Thursday, February 19, 2015

Per pochi ma non per tutti

Quello che segue, è il labirinto di pensieri che mi ha portato infine ai post successivi per annunciare
"Scala Mercalli" su RAItre in onda dal 28 Febbraio  2015
Riuscii finalmente a sintetizzare tutto in una sola parola:

"Climamoto"

Non conoscendo ideogrammi asiatici  nè paleoegizi, non posso tradurre tale concetto in questi affascinanti simboli.
Non so perchè acconsento di aprire questo labirinto a miliardi (potenziali)  di visitatori.
Quando e se lo scoprirò, magari ve lo spiegherò.

Postcogitatum: il titolo stesso di questo post fa parte di quel labirinto.

Oggi -9  giorno dell'esordio compreso.

Marco Sclarandis.


http://utenti.quipo.it/base5/poetico/tartacubo.gif                                          

(Niccolò Tartaglia,1534)


Questa, in versi, è la soluzione generale dell'equazione di terzo grado completa.
Tradotta in simbolismo matematico moderno non è di certo più semplice da comprendere della versione poetica, ma non è impossibile.

Questo carme, piccolo capolavoro derivato delle menti matematiche del Rinascimento italiano è solo un pretesto per parlare di qualcosa di molto più incomprensibile, ed attuale, che ci riguarda tutti e in un modo che ormai si sta manifestando con crescente evidenza.

Se, diecimila anni, fa qualcuno avesse detto che coltivando i campi e tagliando le foreste, alla fine si sarebbe riusciti a modificare le stagioni, forse sarebbe stato creduto più di quanto fino a poco tempo fa non lo erano, invece, i climatologi che da decenni ormai, studiano le complicate leggi che determinano il funzionamento del clima terrestre.
E che ci dicono che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima.

Naturalmente, se qualcuno non vuole credere a fatti sempre più inequivocabilmente dimostrati, può rifugiarsi nella rassicurante fede nelle illusioni, dei pensieri magici e delle malriposte speranze.
Conseguentemente, però, seguire una fede o un'altra implica poi il subire differenti destini.

Ed ecco la cosa davvero incomprensibile, molto più di quanto non lo sia 
quella soluzione algebrica sopra citata.

Ammettendo, che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima, e ammetterlo è cosa semplice e saggia allo stesso tempo, perchè mai ancora troppa gente non accetta che davvero millenni di agricoltura, e poi secoli di civiltà antica e moderna 
e infine pochi decenni di industria globale, 
ci abbiano portato in questa situazione climatica planetaria ?

In realtà ci sono delle spiegazioni che ritengo siano riconducibili tutte ad una antichissima affermazione, praticamente impossibile da smentire:

                              "Tutti gli uomini sono mortali"

Chiunque è in grado di capire che tale affermazione, ma che dichiara un fatto, conduce allo spasmodico desiderio di perpetuare la propria esistenza, in qualche modo.
E per realizzarlo non si bada a mezzi.

Che questi mezzi poi, arrivino fino alla totale e anche spiacevolmente irreversibile trasformazione di un corpo celeste, o terrestre, non importa.
A mali estremi, estremi rimedi.

Però quando i mali arrivano, e non sono ancora così estremi, qualcuno comincia a ritenere che forse è possibile trovare dei rimedi praticabili e si mette in azione, sperando, ovviamente, d'essere su una buona strada.

Ed è proprio ciò che sta succedendo da quasi mezzo secolo, da quando moltissimi ricercatori, in senso stretto e lato, hanno capito che la Terra ospita esseri come noi, solo a patto che stiano 
entro dei limiti, magari eludibili, ma invalicabili.

Detto tutto ciò, il clima che ci sta venendo incontro con un abbraccio, è il caso di dirlo, anche troppo focoso, sarà appunto un clima

"per pochi, ma non per tutti" 

sebbene quei "pochi" potranno essere molti di più, se da subito, ma tutti insieme, e sempre più appassionatamente modificheremo alcune nostre abitudini e sceglieremo, tra i desideri realizzabili, quelli compatibili con i limiti che la nostra Ospite ci ha già indicato.

Proprio di questo argomento, di abitudini, scelte e desideri, si parlerà in un programma intitolato "Scala Mercalli" in onda su RAI 3 a partire dal 28 Febbraio prossimo, lungo sei puntate.

Dal 28 Febbraio quindi, e fino al 4 Aprile 
chiunque creda, o non creda, che quasi al pari di antichi semi-dei siamo riusciti a mutare le stagioni di Gea o Gaia o Tellus o comunque si voglia chiamare la nostra Terra, potrà ascoltare dei resoconti autorevoli ed aggiornati sulle reali condizioni in cui abbiamo ridotto l'Albergo che da centinaia di secoli ci sta alloggiando.

Ma sarà anche una sorpresa sapere che non occorre invocare la discesa di salvatori sovrumani o extraterrestri, di miracoli incredibili, inimmaginabili o l'avvento di trascendenti Apocalissi, per accedere ad un nuovo mondo, questo sì che sia desiderabile

"per chiunque, nessuno escluso".

Marco Sclarandis






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Ode all'amico




Mario Mario
quanto con te ridevo a sfascio
e ripensando alle risate più ridevo
amico mio che gran peccato fu
la tua partenza anticipata
ma sai io ti fingo sempre accanto
nel pensiero ti simulo sovente
credo sia tu che orchestri quel teatro
che nella mente mia ti rende vivo
abbiamo visitato inferni differenti
ed è per questo che il fato ci ha riuniti
ma in seguito disgiunti con decreto
se un giorno morirò dalle risate
di quelle che bonificano il sangue
saprò chi mi ha chiamato per andarmene
da questo mondo vario
dove un Mario
visse come un angelo
gentile spaesato
ma Signore.

