Wednesday, November 25, 2015

Della complessità-Vita d’un commesso viaggiatore






Della complessità-Vita d’un commesso viaggiatore

Leopoldo, immaginiamolo con questo nome, vende lampadine.
A domicilio. Forse anche altra varia merce, per arrotondare.
E’capace e nei lunghi bui del suo paese nordico prepolare
non mancano clienti, sebbene siano problematici.
Sparsi come uvetta in panettone, visitarli tutti implica fare molta strada.
E allora bisogna cercare il modo di ridurla all’essenziale.
Questo, ingannevolmente, è uno più difficili problemi che mente umana abbia da risolvere.
Uno dei più esemplari, alla vita reale collegati.Con trame sorprendenti.
Collegato per esempio con quello dei telefoni, che in fondo sono strade percorse da vetture
fatte di voci da mandare alla dovuta destinazione.
Il primo dei clienti, ancora il solo, è solo una questione di se e quando partire per la vendita, tentata.
Col secondo idem, solo di decidere quale incontrare prima.
Con il terzo l’insidia comincia ad insinuarsi
Basta disegnar le vie per rendersene conto.
Siamo di fronte a infiniti quadrilateri e triangoli, a meno che per raro caso
non abitino tutti sulla stessa dritta strada.
L’ingenuo può pensare, che una cinquina o una decina facciano poca differenza.
Per svegliarlo da illusione basta mandarlo a spasso, come procacciatore.
Cento persone a cui vendere, lampadine, scope o vettovaglie, cosa sono.
Di certo non una multinazionale da condurre.
Un lavoro da semplice commesso viaggiatore.
Ma in realtà è un problema che esplode fulmineo in una nube di soluzioni approssimate .
Magari molto simili alla miglior di tutte, ma questa, imprendibile
come un gatto del Cheshire, o come quello di Scrodingher, dall’apparente salma tramortita
in una scatola  inoculata di radio e di veleno.
Tantissimo buon senso deprivato dell’unica, e forse anche inesistente, perfetta divina soluzione.
Ma all’orgoglio d’Adamo ed Eva ammirazione, indispensabile.
Ad Oslo, Reykjavik, Vladivostok, il rovello non si pone.
Il tempo perso per il calcolo del tragitto minore in assoluto
vale molto meno di quello sprecato a farne uno più lungo.
Una sfida alla casalinga intuizione.
Solo nella labirintica mente matematica, mostruosa struttura imparentata con
l’ungherese cubo colorato, il dilemma regna sovrano e intatto.
Così è la Vita, del solitario passero in cerca di granaglie.
Del commesso in grisaglia, per quotidiani affari.
Complessa oltre umana immaginazione, compressa in due bracciate d’ossa e di pelliccia.
Già a partire da creature paghe e sazie, di vivere a miriadi sulla capocchia anzi punta,
d’uno spillo.
Guarda la volta celeste all’imbrunire, fino a che non diventi notte.
Non sono così nemmeno tante quelle tremolanti luci, nemmeno una miriade, ai nostri
limitati occhi.
Ora immaginati Leopoldo diventato cosmonauta, a vendere tendine da metter alle finestre,
cosi’ che la riservatezza diventi un valore universale.
Con limitato carburante, da filosofico il problema si fa algebrico, teleologico, forse irrazionale.
Con sgomento potremmo dire indecidibile.
I sentieri trascendenti, nella mente degli umani, brillano di bave di lumache.

Marco Sclarandis
















































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