che questi mezzi poi, arrivino fino alla totale e anche spiacevolmente irreversibile trasformazione di un corpo celeste, o terrestre, non importa.
A mali estremi, estremi rimedi.
Però quando i mali arrivano, e non sono ancora così estremi, qualcuno comincia a ritenere che forse è possibile trovare dei rimedi praticabili e si mette in azione, sperando, ovviamente, d'essere su una buona strada.
Ed è proprio ciò che sta succedendo da quasi mezzo secolo, da quando moltissimi ricercatori, in senso stretto e lato, hanno capito che la Terra ospita esseri come noi, solo a patto che stiano
entro dei limiti, magari eludibili, ma invalicabili.
Detto tutto ciò, il clima che ci sta venendo incontro con un abbraccio, è il caso di dirlo, anche troppo focoso, sarà appunto un clima
"per pochi, ma non per tutti"
sebbene quei "pochi" potranno essere molti di più, se da subito, ma tutti insieme, e sempre più appassionatamente modificheremo alcune nostre abitudini e sceglieremo, tra i desideri realizzabili, quelli compatibili con i limiti che la nostra Ospite ci ha già indicato.
Proprio di questo argomento, di abitudini, scelte e desideri, si parlerà in un programma intitolato "Scala Mercalli" in onda su RAI 3 a partire dal 28 Febbraio prossimo, lungo sei puntate.
Dal 28 Febbraio quindi, e fino al 4 Aprile
chiunque creda, o non creda, che quasi al pari di antichi semi-dei siamo riusciti a mutare le stagioni di Gea o Gaia o Tellus o comunque si voglia chiamare la nostra Terra, potrà ascoltare dei resoconti autorevoli ed aggiornati sulle reali condizioni in cui abbiamo ridotto l'Albergo che da centinaia di secoli ci sta alloggiando.
Ma sarà anche una sorpresa sapere che non occorre invocare la discesa di salvatori sovrumani o extraterrestri, di miracoli incredibili, inimmaginabili o l'avvento di trascendenti Apocalissi, per accedere ad un nuovo mondo, questo sì che sia desiderabile
"per chiunque, nessuno escluso".
Marco Sclarandis
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