Marco Sclarandis

Wednesday, February 18, 2015

Effetto calabrone





Il cinque Febbraio è avvenuto questo:


Avete presente l’“Effetto farfalla” (quello coniato da Edward Lorentz) ?.

Io credo che sia bene cominciare a parlare d’ “Effetto calabrone”.

Chiunque abbia avuto a che fare con l’affascinante imenottero, sa che bisogna mantenere il sangue freddo, ma avere implacabile determinazione a toglierselo dai piedi, anzi di torno, perché la sua puntura può essere fatale.

Immaginatevi allora cosa potrebbe essere uno sciame di calabroni che attraversa un campeggio di seminaristi, intenti a tenere una lezione di scienza sacra ad una congrega di postulanti suore di clausura non ancora consacrate, ma novizie .

Ebbene, con un minimo di fantasia e d’immaginazione, la questione planetaria dell’estrazione dei minerali comuni e rari si sta avviando verso uno scenario simile a questo del campeggio.
E forse peggio, per via che “siamo tutti novizie e seminaristi” in questione
visto che Fe 26, Al 13, Zn 30, Pb 82, Cu 29 tanto per nominare solo alcuni dei metalli* che soggiogati quotidianamente  ci accompagnano,  e stanno richiedendo sempre più energia per essere estratti e lavorati e riciclati.

Non nominiamo neanche aristocratici Ga 31,  In 49, e Te 52 che per farsi trovare**,
bisogna cercarli come farebbero spie del Mossad, tanto sono rari nella crosta, terrestre ovviamente.
Anch’essi soggiogati per esaudire i nostri carnevaleschi lazzi, oltre ai prosaici bisogni.

Ecco allora che “Extracted” di Ugo Bardi diventa un racconto fondamentale da leggersi, anche solo in recensione, per chi è indaffarato con troppo sms, twittii, watsappi, e mifaccia’lbuco varii.
Almeno per rendersi conto di quanto da essi, gli elementi della Tavola Periodica, dipendiamo se si vuole vivere in una società ed una civiltà post-moderna neo-reticolare***.

*Fe 26, Al 13, Zn 30, Pb 82, Cu 29 cioè Ferro, Alluminio, Zinco, Piombo, Rame (Cuprum).

** Gallio, Indio, Tellurio, tutta roba rara e preziosa per smarfoni e fotovoltaico.Di Gallio non si conoscono miniere, bisogna cavarlo da vari fanghi anodici e costa energia.

*** Neoreticolare: E’ vero o non è vero che siamo ormai diventati un intreccio indipanabile di reti e reti di reti d’ogni genere?.

E, per chi non sa, non vuole, o non gli interessa leggere, ecco qua:

http://pandemica-mente.blogspot.it/2014/06/ugo-bardi-extracted-video-sottotitolato.html

Marco Sclarandis.


Non accalcatevi, sulla scala possono salire tutti.









           -10






E il Mercalli è nu brav 'e guaglione.

Marco sclarandis

Monday, February 16, 2015

Come saziano le bucce come frusciano le carte




Goffi nomi ed epitaffi
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
furono storditi e vittime.


Marco Sclarandis

Postfirmapostscriptum: 
E se ne sono andati il meno 13 e con oggi il meno 11.

Rifirma:

Marco Sclarandis

Sunday, February 15, 2015

La felicità del paleontologo



Saranno felici i paleontologi
gaudiosi gli archeologi del genere
industriale e multimediale pure
non dovranno scavare gran voragini
né livellare colline ed altopiani
già li troveranno fatti ovunque
foreste di pali ferrosi conficcati
viscidi di oleosa linfa fetida
abbonderanno più che a carnevale
maschere coriandoli frittelle lazzi

ammassi di strane cose cornee e cerose
simili a pupazzi vasi e suppellettili
di lastre vetrose incrostate di centopedi
ma di regni animali incatalogabili
immersi in liquami multitossici
li impegneranno in lunghe campagne estive

quei duomi rari avvolti da leggende
in cui dentro prometeico ardore arse
li attireranno per sinistro fascino
tanto quanto quegli arcani gialli simboli
con settori circolari e teschi stilizzati
che parrebbe loro indichino pericolo

mortale

destini come questi stiamo organizzando
simili a quelli dagli scavatori attuali
già ben documentati con passione
dove vorremo andare
dove possiamo andare
quanti di noi andranno
sapendo da dove vennero

resteranno solo felci e selci
a riferire a ignoti
di quali fasti fummo noi capaci
decidere è già identico a saperlo.

Marco Sclarandis

Friday, February 13, 2015

Domani non è................il 14 febbraio?



Ascoltami gioioso cardellino
se solo tu sapessi di che razza
di ramo è quello su cui canti
i tuoi strali per attirarti moglie
non so se spariresti o tenteresti
di capire quanto noi ti siamo strani
quella spoglia branca argentea
da una liana bianca avviluppata
sì freme al vento ma è all’interno
che scorre inodore linfa elettrica
e questa porta interi mondi
cantati e recitati a folle e genti
tu allegria fattasi piume in volo
tu che di seme di cardo irsuto vivi
non immagini che razza a quale specie
noi oratori bizampe apparteniamo
io non riesco in te a calarmi
se non quando gorgheggio un brano
così senza pensiero e impreparato
all’incontro con gemellata anima
allora anche per me ringhiera grezza
pare identica ad albicocco in fiore.

Marco Sclarandis