E questo 2015 è talmente caldo che il colpo di calore gli è arrivato addosso già a Giugno! http://www.liberoquotidiano.it/news/scienze---tech/11798173/A-settembre-un-asteroide-colpira-la.html
Wednesday, July 22, 2015
Sempre peggio la calura estiva: giornalista di "Libero" afflitto da grave colpo di calore
E questo 2015 è talmente caldo che il colpo di calore gli è arrivato addosso già a Giugno! http://www.liberoquotidiano.it/news/scienze---tech/11798173/A-settembre-un-asteroide-colpira-la.html
Thursday, July 16, 2015
Il vero costo della F.A.O.
Il vero costo della F.A.O.
Cioè della Fetida Ambrosia Oleosa.
Riporto più sotto il compendio dell'ottimo post di Dario Faccini.
Ma penso che sarebbe davvero l'ora, di considerare il costo del petrolio ed il suo prezzo in un modo diverso.
Ammettiamo che da qui a cinquant'anni riusciremo ad estrarne tuttto l'estraibile, la stima é di mille miliardi di barili,
centotrenta miliardi di tonnellate, quanto dovrebbe valere questo piccolo scuro lago oleoso?.
Ha senso valutarlo solo in denaro, qualunque sia la sua valuta?.
O non sarebbe meglio considerare il suo valore immaginando quali scenari può ancora aprirci quando la sua fine sarà definitiva?
Bruciare petrolio, ancora, è ormai come scaldarsi dagli ultimi rigori della primavera buttando nella stufa pani d'incenso.
Follia da sàtrapi invasati di potere.
Farne vagonate di mercanzia usa e getta, per continuare abitudini tanto insane quanto insulse, ignavia da figlioli prodighi, ma senza alcun desiderio di remissione di peccato.
Usarlo per i giorni che verranno affinchè non siano da maledire per quello in cui venimmo al mondo, azione degna per una futura beatificazione.
Marco sclarandis
L’accordo con l’Iran e il paradosso petrolifero
Pubblicato il luglio 16, 2015 di Dario Faccini
https://aspoitalia.wordpress.com/2015/07/16/laccordo-con-liran-e-il-paradosso-petrolifero/
I giacimenti petroliferi più grandi, facili e convenienti sono già coltivati e/o in declino;
I costi di estrazione sono in costante aumento e così sono gli investimenti, soprattutto per le compagnie non OPEC,
che hanno ormai riserve sottodimensionate rispetto i volumi di produzione estratti; questo è talmente vero che il mercato sta diventando cauto nell’investire nelle compagnie petrolifere quotate in borsa ;
Il tasso di declino globale dei giacimenti in coltivazione probabilmente supera il 5% all’anno, ed è in accelerazione;
Il fracking è una tecnica di estrazione che ha dato buoni risultati in America, ma fatica ad essere esportata fuori confine, non ultimo per i problemi ambientali connessi; dal fracking, quindi, non ci si può attendere un contributo tale da sostenere la produzione globale futura;
I paesi OPEC sunniti del golfo sono gli unici ad avere le “mani libere” e si stanno adoperando per risollevare i prezzi sul lungo periodo
ostacolando gli investimenti petroliferi globali;
Il prezzo del petrolio nel breve periodo può pure scendere ancora, come pletore di analisti finanziari si affannano a prevedere da mesi,ma sarebbe un errore interpretarlo come un segnale di abbondanza petrolifera.
Sarebbe solo il successo completo della prima guerra commerciale lanciata dai pochi che ne possono ancora estrarre parecchio,
a prezzi bassi, fuori da logiche di mercato di breve periodo.
E’ finito il petrolio a buon mercato. Sono cambiati gli equilibri.
In futuro comanderà chi ha il petrolio sotto casa.
Cioè della Fetida Ambrosia Oleosa.
Riporto più sotto il compendio dell'ottimo post di Dario Faccini.
Ma penso che sarebbe davvero l'ora, di considerare il costo del petrolio ed il suo prezzo in un modo diverso.
Ammettiamo che da qui a cinquant'anni riusciremo ad estrarne tuttto l'estraibile, la stima é di mille miliardi di barili,
centotrenta miliardi di tonnellate, quanto dovrebbe valere questo piccolo scuro lago oleoso?.
