No non si rifulge come stelle nella notte
si salta e si rosicchia come tarli cavallette
per avidità di mete raggiunte e oltrepassate
ci vorrebbe per noi un globo illimitato
per quel paio frontale lobo cerebrale
che ci spinge a sfrenato desiderio
tanto grande da apparire vasto piano
allora per un tempo lungo sebbene limitato
riusciremmo ad acquietarci ad esultare
tu prenditi quello spicchio della torta
grande tanto quanto riesci a misurare
lui si ritagli tessera da incastro
con la forma che gli pare affine
lei abbia arcipelago e barriere
di coralli colorati a profusione
e loro invaghiti d'antri di un Vulcano
prendano lande dove si perda il rombo
i fumi di carboni e di metalli fusi
noi vorremmo spazio per la zecca
dove coniare medaglie monete stemmi
da vendere per divertimento ai pellegrini
anche voi sarete accontentati tutti
io non so dirvi come ma son certo
che nessuno inveirà sotto le intemperie
e patirà sete sotto il Sole.
Post scriptum:
ci vorrebbe per noi un globo illimitato
tanto grande da apparire vasto piano
Rileggendo a due giorni di distanza questi due versi non
consecutivi,
m'è sembrato di aver scritto una cosa illogica.
Più logico sembrerebbe questo:
ci vorrebbe per noi un vasto piano
tanto grande da apparire globo illimitato.
Invece era tutto giusto come nell'immagine da cui i versi
sono scaturiti:
Più una sfera, quindi un globo, s'ingrandisce, più la sua
curvatura s'appiattisce, quindi l'orizzonte è un vasto piano, appunto.
E inoltre illimitato non è perfetto sinomimo di infinito.
Infatti la superficie di una sfera, proprio topologicamente
parlando, è illimitata ma non necessariamente infinita.
Grazie per l'attenzione.
Una delle risorse più scarse e limitate, di questi tempi.
Marco Sclarandis