Potrei incominciare raccontando di una passeggiata in giro per Ancona nell’ormai lontano Febbraio del 2008.
Nonostante i nostri cognomi,
era per i nostri nomi che potevamo sentirci due evangelisti.
Di cambiamento climatico si
parlava già da tempo, ma erano ancora pochi gli ascoltatori attenti.
D’altra parte, anche se una
dozzina di uomini hanno camminato sulla Luna, pensare in quanto umanità
composta da alcuni miliardi di individui
d’essere riusciti a modificare il clima di un pianeta di 13000 chilometri di
diametro e 500 milioni di chilometri quadrati di superficie, sembrava e sembra
ancora a molti una fanciullesca fantasia.
Noi due ritenevamo invece che
una prosaica ed indigesta realtà si sarebbe di anno in anno disvelata.
E siamo seccati e parecchio
di aver avuto ragione.E prevedere d’averne ancora molta in futuro.
Credo fu allora che seppi
come arrivare alla persona che ospita questa lettera in questo nostro blog.
E ricordo di un post dove si
parlava di un compostatore casalingo che essiccava scarti e bucce
trasformandoli
velocemente in concime
inodore.
Ugo ne aveva uno in prova e
ne postava i risultati man mano che arrivavano.
Io mi chiedevo però quanti
quintali di prodotto bisognasse produrre per giustificare tutta la roba, in
senso verghiano* del termine, occorrente per fabbricare l’aggeggio, senza
contare la corrente per farlo funzionare.
Considero questo l’inizio di
una Odissea, una passaggio a Nord-ovest, una traversata del Deserto, una
esplorazione con l’incontro di mister Livingstone**, in altre parole un viaggio
epico che al contrario di una celebre frase di Groucho Marx: “sono partito da
niente, sono arrivato a niente ma tutto da solo”, mi ha portato e in compagnia,
a vedere mondi solo vagamente immaginati.
Non sono riuscito a ritrovare
i miei commenti a proposito, più che altro perché dopo poco tempo l’EROEI***
della ricerca si stava pericolosamnete abbassando, cosa spregevole di questi
tempi.
Ma col senno di poi, anzi,
passati anni, non mi sembra che quei “seccascarti” abbiano avuto un
apprezzabile diffusione.Per ragioni credo profondamente legate ad EROEI
abitudini secolari, spazi domestici e
comunque che no intendo appropondire ora.
Al contrario, quelle
“fototavolette” altrimenti chiamati “smarfoni”**** sono diventati più comuni
degli scarafaggi in una panetteria sciatta, sporca e disordinata.
Ecco, proprio questi ordigni
mi danno modo di parlare di un argomento caro ad Ugo, che, non so per quali
vie, ma divenne un seguace del grande Antoine Laurent, quello della celeberrima
affermazione.
“Nulla si crea nulla si
distrugge, tutto si trasforma”.
Se possiamo fare a meno della
telepatia, lo dobbiamo indirettamente ma infallibilmente anche ad uno come lui,
Antoine Laurent-Lavoisier, padre della chimica moderna.
Mi stordisca Ugo col bromuro
od il protossido d’Azoto, se mi sbaglio, ma in un telefonino ci sono o sono
implicati come in un complotto internazionale, tutti gli elementi chimici della
tavola periodica,
portata allo splendore da
Dmitrij Mendeleev e ormai completata ed estesa da chi non s’accontenta dei
pezzi standard del lego.
Da parte mia ho avuto fin
dall’infanzia una inspiegabile attrazione per i metalli.
Per le loro proprietà senza
le quali il mondo sarebbe semplice, primitivo, ma non necessariamente
idilliaco.
Ci spaccavamo la testa e le
ossa con le asce e le mazze di pietra, legate con i materiali compositi del
tempo, i tendini e le cartilagini animali e le fibre vegetali, ed ora con
l’uranio scremato dal suo isòtopo fissile.
“ Guerra é sempre è ”,
ammoniva sulla via del ritorno a casa Mordo Nahum, l’ingenuo Primo Levi,
chimico pure lui.
Bisognerebbe proporli per un
premio Nobel***** per la pace tutti e due.
Stavo dimenticando la ragione
di questa lettera.Appena in tempo, credo, che l’attenzione è ormai la merce più
rara e deperibile del mercato globalizzato, forse più dell’elemento 31, e tanto
quanto i mitili abbandonati alla calura estiva.