Ha senso valutarlo solo in denaro, qualunque sia la sua valuta?.
O non sarebbe meglio considerare il suo valore immaginando quali scenari può ancora aprirci quando la sua fine sarà definitiva?
Bruciare petrolio, ancora, è ormai come scaldarsi dagli ultimi rigori della primavera buttando nella stufa pani d'incenso.
Follia da sàtrapi invasati di potere.
Farne vagonate di mercanzia usa e getta, per continuare abitudini tanto insane quanto insulse, ignavia da figlioli prodighi, ma senza alcun desiderio di remissione di peccato.
Usarlo per i giorni che verranno affinchè non siano da maledire per quello in cui venimmo al mondo, azione degna per una futura beatificazione.
Marco sclarandis
L’accordo con l’Iran e il paradosso petrolifero
Pubblicato il luglio 16, 2015 di Dario Faccini
https://aspoitalia.wordpress.com/2015/07/16/laccordo-con-liran-e-il-paradosso-petrolifero/
I giacimenti petroliferi più grandi, facili e convenienti sono già coltivati e/o in declino;
I costi di estrazione sono in costante aumento e così sono gli investimenti, soprattutto per le compagnie non OPEC,
che hanno ormai riserve sottodimensionate rispetto i volumi di produzione estratti; questo è talmente vero che il mercato sta diventando cauto nell’investire nelle compagnie petrolifere quotate in borsa ;
Il tasso di declino globale dei giacimenti in coltivazione probabilmente supera il 5% all’anno, ed è in accelerazione;
Il fracking è una tecnica di estrazione che ha dato buoni risultati in America, ma fatica ad essere esportata fuori confine, non ultimo per i problemi ambientali connessi; dal fracking, quindi, non ci si può attendere un contributo tale da sostenere la produzione globale futura;
I paesi OPEC sunniti del golfo sono gli unici ad avere le “mani libere” e si stanno adoperando per risollevare i prezzi sul lungo periodo
ostacolando gli investimenti petroliferi globali;
Il prezzo del petrolio nel breve periodo può pure scendere ancora, come pletore di analisti finanziari si affannano a prevedere da mesi,ma sarebbe un errore interpretarlo come un segnale di abbondanza petrolifera.
Sarebbe solo il successo completo della prima guerra commerciale lanciata dai pochi che ne possono ancora estrarre parecchio,
a prezzi bassi, fuori da logiche di mercato di breve periodo.
E’ finito il petrolio a buon mercato. Sono cambiati gli equilibri.
In futuro comanderà chi ha il petrolio sotto casa.
Wednesday, July 15, 2015
Di questo terrore, nel segreto, godo.
Che la lotta di classe si possa fare sia con le ossa dei bisonti o con le mitragliette, e con le armi ad infrasuoni lo sappiamo.
Perciò i mezzi per farla esisteranno a lungo.
E probabilmente, anzi praticamente certo, è che i motivi per farla non s'estingueranno mai.
Quello che mi chiedo è quali siano le condizioni perchè essa sia ridotta al minimo inevitabile.
E possibilmente il meno cruenta possibile.
Che la lotta di classe sia solitamente scatenata dal superamento di un limite del divario tra chi dispone di energie, risorse e conoscenze e chi ne ha di meno è arcinoto pure questo.
Ma quale sia questo limite è impossibile da stabilire una volta per tutte, e la Storia lo insegna ai suoi cocciuti allievi, con spasmodica tenacia.
Quello che mi sembra stupefacente, anche nel senso di qualcosa indotto da una sostanta pericolosamente psicòtropa è la sopraggiunta scomparsa di alcuni motivi per condurre questa lotta.
Abbiamo imparato a produrre cibo, vestiario, ed alloggio per tutti,
e pur con tutte le obiezioni e le considerazioni che si possono fare al riguardo, adoperiamo anche la produzione di tutto ciò come arma di lotta classista.
La ritualizzazione della stessa lotta, realizzata con lo sport, non è riuscita a sfuggire a questo tragicomico destino.
Che fare?
Guerra è sempre, irrimediabilmente?.
Forse no.
Ma perchè sia no, un genere umano deve scomparire.
E apparire, o meglio prosperarne un altro.
Che prenda la lotta di classe come una rappresentazione teatrale, dove finito lo spettacolo sono tutti soddisfatti.
