Saturday, August 31, 2013

Finalmente la verità sulle scie chimiche!

Tutti noi abbiamo sempre visto delle scie in cielo lasciate dagli aeroplani, e ci è sempre stato detto che sono prodotte dalla condensa.

In realtà, una setta segreta formata dalla Lobby Ebraica, l'Opus Dei, dalla CIA e dal Comitato Tanker Enemy trama nell'ombra allo scopo di riempire i cieli di lineette bianche che si possono distinguere dalle normali linee bianche perché, per dirla con termini scientifici, "sono strane".

Ecco come riconoscere le scie chimiche:
  • Vanno da una parte all'altra dell'orizzonte. Gli aerei normali invece non attraversano l'orizzonte, ma si teletrasportano magicamente nella posizione desiderata.
  • Permangono nell'aria molte ore. Quelle normali dopo un po' lampeggiano e spariscono.
  • Se ne contano decine nello stesso tratto di cielo. I normali aeroporti invece fanno partire due o tre aerei al giorno.
  • Formano dei reticoli. La legge invece impedisce agli aerei di linea di seguire rotte che si intersechino.
  • Appaiono molto spesso negli ultimi due decenni. È risaputo infatti che dal 1903 il traffico aereo è sempre rimasto invariato.
  • Si espandono. Tutti sanno che invece i gas e i vapori non possono mai cambiare forma o dimensione, specialmente se ad alta quota e sottoposti al vento. 
  • Vengono lasciate da misteriosi aerei senza insegne mentre chiunque, dal basso, può leggere la scritta "Alitalia" su un aereo che vola a migliaia di metri dal suolo. Inoltre Superman era lì e ha confermato.
  • Sono vistose, perché colorate artificialmente, infatti ogni cospiratore che si rispetti le colora per rendere ben visibile il piano nascosto che sta attuando. Inoltre gli agenti del complotto non possono farle di notte evitando di essere visti, perché non si abbronzerebbero ad alta quota come ora.
  • Sono regolarmente avvistate soprattutto sopra le città, quando è risaputo che anche in mezzo al mare, in alta montagna e in mezzo ai campi arati ci sono grandi folle che passano le giornate a guardare il cielo. Inoltre gli aerei partono e atterrano sempre in posti di quel tipo, mai nei pressi delle città.
  • Appaiono anche quando fa caldo, perché tutti sanno che a 8 o 10 chilometri di altezza le temperature sono le stesse che si hanno al suolo.
  • A volte persistono, a volte scompaiono, a volte sono dense, a volte diradate, a volte ci viene dura, a volte ci viene molle. È infatti risaputo che con tali scie la fisica dell'atmosfera non vale una fava.
  • Hanno pure fatto un'interrogazione parlamentare al riguardo, e tutti sanno che le interrogazioni parlamentari in Italia sono sempre fatte a proposito e sempre su problemi seri.
  • Ci sono persone che giurano di non aver mai visto scie nel cielo prima del 1993 o del 1998 (o un anno qualsiasi a caso). Ovviamente tutti quelli che dicono di ricordarle fanno parte del complotto. Anche le foto scattate all'epoca sono sicuramente dei falsi manipolati esattamente l'altro ieri.
  • Se vedi un aereo senza scie chimiche sei un disinformatore. In realtà ci sono e si sente il loro caratteristico odore di peperonata.
  • Se un giorno il cielo è pulito sono state chiaramente colorate con il manganese. Ovviamente il governo malvagio può nascondere ogni prova aggiungendo del manganese, ma purtroppo han usato i fondi destinati a quest'ultimo per comprare uno stock conveniente di disinformatori.
È dunque chiaro, oramai, che le scie chimiche sono una realtà di fatto.

Monday, August 26, 2013

Orrendi, lerci e malvagi.

Che a forza di bruciare legna, carbone, gas e petrolio siamo riusciti a modificare il clima terrestre, rimane e rimarrà a lungo un'opinione nella testa di qualcuno, ma nei fatti di tutti quanti è una realtà che sta diventando ogni giorno di più, difficile da negare.

Per questo motivo la fantasia di chi crede che una misera popolazione di sette miliardi abbondanti di esseri umani, sparsi sull'astronomica superficie di di cinquantuno miliardi di ettari di un pianeta come la Terra non abbia che un'infima influenza,  si scatena, e da decenni, per trovare cause che confermino la sostanziale estraneità degli umani nel mutamento climatico.

