Verrà la
morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Cesare Pavese
Marco Sclarandis
Marco Sclarandis
Pavese sapeva scrivere, ma come filosofia preferisco quella di Epicuro: "perché temere la Morte? Se noi ci siamo, Lei non c'è. Se Lei c'è, non noi ci siamo".
ReplyDeleteMagari, aggiungo io, il momento dell'incontro, quando Lei arriva e noi andiamo, può essere anche molto duro e per questo avremmo il dovere morale di rendere questo passaggio il più dolce e breve possibile. Ma spesso non è questo l'approccio della medicina. Per molti, sembra che la sopravvivenza sia più importante della Vita la quale include la Morte, come sua parte essenziale.
Jacopo
Jacopo,prendo ispirazione dalla teoria dei numeri:
ReplyDeletel'insieme dei numeri reali è inelencabile, al contrario di quello dei numeri naturali.*
Perciò la probabilità di ritrovare un numero naturale pescato a caso fra i reali è paradossalmente zero.
Ma forse il concetto stesso di probabilità si sgretola di fronte a questo paradosso.
Che ogni essere esistente che sia una particella elementare o un essere umano, abbiano la loro identità associata ad uno di questi due insiemì?
E se sì quale?
E la vita forse che ci estrae da quello dei numeri inelencabili dandocene uno elencabile e la morte ci ributta nel mucchio dei numeri reali?
Sarà per questo che vogliamo credere in un Dio che invece sia il notaio di questi elenchi?
*l'insieme degli interi 1,2,3.....é elencabile come quello delle frazioni
1/2,1/3,2/3..........
Non quello di numeri come pi greco,il numero di Eulero "e" 2,718281828459045........... e quei numeri che oltre che irrazionali sono anche trascendenti.
Marco Sclarandis