Come nella Divina Commedia l'Inferno è più interessante che il Purgatorio e il Paradiso,
nella Commedia Terrena sono più interessanti le sciagure, le catastrofi, i cataclismi, i disastri,
i crimini, gli errori e i vari peccati, che il quieto, virtuoso, e pacifico vivere.
Forse questo spiega l'inerzia con la quale indugiamo nell'evitare e rimediare ai primi
e la noia e l'insofferenza che ci assale facilmente nel vivere seguendo il secondo.
Purchè, naturalmente, si tratti di letteratura, di cronaca, di vita altrui e di certezza del lieto fine proprio.
E' qualcosa di sconcertante tutto ciò, ma é un fatto che alla fine sbaraglia orde d'opinioni.
Ma l'Universo stesso si fonda su fatti ancora più assurdi, se ciò può essere di consolazione.
Ci sono infiniti mucchi di cose che non possiamo suddividere in mucchi più piccoli tutti uguali,
a meno che non siano fatti d'una sola cosa, e allora non sono più un mucchio di qualcosa,
e altrettanti mucchi di cose che possiamo suddividere come ci pare.
Ma è meglio non ammucchiare tutto quanto insieme e pretendere di ricontare bene le cose,
se non si vuole finire col perdere la divina certezza che uno più uno debba fare necessariamente due.
Chiedersi perchè le cose stiano in questo modo, non è malvagio, ma molto pericoloso.
E infatti è proprio per questo che lo facciamo fin dalla notte dei tempi,
da quando abbiamo cominciato ad estasiarci nell'ammucchiare le cose.
Marco Sclarandis
Wednesday, October 14, 2015
Sunday, October 11, 2015
Il ratto di passaggio
Qualcuno dev’esserci che ha
in odio
quest’ordine vigente sulla Terra
non da ieri l’altroieri ma da
eoni
onde per cui chi mangia vien
mangiato
ma almeno in felino sguardo
si trasforma
o in ricamo variopinto alato
oppure in umile spazzino
bruco
é una legge durissima ma
legge
crudele spietata ma
imparziale vedo vigere
o invece può essere che un
altro covi
un superiore intento per
rimettere
in altro mondo tutta questa
grama vita
ma quando vedo il paguro
rintanarsi
in un tappo di plastica
gettato
con incuranza da un salariato
sulla spiaggia
da bimbo lasciato inerme a
diventare adulto
e quello ch’era prima un
albatro ridotto
a sparpagliate ossa e
indigeribile accozzaglia
temo sovrano regni un
imbecille caos
nemmeno una malvagia ma
ragionata azione
ma proprio un disordine maritato
ad idiozia
ed al pensiero che padri e
madri degli sposi
siamo davvero noi che
istoriamo lapidi
tremo come anima in attesa di
giudizio
e che ad emetterlo sia il
primo
casuale ratto di passaggio.
Marco Sclarandis
Thursday, October 8, 2015
La borsa e la ghirba
E'inevitabile che utilizzeremo solo più energie rinnovabili e ricicleremo anche le spille da balia oltre che le cerniere lampo.
Come ci arriveremo, in quanti e quando, il tutto è intriso di mistero della fede nella irreversibile transizione.
A che prezzo invece, dipende da chi intende pagare il prezzo e da chi invece non vuole nemmeno rimborsarne il costo.
Il rimedio-evo è evitabile, basta darsi alla cupio dissolvi terminale.
Tutte e due le scelte sono attraenti, per certi versi, ma incompatibili fra loro.
Il dodo è morto, il dado è tratto e i dada non se la passano troppo bene.
Lasciamo stare i dudu che abbaino in pace.
Ma incredibile dictu, abbiamo la possibilità quasi più unica che rara di salvare
sia la ghirba che la borsa.
In cambio ci viene chiesto di disotterrare il talento, invece che altre montagne di prodotti minerari liquidi solidi e gassosi.
E di utilizzarlo, alla bisogna, come avrebbe detto Mastro Geppetto a Pinocchio.
Marco Sclarandis
Come ci arriveremo, in quanti e quando, il tutto è intriso di mistero della fede nella irreversibile transizione.
A che prezzo invece, dipende da chi intende pagare il prezzo e da chi invece non vuole nemmeno rimborsarne il costo.
Il rimedio-evo è evitabile, basta darsi alla cupio dissolvi terminale.
Tutte e due le scelte sono attraenti, per certi versi, ma incompatibili fra loro.
Il dodo è morto, il dado è tratto e i dada non se la passano troppo bene.
