Questo é il seguito del post precedente: Gli scienziati dicono che secoli
20 Gennaio 2016 20:49
Caro Marco, grazie per il commento.
L'uomo “civilizzato” non è saggio.
L'uomo “non civilizzato” è saggio.
Anche tutto il resto della Natura è saggio.
Stiamo distruggendo la vita sulla Terra.
Siamo agli sgoccioli. Non millenni o decine di millenni, Marco. Anni, massimo 34 ancora. Anni.
La Natura ci ha provato.
Ha permesso la nascita di questa specie, Homo Sapiens.
Ma non funziona.
Una parte di questa specie è impazzita, e ha creato le civiltà (Civiltà, civis, città).
Si è messa a schiavizzare e distruggere tutte le altre culture di esseri umani, e tutte le altre specie viventi.
Ultimo folle atto, la “globalizzazione” (leggasi “neoliberismo”, "neocolonialismo”).
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Siamo naturali ma anche innaturali.
Usiamo attrezzi sofisticati esogeni (esterni) al corpo.
Nessun altro animale lo fa.
Non ci interessa l'altro, gli facciamo la guerra.
Nessun altro animale lo fa.
Viviamo a spese di territori che distano da noi migliaia di chilometri.
Nessun altro animale lo fa.
Non meritiamo di vivere.
Solo lo meritano gli “esseri umani non civilizzati” e, per quanto ne so, tutti gli altri esseri viventi del pianeta.
Per iniziare a capire come vivevamo prima della civilizzazione, e come dovremmo vivere se
rispettassimo la Natura, ecco il link per la visione della quarta puntata di “Human Planet”,
dedicata al rapporto uomo/natura all'interno della Giungla (visibile fino a domenica 24 gennaio compresa) :
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2016-01-17&ch=31&v=616314&vd=2016-01-17&vc=31#day=2016-01-17&ch=31&v=616314&vd=2016-01-17&vc=31
Tiziano
Gianni Tiziano, è assai improbabile che io possa assistere alla fine della vita sulla terra.
Per due motivi egualmente fondamentali.
Il primo è perché la probabilità che io finisca sottoterra prima dei novant'anni ritengo che sia superiore
al novantanove virgola nove per cento.
Il secondo é che se anche volessimo non saremmo comunque capaci, non solo io e te, è chiaro, di annientare la Vita sulla Terra.
Che tu desideri una vita su un pianeta dove la civiltà non sia mai esistita lo posso anche immaginare e capire,
ma se pensi che sia così idilliaco e paradisiaco, credo che tu voglia credere ad una grandiosa illusione.
Oppure tutti i resoconti, le storie che compongono la Storia intera, sono tutti delle esagerazioni delle menzogne
e delle mistificazioni?
Tutti gli esseri umani sono potenzialmente assassini fin dai tempi più remoti.
E questo non perché ad un certo momento siano impazziti.
Capisco invece quanto sia irresistibile rifugiarsi in una visione idealistica della vita umana sulla terra,
simile a quella di certi cartoni animati, e che, per carità, è descritta pure in alcuni passi della Bibbia, come questo: Isaia 65,25.
Io preferisco accettare la realtà, che posso modificare in piccola parte, ma non sono disposto a credere
ad un Paradiso terrestre ricreato con l'eliminazione dell'essere umano civilizzato.
Posso anche vedermi ed anzi, rivedermi tutte le puntate di “Human Planet”ma ciò non mi farebbe minimamente cambiare idea.
Anzi, perchè siamo arrivati a fabbricare tuttto l'armamentario occorrente per filmare dei documentari come quelli?
E non siamo rimasti invece a raccontarci oralmente per generazioni, di quella natura incivilizzata che tanto t'incanta?
E' da decenni che mi pongo questa domanda e se avessi una risposta esauriente andrei in giro a farne conferenze,
anche solo per la gloria.
Spero che tu abbia capito con quale sentimento ho risposto ai tuoi commenti.
Se si vuole stare ancora più a lungo di quel terzo di secolo su questa Terra dobbiamo capire che razza di esseri viventi siamo,
e, secondo me, ma so di essere in buona compagnia, è inutile, controproducente, dannoso,
oltre che falso, credere all'innocenza di presunti umani non civilizzati.
Non meritiamo di vivere?
Certo, di fronte a certi orrori é l'unica cosa che ci viene da credere.
Ma, basta avere pazienza.
Un po' più di cent'anni e saranno tutti morti.
Peccato, per loro, che formiche ed elefanti non verranno sui nostri tumuli a tirare un sospiro di sollievo
Un saluto, civile.
Marco Sclarandis