Sunday, April 26, 2015

柴静雾霾调查:穹顶之下 Chai Jing, Under the Dome. Seconda parte.

Ringrazio di cuore un dottore del centro tumori di Pechino che mi ha permesso lo scorso anno di assistere ad un'operazione polmonare di una signora di 50 anni non fumatrice che aveva contratto un tumore ai polmoni. Sapete come erano i suoi polmoni? Neri, nonostante non fumasse. Perché? Perché dentro ad ogni respiro che facciamo c'è sempre una quantità più o meno alta di PM2,5. Infatti, il PM è stato definito dalla IARC come la sostanza più cangerogena per l'essere umano. 

A questo punto, basandomi sui dati rilevati tra il 2013 e il 2014,mi sono chiesta come fosse possibile che questa donna avesse nell'arco di soli due anni contratto un'infiammazione così grave agli alveoli se consideriamo che un tumore ha un tempo di incubazione molto lungo (si parla di decine di anni). Ho chiesto così alla NASA se potesse fornirmi le foto di dieci anni.

Le vedete? Vedete queste immagini? Queste immagini ci mostrano come anche dieci anni fa, fossero già presenti le polveri sottili nell'aria che respiravamo; non si trattava di PM 2,5, ma di PM 10, sempre polveri sono. Vi ricordate quella famosa nebbia che investì l'aeroporto di Pechino il 12 febbraio del 2004? Oggi sappiamo che non era nebbia, erano Polveri sottili!

... Ma allora se penso a tutte le caldaie a carbone che c'erano quando ero piccola..."Indagini sul tasso di mortalità legato all'inquinamento di 27 città dal 1976-1981". Questo è il titolo del documento che mi è stato prestato da un mio caro amico poco tempo fa. In quegli anni, l'inquinamento era causato dal carbone. 

Basti pensare che nel 1980 nella città di Pechino c'erano più di 3700 industrie. Nessuna di esse, a quel tempo, era soggetta a particolari restrizioni legate alla quantità di CO2 emanata in atmosfera, si pensava solo al bene dello sviluppo economico della Cina. Ebbene, in tutti questi anni, la situazione non è potuta che peggiorare: dal 2006 si misurano le più alte concentrazioni di PM2,5 nell'aria. Solo da pochi anni sono state attuate delle norme di restrizione riguardo i parametri di riduzione di biossido di zolfo e CO2. Ma nonostante si stia cercando di migliorare, il tasso di mortalità da cancro è aumentata negli ultimi anni del 465%.

Non possiamo più aspettarci di vivere le stagioni allo stesso modo con cui si vivevano un tempo. Scordiamoci la brezza e il profumo dei fiori primaverile o la nebbia e la pioggia autunnale. Scordiamoci di insegnare ai nostri figli le bellezze delle stagioni. Adesso, la mia preoccupazione più grande appena mi sveglio è quella di guardare sul cellulare sull'applicazione che mi segnala la qualità dell'aria che respirerò quel giorno, sperare che ci sia un po' di vento dall'est e chissà indossando la mascherina magari allievo un po' il dolore.

Ma che cosa è e da che cosa è causata tutta questa nebbia grigia che ci sta attorno? Ho deciso di così di porre la famosa garza bianca colorata di nero sotto un microscopio per analizzarla. Contrariamente all'idea che mi ero fatta, ogni particella che compone la nebbia grigia non è altro che un mix di diversi tipi di sostanze tossiche originatasi da carbone, petrolio, biomasse, fertilizzanti provenienti dal settore primario, secondario, dall'industria chimica ...ovviamente tutte attività legate all'uomo. Il famoso PM 2,5 di cui abbiamo parlato anche prima è composto per il 60% da carbone e petrolio, o meglio dire dalle combustioni di questi due componenti. Il PM 2,5 non è che prima non esistesse, perché anche in natura avvengono continuamente e da millenni combustioni che rilasciano queste particelle e polveri. Noi abbiamo solo permesso a questo PM2,5 di aumentare in modo smisurato fino ad arrivare a danneggiare noi stessi. Prima l'Inghilterra e la Germania, poi l'America e il Giappone, ora tutti i Paesi sviluppati e in via di sviluppo come l'India, l'Iran, il Pakistan, Afghanistan sono i principali colpevoli della produzione di queste polveri sottili, per non parlare del paese che si è sviluppato più velocemente, la Cina.

Traduzione di Sara Mazzuoli 


Marco Sclarandis 

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