Tuesday, February 24, 2015

Memento tori

I frati trappisti si salutano con "Memento mori", ricordati che devi morire.
Frase diventata celebre grazie a Massimo Troisi che l'ha inserita in un suo celebre film.
A quanto ho letto, di nuovo presto nelle sale.
Da sola questa frase(Scordati d'essere immortale, ché non lo sei.) è sufficiente a rispondere a tutti gli integralisti e fanatici dell'alimentazione vegana e vegetariana.
Poi se non dovesse bastare, dovrebbe essere sufficiente ricordare loro, che se dovessero evitare ogni sofferenza animale causata dalla loro stessa presenza ed attività sulla Terra, dovrebbero vivere di sola contemplazione e pure impassibile, del Creato.
E di considerazione per la meravigliosa quanto tremenda logica della Natura Matrigna.
Rinunciare alla pellicia è possibile, ma al cuoio più difficile.
E la lana?. Le pecore mica vanno dai tosatori per cambiarsi d'abito per godersi la Traviata.

Detto ciò, è cosa ottima e quasi perfetta ridurre il calvario che porta al Golgota di qualsiasi essere vivente, sapendo che pure le stelle sono morte riducendosi in polvere sparpagliata nell'immenso cosmo, e non sappiamo se non abbiano neanche avuto il modo di sapere che la loro fine condusse alla nostra nascita.

Se avrò sacrificato un toro per nutrirmi durante il corso della mia intera vita, ebbene sono disposto a mantenere la consapevolezza del debito che ho con lui fino ad una eventuale resurrezione di entrambi.
E non m'illudo che la stessa obbligazione non debba sussistere con quei sacchi di frumento, ceste di carote, barattoli di noci mandorle e pinoli che mi rendono la vita semplicemente possibile.
In ogni caso, rinunciare ai tre quarti, del bue voglio dire, di modo che altri tre l'assaggino anche una volta sola nella vita, mi sembra una buona cosa. 
Come dice il proverbio, sibillino ma indubbiamente saggio:
"A pagare e a morire c'è sempre tempo".


En passant, -5 al 28, 28 inlcuso, di Febbraio s'intende.scalamercalli.

Non cambierà nulla, non succederà nulla, ma tentammo con passione.

Marco Sclarandis 

Monday, February 23, 2015

L'odore dei gerani fa miracoli



        -5 al 28                                                                
                                                                        Scalamercalli raitre la sera.

Dimenticavo: dopo non cambierà nulla, non succederà niente, ma almeno ci abbiamo provato.
Esercizio zen: prendere una zolla di Terra nelle mani,osservarla,annusarla,maneggiarla,assaggiarne un pizzico e ascoltare i rumori che vi accompagnano e immaginare che noi siamo stati, siamo e saremo quella zolla.Almeno fino a esauriente prova contraria.
Anche quella del vaso di gerani stecchiti va bene, anzi possiede ulteriore potenza evocativa. 

Marco Sclarandis



 


Sunday, February 22, 2015

Omaggio ad Afterfindus (Il blog)

Il Giorno della Memoria
Il giorno della marmotta
La notte della marmitta
Sai che amo gingillarmi con i lemmi
che tiro fili come fanno i gatti
incuranti che siano di poltrona gigisedici
o cencio mocio per i pavimenti
per artigli retrattili allenarmi
non so resistere ai suoni tentatori
ai sensi trapezisti doppi e multipli
all'idiozia che dagli idiomi sgocciola
ma innaffia flora desertica mai vista
io le conosco le marmotte diurne
che fischiano come locomotive arcaiche
che sfuggono dalle rapaci grinfie
che trasmutano grasso in sogni
accontentandosi di erbe e tane
così che marmitta mi richiama
mondi militari e motoristici
metalli rari catalitici e sbobbe dozzinali
il tutto intertessuto a quello stato
di Morfeo regno soggetto e oscuro
e se mi fermo un attimo e considero
che un malinteso da una fototavoletta è nato
una ricerca del giorno a memoria dedicato
un nesso a un film comico ha prodotto
non temo d'essere un roditore matto
che scava e rosicchia per darsi poi letargo
ma se potesse fischiettando raccontare
quello che per la mente sua gli passa
qualsiasi passante verrebbe catturato.


Marco Sclarandis

Friday, February 20, 2015

- 7 al 28




       -7al 28

 Scala Mercalli
        raitre
                                          la sera 
Marco Sclarandis 

Per diventare cosa?



Ascoltami
non sono queste mie parole
solo sonori suoni innocui
sono neutroni lenti scatenati
in blocchi di plutonico metallo
costretti da esplosivo alto
a farsi solida poltiglia incandescente
le dico apposta ad un mondo sordo
le grido chè diventino bagliore ultravioletto
di suprema gamma d’infrarosso ardore
le pronuncio con tono di sentenza
di rombo che scoperchia le montagne
come muraglia d’onde alzate da tifone
non è vendetta distruzione che ricerco
è compassione estesa dall’insetto
su fino alla folla abbrutita dalle fami
di pani di attenzioni di resurrezione
è per consapevolezza d’essere del buio
diventato scintilla per estranea  scelta
e poi di nuovo scarto senza dubbio
sono atomo che verrà scisso o fuso
per diventare cosa
Ditemelo.

