Della
complessità-Vita d’un commesso viaggiatore
Leopoldo,
immaginiamolo con questo nome, vende lampadine.
A
domicilio. Forse anche altra varia merce, per arrotondare.
E’capace
e nei lunghi bui del suo paese nordico prepolare
non
mancano clienti, sebbene siano problematici.
Sparsi
come uvetta in panettone, visitarli tutti implica fare molta strada.
E
allora bisogna cercare il modo di ridurla all’essenziale.
Questo,
ingannevolmente, è uno più difficili problemi che mente umana abbia da
risolvere.
Uno
dei più esemplari, alla vita reale collegati.Con trame sorprendenti.
Collegato
per esempio con quello dei telefoni, che in fondo sono strade percorse da
vetture
fatte
di voci da mandare alla dovuta destinazione.
Il
primo dei clienti, ancora il solo, è solo una questione di
se e quando partire per la vendita, tentata.
Col
secondo idem, solo di decidere quale incontrare prima.
Con
il terzo l’insidia comincia ad insinuarsi
Basta
disegnar le vie per rendersene conto.
Siamo
di fronte a infiniti quadrilateri e triangoli, a meno che per raro caso
non
abitino tutti sulla stessa dritta strada.
L’ingenuo
può pensare, che una cinquina o una decina facciano poca differenza.
Per
svegliarlo da illusione basta mandarlo a spasso, come procacciatore.
Cento
persone a cui vendere, lampadine, scope o vettovaglie, cosa sono.
Di
certo non una multinazionale da condurre.
Un
lavoro da semplice commesso viaggiatore.
Ma
in realtà è un problema che esplode
fulmineo in una nube di soluzioni approssimate .
Magari
molto simili alla miglior di tutte, ma questa, imprendibile
come
un gatto del Cheshire, o come quello di Scrodingher, dall’apparente salma
tramortita
in
una scatola inoculata di radio e di
veleno.
Tantissimo
buon senso deprivato dell’unica, e forse anche inesistente, perfetta divina
soluzione.
Ma
all’orgoglio d’Adamo ed Eva ammirazione, indispensabile.
Ad
Oslo, Reykjavik, Vladivostok, il rovello non si pone.
Il
tempo perso per il calcolo del tragitto minore in assoluto
vale
molto meno di quello sprecato a farne uno più lungo.
Una
sfida alla casalinga intuizione.
Solo
nella labirintica mente matematica, mostruosa struttura imparentata con
l’ungherese
cubo colorato, il dilemma regna sovrano e intatto.
Così
è la Vita, del
solitario passero in cerca di granaglie.
Del
commesso in grisaglia, per quotidiani affari.
Complessa
oltre umana immaginazione, compressa in due bracciate d’ossa e di pelliccia.
Già
a partire da creature paghe e sazie, di vivere a miriadi sulla capocchia anzi
punta,
d’uno
spillo.
Guarda
la volta celeste all’imbrunire, fino a che non diventi notte.
Non
sono così nemmeno tante quelle tremolanti luci, nemmeno una miriade, ai nostri
limitati
occhi.
Ora
immaginati Leopoldo diventato cosmonauta, a vendere tendine da metter alle
finestre,
cosi’
che la riservatezza diventi un valore universale.
Con
limitato carburante, da filosofico il problema si fa algebrico, teleologico,
forse irrazionale.
Con
sgomento potremmo dire indecidibile.
I
sentieri trascendenti, nella mente degli umani, brillano di bave di lumache.
Marco
Sclarandis