...e intanto siamo giunti al meno di -3
28 Febbraio 2015 Scalamercalli raitre ore 21,30
Come dissi in un commento una volta, una parte dell'umanità non desidera salvarsi.
Preferisce il comune annientamento che comunque non è assolutamente certo, nonostante i gravi e molteplici indizi che si accumulano di giorno in giorno.
Questa parte d'umanità spera d'ignava speranza che avvenga un miracolo salvifico, ma non intende in alcun modo agire affinchè questo miracolo avvenga.
L'altra parte preferisce invece agire per la comune salvezza, pur sapendo
che il risultato del suo agire è alquanto incerto.
Una salvezza molto concreta, prosaica, fatta di buone abitudini quotidiane come quella di mettere le cose al loro posto una volta adoperate.
Esattamente come avviene nel mondo non umano, sebbene con scopi e modi appena differenti dai nostri.
Diciamo che questa parte lavora perchè si compia un prodigio.
Quello di riuscire a convivere con tutti gli altri esseri viventi del Pianeta, pur se animati noi, da un irresistibile e irrefrenabile desiderio di espansione.
Io non credo che questo in corso, che è un inizio sia di secolo che di millennio, almeno per chi segue un certo calendario, ebbene che questo in corso sia il termine della civiltà umana.
Abbiamo così tanto da perdere che credo alla fine prevarrà il senno e non la follia.
Ma non m'illudo che il prezzo che pagheremo per rimediare ai nostri errori antichi e ripetuti
sarà scontato e ribassato.
Si tratta poi solo di scegliere da quale parte stare.
E chi preferisce di non scegliere, è già stato scelto per la sua condanna.
La condanna all'insignificanza.
Tra cent'anni, tranne poche eccezioni, nessuno di noi sarà ancora qui.
E allora a che cosa ci serve una mente che cerca d'immaginarsi quelli che ci saranno dopo di noi, o noi stessi se potessimo esserci ancora?
Noi siamo i nostri avi e posteri.
Noi siamo gli extraterrestri di noi stessi.
Noi siamo mente che sa di mentire a sè stessa.
Noi siamo una mente che non servirebbe a niente.
Oppure.
Serve a scegliere quando è il momento in cui è inevitabile farlo.
Non vedo per essa altro scopo.
...e intanto siamo giunti al meno di -3
28 Febbraio 2015 Scalamercalli raitre ore 21,30
Marco Sclarandis.
Thursday, February 26, 2015
Wednesday, February 25, 2015
Olio, ma di ginocchia, e vai felice.
Marotta & Cafiero editori
Dalla società dell'automobile a quella delle persone
L'uomo diventa schiavo delle azioni costantemente ripetute.
ciò che egli all'inizio sceglie, alla fine lo obbliga.
( Orison Swett Marden )
Il prezzo del progresso della civiltà si paga con la riduzione della felicità.
( Sigmund Freud )
La felicità è reale solo quando è condivisa.
( Christopher Mc Candless, dal film Intothe wild )
Non si può comprare la felicità, ma è possibile comprare una bicicletta
e questo gli è molto vicino.
( Anonimo )
Essere liberi è meglio che essere ricchi.
( Nevio )
Oggi la gente dedica una parte cospicua della propria giornata a guadagnarsi il denaro
senza il quale non potrebbe neanche recarsi al lavoro.
( Ivan Illich )
Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.
(Seneca)
Marco Sclarandis
Marinetti, marinetti.....
Dedicata a due contesse veneziane
Ah
quel futurista
che
per certi versinon era nemmeno idiota
che di Venezia ardeva
di farne di porco carne
magari anche arrostita
col legno delle fruste gondole
quanto si divertiva a spandere
elettrico fulgore sulle genti
che vedessero quanto buio fosse
il mondo archeologo e antiquario
che avrebbe metallo siderale
cavato pure dalle rape rosse
pur di lanciare ovunque ponti
pur di fungine ciminiere
di notte in notte ergersi vedere
Ah che visionario
di quale estasi avrà goduto
vedendo La Fenice al rogo
e poi pena d'inferno
alla seguente ricostruzione
Ebbro di celerità infinita
pur sapendo quanto
lenta nel cosmo va la luce
furono fortunate e molto
chiocciole e lumache tutte
forse non gli vennero alla mente
ma forse con loro fu indulgente
o misericordioso per ragioni ignote
Ah se resuscitasse
dentro il grande collisore
correrebbe fino allo sfinimento
e ci porterebbe il figlio nominato
testè elleaccacì bosone
nel nocciolo ancora fuso
a Chernobil cremare si farebbe
le ceneri poi ne farebbe dono
ai prossimi futuri cosmonati
ma solo per impastarne malta
per la prima pietra da posare
non qui di certo
ma su Marte.
