Limitazione del resto.
Tra il titolo e l'icipit di questo post c'è solo una piccola differenza. Un apostrofo.Che tipograficamente è solo una virgola che libra capovolta tra due parole.
Nel parlato può essere difficile distinguere le due frasi, se non si considera il contesto del discorso in cui sono pronunciate.
Ma alla fine questa coppia di frasi foneticamente identiche contiene solo tre parole chiave.
Volendo giocare con le parole, gioco talvolta pericolosissimo ma altrettanto irresistibile, una parola chiave,una parola porta, ed una parola serratura.E l'insieme dà accesso ad un mondo intero, più che ad una stanza.
Poi , se uno ha abbastanza immaginazione può pensare ad una "Wunderkammer" *e vedere la stanza come se fosse anche un castello intero.Limitazione, imitazione e resto.Ecco le parole che ho fatto materia da fabbro.
Anche qui, fabbro, è quanto mai parola appropriata.
Siamo ormai orda di fabbri scatenati .Ne senso lato della radice etimologica del termine.
Gente che fa, che fabbrica, che fa fabbriche che ne alimentano altre che poi ne alimentano le prime.In circoli ormai disastrosamente viziosi, non in sè e per sè, ma perchè ogni cosa ha un limite.
Appunto riecco la limitazione scrocchiare nella serratura che serra o apre la porta.E, ma io n c'entro, perchè le parole non le ho inventate io, se no non sarei a scrivere queste cose, ecco la parola serra da cui l'effetto omonimo.
Potrei perdermi in un aracnideo labirinto di significati, ma non voglio.
Parto invece da questo nodo doppio e dai suoi intrecci con gli altri.
Limitazione del resto , L'imitazione del resto.
Che cos'e questo resto? Dipende da chi lo pensa. Nel mio pensiero, ora è la vita terrestre in tutte le sue forme.
Lo chiamo resto perchè da molto tempo noi umani ci consideriamo un intero, un conto a parte,e tutti gli altri esseri viventi,
pur contribuendo alla somma della Vita sono una specie di parte frazionaria , un avanzo, qualcosa che sottostà a noi.
Di fatto, tutti i fatti , gli indizi che sono in realtà prove e pesantissime pure, mostrano che noi umani siamo giunti per ultimi qui sulla Terra.
Ma stiamo facendo di tutto per uscirne primi o comunque presto, appunto limitando la vita degli altri,
quelli che non sono specie umane.
Anche quella degli altri come noi, sia chiaro.Una sorta di nazi-onanismo planetario.
Se vogliamo stare qui ancora a lungo, locuzione che è difficile da quantificare, perchè lungo riferito al tempo può portare a discussioni interminabili,dobbiamo in brevissimo tempo, una generazione, trovare un equilibrio tra imitazione e limitazione di ogni cosa resti, avanzi, residui e a parte compresi.
Noi maneggiamo tempi che vanno da quello di Max Planck, 10^−43 secondi fino alla interminabile vita presunta dei protoni,
10^33 anni, ovvero 10^76 in istanti di Planck.
Ed ammiriamo i 10^60 istanti di Planck finora ticchettati da un ipotetico inizio dell'universo osservabile.
Purtroppo dobbiamo fare i conti con un misero, anzi inferiore a 10^5, metri quadri pro-capite
per quanto riguarda lo spazio terrestre in cui viviamo.
Anche lastricando di condomini e di grattacieli, savane, deserti e paludi quel dieci alla quinta non raddoppia nemmeno.
Figuriamoci far salire di una entità quell'esponente.Praticamente impossibile, e per varie e molto prosaiche ragioni.
Se, e lo abbiamo sempre fatto e questo va a nostra discolpa, perfezionassimo l'imitazione degli altri dai più nanoscopici a quelli giganteschi, e di esempi ne abbiamo a decine di milioni, in varietà che in quantità è un numero anch'esso rappresentabile in modo pratico solo con la notazione esponenziale, potremmo affrontare adeguadatamente questo particolare passaggio
da 10^ 9 alla 10^ 10 , cifre riferite alla possibile prossima popolazione umana sulla Terra.
