Wednesday, February 25, 2015
Olio, ma di ginocchia, e vai felice.
Marotta & Cafiero editori
Dalla società dell'automobile a quella delle persone
L'uomo diventa schiavo delle azioni costantemente ripetute.
ciò che egli all'inizio sceglie, alla fine lo obbliga.
( Orison Swett Marden )
Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità.
( Sigmund Freud )
La felicità è reale solo quando è condivisa.
( Christopher Mc Candless, dal film Intothe wild )
Non si può comprare la felicità, ma è possibile comprare una bicicletta
e questo gli è molto vicino.
( Anonimo )
Essere liberi è meglio che essere ricchi.
( Nevio )
Oggi la gente dedica una parte cospicua della propria giornata a guadagnarsi il denaro
senza il quale non potrebbe neanche recarsi al lavoro.
( Ivan Illich )
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
(Seneca)
Marco Sclarandis
Marinetti, marinetti.....
Dedicata a due contesse veneziane
Ah
quel futurista
che
per certi versinon era nemmeno idiota
che di Venezia ardeva
di farne di porco carne
magari anche arrostita
col legno delle fruste gondole
quanto si divertiva a spandere
elettrico fulgore sulle genti
che vedessero quanto buio fosse
il mondo archeologo e antiquario
che avrebbe metallo siderale
cavato pure dalle rape rosse
pur di lanciare ovunque ponti
pur di fungine ciminiere
di notte in notte ergersi vedere
Ah che visionario
di quale estasi avrà goduto
vedendo La Fenice al rogo
e poi pena d'inferno
alla seguente ricostruzione
Ebbro di celerità infinita
pur sapendo quanto
lenta nel cosmo va la luce
furono fortunate e molto
chiocciole e lumache tutte
forse non gli vennero alla mente
ma forse con loro fu indulgente
o misericordioso per ragioni ignote
Ah se resuscitasse
dentro il grande collisore
correrebbe fino allo sfinimento
e ci porterebbe il figlio nominato
testè elleaccacì bosone
nel nocciolo ancora fuso
a Chernobil cremare si farebbe
le ceneri poi ne farebbe dono
ai prossimi futuri cosmonati
ma solo per impastarne malta
per la prima pietra da posare
non qui di certo
ma su Marte.
Marco Sclarandis
Tuesday, February 24, 2015
Perchè il tempo fugge
Che Noi si possa si riesca
si desideri da zero a uno e in séguito a due e poi ancora
in altri pari modi proseguire
con aggiunta e moltiplicazione
questa è stranezza pura
assurdità compiuta
folle bizzarrìa
quei rapporti che figliano
file di cifre sterminatepermutanti sempre e precedute
da virgole e pezzi interi numerabili
non sono sconcertanti
un pigreco è norma
lo è di Eulero numerol’Aurea Divina Proporzione
cerchi parabole eliche galattiche
innumerevoli radici fra le tante
senza ritegno lo dimostrano
un tavolo quadrato basta
che Noi invece si cerchi
regola che appai interi e
frattiprimi irriducibili a irrazionali algebrici
e per i restanti non si trovi
sì questa è l’eccezione
visione trascendente
punibile arroganzasfida alla perdizione
Noi ci reputiamo singoli
interi integri unici
indivisibiliirripetibili
proprio come quegli esseri
di sé stessi fatti
d’essere dei numeri davvero
questo ci terrorizzacome mai.
Goffinomi
Goffi nomi
ed epitaffi
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
sfarfallìo di cifre
furono storditi e vittime.
furono storditi e vittime.
Ispirata da:
( La famiglia dell'Antiquario di Carlo Goldoni)
e dedicata alla memoria di mia madre Natalina, argutissima donna veneta
che mi faceva divertire leggendolo insieme.
SCENA SEDICESIMA, ultime battute.
(Salotto nell'appartamento del Conte Anselmo
Brighella ed Arlecchino vestito all'armena, con barba finta).
ARLECCHINO Un gran ben che ghe volì al voster padron!
