Una
volta, parlando a “France Info” Charb aveva spiegato che la caricatura
permetteva di «sublimare la violenza: chissà cosa saremmo diventati
senza la matita».
E agli islamici che lo accusavano di essere blasfemo,
aveva risposto, spiazzandoli: perché non fate una rivista satirica
contro di noi, i laici?
Nel settembre del 2012 un uomo era stato arrestato a La Rochelle perché aveva esortato, da un sito jihadista, a decapitare Charb. Ma lui, se anche avesse potuto immaginare la sua fine, avrebbe probabilmente ripetuto ciò che aveva detto nel 2012 in un’intervista:
«Non ho paura delle rappresaglie. Non ho figli, non ho una moglie, non ho un’automobile, non ho debiti. Forse potrà suonare un po’ pomposo - aveva concluso -, ma preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio».
Tratto da "Il Corriere" di oggi
Marco Sclarandis
E' una bella frase ma in fondo consolatoria.
ReplyDeleteIn effetti essendo assai ignoranti non sanno un monte di cose
ma una piccola la sanno
o credono di saperla:
di non aver nulla da perdere.