Gombòci, Rubìchi, Mandelbroti e
Lombrichi.
Negli entusiasmanti anni '60 una
rinomata ed ancora esistente azienda casearia italiana regalava un
pupazzo che rimaneva sempre in piedi, comunque lo si cercasse di
abbattere.
L'avevano chiamato Ercolino.
Il suo segreto pulcinellesco era un
semplice peso situato e nascosto nella sua base, segreto che comunque
rimanda a fondamentali concetti di fisica e di meccanica.
Molti anni più tardi un matematico russo di
prim'ordine, Vladimir Igorevič
Arnol'd si chiese se poteva esistere un Ercolino che rimanesse sempre
dritto, senza il trucco del peso nascosto ai suoi piedi.
Anni
dopo ancora, due ricercatori ungheresi, Gábor Domoko e
PéterVárkonyi, dell'università
di Tecnologia e di Economia di Budapest basandosi sugli studi di
Arnol'd sono arrivati alla realizzazione di un oggetto che ritrova
sempre la sua posizione diritta, ma solo in virtù della sua
particolare forma geometrica.
Anche
se la storia di questo “patatoide” ma anche “tartarugoide” è
gia interessante di per sé,
date
le complesse indagini matematiche che ha richiesto per venure alla
luce, è un oggetto similare all'Ercolino, ma d'origine giapponese,
l'Okiagari-koboshi, che fa del Gömböc un simbolo
particolarmente
importante, proprio per via dei “tempi interessanti” che stiamo
vivendo.
Invito
solo ad approfondire la storia dell' Okiagari-koboshi per rendersene
conto.
E
naturalmente, indagando si scoprirà facilmente anche la ragione
della parola “tartarugoide”.
Che
può essere visto come il simbolo della stupefacente origine e natura
della complessità, in senso stretto e allargato.
Complessità
che dà altro sfoggio di sé nel cosidetto “insieme di Mandelbrot”
scoperto da Benoît Mandelbrot negli anni ottanta del secolo scorso.
Questa
volta un Polacco d'origini lituane.
Una
formula semplice ma ricorsiva dà origine ad una fantasmagorica
figura geometrica, simile
ad
un pupazzo di neve, e non dissimile da un Ercolino, ma baffuto ed
irsuto, i cui particolari
infiniti
ed infinitamente abbondanti ed autosomigliantsi fanno pensare alle
allucinazioni da acido lisergico. Figura geometrica che rientra nella
categoria dei frattali, dei quali la Natura fa abbondante uso, come
chiunque può vedere comprandosi, per esempio, un umile cavolfiore.
E
i lombrichi che cosa c'entrano?.
Beh,
se l'ultimo libro del maestoso Charles Darwin parla proprio di loro,
qualcosa di importante della loro esistenza l'aveva trovato.
Oggi
più che mai abbiamo bisogno di diventare resilienti, ovvero di
ritrovare stabilità dopo colpi ed avversità, caos e disordine.
Abbiamo
bisogno di capire più a fondo come semplici azioni possono sfociare
in comportamenti complessi, potenzialmente distruttivi, ma pure
inaspettatamente benèfici.
Dobbiamo
ammettere che la nostra esistenza dipende ancora da esseri
apparentemente insignificanti come quegli insancabili minatori che
tanto hanno affascinato il Principe dei naturalisti.
Allora,
un Gömböc, un cubo di Rubik, un frattale come quello dell'insieme
di Mandelbrot, assumono un significato che travalica l'oggetto in sé.
Andiamo
a cercare dei lombrichi e impieghiamo un pochino di tempo ad
osservarli.
Anche
se non siamo delle menti geniali come Darwin, può essere che dai
labirinti intricati
della
nostra, più ordinaria, spunti un tarlo che ci indica la strada da
seguire per i giorni a venire.
Marco Sclarandis