Monday, November 30, 2015

R: Re: [postpicco] Guardando il collasso della Grecia, negli inviolabili limiti alla crescita (luglio 2015)

Semplicemente, si fa per dire, credo che il carbocene o carboevo, comunque lo si voglia chiamare
stia vivendo la sua senilità, che precede la morte.
Noi umani abbiamo sempre e da sempre cercato di superare limiti d'ogni genere, perchè è la nostra natura.
Quella intima, irriducibile, insurrogabile.
La differenza tra noi ed una muffa, come quella che tramuta un'arancia in una verdognola e vellutata palla da golf è che una mela che vi stia accanto non ne viene attaccata.
Sarà attaccata dal marciume magari, e da dentro.Ma non da quell' armata di funghi microscopici agrumofili.
Noi invece vorremmo trasformare quello che è interno ed esterno a noi, in senso lato,tutto, reciprocamente.
E' come se le muffe degli agrumi volessero fare ammuffire qualsiasi altra frutta, e non solo, potendo, fare arrugginire qualsiasi metallo, corrodere qualunque pietra..
Se così stanno le cose, allora nessuna fonte energetica o mineraria può aiutarci a superare questo momento critico.Tantomeno se solo finanziaria ed economica.
Se la Terra fosse piatta ed infinitamente estesa ed il suo sottosuolo illimitato e colmo di tutti gli elementi della tavola periodica, ci sarebbero alcune parti della soluzione alla nostra insaziabile avidità.
Ma, a parte quello relativo al cielo dove sarebbe difficile trovare un posto al Sole, di modo ché splenda egualmente per tutti e si ritiri per la notte, rimarrebbe quello della vita perenne se non eterna.
Chi vorrebbe davvero vivere con un solo ed immutabile corpo, quello ricevuto in sorte alla nascita?
E se anche volesse cambiarlo, quanta conoscenza occorrerebbe per farlo?
Non mi dilungo, ma per poco che uno ci pensi, stiamo assistendo alla fine  di un mondo, quello dove
avevamo messo i limiti insuperabili del di qua, in un al di là, e lì i limiti che nella vita ci angustiano sarebbero stati superati, anzi non si vedrebbero nemmeno come tali.
Attraversare le mura di una fortezza con le proprie sembianze.Cosa fattibile con le onde radio, televisive nella sottospecie.Ho detto sembianze, non carni ed ossa.
Quando dico che quest'epoca è un momento trascendente, intendo dire che appunto qualsiasi limite ,siccome non può essere superato, deve essere trasceso.
Il che è difficile da spiegare, almeno tanto quanto lo sono i fenomeni quantistici, che per la loro natura sembrano appartenere al mondo della magia, più che a quello della scienza.
L'entanglement valga per tutti.L'intreccio quantistico.
E combinazione proprio ora, da nemmeno mezzo secolo, è stato scoperto e dimostrato essere assolutamente reale.
Ma congetturato prima e ritenuto cosa assurda.Da menti come quella di un Albert Einstein, mica del Mago Otelma.
In esso, l'ntreccio, s'annida un limite, comunque.
Nessuna informazione può essere trasmessa con questo fenomeno in modo istantaneo se non quella che avviene tra le due particelle intrecciate.
E non si può assistere a questo fenomeno, quando le particelle sono molto numerose, se non a condizioni molto speciali, come a temperatura prossima a quella minima possibile, perchè instantaneamente l'intreccio svanisce per lasciare il posto a relazioni fisiche meno magiche e molto materiali.
Il collasso della funzione d'onda, un evento tanto deterministico quanto probabilistico in un modo assoluto.
Qualcosa che sembra provenire dal regno degli dei d'un Olimpo.
Credo che una mente come quella di Archimede, o quella di un Giordano Bruno abbiano almeno per intùito, fulmineamente, captato cose che a noi appaiono quotidianamente ordinarie.
Noi le vediamo, ma ci trastulliamo con azioni da esseri invertebrati.Con una coscienza di sè appena rilevabile.
E' desolante vedere la pusillanimità di alcuni condottieri del mondo.
E l'avarizia d'animo di folle immense, che se solo decidessero d'intrecciarsi con lo scopo di mantenere
una vitale coordinazione per tutti gli esseri coinvolti, le genti della Terra, sarebbero in grado di cambiare istantaneamente le cose.
Potere sciupato invano sia in alto che in basso.
Sofferenza sparsa come granaglie fra roccie perennemente congelate.Mieli versati in mare.
Ad una scala enormemente più grande, sembra che la sconcertante e magica bizzaria del mondo submicroscopico stia manifestandosi sulla Terra.
Varrebbe la pena di prestarvi attenzione.
Molti limiti non sono stati nemmeno sfiorati, e in quesi spazi c'è posto per molti animi coraggiosi.