E’ una semplice lettera di
ringraziamento a chi, Ugo per primo, continua a credere che valga la pena
ingegnarsi per trovare delle soluzioni alll’irrazionale problema della presenza
di un essere insaziabile
qual è Adamo, accompagnato da
Eva, presente in un luogo, il pianeta Terra, che non è un landa circolare
infinitamente estendentesi in uno spazio illimitato.
Ora, per chi ci vuol credere,
la Terra non è né piatta né come ho
detto poc’anzi, ché ci sono anche degli infedeli di questo genere .Sappiamo
infatti che c’è chi non crede per esempio che degli uomini siano allunati negli
anni ’60. Ma dalla Luna si vede proprio
una sfera azzurrina sospesa in un vellutato profondo nero sforacchiato di
luminosi buchi.Dall’oblò di un jet di linea si vede anche di notte, una
ragnatela luminescente
tessuta su una superfice
sferica che è una cosa diversa da un disco bidimensionale.
Questa visione accessibile
ormai a miliardi di persone all’anno, non era accessibile né ad un Galileo al
suo tempo, né ad altri, finchè non si sono resi disponibili quei metallici
staraordinari volatili che una volta avevano nomi da mitologia, Comet,
Caravelle, Concorde.
Nemmeno salendo sull’Everest
si può avere una visione tanto ampia.
E trarre da questa che
davvero Copernico aveva ragione. Anche se Aristarco di Samo l’aveva capito
molto prima e ragionando sporto su di un pozzo.
Guardando meglio poi, su
qull’agrume blu sospeso nel velluto nero diamantato si possono vedere orde di
insetti d’ogni genere che brulicano ogni dove su quella biglia.
Ma ancor prima, si notato
altre orde di esseri agitati dai comportamenti più strani.
Quelli più strani sono
indubbiamente i nostri. Ma per capirlo bisogna avere una mente simile alla
nostra.
E per ora, e io sono un
agnostico quasi inguaribile, non ne abbiamo ancora incontrata una forestiera.
Mi associo alla domanda di
Enrico Fermi, premio Mobel per la fisica
nel 1938.Dove sono tutti quanti?
Gli extraterrestri,
s’intende.
Prima che diventi il primo
capitolo d’un romanzo, concludo ringraziando anche tutte le persone che come
Ugo e Luca, quello della passeggiata, mi hanno accompagnato in questi anni di
ricerca e scoperta.
Io non adopero neanche una
semplice lente d’ingrandimento, e le mie indagini e scoperte
sono soltanto dei modi
diversi di giuntare delle parole di modo ché, “suonino più sonore”.
In un certo senso sono
anch’io un chimico.
Folgorato da una
adolescenziale e poi giovanile passione per l’elettronica, ma poi passato ad un
monastico ardore per la fisica, medievalmente intesa.
I tempi che stiamo vivendo mi
stanno portando alla biofisica.Dove il contare ed il raccontare s’intrecciano e
si fecondano a vicenda e dove s’intuisce che il solo fatto di concepire di
enumerare le cose, in linea di principio illimitatamente, produce regole che
permettono di ampliare la stessa enumerazione delle cose da cui si è partiti.
In altre parole, i topi Gigi, i Gatto Felix sono reali, solo nelle menti degli
umani, ma se scoprissimo l’esistenza di certe regole, forse potremmo vederne di
reali che davvero parlano come sappiamo fare noi.Il mondo che abitiamo è
inconcepibilmente più magico di quanto certi scrittori e scrittrici di genere fantasy ed horror possano immaginare.
E avere come Virgilio un
Ugo Bardi per visitare tale mondo è un raro privilegio.
Ed era giunto il momento di
dichiararlo.
Grazie a chiunque abbia avuto
per me attenzione fino a questa ultima frase.
Una delle molecoletterarie da
me trovate:
I bruti
li si turbi con versi
sì che visi incupiti
animi servi
d’ire sprecate
vedano luci
rubine nei bruni
minuti dei vespri
urti la rima
inebri caverne
gli scogli le rupi
liberi corpi
da male impietriti.
Anzi, due:
Disse il moscerino alla farfalla
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.
*Vedi: Giovanni Verga, le
novelle.
**Cercare la famosa frase
“Mister Livingstone I suppose” (in
realtà:I presume)
*** EROEI, rapporto fra
energia di ritorno e l’energia investita in un processo fisico.
****smarfoni-e: da
smart-phone ovvero telefono cellulare assimilabile ad un computer da taschino.
***** Nobel, l’inventore della
dinamite, alto esplosivo molto utile per scavare gallerie e scoperchiare
miniere, di carbone, anche.
Marco Sclarandis