Marco Sclarandis
Tuesday, February 24, 2015
Perchè il tempo fugge
Che Noi si possa si riesca
si desideri da zero a uno e in séguito a due e poi ancora
in altri pari modi proseguire
con aggiunta e moltiplicazione
questa è stranezza pura
assurdità compiuta
folle bizzarrìa
quei rapporti che figliano
file di cifre sterminatepermutanti sempre e precedute
da virgole e pezzi interi numerabili
non sono sconcertanti
un pigreco è norma
lo è di Eulero numerol’Aurea Divina Proporzione
cerchi parabole eliche galattiche
innumerevoli radici fra le tante
senza ritegno lo dimostrano
un tavolo quadrato basta
che Noi invece si cerchi
regola che appai interi e
frattiprimi irriducibili a irrazionali algebrici
e per i restanti non si trovi
sì questa è l’eccezione
visione trascendente
punibile arroganzasfida alla perdizione
Noi ci reputiamo singoli
interi integri unici
indivisibiliirripetibili
proprio come quegli esseri
di sé stessi fatti
d’essere dei numeri davvero
questo ci terrorizzacome mai.
Goffinomi
Goffi nomi
ed epitaffi
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
sfarfallìo di cifre
furono storditi e vittime.
furono storditi e vittime.
Ispirata da:
( La famiglia dell'Antiquario di Carlo Goldoni)
e dedicata alla memoria di mia madre Natalina, argutissima donna veneta
che mi faceva divertire leggendolo insieme.
SCENA SEDICESIMA, ultime battute.
(Salotto nell'appartamento del Conte Anselmo
Brighella ed Arlecchino vestito all'armena, con barba finta).
ARLECCHINO Un gran ben che ghe volì al voster padron!
BRIGHELLA Ve dirò. Ho procurà de illuminarlo, de disingannarlo:
ma nol vól. El butta via i so de-nari con questo e con quello;
za che la casa se brusa, me voi scaldar anca mì.
ARLECCHINO Bravissim. Tutt sta che me recorda tutto.
BRIGHELLA Vardé no fallar... Oh! eccolo che el vien.
Visto che la casa brucia voglio scaldarmi anc'hio.
Per chi volesse approfondire e sprofondare nelle risate.
http://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/goldoni/la_famiglia_dell_antiquario/pdf/la_fam_p.pdf
Marco Sclarandis
Memento tori
I frati trappisti si salutano con "Memento mori", ricordati che devi morire.
Frase diventata celebre grazie a Massimo Troisi che l'ha inserita in un suo celebre film.
A quanto ho letto, di nuovo presto nelle sale.
Da sola questa frase(Scordati d'essere immortale, ché non lo sei.) è sufficiente a rispondere a tutti gli integralisti e fanatici dell'alimentazione vegana e vegetariana.
Poi se non dovesse bastare, dovrebbe essere sufficiente ricordare loro, che se dovessero evitare ogni sofferenza animale causata dalla loro stessa presenza ed attività sulla Terra, dovrebbero vivere di sola contemplazione e pure impassibile, del Creato.
E di considerazione per la meravigliosa quanto tremenda logica della Natura Matrigna.
Rinunciare alla pellicia è possibile, ma al cuoio più difficile.
E la lana?. Le pecore mica vanno dai tosatori per cambiarsi d'abito per godersi la Traviata.
Detto ciò, è cosa ottima e quasi perfetta ridurre il calvario che porta al Golgota di qualsiasi essere vivente, sapendo che pure le stelle sono morte riducendosi in polvere sparpagliata nell'immenso cosmo, e non sappiamo se non abbiano neanche avuto il modo di sapere che la loro fine condusse alla nostra nascita.