Marco Sclarandis

Friday, November 27, 2015

Hai comprato un biglietto?



     Pingo!

La prima lotteria al mondo dove se vinci 

paghi per tutti quelli che  hanno perso.

(non ci sarà da annoiarsi, c'è da scommettere.)
 

Per chiarimenti e regolamento vai al :

 www.ugobardi.blogspot.it/2015/11/pericolo-di-esplosioni-di-metano-nella.html



Dueci e ciodue



2C°&CO2 400ppM 40Mton arscbn



Dueci e ciodue. Quattrocento pipiemme quaranta megaton arsidicarbon

Non è neolingua.

E' in sintesi il concetto che descrive l'attuale clima terrestre.
Decrittato:
Siamo giunti a quattrocento parti per millione in volume di biossido di carbonio in atmosfera.
Questa è la parte centrale del messaggio.
 A sinistra, il sinistro presagio.
Ovvero, come minimo ci tocca un aumento di due gradi centigradi o Celsius come preferite, della
temperatura media terrestre.E non tra dieci secoli, solo mezzo.
A destra il maldestro uso di combustibili fossili, tutti contenenti il sesto elemento, uso consistente nell'ardere 40, quaranta miliardi di tonnellate annue di sostanze che lo contengono.

A buon intenditor poche parole.

P.S.per i sordi:


Dite a chi non vuol sentire che due gradi di calura sono una sciagura.

Ringrazio Ugo Bardi per l'ispirazione del presente post.

Per chi ama leggere, approfondire, e capire:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/27/cambiamenti-climatici-in-attesa-della-cop21-breve-riassunto-della-situazione/2256472/

Marco Sclarandis




Thursday, November 26, 2015

Alessandro, nell'ortobotanico interiore

Mai l'ho visto a tu per tu
nè sentito per smarfone
via web sat televisione
ho l'effigie in formato francobollo
ingrandibile fino a formato protocollo
più che altro una foto per l'identificazione
in compenso ho avuto molteplici contatti
scintillanti come quelli intercorrenti
tra una dinamo ed un accumulatore
sovente penso a quei sei gradi
quelli detti di separazione
onde per cui tutti siamo collegati
ad Alessandro, quello Magno e quelli
omonimi ma di magnitudine inferione
e guardo ai fili all'intrico di circuiti
su cui è stampata la nostra relazione
fatta di botte e di risposte innocue
scritte sullo schermo d'elementi
d'elettronica pittura evanescente
non è amico conoscente e men che meno
un passante un perfetto sconosciuto
è un presente ora entrato
nell'ortobotanico interiore
dove a volte spunta un'erba nuova
e ci induce ad aspettare
almeno fino a quando sbocci in fiore.


Marco Sclarandis

Del gridare al miracolo

Quando i miracoli avvengono un po' troppo spesso, allora vuol dire che forse erano qualcos'altro.
Forse, anzi di sicuro, abili trucchi da bisca clandestina.
E' da più di quarant'anni che schiviamo collassi di varia natura, che sia politica, sociale, economica, culturale e colturale o d'altro genere, fa lo stesso.
Ora ci sono tutte le condizioni per collassare in modo catastrofico.
Se ciò non avvenisse a breve, sarebbe davvero un miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo, forse dovrei dire un prodigio, per deviare dal binario morto
sul quale stiamo correndo senza freni.
Ma, credo che sia meglio fare innumerevoli umili gesti per ottenere la magia di una salvezza collettiva, coordinandoci come gli stormi di migratori, o atomi eccitati di cromo in un rubino,
lasciando perdere ogni desiderio d'evangelizzazione missionaria della propria fede,
e dichiarando piuttosto quella nei propri desideri ed intenzioni.
Vuoi sul serio vivere anche cent'anni e in pace? Dillo!
Vuoi invece vivere credendoti re della foresta urbana e suburbana? Dillo,
ma non fingendo che desideri la rivoluzione, che tanto, di camaleonti ne conosciamo abbastanza
da esserne quasi degli esperti.
Tra cinque anni potrebbero esserci un miliardo di morti soprannumerari, ovvero eccedenti quelli che l'ordinaria sorte prescrive.
E allora?
Succede!
O no?
O succede se facciamo quasi tutto il necessario perchè succeda?
E avendolo fatto, poi perchè stupirci dell'atteso risultato?
Ma, perchè sprecare parole al vento quando è in arrivo un uragano?
Perchè ci piacerebbe mandarlo indietro con un miracoloso "Vade retro!"
Ma è meglio urlare "Vieni nel rifugio!", se lo si è preparato, ovviamente.
Ci vuole un poco più di fiato ma potrebbe essere un buon investimento.

