Che dice queste cose?
"Il clima è un bene
comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema complesso
in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana. Esiste un
consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un
preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale
riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del
mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l’aumento degli
eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa
attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno
particolare. L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di
cambiamenti di stili di vita,di produzione e di consumo, per combattere questo
riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. E’
vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell’orbita
e dell’asse terrestre, il ciclo solare), ma numerosi studi scientifici indicano
che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta
alla grande concentrazione di gas serra (anidride carbonica, metano, ossido di
azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell’attività umana. La loro
concentrazione nell’atmosfera impedisce che il calore dei raggi solari riflessi
dalla terra si disperda nello spazio. Ciò viene potenziato specialmente dal
modello di sviluppo basato sull’uso intensivo di combustibili fossili, che sta
al centro del sistema energetico mondiale. Ha inciso anche l’aumento della
pratica del cambiamento d’uso del suolo, principalmente la deforestazione per
finalità agricola.
A sua volta, il riscaldamento ha effetti sul ciclo del
carbonio. Crea un circolo vizioso che aggrava ancora di più la situazione e che
inciderà sulla disponibilità di risorse essenziali come l’acqua potabile,
l’energia e la produzione agricola delle zone più calde, e provocherà
l’estinzione di parte della biodiversità del pianeta. Lo scioglimento dei
ghiacci polari e di quelli d’alta quota minaccia la fuoriuscita ad alto rischio
di gas metano, e la decomposizione della materia organica congelata potrebbe
accentuare ancora di più l’emissione di anidride carbonica. A sua volta, la
perdita di foreste tropicali peggiora le cose, giacché esse aiutano a mitigare
il cambiamento climatico. L’inquinamento prodotto dall’anidride carbonica
aumenta l’acidità degli oceani e compromette la catena alimentare marina. Se la
tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di
cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi,
con gravi conseguenze per tutti noi. L’innalzamento del livello del mare, ad
esempio, può creare situazioni di estrema gravità se si tiene conto che un
quarto della popolazione mondiale vive in riva al mare o molto vicino ad esso,
e la maggior parte delle megalopoli sono situate in zone costiere.
I cambiamenti climatici
sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali,
economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali
sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno
nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in
luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro
mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai
cosiddetti servizi dell’ecosistema,come l’agricoltura, la pesca e le risorse
forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che
permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a
situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela.
Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e
vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le
risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare
con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. E’ tragico
l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale,
i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e
portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa.
Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che
accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte
a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel
senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società
civile.
Molti di coloro che
detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi
soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di
ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi
indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con
gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e
impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di
anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente,
ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia
rinnovabile. Nel mondo c’è un livello esiguo di accesso alle energie pulite e
rinnovabili. C’è ancora bisogno di sviluppare tecnologie adeguate di
accumulazione. Tuttavia, in alcuni Paesi ci sono stati progressi che cominciano
ad essere significativi, benché siano lontani dal raggiungere una proporzione
importante. Ci sono stati anche alcuni investimenti in modalità di produzione e
di trasporto che consumano meno energia e richiedono minore quantità di materie
prime, come pure in modalità di costruzione o ristrutturazione di edifici che
ne migliorino l’efficienza energetica. Ma queste buone pratiche sono lontane
dal diventare generali.
Questo scritto è parte di una lunga dichiarazione rivolta all'umanità intera.
Unico indizio per svelare l'arcano: Lo scrittore s'è laureato in chimica.
Marco Sclarandis