Noi siamo qui e siamo in tanti anche in virtù del sacrificio di inimmaginabile orde di esseri viventi d'ogni genere e specie, nel senso proprio zoologico del termine.
E siamo quello che siamo, esseri con una mente praticamente insaziabile, senza apparente ragione.
Anzi, per quale motivo l'universo visibile, sostanzialente fatto di vuoto, sebbene il vuoto non sia il nulla, ci ha stipati su di una sfera così limitata?
Chi vuole credere che presto o anche tardi conquisteremo le vastità cosmiche, siderali, deve fare due conti sul retro d'una busta,
e considerare che si tratta di fede nella scienza, ma sempre di fede si tratta.
Concludo proprio per la consapevolezza che ogni cosa è limitata oltre che imitata, sapendo che esiste un famoso scritto da cui ho parafrasato il titolo di questo post.
Scritto interessante per chiunque, che creda nell'assurdo, nel razionale, nel logico, nel paradossale
o che semplicemente è assai probabile che domani sorga di nuovo il Sole.
Si trova anche a questo indirizzo: http://www.maranatha.it/Testi/TestiVari/Testi1Page.htm
* "Wunderkammer" * letteralmente camera, stanza delle meraviglie.
Wednesday, December 9, 2015
Sunday, December 6, 2015
Ora sei ancora principessa sulla strada
Mentre la catena trae
i denti della corona e del
pignone
ogni osso dell’ordigno
birotato
ogni tendine ganascia insieme
al derma circolare morbido
collaborano in dinamico
equilibrio
prodigio biomeccanico si
compie
eccelle termodinamica
efficienza
la vista del percorso mi
distrae
dalla bolletta la fattura la
scadenza
divengo vela al vento su
sentiero
muscoli e pedivella si fan
onde
braccia sguardo olfatto udito
si mutano in timone e Ulisse
m’invidia mi sorride Icaro
il fruscio della gomma
sul’asfalto
il brusio sullo sterrato
sul pavè quel suono ritmico
non m’impediscono interiore
lavorìo
raggi si flettono e
trasmettono momento
cascate scalinate percorse d’energia
biochimica cinetica angolare
con un manubrio mi sento già
torero
e domo bestia al mio volere
dirigo le sue corna dove
voglio
sella è trono di un
imperatore
leve frenanti screttri nelle
mani
allora mi domando come
tu bicicletta in quali menti
stavi
assorte ad escogitare
meccanismi
ordigni di passioni bellicose
e a lungo nascosta sei
rimasta
un conte francese ti ha
svegliata
dal sonno in quella selva
d’invenzioni
ora sei ancora principessa
sulla strada
presto diverrai regina
incoronata.
Saturday, December 5, 2015
Galeotti furono i torsoli e le bucce.
Potrei incominciare raccontando di una passeggiata in giro per Ancona nell’ormai lontano Febbraio del 2008.
Nonostante i nostri cognomi,
era per i nostri nomi che potevamo sentirci due evangelisti.
Di cambiamento climatico si
parlava già da tempo, ma erano ancora pochi gli ascoltatori attenti.
D’altra parte, anche se una
dozzina di uomini hanno camminato sulla Luna, pensare in quanto umanità
composta da alcuni miliardi di individui
d’essere riusciti a modificare il clima di un pianeta di 13000 chilometri di
diametro e 500 milioni di chilometri quadrati di superficie, sembrava e sembra
ancora a molti una fanciullesca fantasia.
Noi due ritenevamo invece che
una prosaica ed indigesta realtà si sarebbe di anno in anno disvelata.
E siamo seccati e parecchio
di aver avuto ragione.E prevedere d’averne ancora molta in futuro.
Credo fu allora che seppi
come arrivare alla persona che ospita questa lettera in questo nostro blog.