Naturalmente, se uno non sa che cosa sia un ettaro, può anche illudersi che qualsiasi cosa facciamo sulla Terra abbia delle conseguenze minime e comunque sia, transitorie.
Rendersi conto di che cosa sia questo ettaro, peraltro, è semplicissimo.
Per chi preferisce le cose quadrate basta fare un po' più di cento passi e poi svoltare esattamente sempre a destra o sempre a sinistra per tre volte.
Per chi le preferisce tonde è appena più complicato, dovendo scegliere qualcosa non più grande di una cabina elettorale da cui allontanarsi di poco più d'una cinquantina di passi e poi di svoltare, sempre a destra o sempre a sinistra, mantenendo la stessa distanza da ciò che si è scelto.

Scoprire invece che il semplice fiato, e i più pittoreschi e pirotecnici sfiati umani e animali avrebbero reso prima o poi l'atmosfera terrestre asfissiante, è stata un'impresa lunga e ardimentosa.
Talmente lunga e ardimentosa che, appunto, qualcuno ancora non riesce a credere possa essere vera.
Da leggenda, passando per la cronaca, sta però diventando storia, anzi Storia.
Molti se ne stanno facendo una ragione, ma tra il dire e il fare, non c'è solo il mare di mezzo, anzi gli oceani, ma gli affari e di conseguenza anche il malaffare.

E' un vero peccato che, superata una certa concentrazione nell'aria, il biossido di carbonio e il metano pure, facenti parte a pieno diritto di questi sfiati, non vengano percepiti con un odore nauseabondo.
Tanto per fare un esempio comprensibile da chiunque, come quello emanato dalle latrine, dalle carogne e dalle uova marce.
Forse qualcuno obietterà che il metano tanfa per conto proprio, ma il metano puro, è più discreto d'un maggiordomo britannico dei bei tempi andati, e viene impuzzinito apposta per avvertirci della sua presenza.
Ma, l'umana assuefazione alle cose sgradevoli è davvero commovente.
Prima che il loro sviluppo diventi insostenibile e intollerabile siamo capaci d'inventarci le ragioni più
inverosimili e raccapriccianti, per sopportarle.
Nel Medioevo, a proposito, abbiamo raggiunto delle vette di fantasia e raffinatezza superate solo nel secolo scorso e che una florida e appassionata ricerca contemporanea promette di oltrepassare.

Cavando dalla Terra montagne, laghi, nubi e cataste  di carbone di petrolio di metano e di legna abbiamo
mostrato a noi stessi quanto possiamo trasformare la materia bruta in cose animate e inanimate, belle, pure e buonissime.E ormai abbiamo anche imparato che qualsiasi cosa, anche la stupidità umana, ha dei limiti, oltrepassati i quali, deve rientrare nei ranghi.
Allora, se qualcosa, oltre una certa misura produce un mondo sporco brutto e cattivo, solo un imbecille persevera giulivo nella sua produzione.Fino al proprio annientamento.
Onde per cui, alcuni individui, che per misteriose ragioni non riescono ad accettare questa elementare e
immutabile verità, stanno cominciando a comportarsi in un modo che ai più apparirebbe comico, se non fosse inesorabilmente tragico.
Sembra che questi individui,  credano che un mondo più orrendo, più lercio e più malvagio, sia l'unico modo per ottenere un'oasi paradisiaca, dove solo loro stessi potranno vivere e perpetuarsi.

Chi sono questi?.

Non è difficile riconoscerli e far parte della loro cerchia.
Tutto ciò che toccano diventa fulmineamente scoria e immondizia abbandonate.

C'è un modo per distorglierli dal seguire il loro inglorioso destino?
Sì, ma bisogna essere capaci d'una pazienza esasperante, che alla fine diventa, in modo per loro inatteso,
fatale.

Marco Sclarandis.











 


Sunday, August 25, 2013

Scie chimiche:combattiamole con l'aceto di mele!



E poi non dite che il Medio Evo non sta ritornando a velocità folle!

Thursday, August 15, 2013

Ma allora proprio si divertono a prenderci per il ......





Clamoroso svarione di "Libero Quotidiano" che moltiplica per tre il numero di donne uccise in un anno. Lo capisco che si divertono a prenderci in giro, ma certe volte veramente sono di fuori come le antenne paraboliche.