Marco Sclarandis

Wednesday, November 25, 2015

Della complessità-Vita d’un commesso viaggiatore






Della complessità-Vita d’un commesso viaggiatore

Leopoldo, immaginiamolo con questo nome, vende lampadine.
A domicilio. Forse anche altra varia merce, per arrotondare.
E’capace e nei lunghi bui del suo paese nordico prepolare
non mancano clienti, sebbene siano problematici.
Sparsi come uvetta in panettone, visitarli tutti implica fare molta strada.
E allora bisogna cercare il modo di ridurla all’essenziale.
Questo, ingannevolmente, è uno più difficili problemi che mente umana abbia da risolvere.
Uno dei più esemplari, alla vita reale collegati.Con trame sorprendenti.
Collegato per esempio con quello dei telefoni, che in fondo sono strade percorse da vetture
fatte di voci da mandare alla dovuta destinazione.
Il primo dei clienti, ancora il solo, è solo una questione di se e quando partire per la vendita, tentata.
Col secondo idem, solo di decidere quale incontrare prima.
Con il terzo l’insidia comincia ad insinuarsi
Basta disegnar le vie per rendersene conto.
Siamo di fronte a infiniti quadrilateri e triangoli, a meno che per raro caso
non abitino tutti sulla stessa dritta strada.
L’ingenuo può pensare, che una cinquina o una decina facciano poca differenza.
Per svegliarlo da illusione basta mandarlo a spasso, come procacciatore.
Cento persone a cui vendere, lampadine, scope o vettovaglie, cosa sono.
Di certo non una multinazionale da condurre.
Un lavoro da semplice commesso viaggiatore.
Ma in realtà è un problema che esplode fulmineo in una nube di soluzioni approssimate .
Magari molto simili alla miglior di tutte, ma questa, imprendibile
come un gatto del Cheshire, o come quello di Scrodingher, dall’apparente salma tramortita
in una scatola  inoculata di radio e di veleno.
Tantissimo buon senso deprivato dell’unica, e forse anche inesistente, perfetta divina soluzione.
Ma all’orgoglio d’Adamo ed Eva ammirazione, indispensabile.
Ad Oslo, Reykjavik, Vladivostok, il rovello non si pone.
Il tempo perso per il calcolo del tragitto minore in assoluto
vale molto meno di quello sprecato a farne uno più lungo.
Una sfida alla casalinga intuizione.
Solo nella labirintica mente matematica, mostruosa struttura imparentata con
l’ungherese cubo colorato, il dilemma regna sovrano e intatto.
Così è la Vita, del solitario passero in cerca di granaglie.
Del commesso in grisaglia, per quotidiani affari.
Complessa oltre umana immaginazione, compressa in due bracciate d’ossa e di pelliccia.
Già a partire da creature paghe e sazie, di vivere a miriadi sulla capocchia anzi punta,
d’uno spillo.
Guarda la volta celeste all’imbrunire, fino a che non diventi notte.
Non sono così nemmeno tante quelle tremolanti luci, nemmeno una miriade, ai nostri
limitati occhi.
Ora immaginati Leopoldo diventato cosmonauta, a vendere tendine da metter alle finestre,
cosi’ che la riservatezza diventi un valore universale.
Con limitato carburante, da filosofico il problema si fa algebrico, teleologico, forse irrazionale.
Con sgomento potremmo dire indecidibile.
I sentieri trascendenti, nella mente degli umani, brillano di bave di lumache.

Marco Sclarandis
















































Tuesday, November 24, 2015

Scimitarra e ruggente panoplia



Disse il Califfo al Signorotto
ho fatto un brutto sogno per davvero
te lo racconto siccome sei mio amico
sai tu che vaneggi di grandezze
per il tuo feudo che diventi marchesato
ho visto una folla esagitata
scaldarsi davanti ad un altare
strano perchè inchinarsi con ardore
di fronte a due stipiti e una lama
che viene alzata ed abbassata
mi pareva spettacolo noioso
del rito poi ho capito il senso chiaro
a monarchi e corte si toglieva il capo
per una ragione intuitiva forse
avevano semplicemente esagerato
in feste e gozzoviglie da plebaglia
e a questa avevano la sbobba lesinato
non so che tempo fosse e dove
accadesse il cruento fatto
sventolava una bandiera strana
solo tre colori anzi due
che bianco non lo dovrebbe essere
svegliatomi  vedendo un drappo nero
senza riuscire a leggerne le scritte
turbato ho fatto colazione
m'è parso di capire tutt'è due
risorgeremo in comuni terre
io con l'usuale scimitarra
tu con d'armi ruggenti panoplia
e dover a sangue ultimo combattere
per cosa poi non riesco
non riesco proprio a immaginare.

Marco Sclarandis