Se avete dell'Ellade
derisa ed ingannata
necessità dei soldi
con l'usura estorti
paura della morte avete
se preferite avere
più schiavi che degli amici
è perchè siete voi anime incatenate
se ragione a pretendere vi ostinate
significa che temete di non averne
se dalla Storia ancora non imparate
e di lezioni ne avete apprese
forse non siete astuti
quanto voi apparite
lasciate ai grifoni rapaci grinfie
ai leoni fieri e feroci artigli
alle iene ai lupi forti affilate fauci
alle termiti ai bruchi ostinazione
ché loro saggiamente adoperano
se ritenete d'avere mani invece
d'essere ancora umano
e non di automi uncini
apritele vi conviene.
Marco sclarandis
Friday, July 3, 2015
Saturday, June 27, 2015
Mai ignorare queste due madame.
Cortesia Graziano De Rossi www.grazianoderossi.it
Chi conosce un minimo di fisica sa che lo stato liquido assomiglia in un certo senso ad un alveare, d’inverno, dove le molecole prendono il posto delle api.
Io non direi mai che la memoria dell’acqua dell’acqua non possa esistere, perché non credo che sia stata ancora provata contro ogni ragionevole dubbio la sua inesistenza.
Ma dove possa risiedere questa memoria è difficile da capire.
Intendiamoci, una robusta e durevole memoria.
Per ora, se questa esiste, sa come nascondersi molto bene in quel piccolo triangolino atomico che è la sua molecola.C'è chi crede d'averla pure fotografata attraverso i suoi cristalli, associando mosaici esagonali, trine ed arabeschi ad avventure gloriose o meschine, prosaiche ed eccezionali, ma aleggia in queste interpretazioni più magia che scienza comunemente intesa.
Adesso però, preferisco parlare di un numero che potrebbe illuminare la mente di molti di quelli che sono disposti a credere a vari generi di cose miracolose.
Ma il 1729 non è un cubo.Non di un numero intero (e positivo).
In altre parole nel mondo matematico se due mucchi di cubetti sembrano identici,
La differenza tra la fisica e la matematica potrebbe essere mostrata allora giusto con questa proprietà del numero 1729, di essere la somma di due cubi in due modi diversi e per giunta la più piccola possibile, con numeri interi (positivi).
Per nostra fortuna pare che esistano gli atomi, dico pare, perché gli atomi sono comunque costruzioni matematiche per capire il mondo, ma siccome siamo riusciti a misurarli abbastanza bene, il trucco delle scatole può ingannare solo i creduloni.
Chi è che non conosce la
famosa lampada che ospita un Genio in grado d’esaudire ogni desiderio?.
Ora immaginiamo che invece di
questo Genio, quando la lampada venga sfregata faccia sgorgare l’acqua limpida dell’eterna
salute e giovinezza.
Chi non la vorrebbe avere?.
Ora, da decenni, si parla
della memoria dell’acqua, e senza entrare in dettagli, se questa memoria
esistesse, potrebbe teoricamente spiegare per esempio, la presunta efficacia
dell’omeopatia.
Che l’omeopatia funzioni è
una questione molto discussa e controversa, e sono certo che se un giorno si riuscirà a
scoprire con degli esperimenti inconfutabili che funziona in virtù di leggi
descrivibili e conoscibili, ne sarei entusiasta.
Ma, se esistesse la memoria
dell’acqua, perché non dovrebbe esistere quella dell’ammonica o del mercurio, o
di qualsiasi altro liquido?
Chi conosce un minimo di fisica sa che lo stato liquido assomiglia in un certo senso ad un alveare, d’inverno, dove le molecole prendono il posto delle api.
Lo stato solido assomiglia
invece assomiglia a quello di una catasta di scatole.