E ricordo di un post dove si
parlava di un compostatore casalingo che essiccava scarti e bucce
trasformandoli
velocemente in concime
inodore.
Ugo ne aveva uno in prova e
ne postava i risultati man mano che arrivavano.
Io mi chiedevo però quanti
quintali di prodotto bisognasse produrre per giustificare tutta la roba, in
senso verghiano* del termine, occorrente per fabbricare l’aggeggio, senza
contare la corrente per farlo funzionare.
Considero questo l’inizio di
una Odissea, una passaggio a Nord-ovest, una traversata del Deserto, una
esplorazione con l’incontro di mister Livingstone**, in altre parole un viaggio
epico che al contrario di una celebre frase di Groucho Marx: “sono partito da
niente, sono arrivato a niente ma tutto da solo”, mi ha portato e in compagnia,
a vedere mondi solo vagamente immaginati.
Non sono riuscito a ritrovare
i miei commenti a proposito, più che altro perché dopo poco tempo l’EROEI***
della ricerca si stava pericolosamnete abbassando, cosa spregevole di questi
tempi.
Ma col senno di poi, anzi,
passati anni, non mi sembra che quei “seccascarti” abbiano avuto un
apprezzabile diffusione.Per ragioni credo profondamente legate ad EROEI
abitudini secolari, spazi domestici e
comunque che no intendo appropondire ora.
Al contrario, quelle
“fototavolette” altrimenti chiamati “smarfoni”**** sono diventati più comuni
degli scarafaggi in una panetteria sciatta, sporca e disordinata.
Ecco, proprio questi ordigni
mi danno modo di parlare di un argomento caro ad Ugo, che, non so per quali
vie, ma divenne un seguace del grande Antoine Laurent, quello della celeberrima
affermazione.
“Nulla si crea nulla si
distrugge, tutto si trasforma”.
Se possiamo fare a meno della
telepatia, lo dobbiamo indirettamente ma infallibilmente anche ad uno come lui,
Antoine Laurent-Lavoisier, padre della chimica moderna.
Mi stordisca Ugo col bromuro
od il protossido d’Azoto, se mi sbaglio, ma in un telefonino ci sono o sono
implicati come in un complotto internazionale, tutti gli elementi chimici della
tavola periodica,
portata allo splendore da
Dmitrij Mendeleev e ormai completata ed estesa da chi non s’accontenta dei
pezzi standard del lego.
Da parte mia ho avuto fin
dall’infanzia una inspiegabile attrazione per i metalli.
Per le loro proprietà senza
le quali il mondo sarebbe semplice, primitivo, ma non necessariamente
idilliaco.
Ci spaccavamo la testa e le
ossa con le asce e le mazze di pietra, legate con i materiali compositi del
tempo, i tendini e le cartilagini animali e le fibre vegetali, ed ora con
l’uranio scremato dal suo isòtopo fissile.
“ Guerra é sempre è ”,
ammoniva sulla via del ritorno a casa Mordo Nahum, l’ingenuo Primo Levi,
chimico pure lui.
Bisognerebbe proporli per un
premio Nobel***** per la pace tutti e due.
Stavo dimenticando la ragione
di questa lettera.Appena in tempo, credo, che l’attenzione è ormai la merce più
rara e deperibile del mercato globalizzato, forse più dell’elemento 31, e tanto
quanto i mitili abbandonati alla calura estiva.
E’ una semplice lettera di
ringraziamento a chi, Ugo per primo, continua a credere che valga la pena
ingegnarsi per trovare delle soluzioni alll’irrazionale problema della presenza
di un essere insaziabile
qual è Adamo, accompagnato da
Eva, presente in un luogo, il pianeta Terra, che non è un landa circolare
infinitamente estendentesi in uno spazio illimitato.
