Nota: si ricorda che le opinioni
espresse in questo blog non sono da ascrivere alla SCI o alla redazione
ma al solo autore del testo.
a cura di C. Della Volpe
Il 30 maggio, su invito del collega
Matteo Guidotti e dell’Accademia delle Scienze di Bologna ho avuto modo
di partecipare insieme a Flavio Galbiati di Epson Meteo e alla
giornalista Anna Maria Girelli Consolaro ad una conferenza dibattito
sulle cosiddette “scie chimiche”, uno pseudo fenomeno cui abbiamo
dedicato già un post e vari articoli su C&I(
http://ilblogdellasci.wordpress.com/2014/01/10/sciecomiche-del-xxi-secolo/).
Al dibattito hanno partecipato altri colleghi di Bologna, come potete leggere nell’invito qui sotto:
All’incontro sono intervenute alcune
decine di persone, fra le quali molti colleghi di Bologna ed anche
qualche difensore delle “scie chimiche”, fra i quali un consigliere
comunale di Grizzana Morandi ridente comune dell’Appennino bolognese che
“lotta contro le scie chimiche” e alcuni membri della associazione
Riprendiamoci il Pianeta (RIP), una associazione il cui presidente è
anche presidente della editrice Drago che cura le edizioni di libri di
tipo esoterico e di “denuncia e lotta contro le scie chimiche”
considerate un fenomeno artificiale di controllo del clima e della
popolazione in quanto le scie sarebbero costituite di materiali
artificiali, composti tossici di alluminio e bario, per esempio trimetil
alluminio, che secondo RIP e la Drago sarebbero mescolati al carburante
degli aerei normali allo scopo di avvelenare il pianeta (sic!).
Le due relazioni di Galbiati e Della
Volpe hanno raccontato la prima le caratteristiche della condensa e dei
fenomeni atmosferici comuni mostrando le molte e diverse forme delle
nuvole e delle scie e la seconda si è dedicata alla critica puntuale
delle varie “preconcezioni” sciachimiste: scie che non si formerebbero
all’altezza giusta (non esiste alcuna prova in questo senso e la
formazione delle scie di condensa è spiegata in dettaglio dalle
equazioni di Appleman, di Kelvin , etc.), scie che porterebbero fibre
intossicanti (sono le ragnatele di alcune specie di ragni che da milioni
di anni usano il vento per farsi trasportare anche sopra gli oceani, un
fenomeno descritto da Darwin) e così via; potete trovare le slides
delle due presentazioni in calce a questo post.
Gli interventi dei vari sciachimisti
presenti hanno teso a dimostrare l’indimostrabile: un paio di esempi :
uno ha sostenuto di aver registrato scie di di condensa ad altezze
inferiori ai 6000 metri “perchè erano sotto un cumulonembo, un tipo di
nuvola che al massimo arriva a 6000 metri”; ne deduceva che dato che a
quella altezza non vi sono le condizioni per formare scie di “condensa”
secondo il grafico di Appleman quelle erano scie “chimiche”. Alla
contestazione di Galbiati che ha spiegato che i cumulonembi, che sono
nuvole a sviluppo verticale, hanno esattamente la caratteristica di
arrivare ai limiti della troposfera, acquisendo in tal caso una
caratteristica forma ad incudine e che la troposfera alle nostre
latitudini arriva a 12.000 metri, il solerte consigliere di Grizzana
Morandi non è stato in grado di argomentare altro se non che Galbiati
aveva “falsificato” la sua posizione, il che in realtà era vero nel
senso scientifico del termine: aveva dimostrato infatti che era del
tutto sballata.
E come si sarebbero poi registrate le altezze, misura
non banale da effettuare? Risposta: Con un misuratore laser che è stato
poi chiarito aveva una portata massima di 3500 metri!! Ma cosa succede a
tale misura se l’altezza è superiore alla portata massima? Nessuna
risposta chiara.
Un altro intervento ha richiesto,
interrompendo varie volte il secondo oratore, di avere analisi da parte
di scienziati ed autorità “indipendenti” ed alla richiesta di chiarire
cosa si intendesse per “indipendente” e per quale motivo non si
considerassero tali gli scienziati presenti, ancora una volta lo
sciachimista di turno non ha saputo bene cosa rispondere.