Le scatole se ne stanno lì
ferme, magari traballanti, mentre le api, al contrario delle scatole, se ne vanno in giro per l’alveare.Lo
stato gassoso è come l’uscita chiassosa dei bambini dell’asilo alla fine della
mattinata.Infine c’è ancora il plasma, ma qui è difficile trovare una metafora
adeguata.Paragonerei questo stato della materia all’estasi e al delirio, che
non sono sostenibili a lungo nella vita quotidiana, ma senza di essi questa sarebbe
insopportabile.
Io non direi mai che la memoria dell’acqua dell’acqua non possa esistere, perché non credo che sia stata ancora provata contro ogni ragionevole dubbio la sua inesistenza.
Ma dove possa risiedere questa memoria è difficile da capire.
Intendiamoci, una robusta e durevole memoria.
Per ora, se questa esiste, sa come nascondersi molto bene in quel piccolo triangolino atomico che è la sua molecola.C'è chi crede d'averla pure fotografata attraverso i suoi cristalli, associando mosaici esagonali, trine ed arabeschi ad avventure gloriose o meschine, prosaiche ed eccezionali, ma aleggia in queste interpretazioni più magia che scienza comunemente intesa.
Adesso però, preferisco parlare di un numero che potrebbe illuminare la mente di molti di quelli che sono disposti a credere a vari generi di cose miracolose.
Questo è il numero 1729.
E’ diventato famoso grazie ad
un episodio, vero, avvenuto decenni fa, dove due matematici, un inglese ed un
indiano si trovavano in un ospedale a Londra.
L’inglese era andato a
trovare l’indiano, che era in cura, e gli disse che era salito sul taxi numero 1729 e che questo numero non gli
sembrava minimamente interessante.
No, gli rispose l’indiano, il
1729 è il più piccolo numero intero che è scomponibile in due cubi in due modi
diversi.(numero sia intero che positivo, sia chiaro)
Infatti è uguale alla somma
di 10x10x10, cioè 1000 più 9x9x9 cioè
729, ma pure in
12x12x12 cioè 1728 più 1x1x1
cioè 1.
Ma il 1729 non è un cubo.Non di un numero intero (e positivo).
In altre parole nel mondo matematico se due mucchi di cubetti sembrano identici,
e uno ne contiene 1728 e
l’altro 1729, con uno possiamo fare un cubo perfetto da 1728 cubetti oppure un
altro perfetto da 1000 cubetti più uno imperfetto da 728 cubetti, e con l’altro mucchio due cubi perfetti, uno da
1000 cubetti più uno da 729, ma non uno perfetto da 1729 cubetti.
Se invece di numeri avessimo
della scatole di cartone, costruite apposta allo scopo,
potremmo riempirne una cassa
da 1728 scatole con 1729, e sarebbe difficile scoprirne il trucco.Trucco che consisterebbe poi
nel fatto che nessuna scatola sarebbe perfettamente cubica.O il suo lato non sarebbe di una misura intera.Ovviamente una cassa che ne contenesse esattamente 1729 avrebbe da qualche parte un evidente bergnoccolo.
La differenza tra la fisica e la matematica potrebbe essere mostrata allora giusto con questa proprietà del numero 1729, di essere la somma di due cubi in due modi diversi e per giunta la più piccola possibile, con numeri interi (positivi).
Essendo il più piccolo numero
tra quelli che condividono questa proprietà d’essere scomponibili in due cubi
in due modi diversi, (1000+1729 - 1+1728) dove uno dei due modi dà una differenza tra i due cubi di
una sola unità, potremmo immaginare due immensi mucchi ed un immenso cassone da riempire, dove il trucco
sarebbe praticamente impossibile da scoprire.
In uno dei mucchi ci sarebbero miliardi di miliardi di miliardi di scatole, all'apparenza dei cubi perfetti di una misura intera, e nell'altro un scatola in più.Ma nessuno di queste scatole sarebbe allora un cubo perfetto.O il suo lato non sarebbe di una misura intera
In uno dei mucchi ci sarebbero miliardi di miliardi di miliardi di scatole, all'apparenza dei cubi perfetti di una misura intera, e nell'altro un scatola in più.Ma nessuno di queste scatole sarebbe allora un cubo perfetto.O il suo lato non sarebbe di una misura intera
Per nostra fortuna pare che esistano gli atomi, dico pare, perché gli atomi sono comunque costruzioni matematiche per capire il mondo, ma siccome siamo riusciti a misurarli abbastanza bene, il trucco delle scatole può ingannare solo i creduloni.