Ora, per chi ci vuol credere,
la Terra non è né piatta né come ho
detto poc’anzi, ché ci sono anche degli infedeli di questo genere .Sappiamo
infatti che c’è chi non crede per esempio che degli uomini siano allunati negli
anni ’60. Ma dalla Luna si vede proprio
una sfera azzurrina sospesa in un vellutato profondo nero sforacchiato di
luminosi buchi.Dall’oblò di un jet di linea si vede anche di notte, una
ragnatela luminescente
tessuta su una superfice
sferica che è una cosa diversa da un disco bidimensionale.
Questa visione accessibile
ormai a miliardi di persone all’anno, non era accessibile né ad un Galileo al
suo tempo, né ad altri, finchè non si sono resi disponibili quei metallici
staraordinari volatili che una volta avevano nomi da mitologia, Comet,
Caravelle, Concorde.
Nemmeno salendo sull’Everest
si può avere una visione tanto ampia.
E trarre da questa che
davvero Copernico aveva ragione. Anche se Aristarco di Samo l’aveva capito
molto prima e ragionando sporto su di un pozzo.
Guardando meglio poi, su
qull’agrume blu sospeso nel velluto nero diamantato si possono vedere orde di
insetti d’ogni genere che brulicano ogni dove su quella biglia.
Ma ancor prima, si notato
altre orde di esseri agitati dai comportamenti più strani.
Quelli più strani sono
indubbiamente i nostri. Ma per capirlo bisogna avere una mente simile alla
nostra.
E per ora, e io sono un
agnostico quasi inguaribile, non ne abbiamo ancora incontrata una forestiera.
Mi associo alla domanda di
Enrico Fermi, premio Mobel per la fisica
nel 1938.Dove sono tutti quanti?
Gli extraterrestri,
s’intende.
Prima che diventi il primo
capitolo d’un romanzo, concludo ringraziando anche tutte le persone che come
Ugo e Luca, quello della passeggiata, mi hanno accompagnato in questi anni di
ricerca e scoperta.
Io non adopero neanche una
semplice lente d’ingrandimento, e le mie indagini e scoperte
sono soltanto dei modi
diversi di giuntare delle parole di modo ché, “suonino più sonore”.
In un certo senso sono
anch’io un chimico.
Folgorato da una
adolescenziale e poi giovanile passione per l’elettronica, ma poi passato ad un
monastico ardore per la fisica, medievalmente intesa.
I tempi che stiamo vivendo mi
stanno portando alla biofisica.Dove il contare ed il raccontare s’intrecciano e
si fecondano a vicenda e dove s’intuisce che il solo fatto di concepire di
enumerare le cose, in linea di principio illimitatamente, produce regole che
permettono di ampliare la stessa enumerazione delle cose da cui si è partiti.
In altre parole, i topi Gigi, i Gatto Felix sono reali, solo nelle menti degli
umani, ma se scoprissimo l’esistenza di certe regole, forse potremmo vederne di
reali che davvero parlano come sappiamo fare noi.Il mondo che abitiamo è
inconcepibilmente più magico di quanto certi scrittori e scrittrici di genere fantasy ed horror possano immaginare.
E avere come Virgilio un
Ugo Bardi per visitare tale mondo è un raro privilegio.
Ed era giunto il momento di
dichiararlo.
Grazie a chiunque abbia avuto
per me attenzione fino a questa ultima frase.
Una delle molecoletterarie da
me trovate:
I bruti
li si turbi con versi
sì che visi incupiti
animi servi
d’ire sprecate
vedano luci
rubine nei bruni
minuti dei vespri
urti la rima
inebri caverne
gli scogli le rupi
liberi corpi
da male impietriti.
Anzi, due:
Disse il moscerino alla farfalla
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.
*Vedi: Giovanni Verga, le
novelle.
**Cercare la famosa frase
“Mister Livingstone I suppose” (in
realtà:I presume)
*** EROEI, rapporto fra
energia di ritorno e l’energia investita in un processo fisico.
****smarfoni-e: da
smart-phone ovvero telefono cellulare assimilabile ad un computer da taschino.
***** Nobel, l’inventore della
dinamite, alto esplosivo molto utile per scavare gallerie e scoperchiare
miniere, di carbone, anche.