Le attività anti “scie chimiche” sono
illustrate molto bene dalla mozione presentata di recente alla regione
toscana dal consigliere pentastellato Chiurli, membro del gruppo misto e
riportata qui (
http://upload\crt\fascicolo\MOZ_800)
che chiede alla regione un fondamentale studio per far luce sulle
improbabili scie chimiche di alluminio e bario che gli aerei di linea o
altri aerei rilascerebbero e che cercherebbero di controllare il clima.
Purtroppo altri enti pubblici sono tartassati da tali assurde richieste
di verifica, anche il Parlamento Italiano o quello Europeo ricevono da
maleinformati eletti del popolo di molti partiti richieste di
approfondimento, interrogazioni che preludono o preluderebbero ad
inutili spese di ricerca che sarebbero meglio impiegate nella analisi di
problemi di ben altra rilevanza: riscaldamento globale, inquinamento
del territorio, etc.
Galbiati ha avuto voglia di chiarire che
gli effetti di controllo climatico delle scie di condensa degli aerei
sono state già studiate e che il loro ruolo è per quel che se ne sa del
tutto trascurabile nel contesto del GW, ma parlava ahimè delle normali
scie di condensa non di queste del tutto fantastiche scie chimiche di
bario ed alluminio mai viste in cielo, se non forse a qualche mostra di
aerei acrobatici o agli spettacoli delle frecce tricolori, ma anche
allora dubitiamo che la composizione delle scie colorate tricolori fosse
quella indicata; anche perchè essendo un esplosivo e un piroforo il
trimetilalluminio si troverebbe molto male nelle turbine dei reattori.
E’ da dire che al di là della realtà del
problema “nanoparticelle” c’è ormai una industria culturale ed economica
vera e propria con laboratori privati anche noti che sostenendo il
ruolo determinante ma fino ad ora non dimostrato e non ben compreso
delle nanoparticelle, (che peraltro esistono da sempre in natura) in
alcune patologie diffondono un allarme non giustificato su queste
questioni con chiare ricadute economiche. Esiste una ovvia attenzione
della comunità scientifica sul tema nanoparticelle (
https://osha.europa.eu/en/publications/literature_reviews/workplace_exposure_to_nanoparticles)
ma si deve evitare di fare di questo timore una esagerazione o un fatto
a sua volta patologico con interessi economici a loro volta
predominanti.
Ma il problema vero si può ricavare e comprendere bene da un testo pubblicato molti anni fa da Isaac Asimov.
Isaac Asimov è stato un prolifico autore
di SF ma anche uno scienziato e un divulgatore di grande livello, quasi
tutti i suoi scritti sono stati pubblicati più e più volte eccetto
pochissimi; uno di questi scritti, mai più ripubblicato, si intitola:
Il culto dell’ignoranza (Aphelis, gen 1980,
http://aphelis.net/cult-ignorance-isaac-asimov-1980/)
e si tratta di un testo che ha a che fare con quello di cui stiamo
parlando adesso: il legame fra scienza e democrazia, fra cultura e
controllo della propria vita, fra credulità delle masse e controllo
sociale.
Dice Asimov:
“ C’è un culto dell’ignoranza negli
Stati Uniti, e c’è sempre stato. Il germe dell’anti-intellettualismo è
stato un vento costante che ha soffiato attraverso tutta la nostra vita
politica e culturale, nutrita dalla falsa nozione che la democrazia
significherebbe che “la mia ignoranza è pari alla vostra conoscenza”.
E’ una frase che si adatta benissimo
anche alla situazione attuale non solo degli USA ma anche del nostro e
di altri paesi; oggi c’è la difesa di una concezione della politica in
cui l’uguaglianza (spesso apparente)l’”uno conta uno”, spinta e nutrita
da Internet che consente di trovare qualunque informazione in una
frazione di secondo sembra far passare in secondo ordine le differenze,
non solo economiche, ma anche culturali ed educative; siamo tutti uguali
anche perchè tutti possiamo godere di questa sorgente di informazione e
di potere che è “la Rete” (basta che “consumiamo” allo stesso modo).
Ma la quantità di informazione presente
in rete proprio per la sua enorme quantità necessità di una crescente
abilità di discernimento e di criteri ben fondati e di studio robusto,
che consentano di discriminare il grano dal loglio; non tutto quel che
si trova su Internet è “vero” o ben fondato; Wikipedia che noi tutti
usiamo è uno strumento molto comodo ma necessita di un confronto
costante con i dati di fatto e la letteratura scientifica tradizionale e
mostra una percentuale significativa di refusi (
http://firstmonday.org/article/view/1413/1331);
la letteratura scientifica ufficiale a sua volta, coinvolta spesso in
scandali di dimensione internazionale può diventare un casus belli
quando se ne fa un uso malaccorto (
http://www.slideshare.net/giuseppedn/sorpassati-anche-dai-turchi-miti-e-realt-delluniversit-italiana).