Questo è quello che scrive "Libero" oggi

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1295739/Emergenza-omicidi--uccise-505-donne-in-un-anno.html

Emergenza omicidi: uccise 505 donne in un anno

"Un omicidio su tre ha per vittima una donna. E' quanto emerge dai dati diffusi in occasione della tradizionale conferenza stampa del ministro dell'Interno Angelino Alfano. In un anno in Italia sono stati commessi 505 femminicidi, il 30% del totale dei delitti."
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Ecco invece la notizia di oggi di ANSA che loro hanno riportato in modo totalmente sbagliato. NON SONO 505 le donne uccise in un anno. Sono il 30% di 505, ovvero circa 150. Ma a questi di Libero uno gli paga anche dei soldi per comprare le fesserie che scrivono?

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2013/08/15/Violenza-donne-vittime-30-omicidi_9160294.html

"(ANSA) - ROMA, 15 AGO - Circa il 30% degli omicidi commessi in un anno in Italia (505) ha come vittima le donne."

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Va detto che la frase di ANSA non era chiarissima, ma per uno di intelligenza appena superiore a quella di un celenterato si doveva capire dal contesto che il numero 505 si riferiva al totale e non al numero di vittime donne. Comunque, per conferma che ha ragione ANSA e non Libero, ecco alcuni dati recenti

http://www.ansa.it/web/notizie/specializzati/legalita/2013/07/11/526-omicidi-2012-minimo-ultimi-40-anni_9008949.html

"(ANSA) - ROMA, 11 LUG - Si uccide di meno in Italia. Gli omicidi sono stati 526 nel 2012. Si tratta del minimo storico degli ultimi 40 anni. Prosegue dunque la tendenza al calo delle uccisioni (-67,8% rispetto al 1990, quando erano state 1.633). Il 30% delle vittime (159) sono donne, dato pressoché immutato rispetto al triennio precedente, nonostante la crescente attenzione mediatica sul femminicidio."

Saturday, August 10, 2013

Aiuto, che freddo!


Clima, intervista all’esperto: “sì, sta arrivando una nuova era glaciale ma non ve lo dicono per le
lobby del global warming

martedì 4 giugno 2013, 15:24 di


L’ articolo pubblicato stamani con le dichiarazioni del Colonnello Paolo Ernani, noto meteorologo italiano, ha destato molto scalpore. Non si tratta, infatti, di quisquilie. Abbiamo intervistato lo stesso Ernani per capirne di più, e gli abbiamo chiesto quale sarà l’evoluzione termica della Terra nei decenni che verranno.

Recenti nostri studi fanno pensare che qualcosa di rilevante si stia già manifestando“, ci ha risposto. “Per esempio nel calcolare sulla penisola italiana la temperatura media annua (1997-2012) e la sua relativa linea di tendenza abbiamo notato che quest’ultima tende a scendere. In parole più semplici la temperatura media sull’Italia ha smesso di salire dalla fine del secolo scorso e da allora, anno dopo anno e in maniera quasi impercettibile,sta scendendo. Insomma è in atto un’inversione di tendenza che sarà palpabile anche nello scorrere di questo anno 2013. In definitiva col passar del tempo (anni) farà sempre più freddo“.


http://www.meteoweb.eu/2013/06/clima-intervista-allesperto-si-sta-arrivando-una-nuova-era-glaciale-ma-non-ve-lo-dicono-per-le-lobby-del-global-warming/207760/

Thursday, August 8, 2013

Nel medio evo, non si uccidevano così i topi.

Da Eddyburg.it

Società e politica

L’economia di mercato uccide i valori morali: la scienza lo prova, e ora sappiamo i perché

di Luciano Canova   03 Agosto 2013
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Con lo studio "Morals and Markets" un esperimento che ha coinvolto 700 persone e molti topi. Nel rapporto causale con la moralità la prima vittima  del Mercato è la responsabilità individuale. Greenreport, 2 agosto 2013 Molti di noi posseggono uno smartphone. E a molti di noi sarà capitato, proprio di fronte a questi telefonini, di lasciarsi andare al fascino della marca, dello status symbol, delle potenzialità esponenzialmente crescenti di oggetti iper-tecnologici. Nello scegliere tra ciò che offre il mercato, ogni catalogo è sfogliato quasi fosse un breviario, alla ricerca della migliore offerta o del rapporto qualità/prezzo più soddisfacente.

Sullo sfondo, come un rumore bianco, il pensiero di dove quel telefono è stato fabbricato. Con quali componenti? Il nostro telefono usa materiale environmental friendly? L’azienda che lo produce rispetta vincoli stringenti di sostenibilità? E, ancora, è stato impiegato lavoro minorile sotto-pagato per produrre il nostro telefono? Oppure no? Queste domande, forse, assillano i nostri desideri per qualche minuto. E poi tornano a fare il loro lavoro: quello, cioè, dell’ininfluente rumore bianco.

