Tuesday, January 27, 2015

Zeitgeist



Tratto da: Lo scorrere del tempo 


(post di Antonio Turiel)
(su Effetto risorse del 26 Gennaio 2015)

(commento al post)
Alfonso 26 gennaio 2015 20:50

Glielo dico io, Mr.Turiel, dove saremo tra cinque anni (o poco più).
Avremo un tenore di vità molto più basso dell'attuale. meno sanità, meno calorie, meno proteine, meno reddito e così via. Avremo anche qualche più: più inquinamento, più diseguaglianza, più rabbia.
Saremo sempre più simili agli emarginati che oggi già troviamo semiclandestini nelle periferie dei grandi agglomerati urbani.
Il tempo in cui era ancora possibile invertire questa tendenza è terminato decenni fa. Ora possiamo solamente augurarci una cosa: come per un malato terminale, che finisca presto e con la minor sofferenza possibile.

(risposta al commento)
Alfonso, comunque, è sempre meglio terminare l'agonia in allegria.
Forse non hai considerato abbastanza che "Il problema è la soluzione".
Soluzione per quelli che vogliono andare incontro al collasso cataclismatico.
La tua prima frase " Avremo un tenore di vità molto più basso dell'attuale." non significa necessariamente che le cose andranno come prospetti nelle frasi successive.
Proprio perchè per ora si vuole che " Il problema SIA la soluzione "
Ma eliminati o ridotti i presupposti della soluzione anche il problema è destinato a risolversi.
Anche il catastrofismo o cataclismania ha ormai raggiunto il picco, per il semplice motivo che ci siamo immersi da anni.
Certo che pretendere un miracolo senza nemmemo fare la fatica di invocarlo è da pervertiti.
Ma i miracoli avvengono, per quanto sia difficilissimo mettersi d'accordo sulla loro autenticità e natura.
Io mi accontento di campare il resto che mi avanza per compiere dei prodigi.
Tanto ormai sono beatamente rassegnato al fatto di non essere immortale.

P.S. Sia chiaro che per "problema" s'intende la negazione di limiti alla crescita, allo sviluppo, e alla ottusa ricerca di fasulle illimitatezze.

Marco Sclarandis



Monday, January 26, 2015

Il cunicolo salvifico

Comunicato stampa 

In teoria, la Via Lattea potrebbe essere un “sistema di trasporto galattico”. Alla luce delle conoscenze e delle teorie più attuali la nostra galassia potrebbe essere un enorme wormhole (o cunicolo spazio-temporale, avete visto “Interstellar?”) e se lo fosse, sarebbe “stabile e navigabile”. Questa è l’ipotesi avanzata in un articolo pubblicato sulla rivista Annals of Physics, a cui ha collaborato anche la SISSA di Trieste. Il lavoro, frutto di una collaborazione fra ricercatori indiani, italiani e statunitensi, spinge gli scienziati a riflettere in maniera più accurata sulla materia oscura.
(tratto dal sito di  "Le Scienze") fine comunicato stampa.

Di sicuro molti spererebbero che arrivi un'astronave pronta a portarci su di un altro pianeta abitabile, dove ricominciare daccapo.
 

Il chè sarebbe una vera condanna infernale. Lascio agli enigmisti-ci  
(o enig-mistici ) fornirne il perchè.
 

Io do a questo evento una possibilità su un miliardo, elevato a un miliardo elevato alla miliardesima potenza. Che è poco ma  comunque più di nulla.

Invece trovo che sia un mistero glorioso che altri eventi che hanno possibilità di avverarsi, nel cambio d'una generazione, quanto una su due (1/2) due e forse anche tre su quattro (3/4) , vengano considerati da beate moltitudini,  fatti cosmicamente improbabili, inattuabili, impossibili, e quindi indesiderabili.
 

Tanto per citarne uno  per tutti:
 

L'abbandono turbolento e coatto dei combustibili fossili.
Ma si sa, l'amore ( per quello che si vorrebbe che fosse ma non è )  per sua natura non solo è cieco, ma sovente pure slovacco.

 

Marco Sclarandis

Thursday, January 22, 2015

"Non è neanche rumore"



Se il grande Wolgang Pauli* fosse un deputato del parlamento italiano avrebbe già detto a molti  di quelli che ivi farneticano di riforme, di riprese economiche, di sigle, acronimi e metafore faunistiche e zootecnoelettorali: 

[Signore e signori, quello che avete detto finora,  
             "non è neanche rumore"].

