Thursday, August 8, 2013

Nel medio evo, non si uccidevano così i topi.

Da Eddyburg.it

Società e politica

L’economia di mercato uccide i valori morali: la scienza lo prova, e ora sappiamo i perché

di Luciano Canova   03 Agosto 2013
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Con lo studio "Morals and Markets" un esperimento che ha coinvolto 700 persone e molti topi. Nel rapporto causale con la moralità la prima vittima  del Mercato è la responsabilità individuale. Greenreport, 2 agosto 2013 Molti di noi posseggono uno smartphone. E a molti di noi sarà capitato, proprio di fronte a questi telefonini, di lasciarsi andare al fascino della marca, dello status symbol, delle potenzialità esponenzialmente crescenti di oggetti iper-tecnologici. Nello scegliere tra ciò che offre il mercato, ogni catalogo è sfogliato quasi fosse un breviario, alla ricerca della migliore offerta o del rapporto qualità/prezzo più soddisfacente.

Sullo sfondo, come un rumore bianco, il pensiero di dove quel telefono è stato fabbricato. Con quali componenti? Il nostro telefono usa materiale environmental friendly? L’azienda che lo produce rispetta vincoli stringenti di sostenibilità? E, ancora, è stato impiegato lavoro minorile sotto-pagato per produrre il nostro telefono? Oppure no? Queste domande, forse, assillano i nostri desideri per qualche minuto. E poi tornano a fare il loro lavoro: quello, cioè, dell’ininfluente rumore bianco.

La questione non è banale perché si tratta di un tema centrale delle letteratura non solo economica, ma anche sociologico-antropologica: qual è il rapporto tra economia di mercato e valori morali?

Il filosofo  Michael Sendel, autore di un corso di teoria della giustizia che è un clamoroso successo anche su Youtube, ha scritto un saggio molto rilevante, (Quello che i soldi non possono comprare (I limiti morali del mercato), in cui affronta rigorosamente il tema.

Da un punto di vista empirico, tuttavia, è ancora più rilevante lo studio pubblicato su Science da due ricercatori, Amin Falk e Nora Szech (università di Bonn): Morals and Markets . Attraverso il metodo sperimentale, infatti, i due studiosi hanno investigato il nesso causale tra mercato e valori morali, giungendo a un risultato tanto robusto quanto rilevante: l’economia di mercato erode i valori morali.

Lo studio è semplice e ben congegnato. Sostanzialmente, più di 700 soggetti sono stati divisi in tre gruppi (per ripetute sessioni), ognuno dei quali ha partecipato a un trattamento diverso che aveva di fronte il medesimo dilemma: scegliere tra la possibilità di ricevere del denaro o salvare la vita a un topolino.

Un primo gruppo di persone (individual treatment) ha partecipato all’esperimento senza interazioni con altri. Ogni soggetto di questo gruppo veniva messo di fronte a due opzioni:
- opzione A: ricevere 10 euro di compenso
- opzione B: salvare la vita a un topolino, altrimenti destinato ad essere eliminato dai ricercatori del laboratorio

Il secondo gruppo di persone, invece, ha partecipato a un esperimento (bilateral market) in cui, a coppie, si creava un’interazione tra un possibile venditore – cui veniva data, di fatto, in dotazione la vita del topolino – e un possibile compratore, per una negoziazione massima di 20 euro. In sostanza, il venditore poteva decidere se vendere la vita del topolino o se rifiutare qualunque scambio, salvando così l’animale. In caso di accordo, il venditore riceveva il prezzo e il compratore i 20 euro meno il prezzo pattuito. La morte del topolino, conseguenza della negoziazione, è un perfetto esempio di esternalità negativa di uno scambio.

Un ultimo gruppo, infine (multilateral market) ha partecipato all’esperimento con un’asta che consisteva in un mercato di 9 venditori e 7 compratori, in cui si poteva contrattare, come sempre, la salvezza del topolino o un determinato prezzo per cui venderla.