Se avrò sacrificato un toro per nutrirmi durante il corso della mia intera vita, ebbene sono disposto a mantenere la consapevolezza del debito che ho con lui fino ad una eventuale resurrezione di entrambi.
E non m'illudo che la stessa obbligazione non debba sussistere con quei sacchi di frumento, ceste di carote, barattoli di noci mandorle e pinoli che mi rendono la vita semplicemente possibile.
In ogni caso, rinunciare ai tre quarti, del bue voglio dire, di modo che altri tre l'assaggino anche una volta sola nella vita, mi sembra una buona cosa.
Come dice il proverbio, sibillino ma indubbiamente saggio:
"A pagare e a morire c'è sempre tempo".
En passant, -5 al 28, 28 inlcuso, di Febbraio s'intende.scalamercalli.
Non cambierà nulla, non succederà nulla, ma tentammo con passione.
Marco Sclarandis
Frase diventata celebre grazie a Massimo Troisi che l'ha inserita in un suo celebre film.
A quanto ho letto, di nuovo presto nelle sale.
Da sola questa frase(Scordati d'essere immortale, ché non lo sei.) è sufficiente a rispondere a tutti gli integralisti e fanatici dell'alimentazione vegana e vegetariana.
Poi se non dovesse bastare, dovrebbe essere sufficiente ricordare loro, che se dovessero evitare ogni sofferenza animale causata dalla loro stessa presenza ed attività sulla Terra, dovrebbero vivere di sola contemplazione e pure impassibile, del Creato.
E di considerazione per la meravigliosa quanto tremenda logica della Natura Matrigna.
Rinunciare alla pellicia è possibile, ma al cuoio più difficile.
E la lana?. Le pecore mica vanno dai tosatori per cambiarsi d'abito per godersi la Traviata.
Detto ciò, è cosa ottima e quasi perfetta ridurre il calvario che porta al Golgota di qualsiasi essere vivente, sapendo che pure le stelle sono morte riducendosi in polvere sparpagliata nell'immenso cosmo, e non sappiamo se non abbiano neanche avuto il modo di sapere che la loro fine condusse alla nostra nascita.
Se avrò sacrificato un toro per nutrirmi durante il corso della mia intera vita, ebbene sono disposto a mantenere la consapevolezza del debito che ho con lui fino ad una eventuale resurrezione di entrambi.
E non m'illudo che la stessa obbligazione non debba sussistere con quei sacchi di frumento, ceste di carote, barattoli di noci mandorle e pinoli che mi rendono la vita semplicemente possibile.
In ogni caso, rinunciare ai tre quarti, del bue voglio dire, di modo che altri tre l'assaggino anche una volta sola nella vita, mi sembra una buona cosa.
Come dice il proverbio, sibillino ma indubbiamente saggio:
"A pagare e a morire c'è sempre tempo".
En passant, -5 al 28, 28 inlcuso, di Febbraio s'intende.scalamercalli.
Non cambierà nulla, non succederà nulla, ma tentammo con passione.
Marco Sclarandis
Monday, February 23, 2015
L'odore dei gerani fa miracoli
-5 al 28
Scalamercalli raitre la sera.
Dimenticavo: dopo non cambierà nulla, non succederà niente, ma almeno ci abbiamo provato.
Esercizio
zen: prendere una zolla di Terra nelle mani,osservarla,annusarla,maneggiarla,assaggiarne
un pizzico e ascoltare i rumori che vi accompagnano e immaginare che noi siamo
stati, siamo e saremo quella zolla.Almeno fino a esauriente prova contraria.
Anche quella del vaso di gerani stecchiti va
bene, anzi possiede ulteriore potenza evocativa.