(e dire che certi rumori sono significativi perchè sono il segnale di cambiamenti improvvisi, sovente catastrofici).


*Quello del Principio di esclusione, della previsione del neutrino , e della violazione della simmetria CPT.
Premio Nobel per la fisica nel 1945.Una delle menti più fulgide del secolo scorso.

Marco Sclarandis


Wednesday, January 21, 2015

Saturday, January 17, 2015

E perchè non -42 ?





          - 41





Eulero scoprì la magnifica  e famosa formula:  x^ 2 +x +4 1 che fornisce come soluzione          
numeri primi per valori di x compresi tra 0 e 39

Marco Sclarandis

Thursday, January 15, 2015

Wednesday, January 14, 2015

La rabbia sopita


Riprendo da "Effetto Risorse" il blog di Ugo Bardi , 14 -01- 2014, oggi :

Arthur Berman di recente ha scritto questo sul collasso del prezzo del petrolio:

In quanto all'Arabia Saudita e a suoi motivi, è a sua volta molto semplice. I sauditi sono bravi coi soldi e l'aritmetica. Di fronte alla dolorosa scelta fra perdere soldi mantenendo l'attuale produzione a 60 dollari al barile e togliere 2 milioni di barili dal mercato perdendo molti più soldi, la scelta è facile: prendere la strada meno dolorosa. Se ci sono ragioni recondite come danneggiare i produttori statunitensi di petrolio di scisto, l'Iran o la Russia, benissimo, ma si tratta solo di una questione di soldi.

Penso che Berman potrebbe aver ragione, i sauditi hanno ragionato in questi termini. Volevano ridurre le loro perdite e mantenere la quota di mercato.

Ma pensateci un momento: è stata davvero una mossa intelligente per i sauditi?

L'Arabia Saudita produce poco oltre al petrolio. La sua economia è pesantemente basata sul petrolio. Ed anche per il cibo, l'Arabia Saudita deve affidarsi agli introiti del petrolio per importarlo. E persino per la grande Arabia Saudita, le risorse petrolifere non sono infinite.

Quindi, ipotizzate di avere il potere di regolare la produzione di petrolio in Arabia Saudita, cosa fareste? Logicamente, pensereste che sia stupido continuare a pompare petrolio a tutta velocità se è diventato così a buon mercato. Pensereste che è una buona idea tenerne il più possibile nel sottosuolo, da usare quando sarà davvero raro e costoso. In aggiunta, i vostri concorrenti finiranno il petrolio mentre voi ne avrete un sacco; non sarebbe bello?

Logico? Certo, ma solo se pensate a lungo termine. Se pensate solo al profitto a breve termine, allora ha senso vendere ciò che avete, quando lo avete. E il futuro?, be', quello sarà il problema di qualcun altro.

Sfortunatamente, non è solo in Arabia Saudita che la pensano in questo modo.
Fin qui Ugo.

Ora, e qui dico io:

Come si fa sopir la rabbia di milioni di persone che stanno ormai capendo che la trippa pe' gatti
sta finendo e li gatti sono proprio i capenti la imminente disponibilità della trippa?
Ci vorrebbe un altro post, anche di alcune pagine per esporre esaurientemente tutta la panoplia
( dal greco pan+arma, ma il pane non c'entra, possiamo dire tranquillamnente "armamentario")
necessaria /o a distogliere orde di illanguoriti in bocca, dal pensiero che a cena potrebbe dimezzarsi
non solo il companatico ma pure il pane e le bevande?
Si, verrà offerto un caffé per consolare dal disguido.
Un mezzo, meraviglioso quanto un coltellino svizzero, è la menzogna.
Spudorata fino alla nuda castità.
Come quella, la nuda castità  d'un san Francesco D'assisi, che si denudò in pubblico.
Poi c'è anche altro oltre alla panoplia e nella santabarbara  ( il deposito degli esplosivi ).
Auguriamoci, che è cosa un pò diversa dallo sperare, che chi continua a custodirla 
fumando come un anatolico, sappia che la prudenza sovente è anche meglio anche della trippa

Marco Sclarandis