Mentre la catena trae
i denti della corona e del
pignone
ogni osso dell’attrezzo
birotato
ogni tendine ganascia
insieme
al derma circolare morbido
collaborano in dinamico
equilibrio
prodigio biomeccanico si
compie
eccelle termodinamica
efficienza
la vista del percorso mi
distrae
dalla bolletta la fattura
la scadenza
divengo vela al vento su
sentiero
muscoli e pedivella si fan
onde
braccia sguardo olfatto
udito
si mutano in timone e
Ulisse
m’invidia mi sorride
Icaro
il fruscio della gomma
sul’asfalto
il brusio sullo sterrato
sul pavè quel suono
ritmico
non m’impediscono
interiore lavorìo
raggi si flettono e
trasmettono momento
cascate scalinate percorse
d’energia
biochimica cinetica
angolare
con un manubrio mi sento
già torero
e domo bestia al mio
volere
dirigo le sue corna dove
voglio
sella è trono di un
imperatore
leve frenanti scettri
nelle mani
allora mi domando come
tu bicicletta in quali
menti stavi
assorte ad escogitare
meccanismi
ordigni di passioni
bellicose
e a lungo nascosta sei
rimasta
un conte francese ti ha
svegliata
dal sonno in quella selva
d’invenzioni
ora sei ancora principessa
sulla strada
presto diverrai regina
incoronata.
Marco Sclarandis
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