Anzi pronti a risparmiare denaro per godersene un altro.
Mi sembra che stia succedendo proprio questo.
E' una cosa stupenda, ma chi deve scomparire, e potrebbe farlo anche senza morire prematuramente, non intende ragione.
Anzi, cerca di far proseliti, purchè restino suoi succubi, per mantenersi sul trono con lo scettro in mano.
E questo è spaventoso.
Vi è qualche legge matematica, universale, dietro le quinte a manovrare la scena?
Sarebbe difficile immaginare che non vi fosse.
Ma non è detto che sia possibile conoscerla e anche conoscendola sia possibile sceglierne le conseguenze.
Fra pochissimi decenni, della lotta di classe non me ne importerà più nulla.
Che la mia tomba sia poi un sasso con un nome ed una data scolpiti sopra,o nemmeno quello, altrettanto.
Già da adesso.
Dev'essere questa noncuranza che irrita fino all'ira quelli che sperano le lotte di classe non finiscano mai.
Hanno il terrore di morire di noia.
Di questo terrore, nel segreto, godo.
Marco Sclarandis
Perciò i mezzi per farla esisteranno a lungo.
E probabilmente, anzi praticamente certo, è che i motivi per farla non s'estingueranno mai.
Quello che mi chiedo è quali siano le condizioni perchè essa sia ridotta al minimo inevitabile.
E possibilmente il meno cruenta possibile.
Che la lotta di classe sia solitamente scatenata dal superamento di un limite del divario tra chi dispone di energie, risorse e conoscenze e chi ne ha di meno è arcinoto pure questo.
Ma quale sia questo limite è impossibile da stabilire una volta per tutte, e la Storia lo insegna ai suoi cocciuti allievi, con spasmodica tenacia.
Quello che mi sembra stupefacente, anche nel senso di qualcosa indotto da una sostanta pericolosamente psicòtropa è la sopraggiunta scomparsa di alcuni motivi per condurre questa lotta.
Abbiamo imparato a produrre cibo, vestiario, ed alloggio per tutti,
e pur con tutte le obiezioni e le considerazioni che si possono fare al riguardo, adoperiamo anche la produzione di tutto ciò come arma di lotta classista.
La ritualizzazione della stessa lotta, realizzata con lo sport, non è riuscita a sfuggire a questo tragicomico destino.
Che fare?
Guerra è sempre, irrimediabilmente?.
Forse no.
Ma perchè sia no, un genere umano deve scomparire.
E apparire, o meglio prosperarne un altro.
Che prenda la lotta di classe come una rappresentazione teatrale, dove finito lo spettacolo sono tutti soddisfatti.
Anzi pronti a risparmiare denaro per godersene un altro.
Mi sembra che stia succedendo proprio questo.
E' una cosa stupenda, ma chi deve scomparire, e potrebbe farlo anche senza morire prematuramente, non intende ragione.
Anzi, cerca di far proseliti, purchè restino suoi succubi, per mantenersi sul trono con lo scettro in mano.
E questo è spaventoso.
Vi è qualche legge matematica, universale, dietro le quinte a manovrare la scena?
Sarebbe difficile immaginare che non vi fosse.
Ma non è detto che sia possibile conoscerla e anche conoscendola sia possibile sceglierne le conseguenze.
Fra pochissimi decenni, della lotta di classe non me ne importerà più nulla.
Che la mia tomba sia poi un sasso con un nome ed una data scolpiti sopra,o nemmeno quello, altrettanto.
Già da adesso.
Dev'essere questa noncuranza che irrita fino all'ira quelli che sperano le lotte di classe non finiscano mai.
Hanno il terrore di morire di noia.
Di questo terrore, nel segreto, godo.
Marco Sclarandis
Tuesday, July 7, 2015
Tragedia greca
Tragedia greca
Quando sarà passata l’euforìa
del referendum, dove hanno vinto i no alle proposte dei creditori della Grecia per
risanare il suo debito, ricomincerà la farsa che riporterà
prima alla commedia, poi di
nuovo al dramma e infine ad una nuova tragedia.
A meno che, il popolo greco,
che di opere teatrali se ne intende e da lungo tempo,
non insceni uno spettacolo
che da decenni alcuni oracoli hanno augurato all’umanità intera, ma che essa ha ottusamente rifiutato di rappresentare.