Marco sclarandis

Thursday, February 19, 2015

Per pochi ma non per tutti

Quello che segue, è il labirinto di pensieri che mi ha portato infine ai post successivi per annunciare
"Scala Mercalli" su RAItre in onda dal 28 Febbraio  2015
Riuscii finalmente a sintetizzare tutto in una sola parola:

"Climamoto"

Non conoscendo ideogrammi asiatici  nè paleoegizi, non posso tradurre tale concetto in questi affascinanti simboli.
Non so perchè acconsento di aprire questo labirinto a miliardi (potenziali)  di visitatori.
Quando e se lo scoprirò, magari ve lo spiegherò.

Postcogitatum: il titolo stesso di questo post fa parte di quel labirinto.

Oggi -9  giorno dell'esordio compreso.

Marco Sclarandis.


http://utenti.quipo.it/base5/poetico/tartacubo.gif                                          

(Niccolò Tartaglia,1534)


Questa, in versi, è la soluzione generale dell'equazione di terzo grado completa.
Tradotta in simbolismo matematico moderno non è di certo più semplice da comprendere della versione poetica, ma non è impossibile.

Questo carme, piccolo capolavoro derivato delle menti matematiche del Rinascimento italiano è solo un pretesto per parlare di qualcosa di molto più incomprensibile, ed attuale, che ci riguarda tutti e in un modo che ormai si sta manifestando con crescente evidenza.

Se, diecimila anni, fa qualcuno avesse detto che coltivando i campi e tagliando le foreste, alla fine si sarebbe riusciti a modificare le stagioni, forse sarebbe stato creduto più di quanto fino a poco tempo fa non lo erano, invece, i climatologi che da decenni ormai, studiano le complicate leggi che determinano il funzionamento del clima terrestre.
E che ci dicono che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima.

Naturalmente, se qualcuno non vuole credere a fatti sempre più inequivocabilmente dimostrati, può rifugiarsi nella rassicurante fede nelle illusioni, dei pensieri magici e delle malriposte speranze.
Conseguentemente, però, seguire una fede o un'altra implica poi il subire differenti destini.

Ed ecco la cosa davvero incomprensibile, molto più di quanto non lo sia 
quella soluzione algebrica sopra citata.

Ammettendo, che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima, e ammetterlo è cosa semplice e saggia allo stesso tempo, perchè mai ancora troppa gente non accetta che davvero millenni di agricoltura, e poi secoli di civiltà antica e moderna 
e infine pochi decenni di industria globale, 
ci abbiano portato in questa situazione climatica planetaria ?

In realtà ci sono delle spiegazioni che ritengo siano riconducibili tutte ad una antichissima affermazione, praticamente impossibile da smentire:

                              "Tutti gli uomini sono mortali"

Chiunque è in grado di capire che tale affermazione, ma che dichiara un fatto, conduce allo spasmodico desiderio di perpetuare la propria esistenza, in qualche modo.
E per realizzarlo non si bada a mezzi.

Che questi mezzi poi, arrivino fino alla totale e anche spiacevolmente irreversibile trasformazione di un corpo celeste, o terrestre, non importa.
A mali estremi, estremi rimedi.

Però quando i mali arrivano, e non sono ancora così estremi, qualcuno comincia a ritenere che forse è possibile trovare dei rimedi praticabili e si mette in azione, sperando, ovviamente, d'essere su una buona strada.

Ed è proprio ciò che sta succedendo da quasi mezzo secolo, da quando moltissimi ricercatori, in senso stretto e lato, hanno capito che la Terra ospita esseri come noi, solo a patto che stiano 
entro dei limiti, magari eludibili, ma invalicabili.

Detto tutto ciò, il clima che ci sta venendo incontro con un abbraccio, è il caso di dirlo, anche troppo focoso, sarà appunto un clima

"per pochi, ma non per tutti" 

sebbene quei "pochi" potranno essere molti di più, se da subito, ma tutti insieme, e sempre più appassionatamente modificheremo alcune nostre abitudini e sceglieremo, tra i desideri realizzabili, quelli compatibili con i limiti che la nostra Ospite ci ha già indicato.

Proprio di questo argomento, di abitudini, scelte e desideri, si parlerà in un programma intitolato "Scala Mercalli" in onda su RAI 3 a partire dal 28 Febbraio prossimo, lungo sei puntate.

Dal 28 Febbraio quindi, e fino al 4 Aprile 
chiunque creda, o non creda, che quasi al pari di antichi semi-dei siamo riusciti a mutare le stagioni di Gea o Gaia o Tellus o comunque si voglia chiamare la nostra Terra, potrà ascoltare dei resoconti autorevoli ed aggiornati sulle reali condizioni in cui abbiamo ridotto l'Albergo che da centinaia di secoli ci sta alloggiando.

Ma sarà anche una sorpresa sapere che non occorre invocare la discesa di salvatori sovrumani o extraterrestri, di miracoli incredibili, inimmaginabili o l'avvento di trascendenti Apocalissi, per accedere ad un nuovo mondo, questo sì che sia desiderabile

"per chiunque, nessuno escluso".

Marco Sclarandis






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Ode all'amico




Mario Mario
quanto con te ridevo a sfascio
e ripensando alle risate più ridevo
amico mio che gran peccato fu
la tua partenza anticipata
ma sai io ti fingo sempre accanto
nel pensiero ti simulo sovente
credo sia tu che orchestri quel teatro
che nella mente mia ti rende vivo
abbiamo visitato inferni differenti
ed è per questo che il fato ci ha riuniti
ma in seguito disgiunti con decreto
se un giorno morirò dalle risate
di quelle che bonificano il sangue
saprò chi mi ha chiamato per andarmene
da questo mondo vario
dove un Mario
visse come un angelo
gentile spaesato
ma Signore.

Marco Sclarandis