Ringrazio un Angelo anonimo per l'ispirazione di questo post.
E' ovvio che i negazionisti del neo-clima non si rassegnino alle dilaganti evidenze.
Sono come i credenti nella della Planogea e della Geocava ( la Terra piatta e quella vuota)
del moto perpetuo, ottenuto con qualche marchingegno nel retro della sacrestia,
e tanto per abbreviare la lista, come i quadratori di cerchi con righe e compassi, quelli ideali,
ovvio, non le rozze imitazioni fatte di materia bruta e banalmente quantistica.
Bisogna averne compassione perchè non sanno come evitarsi l'inganno.
Qualcuno, in articulo mortis, quindi troppo tardi per godere carnalmente dei frutti del pentimento,
si ravvede.
Ma altri solitamente spariscono nell'oblio, magari per circondarsi di un manipolo
di credenti irriducibili, con i quali mantenersi puri nella fede fino all'inabissamento definitivo.
Non c'è ragione che tenga con simili figuri.
Anzi, per essi qualsiasi ragionamento che possa insinuare nella loro mente
il demoniaco tarlo del dubbio, è anatema.
Quindi, bisogna mantenere i propri dubbi, contemporaneamente con le proprie certezze, lasciando intendere che si combatte fino allo spasimo affinchè quelli non sopraffacciano le altre.
Solo in questo modo v'è una tenue speranza che qualcuno di loro ceda l'anima
alle lusinghe dell'appropriato ragionamento e non senza lunga pena e tormento
si converta all'accettazione dei fatti.
Marco Sclarandis
Il negazionismo non è una posizione scientifica ma una religione, un credo a cui uno non può rinunciare.
ReplyDeleteUn po' come la (squadra di calcio) del cuore!
Non vanno quindi affrontati con tesi scientifiche o l'osservazione dei fatti ma con la psicatria!