Wednesday, December 9, 2015

L'imitazione del resto

Limitazione del resto.
Tra il titolo e l'icipit di questo post c'è solo una piccola differenza. Un apostrofo.Che tipograficamente è solo una virgola che libra capovolta tra due parole.
Nel parlato può essere difficile distinguere le due frasi, se non si considera il contesto del discorso in cui sono pronunciate.
Ma alla fine questa coppia di frasi foneticamente identiche contiene solo tre parole chiave.
Volendo giocare con le parole, gioco talvolta pericolosissimo ma altrettanto irresistibile, una parola chiave,una parola porta, ed una parola serratura.E l'insieme dà accesso ad un mondo intero, più che ad una stanza.
Poi , se uno ha abbastanza immaginazione può pensare ad una "Wunderkammer" *e vedere la stanza come se fosse anche un castello intero.Limitazione, imitazione e resto.Ecco le parole che ho fatto materia da fabbro.
Anche qui, fabbro, è quanto mai parola appropriata.
Siamo ormai orda di fabbri scatenati .Ne senso lato della radice etimologica del termine.
Gente che fa,  che fabbrica, che fa fabbriche che ne alimentano altre che poi ne alimentano le prime.In circoli ormai disastrosamente viziosi, non in sè e per sè, ma perchè ogni cosa ha un limite.
Appunto riecco la limitazione scrocchiare nella serratura che serra o apre la porta.E, ma io n c'entro, perchè le parole non le ho inventate io, se no non sarei a scrivere queste cose, ecco la parola serra da cui l'effetto omonimo.
Potrei perdermi in un aracnideo labirinto di significati, ma non voglio.
Parto invece da questo nodo doppio e dai suoi intrecci con gli altri.
Limitazione del resto , L'imitazione del resto.

Che cos'e questo resto? Dipende da chi lo pensa. Nel mio pensiero, ora è la vita terrestre in tutte le sue forme.
Lo chiamo resto perchè da molto tempo noi umani ci consideriamo un intero, un conto a parte,e tutti gli altri esseri viventi, 
pur contribuendo alla somma della Vita sono una specie di parte frazionaria , un avanzo, qualcosa che sottostà a noi.
Di fatto, tutti i fatti , gli indizi che sono in realtà prove e pesantissime pure, mostrano che noi umani siamo giunti per ultimi qui sulla Terra.
Ma stiamo facendo di tutto per uscirne primi o comunque presto, appunto limitando la vita degli altri, 
quelli che non sono specie umane.
Anche quella degli altri come noi, sia chiaro.Una sorta di nazi-onanismo planetario.
Se vogliamo stare qui ancora  a lungo, locuzione che è difficile da quantificare, perchè lungo riferito al tempo può portare a discussioni interminabili,dobbiamo in brevissimo tempo, una generazione, trovare un equilibrio tra imitazione e limitazione di ogni cosa resti, avanzi, residui e a parte compresi. 
Noi maneggiamo tempi che vanno da quello di Max Planck, 10^−43 secondi fino alla interminabile  vita presunta dei protoni, 
10^33 anni, ovvero 10^76 in istanti di Planck.
Ed ammiriamo i 10^60 istanti di Planck finora ticchettati da un ipotetico inizio dell'universo osservabile.
Purtroppo dobbiamo fare i conti con un misero, anzi inferiore a 10^5,  metri quadri pro-capite 
per quanto riguarda lo spazio terrestre in cui viviamo.
Anche lastricando di condomini e di grattacieli, savane, deserti e paludi quel dieci alla quinta non raddoppia nemmeno.
Figuriamoci far salire di una entità quell'esponente.Praticamente impossibile, e per varie e molto prosaiche ragioni.
Se, e lo abbiamo sempre fatto e questo va a nostra discolpa, perfezionassimo l'imitazione degli altri dai più nanoscopici a quelli giganteschi, e di esempi ne abbiamo a decine di milioni, in varietà che in quantità è un numero anch'esso rappresentabile in modo pratico solo con la notazione esponenziale, potremmo affrontare adeguadatamente questo particolare passaggio 
da 10^ 9 alla 10^ 10 , cifre riferite alla possibile prossima popolazione umana sulla Terra.
Noi siamo qui e siamo in tanti anche in virtù del sacrificio di inimmaginabile orde di esseri viventi d'ogni genere e specie, nel senso proprio zoologico del termine.
E siamo quello che siamo, esseri con una mente praticamente insaziabile, senza apparente ragione.
Anzi, per quale motivo l'universo visibile, sostanzialente fatto di vuoto, sebbene il vuoto non sia il nulla, ci ha stipati su di una sfera così limitata?
Chi vuole credere che presto o anche tardi conquisteremo le vastità cosmiche, siderali, deve fare due conti sul retro d'una busta, 
e considerare che si tratta di fede nella scienza, ma sempre di fede si tratta.
Concludo proprio per la consapevolezza che ogni cosa è limitata oltre che imitata, sapendo che esiste un famoso scritto da cui ho parafrasato il titolo di questo post. 
Scritto interessante per chiunque, che creda nell'assurdo, nel razionale, nel logico, nel paradossale 
o che semplicemente è assai probabile che domani sorga di nuovo il Sole.

 Si trova anche a questo indirizzo: http://www.maranatha.it/Testi/TestiVari/Testi1Page.htm


* "Wunderkammer" * letteralmente camera, stanza delle meraviglie.

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