Marco Sclarandis
Wednesday, December 2, 2015
Rimedioevo-oveoidemiR*
Questa è l’introduzione ad un libro di versi dal titolo omonimo
Un noto cantautore italiano, non più giovinetto, nonostante il nome d’arte che s’è dato, in una intervista
ancora recente ha detto che quando si sposta
da un luogo all’altro per i suoi concerti, la Terra vista dall’alto gli appare disabitata.
La sua sensazione sarà sicuramente vera, ma la realtà è falsa.
Nel senso che la Terra è abitatissima e di ospiti che cercano di fare di ogni cortile il proprio Giardino dell’Eden, non potendo farne un Regno dei Cieli.
Tra quegli ospiti, quelli maggiormente indaffarati in questa tragicomica perenne ristrutturazione ci siamo proprio noi.
Tutti noi umani.
Ovunque poniamo lo sguardo e mettiamo le mani, però, è ormai un continuo scoprire leggi e limiti che contrastano con le nostre mire imperiali.
Inoltre è sempre più evidente che abbiamo già commesso parecchi errori
i quali occorrerebbe riparare e anche alla svelta.
Se quello in corso sarà un secolo e forse un millennio dove aggiusteremo
le cose o un evo dove ci adatteremo a sopravvivere tra i rottami di un glorioso passato, dipende da quanti sono convinti e si convinceranno
che rimediare ad uno sbaglio è più regale che illudersi di raggiungere il dominio della perfezione.
I versi che seguono vi raccontano come sono arrivato a questa temporanea conclusione.
Questo invece il mio pensiero odierno, scaturito da una domanda posta da Ugo Bardi:
“Che cosa ne pensate di questo”:
riferito a questo:
http://www.mission-innovation.net/
http://www.breakthroughenergycoalition.com/en/?WT.mc_id=11_29_2015_16_Announcement_BG-TW_&WT.tsrc=BGTW
Il pensiero odierno:
Io ormai spero solo che la gente creda al miracolo. Perchè se un miracolo si sta compiendo, ma la gente non ci crede, è come se non si compisse.
E credo che fisicamente il miracolo possa avvenire. Non credo che i miracoli siano delle violazioni ad hoc delle leggi fisiche, ma siano eventi rari ma reali e possibili che fanno gridare al miracolo solo a causa della nostra ignoranza del mondo fisico.
L’intreccio quantistico, l’effetto tunnel, sembrano magie, prodigi, miracoli, masono eventi reali e in un certo senso ordinari. Forse un Lucrezio, un Leonardo, un Archimede, dopo un iniziale sconcerto li avrebbero poi considerati per quello che sono, fisica, meravigliosa , ma fisica. Certo che organizzare tutto di modo che, per sventare una sciagura occorra proprio un miracolo mi pare il massimo della malvagia superstizione.
E’ ciò che stiamo facendo da decenni, non da stregoni apprendisti, ma da maghi di lungo e detestabile corso.
Credo che questo decalogo incompleto, deriso, frainteso e sciattamente divulgato da soloni, predicatori, e agitatori di popolo sia quanto di meglio per far apparire il miracolo su questa sventurata Terra.
Onore e merito a Serge Latouche:
Rivalutare. I valori sono diventati vuoti simulacri, sostituiti da megalomania individuale, egoismo e rifiuto della morale. Occorre rivendicare valori come l’altruismo, la collaborazione, il piacere, il locale.
Riconcettualizzare. La mancanza di valori dà luogo ad una visione diversa del mondo. Occorre ridefinire concetti come la ricchezza/povertà, la rarità/abbondanza distinguendo gli elementi reali da quelli di creazione artificiale.
Ristrutturare. Adeguare l’apparato produttivo e i rapporti sociali al cambiamento dei valori.
Ridistribuire. La ridistribuzione delle ricchezze e delle risorse ha un effetto positivo sulla riduzione del consumo, per due fattori: ridimensionamento del potere dei consumi del Nord e diminuzione dello stimolo al consumo vistoso.
