Ringrazio Alberto per l'ispirazione*
Faccio un esempio.
Prendiamo una valvola termoionica degli anni venti ed uno smartphone contemporaneo.
In questo ci sono l'equivalente funzionale di miliardi di quelle altre.
Ma l'una ha bisogno di dieci miliardi di volte dell'altro l'energia per funzionare, pur senza dimenticare, anzi dovendo assolutamente ricordare la storia e le implicazioni che hanno portato dall'una all'altro.
Se non vogliamo precipitare in un'epoca dove non vi siano neanche le valvole termoioniche, ma se va bene i telegrafi turriti a bracci semoventi, dobbiamo rapidissimamente scegliere che cosa far crescere e che cosa portare ad immediata estinzione.
In sé e per sé non sarebbe così difficile se non fosse per quel particolare ordigno biochimico composto da alcune centinaia di miliardi elementi di calcolo interconnessi, che s'accontentano veramente di poco per funzionare.
Ma quel mezzo chilowattora d'energia che richiedono, senza dimenticare eccetera eccetera, produce sovente delle azioni che sono retroattivamente catastrofiche.
Non c'é bisogno d'aspettare un'era geologica di quelle arcaiche, per convincersene.
Anzi una decina di miliardi di quelle centinaia di miliardi, chiamiamoli pure neuroni a questo punto, internettivamente connessi, ci hanno fatto diventare una era biogeologica di fatto.
Potente ed inesorabile come quelle arcaiche, fulminea ed imprevedibile come quella contemporanea.
Ma alcuni di quegli ordigni nella fattispecie ben remunerati, che manovrano altri ordigni capaci d'influenzare miliardi di cervelli umani, questo il nome comune dei biochemiordigni, con quelle finestre incantatorie chiamate un tempo televisori, stanno facendo di tutto. Per mantenere, portare, indurre, ed obbligare anche, le moltitudini di umani che ancora s'accorgono di avere un biochemiordigno funzionante, alla più beata e tragica incoscienza.
Forse le razze umane esistono davvero, anche se non sono quello che i cosidetti razzisti credono che siano.
Forse ce ne sono almeno due.
Una che é ancora capace di rimanere affascinato dalle rudimentali capacità delle valvole termoioniche.
E nondimeno dal misterioso quartetto delle leggi della termodinamica.
Ed un'altra che vuole continuare a vivere strizzando l'olio dalle pietre.
Oltre che bruciare certe pietre per evitare di consumare un poco d'olio di gomito e di ginocchia.
Cose che stanno diventando molto più assurdo che succhiare sangue dalle rape.
(Dai commenti del post precedente : Disneyleden o Antropocene?) .*
Alberto, spero che sia chiaro una volta per tutte.
Per me la decrescita non è nè una filosofia o una ideologia.
E' solo un fatto che avviene in modo universale quando un altro fatto ha ormai raggiunto e superato un qualche limite intrinseco.
Che si tratti dello spezzarsi di una fune sotto carico, o della potenza d'un impero, per me non fa una sostanziale differenza.
Naturalmente, è molto più facile predire lo schianto d'una corda,
anche se bagnandola si può aumentarne di poco la resistenza, che
prevedere la fine di un impero.
Semplicemente, si fa per dire, mi sembra che sia inutile spiegare ai "disoccupati che senza responsabilità hanno subito la decrescita sulla loro pelle" quanto la decrescita sia in certe situazioni ineluttabile e che per lavorare di nuovo é necessario fare altre cose, che siano diverse da quelle che ormai anno raggiunto il massimo, l'apice, il culmine, l'apogeo o comunque lo si voglia chiamare.Inutile vista l'opera di stordimento incessante del baraccone mediatico dei fedeli della crescita indeterminata.
Sarebbe possibile per venti miliardi di esseri umani vivere su questa Terra godendo, per modo di dire, di un flusso d'energia e di materia e d'informazione che per ora é a disposizione di meno d'un decimo di tale popolazione?
Certo che sì, ma per quanto ne sappiamo, sarebbe un incendio fatuo.
Se poi é quello che desideriamo, va bene lo stesso.
Anzi, mi pare che in fondo questo desiderio sia molto più intenso e diffuso di quello che vorrebbe farci condurre una vita morigerata,lunga e tranquilla anche se un poco noiosa.
Appunto, siamo in un momento in cui ci stiamo istigando vicendevolmente a procurarci lo sport cruiser, magari elettrico, per portare l'E-Bike elettrica ai piedi della montagna dove faremo l'escursione illusoriamente compatibile con la biosfera.
E siccome lo sport cruiser già di per sè pesa come cento E-bike,
anche se li muoviamo con l'E-FV (Elettricità fotovoltaica) é evidente che avere l'uovo oggi, la frittata domani, e lagallina dopodomani, senza mai pagare il conto al pollaiolo, non é possibile.
Decrescere, decresceremo, ed anche incresciosamente, se in massa, sia proletaria che elitaria, ci rifiutiamo di fare due conti sul retro d'una busta per vedere se quadrano con i nostri innumerevoli desideri, volubili capricci,insane velleità, e le leggi fisiche per ora conosciute.
Marco Sclarandis