Saturday, November 14, 2015
Non ci sarebbe niente da dire
Alla fine anche terrorizzare stanca.Anche peggio che lavorare.
Sopratutto se chi dovrebbe terrorizzarsi si riprende subito dal terrore e con una alzata di spalle lo tramuta in paura e con un altra, ma di sopracciglio, tramuta questa in preoccupazione e quindi azione difensiva.
Ci sono molte ragioni per decidere e poi terrorizzare qualcuno.
A partire dal divertimento per poi proseguire con altre che hanno tutte una ricetta
che prevede vizi, virtù, follia, malattia, ignoranza e stupidità, mescolati e cucinati con arte.
Chi si ricorda che Il Terrore è proprio un periodo storico successivo alla rivoluzione
divenuta quella per antonomasia, quella Francese, lo sa.
C'è un modo per estirpare il terrorismo dalla società umana?
Non credo proprio.
Semmai si può ridurlo al minimo inevitabile, ma togliere alla Società dello Spettacolo
questo introito così saporito, succulento e dal rendimento così elevato è un'impresa attraente come organizzare il proprio funerale quando si scoppia di fortuna e di salute.
Di fronte ad un atto terroristico sarebbe meglio ricordarsi che tutti abbiamo in tasca
qualche sasso che all'occorrenza ci piacerebbe tirare addosso a chi ha infranto la legge
ma non è stato abbastanza astuto da non farsi scoprire.
E ricordarsi di questo mi fa venire alla mente la cosa più terrorizzante che un essere umano può provare, ed è l'ostracismo.
Un terrore asettico, muto, incruento, ma assolutamente letale.
Forse l'unico tipo di terrore in grado di sovrastare qualsiasi sentimento di rivalsa, di vendetta, di sommaria giustizia che, come sappiamo, allaga la mente umana di fronte al crimine,
anche quello più efferato.
Non credo a proposito di avere altro da dire.
Marco Sclarandis
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