Rilocalizzare. Segue il principio del “think global, act local” per il quale occ orre produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari ai bisogni delle popolazioni.
Ridurre. Ridurre non significa necessariamente tornare indietro.
Significa limitare/eliminare il sovraconsumo ed abbattere gli sprechi. La riduzione noncoinvolge solo le risorse, ma anche aspetti sociali come il tempo dedicato al lavoro.
Riutilizzare/Riciclare. È necessario ridurre lo spreco, combattere l’ obsolescenza delle attrezzature e riciclare rifiuti non riutilizzabili.
Riconoscere la necessità del cambiamento, questa l’aggiungo io, ma questo dovrebbe essere il primo comandamento.
• Non avevo sottomano il modo per rovesciare a specchio una parola.
Marco Sclarandis
Monday, November 30, 2015
R: Re: [postpicco] Guardando il collasso della Grecia, negli inviolabili limiti alla crescita (luglio 2015)
Semplicemente, si fa per dire, credo che il carbocene o carboevo, comunque lo si voglia chiamare
stia vivendo la sua senilità, che precede la morte.
Noi umani abbiamo sempre e da sempre cercato di superare limiti d'ogni genere, perchè è la nostra natura.
Quella intima, irriducibile, insurrogabile.
La differenza tra noi ed una muffa, come quella che tramuta un'arancia in una verdognola e vellutata palla da golf è che una mela che vi stia accanto non ne viene attaccata.
Sarà attaccata dal marciume magari, e da dentro.Ma non da quell' armata di funghi microscopici agrumofili.
Noi invece vorremmo trasformare quello che è interno ed esterno a noi, in senso lato,tutto, reciprocamente.
E' come se le muffe degli agrumi volessero fare ammuffire qualsiasi altra frutta, e non solo, potendo, fare arrugginire qualsiasi metallo, corrodere qualunque pietra..
Se così stanno le cose, allora nessuna fonte energetica o mineraria può aiutarci a superare questo momento critico.Tantomeno se solo finanziaria ed economica.
Se la Terra fosse piatta ed infinitamente estesa ed il suo sottosuolo illimitato e colmo di tutti gli elementi della tavola periodica, ci sarebbero alcune parti della soluzione alla nostra insaziabile avidità.
Ma, a parte quello relativo al cielo dove sarebbe difficile trovare un posto al Sole, di modo ché splenda egualmente per tutti e si ritiri per la notte, rimarrebbe quello della vita perenne se non eterna.
Chi vorrebbe davvero vivere con un solo ed immutabile corpo, quello ricevuto in sorte alla nascita?
E se anche volesse cambiarlo, quanta conoscenza occorrerebbe per farlo?
Non mi dilungo, ma per poco che uno ci pensi, stiamo assistendo alla fine di un mondo, quello dove
avevamo messo i limiti insuperabili del di qua, in un al di là, e lì i limiti che nella vita ci angustiano sarebbero stati superati, anzi non si vedrebbero nemmeno come tali.
Attraversare le mura di una fortezza con le proprie sembianze.Cosa fattibile con le onde radio, televisive nella sottospecie.Ho detto sembianze, non carni ed ossa.
Quando dico che quest'epoca è un momento trascendente, intendo dire che appunto qualsiasi limite ,siccome non può essere superato, deve essere trasceso.
Il che è difficile da spiegare, almeno tanto quanto lo sono i fenomeni quantistici, che per la loro natura sembrano appartenere al mondo della magia, più che a quello della scienza.
L'entanglement valga per tutti.L'intreccio quantistico.
E combinazione proprio ora, da nemmeno mezzo secolo, è stato scoperto e dimostrato essere assolutamente reale.
Ma congetturato prima e ritenuto cosa assurda.Da menti come quella di un Albert Einstein, mica del Mago Otelma.
In esso, l'ntreccio, s'annida un limite, comunque.