Di che cosa può vivere un
popolo stanziale su di una terra che potrebbe ospitarne uno dieci volte più
piccolo?.
Di commercio, naturalmente,
ma il commercio su che cosa si fonda?
“Sulla merce” !
direbbe Monsieur de Lapalice.
Ed è qui che molti asini
cascano, appena si accorgono di non essere dei Pegasi alati.
Che la merce procuri denaro è
una cosa buona e giusta, ma che il denaro procuri la merce è una cosa infida e
pericolosa.
Per il semplice fatto che il
denaro è un simbolo, mentre la merce è roba.
La roba non è necessariamente
tangibile, misurabile e quantificabile, perché chi sa parlare correntemente
sette lingue non pesa necessariamente di più di chi ne parla solo una, né è più
alto di statura, né vale una somma di denaro che è possibile stabilire in modo
univoco.
Finchè il denaro era coniato
in monete di metallo più o meno raro e pesante, esso aveva una ragionevole
identità con la roba, ma quando le banconote hanno preso il sopravvento è
iniziata un’epoca dove gli esseri umani hanno cominciato a credere d’essere
Dei di un Olimpo.
Dei di un Olimpo.
Alcuni
più di altri, ovviamente.
Se un tizio qualsiasi riesce
a convince la gente qualunque che un pezzo di carta
con la sua firma apposta in
seguito ad una promessa, vale quanto una pagnotta
o una villa sulla scogliera,
il gioco è fatto.
Purtroppo il mortale che s’è
fidato incautamente, rischia di non ottenere né la villa e nemmeno la pagnotta, e
se è proprio ingenuo oltre ogni rimedio, di dover lui stesso fornire, anzi
infornarne una e sentirsi dire che è solo per misericordia dell’olimpico tizio
che non sarà costretto a sgobbare per un tozzo di pane, nella villa di lui, fino
alla consunzione.
Ecco perché il denaro è
pericoloso anche più delle sostante altamente psicòtrope.
Perché ne è la quintessenza
stessa.
Perché con una ingannevole
facilità riesce ad illudere quasi tutti che tutto sia reversibile ed
interscambiabile, creabile e ricreabile illimitatamente, cosa che è falsa nel
modo più assoluto.
E’ solo una stupefacente
apparenza che le cose del mondo lo siano.
Proprio un greco disse “Panta
Rei” , tutto scorre, con tutte le implicazioni che questa frase contiene.
Ed una di queste, una delle
più importanti, è che tutto si trasforma, e che trasformatosi, solo una parte
sarà com’era prima, e che nulla si trasforma indipendentemente da tutto il
resto.
Il denaro, che potrebbe anche
fare a meno della carta per esistere, se la parola data fosse più solida del
più solido dei metalli pesanti, non sfugge a questa ineluttabile caratteristica
del mondo intero.
Chi se ne dimentica è un
imbecille, un pazzo o un malvagio, e a volte anche le tre cose insieme.
Allora, che cosa può
scambiare la Grecia,
anzi il popolo greco, con il resto del mondo per vivere sulla sua terra, senza
suscitare ira ed invidia in chi ne abita un’altra?.
Oggi, non nel mitico passato,
oggi che tutta la Terra abitabile è abitata e che tutto quello che toccano i
vari Re Mida diventa merce destinata a finire in spazzatura in pochi minuti, o
poche ore o se va bene, ma proprio bene, qualche anno?.
Se l’Ellade ha qualcosa da
dirci che non ha prezzo, ma inestimabile valore,
è che ogni cosa ha un suo
limite intrinseco, e che la dismisura porta alla morte anticipata ed ingloriosa,
nella maggior parte dei casi.
Quanto vale questo
insegnamento?
C’è qualche ragioniere che
saprebbe tradurne il valore nelle valute in corso sul pianeta terra?.
C’è ma forse dovrebbe fare un
pellegrinaggio a Delfi, per dare una risposta sensata.
Marco Sclarandis.
