Di Marco Sclarandis
Esistono tre felini, nella fattispecie dei gatti domestici, che sono diventati soggetti famosi della storia. Uno di questi è il famoso Gatto del Cheshire personaggio inventato da Lewis Carroll, apparso per la prima volta nel 1865 in “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” e divenuto pure protagonista di cartoni animati molto divertenti. L’altro, attore suo malgrado di un celeberrimo esperimento mentale, come quelli, gli esperimenti, che adorava l’ancora più celebre fisico della Teoria della Relatività, generale e ristretta. Solo che il micio in questione era stato inventato da Erwin Schrödinger, per imbastire un ipotetico esperimento riguardante l’enigmatica Teoria dei Quanti. Un terzo gatto si nasconde dietro un gioco linguistico tra le parole “Energia” e “Catalizzatore” parole che fuse ed abbreviate generano il semi acronimo E-Cat.
Il marchingegno che sta dietro questo nome non ha niente a che fare con i sornioni, astuti e indipendenti animali domestici, tranne che per un aspetto particolare, che verrà esposto per ultimo. E’ invece un’apparecchiatura che secondo il suo inventore, che ha un nome talmente comune tanto da essere quasi sinonimo di perfetto anonimo, sconfinante negli incantesimi, i totem e gli amuleti magici. Questo E-Cat, nelle intenzioni del suo inventore dovrebbe fornire energia a costi irrisori, tratta da reazioni nucleari che sono tuttora soggetto di faticose indagini. Reazioni chiamate collettivamente LENR e che potrebbero davvero dischiudere un nuovo capitolo della fisica. Ma che la Natura per ora cela tra i suoi veli, sottilmente ma non maliziosamente.
Tuttora il famigerato catafelino, pare proprio funzioni né più e né meno come i suoi omonimi in carne, ossa, pelliccia, e polpastrelli. Reazioni chimiche, elettrochimiche, seppure non digestive. Da cui derivano un po’ di tepore, qualche balzo energetico ma nulla più.
Poi esistono i soliti quattro gatti che possono anche diventare quarantaquattro come nella famosa filastrocca, e anche un branco innumerevole, se bene ammaestrati. E sono quelli che abboccano come dei fessi a qualsiasi annuncio mirabolante che prometta miracoli allo stesso prezzo delle seccature. Peccato che in questa parte del multiverso, la scienza, la magia, la prestidigitazione e il banale inganno o raggiro siano àmbiti sufficientemente separati. Peccato per i “Signor Rossi” e i loro fanatici seguaci.
Solo nella matematica esistono delle magie sconcertanti come per esempio la scoperta dell’ultranumerosità dei numeri irrazionali e delle geometrie non euclidee, che portarono un fecondo scompiglio nel mondo dell’umana conoscenza. Per ora l’E-Cat, s’è rivelato essere uno straordinario pifferaio magico, capace però d’incantare parecchie specie di mammiferi e non solo i pure astuti piccoli roditori.
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Sunday, January 6, 2013
Saturday, January 5, 2013
Wednesday, January 2, 2013
La carezza sul naso del mulo
di Marco Sclarandis
Se mai avete provato
Una carezza sul vello del naso del mulo
O non vi ha turbato lo spasimo
Dell’agonia d’una mosca
Impigliata su una macchia di miele
Nemmeno un fiore avete sottratto
Per il viso d’un essere umano
Se non vi siete fatti distrarre
Da cupi pensieri
Con musica meravigliosa
Fate presto qualcosa
Che vi congiunga il cuore alla vita
Poiché verranno
Non si potrà neanche contarli
Saranno orripilanti chimere
Strapperanno capelli
Spaccheranno denti
Svuoteranno occhi
La loro sola presenza
Sarà rimpianto di non essere mai nati.
Tuesday, January 1, 2013
Il secchio bucato: un pensiero per il 2013
Da "Learning from Dogs" - dedicato all'amico Maurizio Pallante
(immagine: dipinto di Giovanni Segantini)
Una vecchia signora cinese aveva due grossi secchi che appendeva ai lati di un palo che portava sul collo
Uno dei secchi era bucato e aveva una fessura mentre l'altro era perfetto e portava sempre un carico di acqua completo
Alla fine delle lunghe camminate dalla sorgente alla casa, il secchio bucato arrivava soltanto mezzo pieno.
Per due anni, tutti i giorni succedeva sempre la stessa cosa, con la donna che portava a casa soltanto un secchio e mezzo di acqua
Ovviamente, il secchio perfetto era molto orgoglioso del suo risultato.
Ma il povero secchio bucato si vergognava di quello che pensava fosse un fallimento e si sentiva miserabile perché poteva fare solo la metà di quello che era stato fabbricato per fare.
Dopo due anni di quello che percepiva come un amaro fallimento, il secchio parlò un giorno alla donna alla sorgente.
