Se capisco bene il ragionamento su cui si
basa il credere che siamo più liberi di quanto supponiamo risiede
nella nostra impossibilità di calcolare o sapere tutto. Ammettendo
senza discussione questo non vedo il nesso con il nostro presunto
libero arbitrio. Perché se così fosse tale facoltà l' avrebbero
pure gli altri esseri viventi, come i fenicotteri o le otarie.
Certo
a noi bipedi poco pelosi sembra proprio di essere liberi. Ma forse
tale credenza è assai esagerata se non proprio un consolante inganno
della nostro sistema nervoso evolutosi casualmente in un modo che non
conosciamo bene e forse non conosceremo mai.
Alberto, se potessimo calcolare tutto
potremmo sapere tutto?
Logicamente no perchè basta pensare se di
fronte ad un bivio, nel futuro,Potremmo o no sapere quale strada
prenderemo? la questione diventa ovviamente indecidibile.
Se il
calcolo ci dice che prenderemo una strada, ma ancora non l'abbiamo
presa,che cosa c'impedisce di prendere l'altra?
E
viceversa.
Comunque ho inteso dire, e forse non sono stato
esauriente, che noi abbiamo una misura di libero arbitrio superiore a
quella di altri, e oso dire di tutti gli altri, esseri viventi
terrestri.
E comunque, chi ci comanderebbe? Nessuno,qualcuno o che
cosa?
Ma scendendo nel prosaico e nel quotidiano, perchè troppo
sovente
rinunciamo a scegliere quello che possiamo scegliere,
fosse anche una scatoletta di tonno o una passeggiata senza
pensieri?.
Un saluto, Marco.
Sì certo noi abbiamo doti cognitive
superiori agli altri esseri viventi. Ma il punto è quanto siamo
liberi? E non può essere la credenza di esserlo del tutto a
stabilirne la misura e neppure i ragionamenti dei filosofi o le
intuizioni dei poeti. Può esserlo solo la ricerca scientifica
empirica. Certo le neuroscienze a questo riguardo sono ancora in una
fase iniziale ma quei pochi esperimenti condotti come quello di Libet
ci danno indicazioni poco favorevoli alla nostra credenza di
libertà.
Il fatto è che la nostra coscienza si basa su
meccanismi cerebrali non eliminabili precedenti e che, non dico
comandino, ma influenzano senza dubbio le nostre scelte
apparentemente libere.
Alberto, che distanza c'è fra due
punti?
Questa domanda sembra innocente ed ingenua ma non lo è.
Con
due soli punti è impossibile dare una risposta sensata, cosa invece
possibile con tre.
Il nesso con la libertà e l'essere liberi è
che con due punti esiste qualsiasi distanza,
ma nessuno può
calcolarla.
Con tre punti ne esistono tre ma una è obbligata ad
essere quella che è dalle altre due.
La libertà va confrontata o
misurata o considerata rispetto ad una costrizione o servitù o
schiavitù o limite o comunque quello che è possibile od impossibile
che esista.
Immagina una Terra piatta,più semplice di una
sferica,quindi, infinitamente in estensione.
Ci sarebbe spazio per
tutti, da chi s'accontenta di una casupola a chi non dorme la notte
se non edifica una metropoli ed oltre.Ma.
Come non puoi mettere
più di tre cerchi delle stesse dimensioni reciprocamente tangenti e
non più di sei attorno e adiacenti ad un altro identico,da queste
elementari considerazioni s'evince quanto il concetto di libertà sia
indigesto da accettare nelle sue ineluttabili implicazioni.
La
libertà di cui disporremmo se la cercassimo con maggiore passione,
sarebbe più ampia di quanto molti non immaginano. Ne sono
certo.
E quella che tu chiami ricerca scientifica empirica, è nient'altro che questa ragionevole passione.