Marco
Sclarandis
Sunday, February 22, 2015
Omaggio ad Afterfindus (Il blog)
Il Giorno della Memoria
Il giorno della marmotta
La notte della marmitta
Sai che amo gingillarmi con i lemmi
che tiro fili come fanno i gatti
incuranti che siano di poltrona gigisedici
o cencio mocio per i pavimenti
per artigli retrattili allenarmi
non so resistere ai suoni tentatori
ai sensi trapezisti doppi e multipli
all'idiozia che dagli idiomi sgocciola
ma innaffia flora desertica mai vista
io le conosco le marmotte diurne
che fischiano come locomotive arcaiche
che sfuggono dalle rapaci grinfie
che trasmutano grasso in sogni
accontentandosi di erbe e tane
così che marmitta mi richiama
mondi militari e motoristici
metalli rari catalitici e sbobbe dozzinali
il tutto intertessuto a quello stato
di Morfeo regno soggetto e oscuro
e se mi fermo un attimo e considero
che un malinteso da una fototavoletta è nato
una ricerca del giorno a memoria dedicato
un nesso a un film comico ha prodotto
non temo d'essere un roditore matto
che scava e rosicchia per darsi poi letargo
ma se potesse fischiettando raccontare
quello che per la mente sua gli passa
qualsiasi passante verrebbe catturato.
Marco Sclarandis
Il giorno della marmotta
La notte della marmitta
Sai che amo gingillarmi con i lemmi
che tiro fili come fanno i gatti
incuranti che siano di poltrona gigisedici
o cencio mocio per i pavimenti
per artigli retrattili allenarmi
non so resistere ai suoni tentatori
ai sensi trapezisti doppi e multipli
all'idiozia che dagli idiomi sgocciola
ma innaffia flora desertica mai vista
io le conosco le marmotte diurne
che fischiano come locomotive arcaiche
che sfuggono dalle rapaci grinfie
che trasmutano grasso in sogni
accontentandosi di erbe e tane
così che marmitta mi richiama
mondi militari e motoristici
metalli rari catalitici e sbobbe dozzinali
il tutto intertessuto a quello stato
di Morfeo regno soggetto e oscuro
e se mi fermo un attimo e considero
che un malinteso da una fototavoletta è nato
una ricerca del giorno a memoria dedicato
un nesso a un film comico ha prodotto
non temo d'essere un roditore matto
che scava e rosicchia per darsi poi letargo
ma se potesse fischiettando raccontare
quello che per la mente sua gli passa
qualsiasi passante verrebbe catturato.
Marco Sclarandis
Friday, February 20, 2015
Per diventare cosa?
Ascoltami
non sono queste mie parole
solo sonori suoni innocui
sono neutroni lenti scatenati
in blocchi di plutonico metallo
costretti da esplosivo alto
a farsi solida poltiglia incandescente
le dico apposta ad un mondo sordo
le grido chè diventino bagliore ultravioletto
di suprema gamma d’infrarosso ardore
le pronuncio con tono di sentenza
di rombo che scoperchia le montagne
come muraglia d’onde alzate da tifone
non è vendetta distruzione che ricerco
è compassione estesa dall’insetto
su fino alla folla abbrutita dalle fami
di pani di attenzioni di resurrezione
è per consapevolezza d’essere del buio
diventato scintilla per estranea scelta
e poi di nuovo scarto senza dubbio
sono atomo che verrà scisso o fuso
per diventare cosa
Ditemelo.
Marco sclarandis
Thursday, February 19, 2015
Per pochi ma non per tutti
Quello che segue, è il labirinto di pensieri che mi ha portato infine ai post successivi per annunciare
"Scala Mercalli" su RAItre in onda dal 28 Febbraio 2015
Riuscii finalmente a sintetizzare tutto in una sola parola:
"Climamoto"
Non conoscendo ideogrammi asiatici nè paleoegizi, non posso tradurre tale concetto in questi affascinanti simboli.
Non so perchè acconsento di aprire questo labirinto a miliardi (potenziali) di visitatori.
Quando e se lo scoprirò, magari ve lo spiegherò.
Postcogitatum: il titolo stesso di questo post fa parte di quel labirinto.
Oggi -9 giorno dell'esordio compreso.
Marco Sclarandis.
(Niccolò Tartaglia,1534)
Questa, in versi, è la soluzione generale dell'equazione di terzo grado completa.
Tradotta in simbolismo matematico moderno non è di certo più semplice da comprendere della versione poetica, ma non è impossibile.
