Thursday, November 7, 2013

Hic et nunc sic et simpliciter

Disse il moscerino alla farfalla
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.

Marco Sclarandis

Wednesday, November 6, 2013

Hic et nunc sic et simpliciter

Ecco che cosa sapevamo fare nel Cinquecento,
risolvere finalmente l'equazione cubica generale 

e darne la soluzione in versi:

(ora siamo semianalfabeti di ritorno e sbraitiamo farinculo senza risolvere niente)

Quando che 'l cubo con le cose appresso
x3+px
Se agguaglia a qualche numero discreto
= q
Trovami dui altri, differenti in esso.
u-v = q
Dapoi terrai, questo per consueto,    
Che 'l loro produtto, sempre sia eguale
u·v =
Al terzo cubo delle cose netto,
(p/3)3
El residuo poi suo generale,
Delli lor lati cubi, ben sottratti
radcub(u) - radcub(v)
Varrà la tua cosa principale.
= x
In el secondo, de cotesti atti
Quando che 'l cubo, restasse lui solo
Tu osserverai quest'altri contratti,
Del numer farai due tal part'a volo,
Che l' una, in l'altra, si produca schietto,
El terzo cubo delle cose in stolo
Delle quali poi, per commun precetto,
Terrai li lati cubi, insieme gionti
El cotal somma, sarà il tuo concetto.

El terzo, poi de questi nostri conti
Se solve col secondo, se ben guardi
Che per natura son quasi congionti.
Questi trovai, et non con passi tardi

Nel mille cinquecent' e quattro e trenta;
Con fondamenti ben sald' e gagliardi
Nella Città dal mar 'intorno centa.

                                                Nicolò Tartaglia

 

Ringrazio: quipo.it/base5/poetico/tartagliac.htm dove trovate un testo originale.

Marco Sclarandis

Monday, November 4, 2013

Preparatevi a mangiare meduse








IL CASO
di ALICE GUSSONI

Mediterraneo, pesce verso la scomparsa
fra fermi inutili e miliardi gettati al vento

ROMA - I dati parlano chiaro: il 95% degli stock ittici del Mar Mediterraneo è a rischio, minacciato dal sovrasfruttamento e senza possibilità di recupero, a meno che nei prossimi 5 anni lo sforzo di pesca non diminuisca almeno del 45-50%. Ci si prepari quindi a mangiare meduse, perché sembra che solo quelle siano in aumento, mentre i pesci comunemente venduti al mercato, sogliole e merluzzi in primis, nelle reti sono sempre meno e di taglia sempre più piccola.



 http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2013/10/21/news/pezzo_principale_pesca-69068407/?ref=HREC1-2

Hic et nunc, sic et simpliciter.




L'ora sesta


Dall'ora sesta si fece buio su tutta la terra fino all'ora nona.
Matteo, 27,45

E’ in atto la sesta grande estinzione planetaria.




Non lo dico io, che, non ho titoli per pontificare.

Ma chi da decenni studia la biosfera.

Edward Osborne Wilson, tanto per citarne uno.




Solo che in cima alla lista delle specie estinguentisi, ci siamo noi.




Non sembra perché siamo in aumento.

L’ultimo prima del tracollo.



Quant'è bella giovinezza,
Che si fugge tuttavia!
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non v’è certezza.



canti carnacialeschi



Lorenzo detto il Magnifico.



Appartenente alla dinastia dei Medici,

nato a Firenze il primo gennaio 1449 e ivi morto il nove Aprile 1492

è stato un politico, scrittore, poeta,mecenate, umanista italiano.

Signore di Firenze dal 1469 alla morte, membro dell’Accademia neoplatonica, 
Lorenzo fu uno statista ed intellettuale tra i più rilevanti del Rinascimento.

Marco sclarandis


Thursday, October 31, 2013

Come rendersi ridicoli con un singolo, semplice paragrafo



Da "La Stampa" del 29 Ottobre 2013                        


"Varvelli che insegna sistemi produttivi e fabbisogno energetico nel dottorato del Politecnico, però, se la prende con quelli che definisce i «professionisti del catastrofismo» perché non c’è niente di più falso che affermare «che la terra non ha più risorse e che presto andremo al collasso». Varvelli vuole offrire un punto di vista più «rassicurante» di un futuro. Ad esempio ci sono le fonti energetiche rinnovabili che, appunto non hanno fine» ma anche quelle non rinnovabili avranno tempi «di vita molto lunghi (oso dire anche per essi infiniti)». "