Scaturito dal post precedente : Siamo liberi Guido , siamo liberi.
Certo a noi bipedi poco pelosi sembra proprio di essere liberi. Ma forse tale credenza è assai esagerata se non proprio un consolante inganno della nostro sistema nervoso evolutosi casualmente in un modo che non conosciamo bene e forse non conosceremo mai.
Logicamente no perchè basta pensare se di fronte ad un bivio, nel futuro,Potremmo o no sapere quale strada prenderemo? la questione diventa ovviamente indecidibile.
Se il calcolo ci dice che prenderemo una strada, ma ancora non l'abbiamo presa,che cosa c'impedisce di prendere l'altra?
E viceversa.
E comunque, chi ci comanderebbe? Nessuno,qualcuno o che cosa?
Ma scendendo nel prosaico e nel quotidiano, perchè troppo sovente
rinunciamo a scegliere quello che possiamo scegliere, fosse anche una scatoletta di tonno o una passeggiata senza pensieri?.
Un saluto, Marco.
Il fatto è che la nostra coscienza si basa su meccanismi cerebrali non eliminabili precedenti e che, non dico comandino, ma influenzano senza dubbio le nostre scelte apparentemente libere.
Questa domanda sembra innocente ed ingenua ma non lo è.
Con due soli punti è impossibile dare una risposta sensata, cosa invece possibile con tre.
Il nesso con la libertà e l'essere liberi è che con due punti esiste qualsiasi distanza,
ma nessuno può calcolarla.
Con tre punti ne esistono tre ma una è obbligata ad essere quella che è dalle altre due.
La libertà va confrontata o misurata o considerata rispetto ad una costrizione o servitù o schiavitù o limite o comunque quello che è possibile od impossibile che esista.
Immagina una Terra piatta,più semplice di una sferica,quindi, infinitamente in estensione.
Ci sarebbe spazio per tutti, da chi s'accontenta di una casupola a chi non dorme la notte se non edifica una metropoli ed oltre.Ma.
Come non puoi mettere più di tre cerchi delle stesse dimensioni reciprocamente tangenti e non più di sei attorno e adiacenti ad un altro identico,da queste elementari considerazioni s'evince quanto il concetto di libertà sia indigesto da accettare nelle sue ineluttabili implicazioni.
La libertà di cui disporremmo se la cercassimo con maggiore passione, sarebbe più ampia di quanto molti non immaginano. Ne sono certo.
E quella che tu chiami ricerca scientifica empirica, è nient'altro che questa ragionevole passione.
Marco.
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