Questo carme, piccolo capolavoro derivato delle menti matematiche del Rinascimento italiano è solo un pretesto per parlare di qualcosa di molto più incomprensibile, ed attuale, che ci riguarda tutti e in un modo che ormai si sta manifestando con crescente evidenza.
Se, diecimila anni, fa qualcuno avesse detto che coltivando i campi e tagliando le foreste, alla fine si sarebbe riusciti a modificare le stagioni, forse sarebbe stato creduto più di quanto fino a poco tempo fa non lo erano, invece, i climatologi che da decenni ormai, studiano le complicate leggi che determinano il funzionamento del clima terrestre.
E che ci dicono che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima.
Naturalmente, se qualcuno non vuole credere a fatti sempre più inequivocabilmente dimostrati, può rifugiarsi nella rassicurante fede nelle illusioni, dei pensieri magici e delle malriposte speranze.
Conseguentemente, però, seguire una fede o un'altra implica poi il subire differenti destini.
Ed ecco la cosa davvero incomprensibile, molto più di quanto non lo sia
quella soluzione algebrica sopra citata.
Ammettendo, che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima, e ammetterlo è cosa semplice e saggia allo stesso tempo, perchè mai ancora troppa gente non accetta che davvero millenni di agricoltura, e poi secoli di civiltà antica e moderna
e infine pochi decenni di industria globale,
ci abbiano portato in questa situazione climatica planetaria ?
In realtà ci sono delle spiegazioni che ritengo siano riconducibili tutte ad una antichissima affermazione, praticamente impossibile da smentire:
"Tutti gli uomini sono mortali"
Chiunque è in grado di capire che tale affermazione, ma che dichiara un fatto, conduce allo spasmodico desiderio di perpetuare la propria esistenza, in qualche modo.
E per realizzarlo non si bada a mezzi.
Che questi mezzi poi, arrivino fino alla totale e anche spiacevolmente irreversibile trasformazione di un corpo celeste, o terrestre, non importa.
A mali estremi, estremi rimedi.
Però quando i mali arrivano, e non sono ancora così estremi, qualcuno comincia a ritenere che forse è possibile trovare dei rimedi praticabili e si mette in azione, sperando, ovviamente, d'essere su una buona strada.
Ed è proprio ciò che sta succedendo da quasi mezzo secolo, da quando moltissimi ricercatori, in senso stretto e lato, hanno capito che la Terra ospita esseri come noi, solo a patto che stiano
entro dei limiti, magari eludibili, ma invalicabili.
Detto tutto ciò, il clima che ci sta venendo incontro con un abbraccio, è il caso di dirlo, anche troppo focoso, sarà appunto un clima
"per pochi, ma non per tutti"
sebbene quei "pochi" potranno essere molti di più, se da subito, ma tutti insieme, e sempre più appassionatamente modificheremo alcune nostre abitudini e sceglieremo, tra i desideri realizzabili, quelli compatibili con i limiti che la nostra Ospite ci ha già indicato.
Proprio di questo argomento, di abitudini, scelte e desideri, si parlerà in un programma intitolato "Scala Mercalli" in onda su RAI 3 a partire dal 28 Febbraio prossimo, lungo sei puntate.
Dal 28 Febbraio quindi, e fino al 4 Aprile
chiunque creda, o non creda, che quasi al pari di antichi semi-dei siamo riusciti a mutare le stagioni di Gea o Gaia o Tellus o comunque si voglia chiamare la nostra Terra, potrà ascoltare dei resoconti autorevoli ed aggiornati sulle reali condizioni in cui abbiamo ridotto l'Albergo che da centinaia di secoli ci sta alloggiando.
Ma sarà anche una sorpresa sapere che non occorre invocare la discesa di salvatori sovrumani o extraterrestri, di miracoli incredibili, inimmaginabili o l'avvento di trascendenti Apocalissi, per accedere ad un nuovo mondo, questo sì che sia desiderabile
"per chiunque, nessuno escluso".
Marco Sclarandis
.
.
"Scala Mercalli" su RAItre in onda dal 28 Febbraio 2015
Riuscii finalmente a sintetizzare tutto in una sola parola:
"Climamoto"
Non conoscendo ideogrammi asiatici nè paleoegizi, non posso tradurre tale concetto in questi affascinanti simboli.