I risultati sono molto interessanti: nel trattamento individuale, solo il 45.9% degli individui decide di accettare i 10 euro, determinando la morte del topo; nella negoziazione a 2, il 72.2% delle persone vende la vita del topo per un prezzo inferiore a 10 euro; infine, nel trattamento con asta multilaterale, il 75.9% dei giocatori vende la vita del topolino, con prezzi che crollano drasticamente.

L’interpretazione offerta dai ricercatori offre molteplici spiegazioni:
- Quando ha luogo un’interazione di mercato, il fatto che ci siano più persone implica automaticamente la possibilità di condividere una responsabilità e, di conseguenza, anche la colpa di un atto immorale
- L’interazione di mercato rivela, attraverso uno scambio di informazioni, anche le norme sociali di un particolare contesto. Questo fa sì che, se una persona vede qualcun altro vendere la vita di un topo, può pensare che ciò sia moralmente accettabile. E compiere di conseguenza la medesima scelta
- Quanto più il mercato si amplia, tanto più prevale una sorta di liquefazione della responsabilità e di marginalità del singolo soggetto coinvolto. Se chi partecipa a un mercato arriva a pensare che il suo comportamento sia ininfluente per l’esito finale dello scambio, una sorta di rilassamento morale potrebbe prevalere.

Lo studio di Falk e Szech è di grande rilevanza, soprattutto in tempi di economia globale e crisi, allorché proprio la deresponsabilizzazione ha generato, nel mondo finanziario, comportamenti speculativi e immorali non in grado di tenere nel dovuto conto le conseguenze di lungo periodo di un azzardo morale.

I due ricercatori concludono l’articolo senza un giudizio di merito sull’economia di mercato: nessuno, infatti, sostiene che altre modalità di rapporto tra economia e società (economie centralizzate e totalitarie, per esempio) producano risultati moralmente più accettabili. Questo studio, tuttavia, getta luce in modo scientificamente robusto sul rapporto causale tra mercato e valori, ponendo l’accento sulla questione della responsabilità. Un principio troppo spesso negletto dalla società odierna.

Wednesday, August 7, 2013

Sempre più rapido il ritorno al medio evo



(immagine da IGN)



dalla BBC
By Rebecca Morelle, Science reporter, BBC World Service
2 August 2013
(BBC) –

I cambiamenti climatici fortemente correlati a incrementi di violenza nel mondo, come suggerisce uno studio. Scienziati americani hanno trovato che anche piccoli cambiamenti di temperatura o piovosità coincidono con aumenti in violenza, stupri e omicidi, come pure con conflitti di gruppo e guerre.

Il gruppo dice che con le attuali proiezioni dei livelli di cambiamento climatico, è probabile che il mondo diventi un posto più violento. Lo studio è pubblicato in "Science"


From BBC

Shifts in climate are strongly linked to increases in violence around the world, a study suggests.
US scientists found that even small changes in temperature or rainfall correlated with a rise in assaults, rapes and murders, as well as group conflicts and war.
The team says with the current projected levels of climate change, the world is likely to become a more violent place.
The study is published in Science




Monday, August 5, 2013

Non avendo per ora altro da dire



Perché all’alba
prima che ogni porta s’apra
tutto si comporta ancora
come se fosse scorta inesaurita
eppure
v’è sempre meno posto
dove di ora in ora
non dilaghi il guasto che è in agguato
sì che la sera
compiuto ciò che importa
pure la quiete e la penombra
diventano presto scarto
che sia che non sappiamo
che tramandare scorze
che più non ricordiamo
la ragione delle nostre impalcature
ma nella notte senza preavviso
fulgente e breve compare in cielo
per noi un suggerimento
anche noi come meteore
si transita e ci si spegne
che il nostro passaggio almeno
lasci in altri il ricordo della luce.

Marco Sclarandis

Effetti del caldo estivo



Kamikaze atomici: con lo zaino nucleare

L'unità alla parata celebrativa del regime della Corea del Nord: soldati suicidi con bombe atomiche

  http://www.liberoquotidiano.it/video/1287854/Kamikaze-atomici--con-lo-zaino-nucleare---Il-Video.html