Lasciamo stare i dudu che abbaino in pace.
Ma incredibile dictu, abbiamo la possibilità quasi più unica che rara di salvare
sia la ghirba che la borsa.
In cambio ci viene chiesto di disotterrare il talento, invece che altre montagne di prodotti minerari liquidi solidi e gassosi.
E di utilizzarlo, alla bisogna, come avrebbe detto Mastro Geppetto a Pinocchio.
Marco Sclarandis
Wednesday, October 7, 2015
Sognar rinnovo
Uno sciame di vespe che si mette
a ritagliare festoni ed origami
uno d'api che ronza in gregoriano
e di calabroni uno che droneggia
a consegnar pizzini a torme
di mafiosi intenti alla bonifica
di lande zuppe d'idrocarburi policiclici
arenili di policlorobifenili intrisi
una marea di torpidi rianimati e pronti
a piantar mangrovie e a contenere ailanti
rovi sorci ed impresari troppo aitanti
un'altro di genti senza vergogna d'indigenza
ma fieri di viaggiare in diligenza
se invitati da mecenati a cena
nel dormiveglia vedo tutto questo
nel sonno profondo sogno
al suono della sveglia desto
agire perchè presto questo avvenga
in questo mondo vecchio che ha bisogno
come maionese d'olio di limone d'uovo
di rinnovo.
Marco Sclarandis
Tuesday, October 6, 2015
Dovessi annegare non smetterei di negare.
Ringrazio un Angelo anonimo per l'ispirazione di questo post.
E' ovvio che i negazionisti del neo-clima non si rassegnino alle dilaganti evidenze.
Sono come i credenti nella della Planogea e della Geocava ( la Terra piatta e quella vuota)
del moto perpetuo, ottenuto con qualche marchingegno nel retro della sacrestia,
e tanto per abbreviare la lista, come i quadratori di cerchi con righe e compassi, quelli ideali,
ovvio, non le rozze imitazioni fatte di materia bruta e banalmente quantistica.
Bisogna averne compassione perchè non sanno come evitarsi l'inganno.
Qualcuno, in articulo mortis, quindi troppo tardi per godere carnalmente dei frutti del pentimento,
si ravvede.
Ma altri solitamente spariscono nell'oblio, magari per circondarsi di un manipolo
di credenti irriducibili, con i quali mantenersi puri nella fede fino all'inabissamento definitivo.
Non c'è ragione che tenga con simili figuri.
Anzi, per essi qualsiasi ragionamento che possa insinuare nella loro mente
il demoniaco tarlo del dubbio, è anatema.
Quindi, bisogna mantenere i propri dubbi, contemporaneamente con le proprie certezze, lasciando intendere che si combatte fino allo spasimo affinchè quelli non sopraffacciano le altre.
Solo in questo modo v'è una tenue speranza che qualcuno di loro ceda l'anima
alle lusinghe dell'appropriato ragionamento e non senza lunga pena e tormento
si converta all'accettazione dei fatti.
Marco Sclarandis
E' ovvio che i negazionisti del neo-clima non si rassegnino alle dilaganti evidenze.
Sono come i credenti nella della Planogea e della Geocava ( la Terra piatta e quella vuota)
del moto perpetuo, ottenuto con qualche marchingegno nel retro della sacrestia,
e tanto per abbreviare la lista, come i quadratori di cerchi con righe e compassi, quelli ideali,
ovvio, non le rozze imitazioni fatte di materia bruta e banalmente quantistica.
Bisogna averne compassione perchè non sanno come evitarsi l'inganno.
Qualcuno, in articulo mortis, quindi troppo tardi per godere carnalmente dei frutti del pentimento,
si ravvede.
Ma altri solitamente spariscono nell'oblio, magari per circondarsi di un manipolo
di credenti irriducibili, con i quali mantenersi puri nella fede fino all'inabissamento definitivo.
Non c'è ragione che tenga con simili figuri.
Anzi, per essi qualsiasi ragionamento che possa insinuare nella loro mente
il demoniaco tarlo del dubbio, è anatema.
Quindi, bisogna mantenere i propri dubbi, contemporaneamente con le proprie certezze, lasciando intendere che si combatte fino allo spasimo affinchè quelli non sopraffacciano le altre.
Solo in questo modo v'è una tenue speranza che qualcuno di loro ceda l'anima
alle lusinghe dell'appropriato ragionamento e non senza lunga pena e tormento
si converta all'accettazione dei fatti.