Non so perchè acconsento di aprire questo labirinto a miliardi (potenziali) di visitatori.
Quando e se lo scoprirò, magari ve lo spiegherò.
Postcogitatum: il titolo stesso di questo post fa parte di quel labirinto.
Oggi -9 giorno dell'esordio compreso.
Marco Sclarandis.
(Niccolò Tartaglia,1534)
Questa, in versi, è la soluzione generale dell'equazione di terzo grado completa.
Tradotta in simbolismo matematico moderno non è di certo più semplice da comprendere della versione poetica, ma non è impossibile.
Questo carme, piccolo capolavoro derivato delle menti matematiche del Rinascimento italiano è solo un pretesto per parlare di qualcosa di molto più incomprensibile, ed attuale, che ci riguarda tutti e in un modo che ormai si sta manifestando con crescente evidenza.
Se, diecimila anni, fa qualcuno avesse detto che coltivando i campi e tagliando le foreste, alla fine si sarebbe riusciti a modificare le stagioni, forse sarebbe stato creduto più di quanto fino a poco tempo fa non lo erano, invece, i climatologi che da decenni ormai, studiano le complicate leggi che determinano il funzionamento del clima terrestre.
E che ci dicono che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima.
Naturalmente, se qualcuno non vuole credere a fatti sempre più inequivocabilmente dimostrati, può rifugiarsi nella rassicurante fede nelle illusioni, dei pensieri magici e delle malriposte speranze.
Conseguentemente, però, seguire una fede o un'altra implica poi il subire differenti destini.
Ed ecco la cosa davvero incomprensibile, molto più di quanto non lo sia
quella soluzione algebrica sopra citata.
Ammettendo, che siamo davvero riusciti a modificarlo, questo clima, e ammetterlo è cosa semplice e saggia allo stesso tempo, perchè mai ancora troppa gente non accetta che davvero millenni di agricoltura, e poi secoli di civiltà antica e moderna
e infine pochi decenni di industria globale,
ci abbiano portato in questa situazione climatica planetaria ?
In realtà ci sono delle spiegazioni che ritengo siano riconducibili tutte ad una antichissima affermazione, praticamente impossibile da smentire:
"Tutti gli uomini sono mortali"
Chiunque è in grado di capire che tale affermazione, ma che dichiara un fatto, conduce allo spasmodico desiderio di perpetuare la propria esistenza, in qualche modo.
E per realizzarlo non si bada a mezzi.
Che questi mezzi poi, arrivino fino alla totale e anche spiacevolmente irreversibile trasformazione di un corpo celeste, o terrestre, non importa.
A mali estremi, estremi rimedi.
Però quando i mali arrivano, e non sono ancora così estremi, qualcuno comincia a ritenere che forse è possibile trovare dei rimedi praticabili e si mette in azione, sperando, ovviamente, d'essere su una buona strada.
Ed è proprio ciò che sta succedendo da quasi mezzo secolo, da quando moltissimi ricercatori, in senso stretto e lato, hanno capito che la Terra ospita esseri come noi, solo a patto che stiano
entro dei limiti, magari eludibili, ma invalicabili.
Detto tutto ciò, il clima che ci sta venendo incontro con un abbraccio, è il caso di dirlo, anche troppo focoso, sarà appunto un clima
"per pochi, ma non per tutti"
sebbene quei "pochi" potranno essere molti di più, se da subito, ma tutti insieme, e sempre più appassionatamente modificheremo alcune nostre abitudini e sceglieremo, tra i desideri realizzabili, quelli compatibili con i limiti che la nostra Ospite ci ha già indicato.
Proprio di questo argomento, di abitudini, scelte e desideri, si parlerà in un programma intitolato "Scala Mercalli" in onda su RAI 3 a partire dal 28 Febbraio prossimo, lungo sei puntate.
Dal 28 Febbraio quindi, e fino al 4 Aprile
chiunque creda, o non creda, che quasi al pari di antichi semi-dei siamo riusciti a mutare le stagioni di Gea o Gaia o Tellus o comunque si voglia chiamare la nostra Terra, potrà ascoltare dei resoconti autorevoli ed aggiornati sulle reali condizioni in cui abbiamo ridotto l'Albergo che da centinaia di secoli ci sta alloggiando.