Nessuna informazione può essere trasmessa con questo fenomeno in modo istantaneo se non quella che avviene tra le due particelle intrecciate.
E non si può assistere a questo fenomeno, quando le particelle sono molto numerose, se non a condizioni molto speciali, come a temperatura prossima a quella minima possibile, perchè instantaneamente l'intreccio svanisce per lasciare il posto a relazioni fisiche meno magiche e molto materiali.
Il collasso della funzione d'onda, un evento tanto deterministico quanto probabilistico in un modo assoluto.
Qualcosa che sembra provenire dal regno degli dei d'un Olimpo.
Credo che una mente come quella di Archimede, o quella di un Giordano Bruno abbiano almeno per intùito, fulmineamente, captato cose che a noi appaiono quotidianamente ordinarie.
Noi le vediamo, ma ci trastulliamo con azioni da esseri invertebrati.Con una coscienza di sè appena rilevabile.
E' desolante vedere la pusillanimità di alcuni condottieri del mondo.
E l'avarizia d'animo di folle immense, che se solo decidessero d'intrecciarsi con lo scopo di mantenere
una vitale coordinazione per tutti gli esseri coinvolti, le genti della Terra, sarebbero in grado di cambiare istantaneamente le cose.
Potere sciupato invano sia in alto che in basso.
Sofferenza sparsa come granaglie fra roccie perennemente congelate.Mieli versati in mare.
Ad una scala enormemente più grande, sembra che la sconcertante e magica bizzaria del mondo submicroscopico stia manifestandosi sulla Terra.
Varrebbe la pena di prestarvi attenzione.
Molti limiti non sono stati nemmeno sfiorati, e in quesi spazi c'è posto per molti animi coraggiosi.
Marco Sclarandis
stia vivendo la sua senilità, che precede la morte.
Noi umani abbiamo sempre e da sempre cercato di superare limiti d'ogni genere, perchè è la nostra natura.
Quella intima, irriducibile, insurrogabile.
La differenza tra noi ed una muffa, come quella che tramuta un'arancia in una verdognola e vellutata palla da golf è che una mela che vi stia accanto non ne viene attaccata.
Sarà attaccata dal marciume magari, e da dentro.Ma non da quell' armata di funghi microscopici agrumofili.
Noi invece vorremmo trasformare quello che è interno ed esterno a noi, in senso lato,tutto, reciprocamente.
E' come se le muffe degli agrumi volessero fare ammuffire qualsiasi altra frutta, e non solo, potendo, fare arrugginire qualsiasi metallo, corrodere qualunque pietra..
Se così stanno le cose, allora nessuna fonte energetica o mineraria può aiutarci a superare questo momento critico.Tantomeno se solo finanziaria ed economica.
Se la Terra fosse piatta ed infinitamente estesa ed il suo sottosuolo illimitato e colmo di tutti gli elementi della tavola periodica, ci sarebbero alcune parti della soluzione alla nostra insaziabile avidità.
Ma, a parte quello relativo al cielo dove sarebbe difficile trovare un posto al Sole, di modo ché splenda egualmente per tutti e si ritiri per la notte, rimarrebbe quello della vita perenne se non eterna.
Chi vorrebbe davvero vivere con un solo ed immutabile corpo, quello ricevuto in sorte alla nascita?
E se anche volesse cambiarlo, quanta conoscenza occorrerebbe per farlo?
Non mi dilungo, ma per poco che uno ci pensi, stiamo assistendo alla fine di un mondo, quello dove
avevamo messo i limiti insuperabili del di qua, in un al di là, e lì i limiti che nella vita ci angustiano sarebbero stati superati, anzi non si vedrebbero nemmeno come tali.
Attraversare le mura di una fortezza con le proprie sembianze.Cosa fattibile con le onde radio, televisive nella sottospecie.Ho detto sembianze, non carni ed ossa.
Quando dico che quest'epoca è un momento trascendente, intendo dire che appunto qualsiasi limite ,siccome non può essere superato, deve essere trasceso.