BRIGHELLA Ve dirò. Ho procurà de illuminarlo, de disingannarlo:
ma nol vól. El butta via i so de-nari con questo e con quello;
za che la casa se brusa, me voi scaldar anca mì.
ARLECCHINO Bravissim. Tutt sta che me recorda tutto.
BRIGHELLA Vardé no fallar... Oh! eccolo che el vien.
Visto che la casa brucia voglio scaldarmi anc'hio.
Per chi volesse approfondire e sprofondare nelle risate.
http://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/goldoni/la_famiglia_dell_antiquario/pdf/la_fam_p.pdf
Marco Sclarandis
Memento tori
I frati trappisti si salutano con "Memento mori", ricordati che devi morire.
Frase diventata celebre grazie a Massimo Troisi che l'ha inserita in un suo celebre film.
A quanto ho letto, di nuovo presto nelle sale.
Da sola questa frase(Scordati d'essere immortale, ché non lo sei.) è sufficiente a rispondere a tutti gli integralisti e fanatici dell'alimentazione vegana e vegetariana.
Poi se non dovesse bastare, dovrebbe essere sufficiente ricordare loro, che se dovessero evitare ogni sofferenza animale causata dalla loro stessa presenza ed attività sulla Terra, dovrebbero vivere di sola contemplazione e pure impassibile, del Creato.
E di considerazione per la meravigliosa quanto tremenda logica della Natura Matrigna.
Rinunciare alla pellicia è possibile, ma al cuoio più difficile.
E la lana?. Le pecore mica vanno dai tosatori per cambiarsi d'abito per godersi la Traviata.
Detto ciò, è cosa ottima e quasi perfetta ridurre il calvario che porta al Golgota di qualsiasi essere vivente, sapendo che pure le stelle sono morte riducendosi in polvere sparpagliata nell'immenso cosmo, e non sappiamo se non abbiano neanche avuto il modo di sapere che la loro fine condusse alla nostra nascita.
Se avrò sacrificato un toro per nutrirmi durante il corso della mia intera vita, ebbene sono disposto a mantenere la consapevolezza del debito che ho con lui fino ad una eventuale resurrezione di entrambi.
E non m'illudo che la stessa obbligazione non debba sussistere con quei sacchi di frumento, ceste di carote, barattoli di noci mandorle e pinoli che mi rendono la vita semplicemente possibile.
In ogni caso, rinunciare ai tre quarti, del bue voglio dire, di modo che altri tre l'assaggino anche una volta sola nella vita, mi sembra una buona cosa.
Come dice il proverbio, sibillino ma indubbiamente saggio:
"A pagare e a morire c'è sempre tempo".
En passant, -5 al 28, 28 inlcuso, di Febbraio s'intende.scalamercalli.
Non cambierà nulla, non succederà nulla, ma tentammo con passione.
Marco Sclarandis
Frase diventata celebre grazie a Massimo Troisi che l'ha inserita in un suo celebre film.
A quanto ho letto, di nuovo presto nelle sale.
Da sola questa frase(Scordati d'essere immortale, ché non lo sei.) è sufficiente a rispondere a tutti gli integralisti e fanatici dell'alimentazione vegana e vegetariana.
Poi se non dovesse bastare, dovrebbe essere sufficiente ricordare loro, che se dovessero evitare ogni sofferenza animale causata dalla loro stessa presenza ed attività sulla Terra, dovrebbero vivere di sola contemplazione e pure impassibile, del Creato.
E di considerazione per la meravigliosa quanto tremenda logica della Natura Matrigna.
Rinunciare alla pellicia è possibile, ma al cuoio più difficile.
E la lana?. Le pecore mica vanno dai tosatori per cambiarsi d'abito per godersi la Traviata.
Detto ciò, è cosa ottima e quasi perfetta ridurre il calvario che porta al Golgota di qualsiasi essere vivente, sapendo che pure le stelle sono morte riducendosi in polvere sparpagliata nell'immenso cosmo, e non sappiamo se non abbiano neanche avuto il modo di sapere che la loro fine condusse alla nostra nascita.