Marco Sclarandis
Sunday, October 4, 2015
Rumenta, per chi non s'accontenta
La parola rumenta è usata in alcune zone del nord italia per indicare la spazzatura, ma anche ammassi indistinti di oggetti usati, rotti o logori, di nessuna utilità o valore. La parola rumenta è principalmente diffusa in Liguria e Piemonte, parzialmente in Lombardia, Toscana e a Chioggia. Talvolta è usata in gergo nautico, con significato analogo (in tale contesto l'apposito contenitore si chiama rumentiera). L'uso sporadico di questa parola da parte del Gabibbo in televisione ne ha aumentato la celebrità.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Un suggerimento.
Visita il sito:
http://www.placidasignora.com/tag/significato-della-parola-rumenta/
Ora sei pronto per capire il titolo di questo post, se mai ti fosse parso criptico od oscuro.
Noi, nessuno escluso, a differenza di tutti gli altri abitanti la Terra siamo incontentabili,
ma in un modo che è assoluto, totale, definitivo, peculiarmente peculiare.
E' la nostra gloria e dannazione contemporaneamente.
Ormai è quasi impossibile dubitare di questo fatto, ma nonostante ciò, invece di trarre
la massima gloria con il minimo della dannazione, dalla nostra immodificabile natura umana, pare che stiamo facendo proprio l'inverso.
I danni generati dal cambiamento del clima, dovuto al nostro agire sopratutto negli ultimi ventenni, stanno dimostrandocelo.
E con crescente evidenza.
Un vetusto proverbio recita:
Chi s'accontenta, gode.
Ma, forse, chi non s'accontenta, esulta.
Forse ancora la visione di migliaia di tonnellate di rumenta che appena il giorno prima era scintillante merce pagata a caro prezzo e dopo una frana, una esondazione, un nubifragio,
sono diventate ingombrante spazzatura, provoca l'esultanza e l'esaltazione di moltitudini che appunto, non si rassegnano al godimento dovuto all'accontentarsi.
E quindi.......Rumenta!.... per chi........
Marco Sclarandis.
Thursday, September 17, 2015
Ispirami ancora Pietro
Le ostriche si fan più rare
mangeremo allora istrici
pazienza per gli animalisti
se diverran più isterici
ma chi poteva immaginare
che ardere quei combustibili
avrebbe riscaldato il mare
semmai rea è l'isteresi
che non ti avverte mai
in tempo per quel che fai
e quindi per riordinare
le cose al loro posto
come un oca in gioco
imbecille ti fa girare
e poi siamo noi istrioni
in questo gran circo equestre
mica storioni allocchi
che stolidi si fan rubar le uova
o dovremmo rinunciare forse
ad essere ciò che siamo
viviamo già da esuli
rifugiati su questa tonda crosta
e tutto per un morso pare
a un frutto neanche così speciale
è vero non sopportiamo limiti
vivere in gusci pari a mitili
ci angoscia innervosisce e annoia
ridateci una radura estesa
almeno quanto una galassia
a scavare le voragini
per inondarvi oceani
e lo sterrato farne
monti ed altipiani
ci penseremo noi
solo riguardo al Sole
siamo perplessi ancora
se meglio non si potesse fare
potrebbe la Luna invece
così anche rimanere
pur con la stessa faccia
tanto l'altra l'abbiamo vista
farla voltare apposta
sarebbe proprio inutile.
Marco Sclarandis
mangeremo allora istrici
pazienza per gli animalisti
se diverran più isterici
ma chi poteva immaginare
che ardere quei combustibili
avrebbe riscaldato il mare
semmai rea è l'isteresi
che non ti avverte mai
in tempo per quel che fai
e quindi per riordinare
le cose al loro posto
come un oca in gioco
imbecille ti fa girare
e poi siamo noi istrioni
in questo gran circo equestre
mica storioni allocchi
che stolidi si fan rubar le uova
o dovremmo rinunciare forse
ad essere ciò che siamo
viviamo già da esuli
rifugiati su questa tonda crosta
e tutto per un morso pare
a un frutto neanche così speciale
è vero non sopportiamo limiti
vivere in gusci pari a mitili
ci angoscia innervosisce e annoia
ridateci una radura estesa
almeno quanto una galassia
a scavare le voragini
per inondarvi oceani
e lo sterrato farne
monti ed altipiani
ci penseremo noi
solo riguardo al Sole
siamo perplessi ancora
se meglio non si potesse fare
potrebbe la Luna invece
così anche rimanere
pur con la stessa faccia
tanto l'altra l'abbiamo vista
farla voltare apposta
sarebbe proprio inutile.
Marco Sclarandis
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