Il che è difficile da spiegare, almeno tanto quanto lo sono i fenomeni quantistici, che per la loro natura sembrano appartenere al mondo della magia, più che a quello della scienza.
L'entanglement valga per tutti.L'intreccio quantistico.
E combinazione proprio ora, da nemmeno mezzo secolo, è stato scoperto e dimostrato essere assolutamente reale.
Ma congetturato prima e ritenuto cosa assurda.Da menti come quella di un Albert Einstein, mica del Mago Otelma.
In esso, l'ntreccio, s'annida un limite, comunque.
Nessuna informazione può essere trasmessa con questo fenomeno in modo istantaneo se non quella che avviene tra le due particelle intrecciate.
E non si può assistere a questo fenomeno, quando le particelle sono molto numerose, se non a condizioni molto speciali, come a temperatura prossima a quella minima possibile, perchè instantaneamente l'intreccio svanisce per lasciare il posto a relazioni fisiche meno magiche e molto materiali.
Il collasso della funzione d'onda, un evento tanto deterministico quanto probabilistico in un modo assoluto.
Qualcosa che sembra provenire dal regno degli dei d'un Olimpo.
Credo che una mente come quella di Archimede, o quella di un Giordano Bruno abbiano almeno per intùito, fulmineamente, captato cose che a noi appaiono quotidianamente ordinarie.
Noi le vediamo, ma ci trastulliamo con azioni da esseri invertebrati.Con una coscienza di sè appena rilevabile.
E' desolante vedere la pusillanimità di alcuni condottieri del mondo.
E l'avarizia d'animo di folle immense, che se solo decidessero d'intrecciarsi con lo scopo di mantenere
una vitale coordinazione per tutti gli esseri coinvolti, le genti della Terra, sarebbero in grado di cambiare istantaneamente le cose.
Potere sciupato invano sia in alto che in basso.
Sofferenza sparsa come granaglie fra roccie perennemente congelate.Mieli versati in mare.
Ad una scala enormemente più grande, sembra che la sconcertante e magica bizzaria del mondo submicroscopico stia manifestandosi sulla Terra.
Varrebbe la pena di prestarvi attenzione.
Molti limiti non sono stati nemmeno sfiorati, e in quesi spazi c'è posto per molti animi coraggiosi.
Marco Sclarandis
Friday, November 27, 2015
Hai comprato un biglietto?
Pingo!
La prima lotteria al mondo dove se vinci
paghi per tutti quelli che hanno perso.
(non ci sarà da annoiarsi, c'è da scommettere.)
Per chiarimenti e regolamento vai al :
www.ugobardi.blogspot.it/2015/11/pericolo-di-esplosioni-di-metano-nella.html
Dueci e ciodue
2C°&CO2 400ppM 40Mton arscbn
Dueci e ciodue. Quattrocento pipiemme quaranta megaton arsidicarbon
Non è neolingua.
E' in sintesi il concetto che descrive l'attuale clima terrestre.
Decrittato:
Siamo giunti a quattrocento parti per millione in volume di biossido di carbonio in atmosfera.
Questa è la parte centrale del messaggio.
A sinistra, il sinistro presagio.
Ovvero, come minimo ci tocca un aumento di due gradi centigradi o Celsius come preferite, della
temperatura media terrestre.E non tra dieci secoli, solo mezzo.
A destra il maldestro uso di combustibili fossili, tutti contenenti il sesto elemento, uso consistente nell'ardere 40, quaranta miliardi di tonnellate annue di sostanze che lo contengono.
A buon intenditor poche parole.
P.S.per i sordi:
Dite a chi non vuol sentire che due gradi di calura sono una sciagura.
Ringrazio Ugo Bardi per l'ispirazione del presente post.
Per chi ama leggere, approfondire, e capire:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/27/cambiamenti-climatici-in-attesa-della-cop21-breve-riassunto-della-situazione/2256472/
Marco Sclarandis
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