Ma sarà anche una sorpresa sapere che non occorre invocare la discesa di salvatori sovrumani o extraterrestri, di miracoli incredibili, inimmaginabili o l'avvento di trascendenti Apocalissi, per accedere ad un nuovo mondo, questo sì che sia desiderabile
"per chiunque, nessuno escluso".
Marco Sclarandis
.
.
Ode all'amico
Mario Mario
quanto con te ridevo a sfascio
e ripensando alle risate più ridevo
amico mio che gran peccato fu
la tua partenza anticipata
ma sai io ti fingo sempre accanto
nel pensiero ti simulo sovente
credo sia tu che orchestri quel teatro
che nella mente mia ti rende vivo
abbiamo visitato inferni differenti
ed è per questo che il fato ci ha riuniti
ma in seguito disgiunti con decreto
se un giorno morirò dalle risate
di quelle che bonificano il sangue
saprò chi mi ha chiamato per andarmene
da questo mondo vario
dove un Mario
visse come un angelo
gentile spaesato
ma Signore.
Marco Sclarandis
Wednesday, February 18, 2015
Effetto calabrone
Il cinque Febbraio è avvenuto
questo:
Avete presente l’“Effetto
farfalla” (quello coniato da Edward Lorentz) ?.
Io credo che sia bene
cominciare a parlare d’ “Effetto calabrone”.
Chiunque abbia avuto a che
fare con l’affascinante imenottero, sa che bisogna mantenere il sangue freddo, ma
avere implacabile determinazione a toglierselo dai piedi, anzi di torno, perché
la sua puntura può essere fatale.
Immaginatevi allora cosa
potrebbe essere uno sciame di calabroni che attraversa un campeggio di
seminaristi, intenti a tenere una lezione di scienza sacra ad una congrega di
postulanti suore di clausura non ancora consacrate, ma novizie .
Ebbene, con un minimo di
fantasia e d’immaginazione, la questione planetaria dell’estrazione dei
minerali comuni e rari si sta avviando verso uno scenario simile a questo del
campeggio.
E forse peggio, per via che “siamo
tutti novizie e seminaristi” in questione
visto che Fe 26, Al 13, Zn 30,
Pb 82, Cu 29 tanto per nominare solo alcuni dei metalli* che soggiogati
quotidianamente ci accompagnano, e stanno richiedendo sempre più energia per essere estratti e
lavorati e riciclati.
Non nominiamo neanche
aristocratici Ga 31, In 49, e Te 52 che
per farsi trovare**,
bisogna cercarli come farebbero
spie del Mossad, tanto sono rari nella crosta, terrestre ovviamente.
Anch’essi soggiogati per
esaudire i nostri carnevaleschi lazzi, oltre ai prosaici bisogni.
Ecco allora che “Extracted” di
Ugo Bardi diventa un racconto fondamentale da leggersi, anche solo in recensione,
per chi è indaffarato con troppo sms, twittii, watsappi, e mifaccia’lbuco varii.
Almeno per rendersi conto di
quanto da essi, gli elementi della Tavola Periodica, dipendiamo se si vuole
vivere in una società ed una civiltà post-moderna neo-reticolare***.
*Fe 26, Al 13, Zn 30, Pb 82, Cu
29 cioè Ferro, Alluminio, Zinco, Piombo, Rame (Cuprum).
** Gallio, Indio, Tellurio, tutta
roba rara e preziosa per smarfoni e fotovoltaico.Di Gallio non si conoscono
miniere, bisogna cavarlo da vari fanghi anodici e costa energia.
*** Neoreticolare: E’ vero o
non è vero che siamo ormai diventati un intreccio indipanabile di reti e reti
di reti d’ogni genere?.
E, per chi non sa, non vuole,
o non gli interessa leggere, ecco qua:
http://pandemica-mente.blogspot.it/2014/06/ugo-bardi-extracted-video-sottotitolato.html
Marco Sclarandis.
Non accalcatevi, sulla scala possono salire tutti.
-10
E il Mercalli è nu brav 'e guaglione.