"Mi vergogno di me stesso, perché il buco che ho in un fianco fa si che l'acqua si perda lungo tutta la strada fino a casa tua"
La vecchia signora sorrise, "ti sei accorto che ci sono dei fiori dalla tua parte del sentiero, ma non nella parte dell'altro secchio? Questo è perché ho sempre saputo del tuo problema e così ho piantato semi di fiori dalla tua parte del sentiero. Quando camminiamo verso casa, sei tu che li annaffi. Per due anni, ho potuto cogliere questi bei fiori per decorare la tavola. Senza di te, non ci sarebbero queste cose belle a dare grazia alla casa"
Ognuno di noi ha il proprio difetto. Ma sono i buchi e i difetti che rendono le nostre vite in comune così tanto interessanti e ricche di soddisfazioni. Dovete soltanto prendere ciascuno per quello che è e cercare il buono in lui o lei.
Quindi, cari amici che siete secchi bucati, buona giornata e ricordatevi di sentire il profumo dei fiori dalla vostra parte del sentiero.
An elderly Chinese woman had two large pots, each hung on the ends of a pole which she carried across her neck.
One of the pots had a crack in it while the other pot was perfect and always delivered a full portion of water.
At the end of the long walks from the stream to the house, the cracked pot arrived only half full.
For a full two years this went on daily, with the woman bringing home only one and a half pots of water.
Of course, the perfect pot was proud of its accomplishments.
But the poor cracked pot was ashamed of its own imperfection, and miserable that it could only do half of what it had been made to do.
After two years of what it perceived to be bitter failure, it spoke to the woman one day by the stream.
‘I am ashamed of myself, because this crack in my side causes water to leak out all the way back to your house.’
The old woman smiled, ‘Did you notice that there are flowers on your side of the path, but not on the other pot’s side? That’s because I have always known about your flaw, so I planted flower seeds on your side of the path, and every day while we walk back, you water them. For two years I have been able to pick these beautiful flowers to decorate the table. Without you being just the way you are, there would not be this beauty to grace the house.’
Each of us has our own unique flaw. But it’s the cracks and flaws we each have that make our lives together so very interesting and rewarding. You’ve just got to take each person for what they are and look for the good in them.
So, to all of my cracked pot friends, have a great day and remember to smell the flowers on your side of the path!
Saturday, December 8, 2012
Un Sole lì buttato a vanvera
Di Marco Sclarandis
Non posso rassegnarmi
vedere tutto quello spazio
in alto vuoto intorno
estratto dal nulla con astuzia
primizia di qualunque inizio
sprecato
con tanta noncuranza
un Sole lì buttato a vanvera
una Luna a casaccio
sistemata
tanto perché una Terra orbiti
s’un’ellisse non troppo
sgangherata
e con tale andazzo ammassi
di stelle di pianeti di galassie
sparpagliati come cani sciolti
noi qui sempre più stipati
a istupidirci
per innalzare stipiti
solai volte ed architravi
in modo da poterci
accasare tutti
rinuncio al volume della fossa
anche dell’urna cineraria
prossima ventura
pur di sapere adesso quale
fosse dell’Architetto il
vero intento.
Friday, December 7, 2012
Licheni acquattati
di Marco Sclarandis
I licheni acquattati su tettoie d’ondulato asbesto
Sghignazzano sgargianti
Ai muschi quieti aggrappati a muri di cemento
E più in alto sorvolano incuranti
Piccioni passeri e gabbiani
Indecisi fra tralicci e pattumiere
Gli umani cupi mugugnano quotidianamente
Fra un lezzo ed un vezzo frastornati
Protetti da ricolmi armadi e pensili
Tessono prolifici camole ed aracnidi
Aspettando magari
Qualche formica persasi
Dai nostri acquai verso i fornelli
Chi sarà mai di tutti quanti il più malnato
Loro che ignari possiedono la terra
O noi che pur sapendo
Devastiamo anche dell’altrui riparo.
I licheni acquattati su tettoie d’ondulato asbesto
Sghignazzano sgargianti
Ai muschi quieti aggrappati a muri di cemento
E più in alto sorvolano incuranti
Piccioni passeri e gabbiani
Indecisi fra tralicci e pattumiere
Gli umani cupi mugugnano quotidianamente
Fra un lezzo ed un vezzo frastornati
Protetti da ricolmi armadi e pensili
Tessono prolifici camole ed aracnidi
Aspettando magari
Qualche formica persasi
Dai nostri acquai verso i fornelli
Chi sarà mai di tutti quanti il più malnato
Loro che ignari possiedono la terra
O noi che pur sapendo
Devastiamo anche dell’altrui riparo.
La canzone del picco del petrolio
I have squandered my resistance
For a pocket full of mumbles such are promises
All lies and jests
Still a man hears what he wants to hear
And disregards the rest
Ho sprecato la mia resistenza
Per una tasca piena di rumore così sono le promesse
Tutte bugie e trucchi
Eppure un uomo sente quello che vuole sentire
E scarta il resto
h/t 22 billion slaves
For a pocket full of mumbles such are promises
All lies and jests
Still a man hears what he wants to hear
And disregards the rest
Ho sprecato la mia resistenza
Per una tasca piena di rumore così sono le promesse
Tutte bugie e trucchi
Eppure un uomo sente quello che vuole sentire
E scarta il resto
h/t 22 billion slaves
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