Wednesday, December 2, 2015
Rimedioevo-oveoidemiR*
Questa è l’introduzione ad un libro di versi dal titolo omonimo
Un noto cantautore italiano, non più giovinetto, nonostante il nome d’arte che s’è dato, in una intervista
ancora recente ha detto che quando si sposta
da un luogo all’altro per i suoi concerti, la Terra vista dall’alto gli appare disabitata.
La sua sensazione sarà sicuramente vera, ma la realtà è falsa.
Nel senso che la Terra è abitatissima e di ospiti che cercano di fare di ogni cortile il proprio Giardino dell’Eden, non potendo farne un Regno dei Cieli.
Tra quegli ospiti, quelli maggiormente indaffarati in questa tragicomica perenne ristrutturazione ci siamo proprio noi.
Tutti noi umani.
Ovunque poniamo lo sguardo e mettiamo le mani, però, è ormai un continuo scoprire leggi e limiti che contrastano con le nostre mire imperiali.
Inoltre è sempre più evidente che abbiamo già commesso parecchi errori
i quali occorrerebbe riparare e anche alla svelta.
Se quello in corso sarà un secolo e forse un millennio dove aggiusteremo
le cose o un evo dove ci adatteremo a sopravvivere tra i rottami di un glorioso passato, dipende da quanti sono convinti e si convinceranno
che rimediare ad uno sbaglio è più regale che illudersi di raggiungere il dominio della perfezione.
I versi che seguono vi raccontano come sono arrivato a questa temporanea conclusione.
Questo invece il mio pensiero odierno, scaturito da una domanda posta da Ugo Bardi:
“Che cosa ne pensate di questo”:
riferito a questo:
http://www.mission-innovation.net/
http://www.breakthroughenergycoalition.com/en/?WT.mc_id=11_29_2015_16_Announcement_BG-TW_&WT.tsrc=BGTW
Il pensiero odierno:
Io ormai spero solo che la gente creda al miracolo. Perchè se un miracolo si sta compiendo, ma la gente non ci crede, è come se non si compisse.
E credo che fisicamente il miracolo possa avvenire. Non credo che i miracoli siano delle violazioni ad hoc delle leggi fisiche, ma siano eventi rari ma reali e possibili che fanno gridare al miracolo solo a causa della nostra ignoranza del mondo fisico.
L’intreccio quantistico, l’effetto tunnel, sembrano magie, prodigi, miracoli, masono eventi reali e in un certo senso ordinari. Forse un Lucrezio, un Leonardo, un Archimede, dopo un iniziale sconcerto li avrebbero poi considerati per quello che sono, fisica, meravigliosa , ma fisica. Certo che organizzare tutto di modo che, per sventare una sciagura occorra proprio un miracolo mi pare il massimo della malvagia superstizione.
E’ ciò che stiamo facendo da decenni, non da stregoni apprendisti, ma da maghi di lungo e detestabile corso.
Credo che questo decalogo incompleto, deriso, frainteso e sciattamente divulgato da soloni, predicatori, e agitatori di popolo sia quanto di meglio per far apparire il miracolo su questa sventurata Terra.
Onore e merito a Serge Latouche:
Rivalutare. I valori sono diventati vuoti simulacri, sostituiti da megalomania individuale, egoismo e rifiuto della morale. Occorre rivendicare valori come l’altruismo, la collaborazione, il piacere, il locale.
Riconcettualizzare. La mancanza di valori dà luogo ad una visione diversa del mondo. Occorre ridefinire concetti come la ricchezza/povertà, la rarità/abbondanza distinguendo gli elementi reali da quelli di creazione artificiale.
Ristrutturare. Adeguare l’apparato produttivo e i rapporti sociali al cambiamento dei valori.
Ridistribuire. La ridistribuzione delle ricchezze e delle risorse ha un effetto positivo sulla riduzione del consumo, per due fattori: ridimensionamento del potere dei consumi del Nord e diminuzione dello stimolo al consumo vistoso.
Rilocalizzare. Segue il principio del “think global, act local” per il quale occ orre produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari ai bisogni delle popolazioni.
Ridurre. Ridurre non significa necessariamente tornare indietro.
Significa limitare/eliminare il sovraconsumo ed abbattere gli sprechi. La riduzione noncoinvolge solo le risorse, ma anche aspetti sociali come il tempo dedicato al lavoro.
Riutilizzare/Riciclare. È necessario ridurre lo spreco, combattere l’ obsolescenza delle attrezzature e riciclare rifiuti non riutilizzabili.
Riconoscere la necessità del cambiamento, questa l’aggiungo io, ma questo dovrebbe essere il primo comandamento.
• Non avevo sottomano il modo per rovesciare a specchio una parola.
Marco Sclarandis
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