Infatti, in un certo senso
gli atomi sono come scatole componibili, come i famosissimi cubetti del Lego,
ma non stanno insieme seguendo le stesse regole
che permettono d’impilare delle scatole.
Assomigliano piuttosto a dei Lego fatti di gomme appiccicose ma che s’appiccicano e si scollano in maniere così bizzarre che ci abbiamo messo dei millenni a scoprirle e ancora non abbiamo compreso fino in fondo questa incantevole bizzarìa.Quindi esiste qualche flebile speranza che una durevole memoria idrica esista.
Assomigliano piuttosto a dei Lego fatti di gomme appiccicose ma che s’appiccicano e si scollano in maniere così bizzarre che ci abbiamo messo dei millenni a scoprirle e ancora non abbiamo compreso fino in fondo questa incantevole bizzarìa.Quindi esiste qualche flebile speranza che una durevole memoria idrica esista.
Riusciamo a capire il mondo
fisico adoperando leggi matematiche, ma il mondo fisico e quello matematico,
evidentemente non sono la stessa cosa.
Nel mondo fisico nulla sembra
essere divisibile e moltiplicabile all’infinito.
Nulla sembra essere
perfettamente sferico o cubico come nel mondo matematico.
Nel mondo fisico nessuno
saprebbe accorgersi se un cerchio è invece un’ellisse se questi avessero le
dimensioni della Terra e la differenza fra i due assi di quest’ultima, fosse
quanto quella d’un atomo.
Anche, ma soprattutto perché lo spazio stesso non è indeformabile.
Esso stesso è una specie di gomma la cui elasticità dipende dal rapporto tra la gomma stessa e la sua elasticità.
Anche, ma soprattutto perché lo spazio stesso non è indeformabile.
Esso stesso è una specie di gomma la cui elasticità dipende dal rapporto tra la gomma stessa e la sua elasticità.
Ecco perché nel mondo fisico avvengono
dei fatti che sembrano matematicamente incredibili.Ma la maggior parte delle
volte sono solo dei trucchi.
Allo stesso modo il mondo
matematico funziona in un modo che nel mondo fisico sembra assurdo.
Basti pensare che i numeri
pari si possono perfettamente accoppiare a quelli dispari, ed anche ai numeri
primi, ed anche alle frazioni, quando apparentemente sembra di avere a che fare
in un caso con due metà identiche, e negli altri due con una parte molto meno
numerosa dell’altra ed un’altra molto più numerosa.
Quindi bisogna conoscere
molto bene Madame Mathematique, e Madame Phisique
prima di credere d’aver
scoperto moti perpetui, acque ristoratrici dalla memoria elefantina, catalizzatori d’energia che la
prendono da chissà quali spazi-tempi misteriosi, tubi vuoti ma costosi, per (non)
risparmiare carburante e semplici palle di plastica colorata per lavare senza
detersivo, ma chissa come mai, non senz’acqua, anche smemorata.
E’ vero che l’universo è
molto più strano di quanto l’immaginazione di poeti, di filosofi e degli
scienziati non sia mai riuscita a farci vedere, ma non troppo.