La questione non è banale perché si tratta di un tema centrale delle letteratura non solo economica, ma anche sociologico-antropologica: qual è il rapporto tra economia di mercato e valori morali?

Il filosofo  Michael Sendel, autore di un corso di teoria della giustizia che è un clamoroso successo anche su Youtube, ha scritto un saggio molto rilevante, (Quello che i soldi non possono comprare (I limiti morali del mercato), in cui affronta rigorosamente il tema.

Da un punto di vista empirico, tuttavia, è ancora più rilevante lo studio pubblicato su Science da due ricercatori, Amin Falk e Nora Szech (università di Bonn): Morals and Markets . Attraverso il metodo sperimentale, infatti, i due studiosi hanno investigato il nesso causale tra mercato e valori morali, giungendo a un risultato tanto robusto quanto rilevante: l’economia di mercato erode i valori morali.

Lo studio è semplice e ben congegnato. Sostanzialmente, più di 700 soggetti sono stati divisi in tre gruppi (per ripetute sessioni), ognuno dei quali ha partecipato a un trattamento diverso che aveva di fronte il medesimo dilemma: scegliere tra la possibilità di ricevere del denaro o salvare la vita a un topolino.

Un primo gruppo di persone (individual treatment) ha partecipato all’esperimento senza interazioni con altri. Ogni soggetto di questo gruppo veniva messo di fronte a due opzioni:
- opzione A: ricevere 10 euro di compenso
- opzione B: salvare la vita a un topolino, altrimenti destinato ad essere eliminato dai ricercatori del laboratorio

Il secondo gruppo di persone, invece, ha partecipato a un esperimento (bilateral market) in cui, a coppie, si creava un’interazione tra un possibile venditore – cui veniva data, di fatto, in dotazione la vita del topolino – e un possibile compratore, per una negoziazione massima di 20 euro. In sostanza, il venditore poteva decidere se vendere la vita del topolino o se rifiutare qualunque scambio, salvando così l’animale. In caso di accordo, il venditore riceveva il prezzo e il compratore i 20 euro meno il prezzo pattuito. La morte del topolino, conseguenza della negoziazione, è un perfetto esempio di esternalità negativa di uno scambio.

Un ultimo gruppo, infine (multilateral market) ha partecipato all’esperimento con un’asta che consisteva in un mercato di 9 venditori e 7 compratori, in cui si poteva contrattare, come sempre, la salvezza del topolino o un determinato prezzo per cui venderla.

I risultati sono molto interessanti: nel trattamento individuale, solo il 45.9% degli individui decide di accettare i 10 euro, determinando la morte del topo; nella negoziazione a 2, il 72.2% delle persone vende la vita del topo per un prezzo inferiore a 10 euro; infine, nel trattamento con asta multilaterale, il 75.9% dei giocatori vende la vita del topolino, con prezzi che crollano drasticamente.

L’interpretazione offerta dai ricercatori offre molteplici spiegazioni:
- Quando ha luogo un’interazione di mercato, il fatto che ci siano più persone implica automaticamente la possibilità di condividere una responsabilità e, di conseguenza, anche la colpa di un atto immorale
- L’interazione di mercato rivela, attraverso uno scambio di informazioni, anche le norme sociali di un particolare contesto. Questo fa sì che, se una persona vede qualcun altro vendere la vita di un topo, può pensare che ciò sia moralmente accettabile. E compiere di conseguenza la medesima scelta
- Quanto più il mercato si amplia, tanto più prevale una sorta di liquefazione della responsabilità e di marginalità del singolo soggetto coinvolto. Se chi partecipa a un mercato arriva a pensare che il suo comportamento sia ininfluente per l’esito finale dello scambio, una sorta di rilassamento morale potrebbe prevalere.

Lo studio di Falk e Szech è di grande rilevanza, soprattutto in tempi di economia globale e crisi, allorché proprio la deresponsabilizzazione ha generato, nel mondo finanziario, comportamenti speculativi e immorali non in grado di tenere nel dovuto conto le conseguenze di lungo periodo di un azzardo morale.

I due ricercatori concludono l’articolo senza un giudizio di merito sull’economia di mercato: nessuno, infatti, sostiene che altre modalità di rapporto tra economia e società (economie centralizzate e totalitarie, per esempio) producano risultati moralmente più accettabili. Questo studio, tuttavia, getta luce in modo scientificamente robusto sul rapporto causale tra mercato e valori, ponendo l’accento sulla questione della responsabilità. Un principio troppo spesso negletto dalla società odierna.