Friday, May 3, 2013
Wednesday, May 1, 2013
Prim' omaggio
C'è da fare un gran lavoro
l'ora prima è da spendere in ricordo
e comprensione del perchè e del come
una scritta è finita in ferro
battuto su germanico architrave
intimando libertà al suo lettore
purchè compisse il suo lavoro
la seconda è in intensa evocazione
degli avi che appena sapevano parlare
ma dipingevano i loro compagni sacri
mangiati per resuscitare in arte
in cattedrali preparate da millenni
dal lavorio dell'acqua nel calcare
terza è tutta da impiegarsi in sguardo
intorno e in fronte a specchio
che non necessita di argento e di mercurio
basta una pozzanghera lasciata a decantare
o l'estranea persona incontrata in treno
l'ora quarta serve per accorgersi
che già si è faticato per tre ore
e nel basso ventre brontola una voce
quindi qualcosa bisogna ben fare
per saziarla e zittirla fino al giorno dopo
se l'ora quinta continui a trafficare
può essere che sai quanto arrivi subdola
la noia e la sua gemella sfinitezza
con l'inganno cerchi allora di sviarle
l'ora sesta coincide con un quarto
di giro planetario intorno al sole
mezza misura di luce all'equatore
inghiottiti per sempre nel passato
un buon motivo per passarla a meditare
l'ora settima è un onore lavorare
per chi è obbligato all'immobilità perenne
e sarebbe libero solo di raccogliere
fame sete ed abbandono
non sei ancora sazio ed un'ottava ora
ti serve per apprezzare l'estasi del riposo
va bene fai qualcosa indaffarati in un impiego
solo non ti scordare che un tempo
noi si era ospiti d' un Paradiso
non ce n'eravamo accorti
così da principi ereditari
siamo divenuti nobili lavoratori
Marco Sclarandis
l'ora prima è da spendere in ricordo
e comprensione del perchè e del come
una scritta è finita in ferro
battuto su germanico architrave
intimando libertà al suo lettore
purchè compisse il suo lavoro
la seconda è in intensa evocazione
degli avi che appena sapevano parlare
ma dipingevano i loro compagni sacri
mangiati per resuscitare in arte
in cattedrali preparate da millenni
dal lavorio dell'acqua nel calcare
terza è tutta da impiegarsi in sguardo
intorno e in fronte a specchio
che non necessita di argento e di mercurio
basta una pozzanghera lasciata a decantare
o l'estranea persona incontrata in treno
l'ora quarta serve per accorgersi
che già si è faticato per tre ore
e nel basso ventre brontola una voce
quindi qualcosa bisogna ben fare
per saziarla e zittirla fino al giorno dopo
se l'ora quinta continui a trafficare
può essere che sai quanto arrivi subdola
la noia e la sua gemella sfinitezza
con l'inganno cerchi allora di sviarle
l'ora sesta coincide con un quarto
di giro planetario intorno al sole
mezza misura di luce all'equatore
inghiottiti per sempre nel passato
un buon motivo per passarla a meditare
l'ora settima è un onore lavorare
per chi è obbligato all'immobilità perenne
e sarebbe libero solo di raccogliere
fame sete ed abbandono
non sei ancora sazio ed un'ottava ora
ti serve per apprezzare l'estasi del riposo
va bene fai qualcosa indaffarati in un impiego
solo non ti scordare che un tempo
noi si era ospiti d' un Paradiso
non ce n'eravamo accorti
così da principi ereditari
siamo divenuti nobili lavoratori
Marco Sclarandis
Tuesday, April 30, 2013
I vantaggi del riscaldamento globale
Friday, April 26, 2013
Se vi dicessi il titolo, finirebbe la sorpresa.
validità generale.......................................
Parlerò allora di qualche piccolo trucco del mestiere, che
potreste trovare utile.
Per esempio, se qualcuno fa un discorso, come si fa a capire
di che cosa sta parlando, se quello che dice è fondato o meno?
E’ molto semplice. Fate come i bambini.fategli delle domande
ingenue, come farebbe un bambino, ma pertinenti; domande intelligenti, e cioè
profonde, interessanti, oneste, franche, dirette, non cose complicate e vedrete
che quel tale andrà immediatamente nel pallone.
E, se è onesto, vi dirà che non è in grado di rispondere.
E’essenziale riconoscere l’importanza di questa cosa.