Marco Sclarandis
Per tutti anche per quelli ignavi
Quelli che ciechi taglian
fusti
ignari si preparano sterili deserti
quelli che scavano con futili
pretesti
ammucchiano sassi per
lapidazioni
quelli che accecati mozzan
teste
propagano idee nemiche a loro
stessi
quelli che ad usura stolti
prestano
s’apprestano a far di sé
saline statue
quelli che incauti fanno
inopportuna festa
riportano pesti ai loro
borghi inermi
quelli che pigri aspettano
salvezza aliena
sono già salme sepolte senza
lapide
gli altri che con fatica
stanno desti
entrano e rientrano nei porti
franchi
attraverso insulsi
sbarramenti di dogane
da monti olimpici giardini d’eden
paradisi
esportano abbuoni regali doni
omaggi
per quelli che insistono a
volere solo merci
non sono stupidi ma ostinati
e scelti
da un destino sovrano e sovrumano
quello che da pietre sa
suscitare Adami
Eve ed ere di interminabile stupore
per tutti anche per quelli
ignavi.
Marco Sclarandis
Sunday, June 21, 2015
Chi può mai essere?
Che dice queste cose?
"Il clima è un bene
comune, di tutti e per tutti. Esso, a livello globale, è un sistema complesso
in relazione con molte condizioni essenziali per la vita umana. Esiste un
consenso scientifico molto consistente che indica che siamo in presenza di un
preoccupante riscaldamento del sistema climatico. Negli ultimi decenni, tale
riscaldamento è stato accompagnato dal costante innalzamento del livello del
mare, e inoltre è difficile non metterlo in relazione con l’aumento degli
eventi meteorologici estremi, a prescindere dal fatto che non si possa
attribuire una causa scientificamente determinabile ad ogni fenomeno
particolare. L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di
cambiamenti di stili di vita,di produzione e di consumo, per combattere questo
riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. E’
vero che ci sono altri fattori (quali il vulcanismo, le variazioni dell’orbita
e dell’asse terrestre, il ciclo solare), ma numerosi studi scientifici indicano
che la maggior parte del riscaldamento globale degli ultimi decenni è dovuta
alla grande concentrazione di gas serra (anidride carbonica, metano, ossido di
azoto ed altri) emessi soprattutto a causa dell’attività umana. La loro
concentrazione nell’atmosfera impedisce che il calore dei raggi solari riflessi
dalla terra si disperda nello spazio. Ciò viene potenziato specialmente dal
modello di sviluppo basato sull’uso intensivo di combustibili fossili, che sta
al centro del sistema energetico mondiale. Ha inciso anche l’aumento della
pratica del cambiamento d’uso del suolo, principalmente la deforestazione per
finalità agricola.
A sua volta, il riscaldamento ha effetti sul ciclo del
carbonio. Crea un circolo vizioso che aggrava ancora di più la situazione e che
inciderà sulla disponibilità di risorse essenziali come l’acqua potabile,
l’energia e la produzione agricola delle zone più calde, e provocherà
l’estinzione di parte della biodiversità del pianeta. Lo scioglimento dei
ghiacci polari e di quelli d’alta quota minaccia la fuoriuscita ad alto rischio
di gas metano, e la decomposizione della materia organica congelata potrebbe
accentuare ancora di più l’emissione di anidride carbonica. A sua volta, la
perdita di foreste tropicali peggiora le cose, giacché esse aiutano a mitigare
il cambiamento climatico. L’inquinamento prodotto dall’anidride carbonica
aumenta l’acidità degli oceani e compromette la catena alimentare marina. Se la
tendenza attuale continua, questo secolo potrebbe essere testimone di
cambiamenti climatici inauditi e di una distruzione senza precedenti degli ecosistemi,
con gravi conseguenze per tutti noi. L’innalzamento del livello del mare, ad
esempio, può creare situazioni di estrema gravità se si tiene conto che un
quarto della popolazione mondiale vive in riva al mare o molto vicino ad esso,
e la maggior parte delle megalopoli sono situate in zone costiere.
I cambiamenti climatici
sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali,
economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali
sfide attuali per l’umanità. Gli impatti più pesanti probabilmente ricadranno
nei prossimi decenni sui Paesi in via di sviluppo. Molti poveri vivono in
luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al riscaldamento, e i loro
mezzi di sostentamento dipendono fortemente dalle riserve naturali e dai
cosiddetti servizi dell’ecosistema,come l’agricoltura, la pesca e le risorse
forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e altre risorse che
permettano loro di adattarsi agli impatti climatici o di far fronte a
situazioni catastrofiche, e hanno poco accesso a servizi sociali e di tutela.