Se avrò sacrificato un toro per nutrirmi durante il corso della mia intera vita, ebbene sono disposto a mantenere la consapevolezza del debito che ho con lui fino ad una eventuale resurrezione di entrambi.
E non m'illudo che la stessa obbligazione non debba sussistere con quei sacchi di frumento, ceste di carote, barattoli di noci mandorle e pinoli che mi rendono la vita semplicemente possibile.
In ogni caso, rinunciare ai tre quarti, del bue voglio dire, di modo che altri tre l'assaggino anche una volta sola nella vita, mi sembra una buona cosa.
Come dice il proverbio, sibillino ma indubbiamente saggio:
"A pagare e a morire c'è sempre tempo".
En passant, -5 al 28, 28 inlcuso, di Febbraio s'intende.scalamercalli.
Non cambierà nulla, non succederà nulla, ma tentammo con passione.
Marco Sclarandis
Monday, February 23, 2015
L'odore dei gerani fa miracoli
-5 al 28
Scalamercalli raitre la sera.
Dimenticavo: dopo non cambierà nulla, non succederà niente, ma almeno ci abbiamo provato.
Esercizio
zen: prendere una zolla di Terra nelle mani,osservarla,annusarla,maneggiarla,assaggiarne
un pizzico e ascoltare i rumori che vi accompagnano e immaginare che noi siamo
stati, siamo e saremo quella zolla.Almeno fino a esauriente prova contraria.
Anche quella del vaso di gerani stecchiti va
bene, anzi possiede ulteriore potenza evocativa.
Marco
Sclarandis
Sunday, February 22, 2015
Omaggio ad Afterfindus (Il blog)
Il Giorno della Memoria
Il giorno della marmotta
La notte della marmitta
Sai che amo gingillarmi con i lemmi
che tiro fili come fanno i gatti
incuranti che siano di poltrona gigisedici
o cencio mocio per i pavimenti
per artigli retrattili allenarmi
non so resistere ai suoni tentatori
ai sensi trapezisti doppi e multipli
all'idiozia che dagli idiomi sgocciola
ma innaffia flora desertica mai vista
io le conosco le marmotte diurne
che fischiano come locomotive arcaiche
che sfuggono dalle rapaci grinfie
che trasmutano grasso in sogni
accontentandosi di erbe e tane
così che marmitta mi richiama
mondi militari e motoristici
metalli rari catalitici e sbobbe dozzinali
il tutto intertessuto a quello stato
di Morfeo regno soggetto e oscuro
e se mi fermo un attimo e considero
che un malinteso da una fototavoletta è nato
una ricerca del giorno a memoria dedicato
un nesso a un film comico ha prodotto
non temo d'essere un roditore matto
che scava e rosicchia per darsi poi letargo
ma se potesse fischiettando raccontare
quello che per la mente sua gli passa
qualsiasi passante verrebbe catturato.
Marco Sclarandis
Il giorno della marmotta
La notte della marmitta
Sai che amo gingillarmi con i lemmi
che tiro fili come fanno i gatti
incuranti che siano di poltrona gigisedici
o cencio mocio per i pavimenti
per artigli retrattili allenarmi
non so resistere ai suoni tentatori
ai sensi trapezisti doppi e multipli
all'idiozia che dagli idiomi sgocciola
ma innaffia flora desertica mai vista
io le conosco le marmotte diurne
che fischiano come locomotive arcaiche
che sfuggono dalle rapaci grinfie
che trasmutano grasso in sogni
accontentandosi di erbe e tane
così che marmitta mi richiama
mondi militari e motoristici
metalli rari catalitici e sbobbe dozzinali
il tutto intertessuto a quello stato
di Morfeo regno soggetto e oscuro
e se mi fermo un attimo e considero
che un malinteso da una fototavoletta è nato
una ricerca del giorno a memoria dedicato
un nesso a un film comico ha prodotto
non temo d'essere un roditore matto
che scava e rosicchia per darsi poi letargo
ma se potesse fischiettando raccontare
quello che per la mente sua gli passa
qualsiasi passante verrebbe catturato.
Marco Sclarandis
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