Mi è rimasto da approfondire il caso
Grizzana Morandi; avevo chiesto dopo la riunione al solerte consigliere
se per caso su Grizzana non passasse una aerovia, ossia non ci fosse in
vicinanza del paese una di quelle zone di spazio aereo percorsa da molti
aerei; nel mondo volano ogni giorno centinaia di migliaia di aerei e
per evitare incidenti il loro traffico è strettamente regolato; la sua
risposta negativa non mi ha convimto, così ho cercato sui siti
ufficiali, trovando una conclusione affatto diversa. Grizzana è al
centro di un nugolo di aerovie che sono numerose nelle immediate
vicinanze del paese; è questo quindi il motivo delle numerose scie di
condensa visibili da quella postazione. Tutti possono acquisire le
informazioni base sulle traiettorie aeree anche in tempo reale su siti
come questo:
http://www.flightradar24.com/
Data la quota di volo di un aereo
commerciale, circa 10 km o più, un aereo che voli ad una distanza
dell’ordine di 10 o anche 20 km a Grizzana è visibile con una
angolazione di 45-60 gradi dalla verticale; e a circa 30km in linea
d’aria da Grizzana c’è perfino un aeroporto delle dimensioni di quello
di Bologna.
Una mappa delle sole aerovie di alta quota sul centro-nord è visibile qui sotto.
La situazione di Grizzana è ben
illustrata dalla istantanea presa in un momento qualunque della
mattinata, che mostra la presenza nello spazio aereo di Grizzana di 4
aerei e quindi di altrettante aerovie a poca distanza:
(nella scala usata dalla mappa la distanza fra gli aerei e Grizzana non supera i 20-30 chilometri)
Come ho detto anche nella mia relazione
sono fenomeni, questi della crescente “credenza” nelle scie chimiche o
in altre questioni fantomatiche (stamina, per fare un esempio) che
rivelano una vera e propria alienazione sociale, la ricerca cioè della
soluzione di problemi effettivi di controllo della propria vita e della
propria esistenza (inquinamento, malattia, ambiente, lavoro) in
meccanismi del tutto lontani, del tutto “altri” (in questo senso alieni,
alienati) rispetto a quelli effettivi, a quelli concreti; più facile
dare la colpa dei problemi ad entità fantomatiche che invece agire
concretamente per cambiare i reali rapporti sociali ed economici.
Certo non aiuta avere in Italia una
classe dirigente di mostruosa ignoranza ed arretratezza; ministri che
diffondono comunicati su tunnel dei neutrini di 700 chilometri o
vicepresidenti del CNR di nomina “regia” che organizzano conferenze
contro Darwin, sono di quanto peggio possiamo aspettarci.
La democrazia ESIGE la cultura, la
conoscenza e l’educazione scientifica di grandi masse; ed oggi in un
mondo che usa la scienza come forza produttiva fondamentale tale
conoscenza non può limitarsi all’abc e alle 4 operazioni; la conoscenza
delle scienze, fra cui la Chimica per le sue innumerevoli applicazioni
spicca, deve essere alla base della formazione popolare e pubblica e
deve essere sviluppata in una forte e ben organizzata scuola pubblica,
tutto il contrario del tentativo ancora in corso di smontare la scuola e
le università pubbliche per dare spazio ad iniziative private e di
lucro sulla base della retorica che fa della attuale scuola ed
università una base di sfaticati e di mangiapane ad ufo.
Se non contrasteremo questa visione
demagogica ci troveremo presto con le “sciechimiche” dentro casa,
additati come untori per di più incapaci e imbroglioni; le sciechimiche
sono a metà del guado fra una leggenda metropolitana ed un indicatore di
profondo disagio sociale.
Occorre mantenere ben salda la barra del
timone: denunciare i veri problemi dell’ambiente e del pianeta, il
problema climatico ed energetico innanzitutto, legati ad un modo di
produrre ed a una visione infinita della crescita economica che è ormai
superato dai fatti e che è al contrario alla base dello stesso malessere
economico e sociale, ma non farsi coinvolgere in false ed alienanti
visioni complottistiche. Voi che ne dite?
presentazione di Flavio Galbiati:
presentazione di Claudio Della Volpe: