Wednesday, October 19, 2016
Come per il maiale.......
.......dei commenti non si butta via niente.
Non vedo quale impero o controimpero possa gestire la trascendente complessità delle società umane attuali.Solo qualcosa che possiamo concepire come un motore immobile potrebbe farlo.
Anche se a pensarci bene, dove sta l'imperatore che governa quelle migliaia di miliardi di cellule del nostro organismo?
Forse la metafora dell'artropode può dire quello che penso più di un saggio di mille pagine.
E' come se fossimo diventati quelle libellule arcaiche, che avevano delle ali di quasi un metro di apertura.
Quegli insetti non potevano crescere ulteriormente, per come erano fatti.
Il loro metabolismo era limitato dall'esoscheletro.
Solo un'architettura biologica diversa poteva generare degli esseri di maggiori dimensioni.
Come infatti é poi avvenuto con i vertebrati ed i mammiferi in seguito.
Basti pensare alle balene, che comunque sono mammiferi marini e non terrestri.I dinosauri erano immensi anche loro stessi, ma erano rettili,
ed infatti hanno poi ceduto la casa ai più astuiti mammiferi.
Ci occore una mente diversa se vogliamo proseguire ancora un po' di tempo su questa terra.
Una mente diversa che si dia una politica diversa da qualsiasi altra del passato.Sebbene necessariamente costruita con i mezzi e i pezzi che abbiamo a disposizione e non possono essere pescati che dalla Storia.
Perché per quanto siamo nel profondo simili ai nostri avi più remoti,una parte di noi si é evoluta, necessariamente per sopravvivere.
Ora siamo come quelle libellule quei dinosauri, ma sappiamo di esserlo e sappiamo anche di poter modificare il nostro comportamento, se vogliamo sopravvivere.
Forse, molti non vogliono sopravvivere, non da esseri relativamente liberi, perché come nella fiaba di Pinocchio, il cane legato alla catena teme di non poter mangiare tutti i giorni.
Non mi firmo.
Se qualcuno vuole sapere chi sono, me lo chieda e glielo dico.
Qui nel post di questo blog, ovviamente.
Vediamo se me lo chiede qualche commentatore anonimo, o chi altro.
Naturalmente l'Anonimo sono io!
E questa volta proprio non mi firmo!
Il blog in questione é Effetto Risorse ed il post é Effetto Risorse: Luigi Sertorio: riflessioni sul referendum del 4 Dicembre 2016
Il titolo é il testo
Da dove nasce internet?
Conosciamo la storia recente, si fa per
dire, sono ormai gli anni '60 del DARPA, ma andando indietro di
millennio in millennio vediamo
che internet o web come lo si voglia
chiamare, esiste perché la mente umana è internet.
E forse non potrebbe essere
diversamente.
In realtà, anche i virus nel loro
nanoscopico mondo sono internet in nuce.
E internet svela la desolante
impossibilità di ottenere la conoscenza totale.In primis teorica e
ovviamente, anche pratica.
Kurt Godel, Alan Turing con le loro
dimostrazioni inoppugnabili
hanno svelato definitivamente la
terrificante e meravigliosa potenza della ricorsività. Terrificante
perchè porta direttamente dentro la trascendenza, che implica
l'impossibilità di elencare tutti i numeri per esempio, e quindi
vanifica qualsiasi dizionario e vocabolario che voglia essere
onnicomprensivo.E quindi ancora mina le fondamenta del nostro umano
sapere.
Terrificante perché rende impossibile
conoscere l'esito di qualsiasi algoritmo, a priori.
Ci sono molte più cose indecidibili di
quante non ne immaginino i programmatori.
E le loro macchine da computazione.
Meravigliosa perché comunque le cose
esistono, e chiedersi come mai é buono e giusto, ma volerne avere
una ragione a tutti i costi é demoniaca idiozia.
Questo sì e questo no squisitamente
politico e italiano, è un evento epocale.
Troppi simboli ne sono collegati per
essere un evento di secondo o terz'ordine.E troppe coincidenze
evidentemente troppo significative, per essere frutto di
insignificante casualità.
C'è una tale abbondanza di
sincronicità in quello che sta avvenendo in Italia e nel mondo
intero
che se Carl Gustav Jung fosse qui con
noi, sorriderebbe dietro le lenti tonde e si gusterebbe
lo spettacolo che sta per iniziare.
Vedere quei due, uno uscente dal più
alto podio statunitense e l'altro un fuoriuscito da un pertugio
toscano e assurto a grande statista non si capisce neanche in virtù
di quale bizzarrìa della Storia,
mi hanno fatto sorridere ed inquietare
allo stesso tempo.
Forse che gli avi vivono ancora in noi?
Che l'albero genealogico assoluto sia
da riesaminare ogni tanto, per capire quali sorprese sono in agguato
perchè tese da esseri che invece crediamo defunti e sepolti?.
Quando invece sono vivi vegetissimi e
intriganti fors'anche più dei vivi.
Vivi che a quanto pare sovente sono
zombi zombienti impossibili da ridestare dal loro morto sonno.
Nato come commento odierno su Effetto Risorse.
Grazie a Luigi Sertorio e molti altri, per l'ispirazione.
Marco Sclarandis
Monday, October 17, 2016
La proroga
Mettere
in conto la morte
non
quella che viene
per
cartilagini logore
per
corrosione di ossa
per
esaurimento di palpiti
che
anch'essi sono contati per tutti
tranne
bizzarre eccezioni
metterla
perché esistette Cartagine
Roma
imperiale Sagunto
Atene
Sparta Persepoli
ed
ancora Aleppo resiste
come
Detroit come Palmira
perché
chiunque ha incontrato
una
Gerusalemme Celeste
nel
pensiero notturno
sotto
una volta di un emisfero
o
dell'altro e per essa il pugnale
sguainerebbe
o lancerebbe l'ordigno
considerala
quotidiana di nuovo
non
come peste importata da sorci
ma
come agguato perenne
annidato
nell'animo che di sciagure
si
nutre ed ammalia
mettila
in conto tra un attimo
almeno
per un momento
e
lì che ti guarda dallo specchietto
furtiva
dall'iride d'untuosa pozzanghera
ricambiala
di sguardo fermo ed attento
se
vuoi che ti conceda una proroga
a
prenderti venga
una
prossima volta.
Marco Sclarandis
Saturday, October 1, 2016
Quanta vita vegetale
Quanta vita vegetale
incapsulata in tre chili di borlotti
ogni baccello con due o più gemelli
qualcuno fagiolo nato unico
qualcun'altro nato prematuro
ed anche storpio e morto
mentre li sguscio tutti
immagino il campo che li aspetta
ma non qui non su questa Terra
perché una pentola li attende
ed ecco l'inatteso essere divino
rannicchiato morbido indifeso
vivente simbolo d'ogni metamorfosi
t'ho preso ed alloggiato
sotto vetro di cibo foraggiato
in una settimana tre fagioli
forse trenta prima che diventi pupa
divorerai lasciando strame
alata creatura io ti aspetto
con te prenderò il volo
con ali ritagliate da una seta
più leggera dell'autunnale bruma.
Marco Sclarandis
Thursday, September 29, 2016
Ciò che ci dice un algoritmo
Il profumo d'una fragola
credo possieda il proprio inverso
ma non so se sia la violetta
il gelsomino il nespolo o la zagara
possiamo vederlo l'intreccio di molecole
che incanta di noi l'olfatto
guardarlo come da mano un guanto
di dama sfilato e rivoltato
ed annusare quel profumato specchio
ma ciò che ci dice un algoritmo
quello che un logaritmo svela
possiede più di un anagramma
solo parole dettate dalla musa
possono rivelarcelo.
Marco Sclarandis
credo possieda il proprio inverso
ma non so se sia la violetta
il gelsomino il nespolo o la zagara
possiamo vederlo l'intreccio di molecole
che incanta di noi l'olfatto
guardarlo come da mano un guanto
di dama sfilato e rivoltato
ed annusare quel profumato specchio
ma ciò che ci dice un algoritmo
quello che un logaritmo svela
possiede più di un anagramma
solo parole dettate dalla musa
possono rivelarcelo.
Marco Sclarandis
Friday, September 23, 2016
E noi ora lo sappiamo
Qual é il miracolo
dove sta il prodigio
dal nulla dallo zero
ricavarne l'uno
o il due da questo
per riproduzione
questa è per noi magìa
ma dopo diventa l'artificio
allora cos'è stato più difficile
non lo sai non lo puoi dire
noi non lo capiremmo
nemmeno se ce lo spiegassi
ma Tu hai tratto dal vuoto il pieno
o dal pieno hai estratto fino
a produrre l'assoluto vuoto
e noi ora lo sappiamo.
Marco Sclarandis
Dobbiamo ispirarci alle cicale
Dobbiamo
ispirarci alle cicale
che per evitare risse per i pranzi
le assemblee le feste per la prole
divergono in due tribù per compleanno
un dodicesimo di dodici più dodici
festeggia una generazione nuova
l'altra una dozzina e mezza meno uno
ma entrambe da larve in attesa sotterranea
hanno avuto santissima pazienza
così due secoli un ventennio ed un anno
trascorrono prima che s'incontrino.
per poi prima di finire in terra muta
cantare l'euforia l'ebbrezza la libidine
della fruttifera fatale estate.
che per evitare risse per i pranzi
le assemblee le feste per la prole
divergono in due tribù per compleanno
un dodicesimo di dodici più dodici
festeggia una generazione nuova
l'altra una dozzina e mezza meno uno
ma entrambe da larve in attesa sotterranea
hanno avuto santissima pazienza
così due secoli un ventennio ed un anno
trascorrono prima che s'incontrino.
per poi prima di finire in terra muta
cantare l'euforia l'ebbrezza la libidine
della fruttifera fatale estate.
Marco Sclarandis
Subscribe to:
Posts (Atom)