Per esempio, i cambiamenti climatici danno origine a migrazioni di animali e
vegetali che non sempre possono adattarsi, e questo a sua volta intacca le
risorse produttive dei più poveri, i quali pure si vedono obbligati a migrare
con grande incertezza sul futuro della loro vita e dei loro figli. E’ tragico
l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale,
i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e
portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa.
Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che
accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte
a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel
senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società
civile.
Molti di coloro che
detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi
soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di
ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi
indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con
gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e
impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di
anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente,
ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia
rinnovabile. Nel mondo c’è un livello esiguo di accesso alle energie pulite e
rinnovabili. C’è ancora bisogno di sviluppare tecnologie adeguate di
accumulazione. Tuttavia, in alcuni Paesi ci sono stati progressi che cominciano
ad essere significativi, benché siano lontani dal raggiungere una proporzione
importante. Ci sono stati anche alcuni investimenti in modalità di produzione e
di trasporto che consumano meno energia e richiedono minore quantità di materie
prime, come pure in modalità di costruzione o ristrutturazione di edifici che
ne migliorino l’efficienza energetica. Ma queste buone pratiche sono lontane
dal diventare generali.
Questo scritto è parte di una lunga dichiarazione rivolta all'umanità intera.
Unico indizio per svelare l'arcano: Lo scrittore s'è laureato in chimica.
Marco Sclarandis
Tuesday, May 26, 2015
Confessa il verme in fin di vita
Ho immaginato di chiedere
alla vongola
di darmi la sua vita in
cambio di qualcosae lei mi ha detto vai a chiedere a quel gambero
ed il gambero mi ha indicato il calamaro
e quello ancora il polipo affamato
e questo un tonno passeggero
che cosa si sian detti tra di loro
mi è più cifrato d'un codice in armeno
alla fine trovata una gallina all'apparenza scaltra
che infatti mi ha portato a domandare a un toro
molto cortese questo mi ha risposto subito
dammi un mese d'erba fresca e quella mucca
convincila a farsi sedurre dai miei scalpiti
così ho fatto e la quinta settimana
il banchetto ha sfamato tutti del paese
ma il dubbio resta profondo ed indigesto
fu un martire quel potente essere cornuto
o un santo o solo consapevole o neanche
che di qui si passa per divenire pranzi
a volte cene senza ragioni conoscibili
ma una ragione ultima dev'esserci
forse la conosce il verme masticando la carcassa
e la confessa al merlo solo in fin di vita.
Marco Sclarandis
Saturday, May 23, 2015
Biciclettata adriatica, 2 giugno 2015
Visita il sito www.pescarabici.org
Lascia la trivella premi la pedivella.
Lascia la trivella premi la pedivella.
Da quanto tempo dura l’era
del petrolio?
Da poco più di un secolo e
mezzo.
Durante il quale questa
fetida ambrosia oleosa ci ha permesso la soddisfazione di desideri antichi come
le montagne e che immaginavamo solo Dei d’un Olimpo potessero soddisfare.
Distillato due volte.
Una prima volta nel roccioso
profondo geologico ed una seconda nei più grandi e mostruosi alambicchi che la
mente umana abbia mai concepito e costruito.
Mille miliardi di barili, centocinquantanove
chilometri cubi, centotrenta miliardi di tonnellate.
Pressochè il volume dei laghi
italiani messi insieme.Questa è la stima di quello che abbiamo estratto dalla
Terra durante tutto questo breve passato, brevissimo se confrontato alla storia
umana, mille volte almeno, più lunga e di quella del petrolio stesso, più di un
milione di volte più lunga ancora.
