In concreto, ci sarebbero ancora altri mille miliardi di barili di petrolio estraibili dal Pianeta.
Che poi questi siano la metà o un un quarto di questo migliaio, o anche il doppio, il ragionamento non cambia.
La
differenza con il passato è che l'energia, le risorse minerarie e le
conoscenze necessarie per estrarre questo petrolio non sono le stesse
del passato petrolio estratto.
Occorre molto di più di tutto ciò.Quanto esattamente non serve nemmeno saperlo, è sicuramente più di quanto non vorremmo che fosse.
Tradotto in denaro, occorre molto più denaro che in passato per estrarre lo stesso barile di petrolio.
Ma il denaro è una risorsa psico-fisica.
Perchè innanzitutto è una misura, sebbene aleatoria, della fiducia diffusa tra le persone.
Questa è la vera sostanza che alimenta la tragedia in cui stiamo vivendo.
Stampare
sempre più denaro è utile fino a quando le persone si fidano e credono
che quel denaro sia convertibile in qualcosa di desiderabile, che sia
materiale o immateriale fa lo stesso, ma reale e quindi esistente, sia
pure in un futuro prossimo.
Ormai la quantità di sfiducia esistente
nell'animo della gente è superiore alla fiducia che la gente, comunque,
ripone vicendevolmente negli altri.
Solo che la sfiducia, pur
essendo superiore alla fiducia, non viene riconosciuta ed ammessa e
quindi è come un macigno in bilico sul pendio d'un monte, pronto a
rovinare a valle con la minima scossa.
E in fondo alla valle c'è proprio quella fiducia tutta quanta e sempre più ammassata, come quel denaro stoltamente stampato.
L'orrore
pronto a devastare orde di genti deriva dal fatto che solo una piccola
parte è pronta psicofisicamente ad adattarsi a vivere con una
decurtazione del petrolio rapida e profonda.E questa decurtazione
dipende ora più che mai dal denaro, e questo a sua volta, proprio dal
precarissimo equilibrio tra fiducia e sfiducia acquattato nell'animo delle persone.
Quanto
prima avverrà il collasso finanziario di questa finanza che alimenta
questa economia psicotica, nel senso che rifiuta la constatazione della
finitezza di tutte le cose, più sarà possibile risalire dal baratro in
cui stiamo da tempo discendendo, con balzi sempre più rudi.
Nello
specifico italiano, si cercano soluzioni ad un'equazione irrisolvibile,
come chi cercasse la frazione corrispondente alla radice quadrata di 2,
frazione che sappiamo da oltre due millenni, non esiste.
La radice
di 2 esiste ma non è una frazione. Se si vuole ridurre la radice di 2 ad
una frazione, bisogna rivolgersi alle frazioni continue, che sono
infinite somme di divisioni di numeri interi.
Sempre frazioni sono, ma più complesse.
Noi,
Italiani per primi, saremmo più che dei principi, dei sovrani, di un
resuscitato Rinascimento, se accettassimo la realtà derivante dal Dirupo
di Seneca, della Dittatura dei Fatti, della invincibile ed arcigna Zia
Iner (l'inerzia, per intenderci) e adoperassimo le risorse di cui ancora
disponiamo per uscire quanto più più possibile indenni dall'era
della
Maligna Cuccagna derivante dall'energia dei combustibili fossili e
fissili ed entrare in un Antropocene che possa durare un pochino di più
di un secolo di vanagloria.
Marco Sclarandis.
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