Tuesday, July 7, 2015

Tragedia greca


Tragedia greca

Quando sarà passata l’euforìa del referendum, dove hanno vinto i no alle proposte dei creditori della Grecia per risanare il suo debito, ricomincerà la farsa che riporterà
prima alla commedia, poi di nuovo al dramma e infine ad una nuova tragedia.
A meno che, il popolo greco, che di opere teatrali se ne intende e da lungo tempo,
non insceni uno spettacolo che da decenni alcuni oracoli hanno augurato all’umanità intera, ma che essa ha ottusamente rifiutato di rappresentare.
Di che cosa può vivere un popolo stanziale su di una terra che potrebbe ospitarne uno dieci volte più piccolo?.
Di commercio, naturalmente, ma il commercio su che cosa si fonda?
 “Sulla merce” !  direbbe Monsieur de Lapalice.
Ed è qui che molti asini cascano, appena si accorgono di non essere dei Pegasi alati.
Che la merce procuri denaro è una cosa buona e giusta, ma che il denaro procuri la merce è una cosa infida e pericolosa.
Per il semplice fatto che il denaro è un simbolo, mentre la merce è roba.
La roba non è necessariamente tangibile, misurabile e quantificabile, perché chi sa parlare correntemente sette lingue non pesa necessariamente di più di chi ne parla solo una, né è più alto di statura, né vale una somma di denaro che è possibile stabilire in modo univoco.
Finchè il denaro era coniato in monete di metallo più o meno raro e pesante, esso aveva una ragionevole identità con la roba, ma quando le banconote hanno preso il sopravvento è iniziata un’epoca dove gli esseri umani hanno cominciato a credere d’essere 
Dei di un Olimpo.
Alcuni più di altri, ovviamente.
Se un tizio qualsiasi riesce a convince la gente qualunque che un pezzo di carta 
con la sua firma apposta in seguito ad una promessa, vale quanto una pagnotta 
o una villa sulla scogliera, il gioco è fatto.
Purtroppo il mortale che s’è fidato incautamente, rischia di non ottenere né la villa e nemmeno la pagnotta, e se è proprio ingenuo oltre ogni rimedio, di dover lui stesso fornire, anzi infornarne una e sentirsi dire che è solo per misericordia dell’olimpico tizio che non sarà costretto a sgobbare per un tozzo di pane, nella villa di lui, fino alla consunzione.
Ecco perché il denaro è pericoloso anche più delle sostante altamente psicòtrope.
Perché ne è la quintessenza stessa.
Perché con una ingannevole facilità riesce ad illudere quasi tutti che tutto sia reversibile ed interscambiabile, creabile e ricreabile illimitatamente, cosa che è falsa nel modo più assoluto.
E’ solo una stupefacente apparenza che le cose del mondo lo siano.
Proprio un greco disse “Panta Rei” , tutto scorre, con tutte le implicazioni che questa frase contiene.
Ed una di queste, una delle più importanti, è che tutto si trasforma, e che trasformatosi, solo una parte sarà com’era prima, e che nulla si trasforma indipendentemente da tutto il resto.
Il denaro, che potrebbe anche fare a meno della carta per esistere, se la parola data fosse più solida del più solido dei metalli pesanti, non sfugge a questa ineluttabile caratteristica del mondo intero.
Chi se ne dimentica è un imbecille, un pazzo o un malvagio, e a volte anche le tre cose insieme.
Allora, che cosa può scambiare la Grecia, anzi il popolo greco, con il resto del mondo per vivere sulla sua terra, senza suscitare ira ed invidia in chi ne abita un’altra?.
Oggi, non nel mitico passato, oggi che tutta la Terra abitabile è abitata e che tutto quello che toccano i vari Re Mida diventa merce destinata a finire in spazzatura in pochi minuti, o poche ore o se va bene, ma proprio bene, qualche anno?.
Se l’Ellade ha qualcosa da dirci che non ha prezzo, ma inestimabile valore,
è che ogni cosa ha un suo limite intrinseco, e che la dismisura porta alla morte anticipata ed ingloriosa, nella maggior parte dei casi.
Quanto vale questo insegnamento?
C’è qualche ragioniere che saprebbe tradurne il valore nelle valute in corso sul pianeta terra?.
C’è ma forse dovrebbe fare un pellegrinaggio a Delfi, per dare una risposta sensata.

Marco Sclarandis.

2 comments:

  1. "Allora, che cosa può scambiare la Grecia, anzi il popolo greco, con il resto del mondo per vivere sulla sua terra, senza suscitare ira ed invidia in chi ne abita un’altra?" allo stato attuale della faccenda, e date le mie scarse capacita' intellettive, direi "bastonate".

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  2. La realtà è a volte più strana di quanto appare:
    la Grecia riceverà dai barbari 2500 e passa tonnellate d' oro, sotto forma di euro (al cambio odierno; le fluttuazioni future sono imprevedibili o per lo meno nessun matematico le ha mai rinchiuse in equazioni inossidabili) scambiandole con dei pezzi di carta con delle scritte in greco (ossia leggi o riforme di alcune leggi precedenti).
    Ma anche la materia metallica rivela delle sorprese. La credenza che il denaro sotto forma di moneta lucida e pesante abbia o avesse una ragionevole identità con la roba è persistente ma del tutto aleatoria. Possiede lo stesso valore simbolico delle conchiglie marine utilizzate in sua vece in tempi ancora più antichi o da popoli dalla vita meno complicata di quella nostra e dei nostri antenati.
    Ed incolpare un simbolo dell' avidità e della stupidità delle menti che lo utilizzano obnubilate dalla sua pervasività non è un ragionamento che vale poco, piuttosto è un ragionamento apparente.

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