Agli occhi di un pianeta satellite come la Luna, un fuoco fatuo.
Fuoco fatuo è l’immagine
migliore per descrivere l’estrazione di questo inebriante rosòlio dai mari
italiani.E fuoco ancor più fatuo sarebbe quella d’ora in poi dal mare Adriatico.
Questa affermazione non si
fonda su congetture fantasiose o su notizie da articoli da scoop giornalistico.
Ci sono dei fatti e dei dati
che chiunque può trovare, sapendo cercarli, di varie fonti che provano che le
cose stiano in questi termini.
Si può incominciare da “Il paese degli elefanti”
-miti e realtà sulle riserve
italiane degli idrocarburi- di Luca Pardi, Lu::ce edizioni.
Un libretto agile che è come
il bandolo di una matassa di conoscenze intricate ma fondamentali.
Quindi nessun oscuro
complotto o arcane verità rivelate a pochi adepti.
Solo fatti, e non riguardano
solo il piccolo incantevole lago salato mediterraneo, qual è
l’Adriatico, ma tutto il
pianeta, che ci dicono come e quanto, il petrolio ci abbia ormai dato il meglio
che avrebbe potuto darci, sebbene noi siamo riusciti a distillarne anche molto
del peggio.
Due guerre mondiali tanto per
farne un esempio.
Ci sono ottime, eccellenti
ragioni per non trivellare l’Adriatico, indipendentemente da qualsiasi quantità
d’idrocarburi fossili possano esservi sepolte.Fortunatamente il carbone si
trova sepolto in altri luoghi.
Ma la principale, quella
sovrastante tutte, è che dobbiamo smettere immediatamente di bruciare
queste sostanze, se vogliamo
tenerci un clima a cui ci siamo abituati da millenni.
E’ un’impresa quasi
sovrumana, questa dismissione.
Perché da tre secoli, con il
carbone prima, il petrolio dopo e per finire con l’uranio e il plutonio,
ci siamo abituati a vivere
con un flusso d’energia e di risorse d’ogni genere, che ha qualcosa di
molto affine ad una
tossicodipendenza.
Qualsiasi cosa, che dia
insieme assuefazione e dipendenza, insieme a gravi danni alla salute, viene
considerata una droga tossica.
Il petrolio, è da considerarsi
una di queste cose, non c’è dubbio.Non è la sostanza maligna in sé stessa, ma
quello che ci ha portato a fare.Pure l’alcool produce in noi effetti simili, e
lo sappiamo da millenni.Ma il petrolio s’è rivelato una droga speciale, quasi
una quintessenza delle altre.
Ecco allora che uno dei mezzi
per cominciare la cura disintossicante, è sicuramente l’umile velocipede.Un
congegno leonardesco che ha dovuto attendere quasi mezzo millennio per venire
alla luce.
E’ il mezzo che tuttora ha la
massima efficienza nel trasportare uomini bestie e cose dovunque.
Come ogni mezzo, ha i suoi
limiti, ma considerati i vantaggi, è un capolavoro della natura umana.
La bicicletta amplifica le
nostre capacità, pur lasciandoci consapevoli del confine oltre il quale inizia
la dismisura, l’hybris, la follia che porta alla perdizione.
Un mondo in equilibrio su due
ruote e con l’ausilio d’un manubrio è come un sogno rinascimentale
realizzato, ma esente dai
suoi aspetti più foschi.
Poche cose sono appaganti,
romantiche, desiderabili, accessibili, come una lunga gita in bicicletta, anche
in un mondo che tuttora romba e sferraglia d’ordigni funzionanti con quella
ambrosia, cibo degli dei, ma fetida ed untuosa, pregna di nerissi incubi.
La costa adriatica ci
aspetta.
Visita il sito www.pescarabici.org
Visita il sito www.pescarabici.org
Marco Sclarandis
Thursday, May 21, 2015
Risorse Alimentari per il Post-picco
Protagonisti: Ugo Bardi e sua figlia Donata
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