Marco sclarandis
Monday, February 16, 2015
Come saziano le bucce come frusciano le carte
Goffi nomi ed epitaffi
saranno scritti su lapidi modeste
credettero all'incantesimo maligno
del potere taumaturgico
del debito impagabile
con ceste di bucce di patate
torsoli di cavoli e di mele
vennero rimborsati
in anticipo si spensero
di loro si abbia compassione
da fruscìo di contante
furono storditi e vittime.
Marco Sclarandis
Postfirmapostscriptum:
E se ne sono andati il meno 13 e con oggi il meno 11.
Rifirma:
Marco Sclarandis
Sunday, February 15, 2015
La felicità del paleontologo
Saranno felici i paleontologi
gaudiosi gli archeologi del genere
industriale e multimediale pure
non dovranno scavare gran voragini
né livellare colline ed altopiani
già li troveranno fatti ovunque
foreste di pali ferrosi conficcati
viscidi di oleosa linfa fetida
abbonderanno più che a carnevale
maschere coriandoli
frittelle lazzi
ammassi di strane cose cornee e cerose
simili a pupazzi vasi e suppellettili
di lastre vetrose incrostate di centopedi
ma di regni animali incatalogabili
immersi in liquami multitossici
li impegneranno in lunghe campagne estive
quei duomi rari avvolti da leggende
in cui dentro prometeico ardore arse
li attireranno per sinistro fascino
tanto quanto quegli arcani gialli simboli
con settori circolari e teschi stilizzati
che parrebbe loro indichino pericolo
mortale
destini come questi stiamo organizzando
simili a quelli dagli scavatori attuali
già ben documentati con passione
dove vorremo andare
dove possiamo andare
quanti di noi andranno
sapendo da dove vennero
resteranno solo felci e selci
a riferire a ignoti
di quali fasti fummo noi capaci
decidere è già identico a saperlo.
Marco Sclarandis
Friday, February 13, 2015
Domani non è................il 14 febbraio?
Ascoltami gioioso cardellino
se solo tu sapessi di che razza
di ramo è quello su cui canti
i tuoi strali per attirarti moglie
non so se spariresti o tenteresti
di capire quanto noi ti siamo strani
quella spoglia branca argentea
da una liana bianca avviluppata
sì freme al vento ma è all’interno
che scorre inodore linfa elettrica
e questa porta interi mondi
cantati e recitati a folle e genti
tu allegria fattasi piume in volo
tu che di seme di cardo irsuto vivi
non immagini che razza a quale specie
noi oratori bizampe apparteniamo
io non riesco in te a calarmi
se non quando gorgheggio un brano
così senza pensiero e impreparato
all’incontro con gemellata anima
allora anche per me ringhiera grezza
pare identica ad albicocco in fiore.
Marco Sclarandis
Thursday, February 12, 2015
Faccio un'eccezione
-15 oppure -16
A seconda se il 28 è compreso o no nella conta dell'attesa.
Scalamercalli, mi piace di chiamare così il programma, sta in gestazione verso le ultime due settimane di gravidanza.
Vi dico subito che sarà ermafrodita,
come un personaggio della mitologia greca.
Nel senso che è rivolto a maschi-maschi, maschi femmine,
femmine-maschi, femmine-femmine e femmine tout court.
Quindi senza nessuna pregiudiziale nei confronti del pubblico.
Sarà anche panteistico, e chi ha orecchi sotto il turbante o il cappuccio da frate o da bonzo intenda.
Forse sarà molto democritico, nel senso che il demo sarà esortato a esercitare il senso critico, mai come ora utile e necessario.
E comunque, mi piace chiudere questa marchetta, non a scopo di lucro, ma di lucore nel tenebroso buio, con una folgorante dichiarazione del grande Groucho Marx:
"Sono partito da niente, sono arrivato a niente, ma tutto da solo".
Con la differenza, che tutti gli autori, nel senso "che hanno agito per la realizzazione di "Scalamercalli" sono:
"Partiti da tempo, non sanno dove arriveranno, ma in ottima compagnia".
http://www.scalamercalli.rai.it/dl/portali/site/articolo/ContentItem-99aaef01-73f2-4c4e-8eb2-f84af905a886.html
Marco Sclarandis
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