Vorrei illustrare ora un aspetto non scientifico del mondo,
che se fosse più scientifico sarebbe molto meglio per tutti.
Ha a che fare con la politica.
Supponiamo che due candidati alla presidenza stiano facendo
la loro campagna elettorale in una zona rurale.Ha a che fare con la politica.
A uno viene posta la domanda: <<Che cosa intende fare
per i problemi dell’agricoltura? >> e lui spara subito la sua risposta,
bang bang bang.
Poi arriva l’altro candidato <<Che cosa intende fare per i problemi dell’agricoltura? >>.
<<Beh, non saprei. Io ero un generale, e non so niente d’agricoltura. Ma non dev’essere una cosa tanto facile, perché negli ultimi dodici quindici, venti anni tutti ci hanno provato e di risultati se ne sono visti pochi.
Per cercare di risolvere il problema credo che la cosa migliore sia di riunire intorno ad un tavolo degli esperti, gente che ne sappia qualcosa, e studiare insieme cos’è stato fatto in passato.
Ci vorrà del tempo, ma poi arriveremo ad una conclusione ragionevole.
Non chiedetemi di dirvi in anticipo quale sarà.
Posso solo dirvi che in linea di massima cercheremo di non peggiorare la condizione dei singoli contadini, di tener conto di tutte le situazioni particolari, eccetera, eccetera.>>
Ora da noi un politico così fa poca strada,credo; e comunque nessuno ci ha mai provato.La gente vuole delle risposte, e chi è in grado di dargliene è meglio ai suoi occhi di chi non gliene dà, mentre nella maggior parte dei casi è proprio vero il contrario.
E così i politici, in campagna elettorale ostentano certezze e si spingono a fare promesse che, è matematico, non possono mantenere.
Così alla fine nessuno ci crede più, ed ecco allora il rifiuto della politica, e una generale mancanza di rispetto per chi magari, i problemi cerca di risolverli davvero.
Sarà pure una visione semplicistica la mia, ma mi pare innegabile che all’origine di molti nostri guai ci sia quest’ansia della gente di volere una risposta, invece che di cercare chi ha un metodo per arrivare alla risposta.Ora passiamo ad un altro punto........................................
Provate ad indovinare chi è l'autore di questo stralcio da una serie di tre conferenze.Pubblicate in un libro solo l'anno scorso.
Ha vissuto tanto quanto quasi tutto il cosidetto "secolo breve".
E ha partecipato ad uno dei più impressionanti progetti mai realizzati dall'umanità.
Un umano finissimo.
Uno di quelli che occorrerebbero in questo secolo che potrebbe diventare quello finale.
Marco Sclarandis
Sunday, April 21, 2013
Lo stesso effetto
Non fa lo stesso effetto
sfiatar da dietro a Capodanno
in un hangar o Aula Magna desolati
o farlo in ascensore a Ferragosto
lo capisce una birba di prima elementare
e tu che c’hai la barba e la ruga stiracchiata
più non lo ricordi né comprendi
finchè di sfintere si colpiva
in singolar tenzone con il toro
l’oca ed il maiale
un ligio ordine regnava
ora sgasiamo di marmitta e ciminiera
con nembi e cumuli in competizione
ed ansimiamo prima che sia Estate
non stiamo scherzando
a Carnevale
da soli come fessi ci asfissiamo
bimbi lasciati a giocare incauti e soli
con buste di nylon della spesa a fare
gli astronauti in atmosfere d’altri mondi.
Marco Sclarandis
Saturday, April 20, 2013
Monday, April 15, 2013
Resisto
Leggo per te che non hai legge
e poco carattere possiedi
faccio di conto per te che niente conti
e meno d’uno vali per certe colte menti
imparo più che posso e poso sulle mensole
per te che vivi di mense e stando al sole
resisto a farmi servo dell’impero
perché tu non sei impuro per il fango
ma per sorriso finto nellla smorfia
resisto in questo mondo a perdere
fluttuante in lotte futili inutili battaglie
non tolgo sughero a bottiglia
ancora non giunta a riva col messaggio
non sapendo più perché lo faccio
ma sentendo quale sinistro rombo
sia quanto m’attira il buio della fossa
distoglimi dal quel gelido silenzio
regno di luminescenti mostri
tu che analfabeta vivi e sopravvivi
tra sospiri pur di raggiungere l'omega.
Marco Sclarandis
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