Monday, July 6, 2015
Meno male che le lucciole non sanno
Meno male che le lucciole non
sanno
che racchiudere l’elio in un
tubetto
fra due specchi sigillarlo e
stimolarlo
con il fluido che saetta fra
le nubi
e a terra incenerisce i
scelti a caso
fabbrica lama di luce intensa
e collimata
forse sono tutte miti o non
così feroci
come noi riusciamo ad essere
con tutti
loro s’accontentano d’emettere
flavi ritmati fiochi lampi
estivi
per passione sfrenata certo
degna di cavalieri medievali
ma per i più incantevolmente
innocui
e se sapendo dell’arsenico e
del gallio
intessuto con fisica sapienza
non si sarebbero dotate d’arsenali
di radianti impalpabili affilate
spade
saremmo allora in terribile
pericolo
a casa ciechi rischieremmo di
tornare
ogni sera dal clima temperato
a volte dubito che sappiano
che quindi abbiano rinunciato
in cambio dello sguardo
estatico
di chi l’elio e l’idrogeno ha
imparato
a farne astro di vendetta incandescente.
Marco Sclarandis
Rianimati traendo bellezza emersa
Rianimati
Grecia
traendo bellezza emersa
come Afrodite ne fu dal mare
ricordati e ricordaci quant'è giusto e vero
che non viviamo di solo pane
ma di racconti d'avi e d'immaginazioni
dei discendenti cui cederemo il passo
riprendi a cantare ardite gesta
di gente sportasi sullo Stige
e fattasi incantare da Sirene
ma infine ad una Itaca tornata
sii un Icaro che conosciuta resina
ha imparato a sostituirla a cera
ritorna ad allevare menti
interessate a diagonali a diametri
rapportati a tetragoni e circonferenze
a numeri irriducibili a frazioni
a chiedersi quali elementi
saranno davvero gli ultimi
dillo Ellade ai tuoi marmi e bronzi
destatevi dal letargo riparlate
ad un mondo ipnotizzato solo
da crescite iperboliche
esponenziali investimenti
in brame senza un baricentro
ritorna sassoso piccolo arcipelago
a fantasticare d'Idre e di Meduse
di Ciclopi di Muse di Titani
traendo bellezza emersa
come Afrodite ne fu dal mare
ricordati e ricordaci quant'è giusto e vero
che non viviamo di solo pane
ma di racconti d'avi e d'immaginazioni
dei discendenti cui cederemo il passo
riprendi a cantare ardite gesta
di gente sportasi sullo Stige
e fattasi incantare da Sirene
ma infine ad una Itaca tornata
sii un Icaro che conosciuta resina
ha imparato a sostituirla a cera
ritorna ad allevare menti
interessate a diagonali a diametri
rapportati a tetragoni e circonferenze
a numeri irriducibili a frazioni
a chiedersi quali elementi
saranno davvero gli ultimi
dillo Ellade ai tuoi marmi e bronzi
destatevi dal letargo riparlate
ad un mondo ipnotizzato solo
da crescite iperboliche
esponenziali investimenti
in brame senza un baricentro
ritorna sassoso piccolo arcipelago
a fantasticare d'Idre e di Meduse
di Ciclopi di Muse di Titani
di banchetti dove
rissosi Dei
s’accapigliano
parlando dei mortali
capaci purtroppo
di farli innamorare
Tu dalla bandiera somigliante ai flutti
Tu dalla bandiera somigliante ai flutti
Tu che sei un
carapace in corsa
inseguito dai femori e dai talloni
d'un furioso Achille corridore
non assopirti come gli Europei
che sazi pregustano podio e allori
di una maratona che non sanno vincere.
inseguito dai femori e dai talloni
d'un furioso Achille corridore
non assopirti come gli Europei
che sazi pregustano podio e allori
di una maratona che non sanno vincere.
Marco Sclarandis
Friday, July 3, 2015
Umane mani e non d'automi uncini
Se avete dell'Ellade
derisa ed ingannata
necessità dei soldi
con l'usura estorti
paura della morte avete
se preferite avere
più schiavi che degli amici
è perchè siete voi anime incatenate
se ragione a pretendere vi ostinate
significa che temete di non averne
se dalla Storia ancora non imparate
e di lezioni ne avete apprese
forse non siete astuti
quanto voi apparite
lasciate ai grifoni rapaci grinfie
ai leoni fieri e feroci artigli
alle iene ai lupi forti affilate fauci
alle termiti ai bruchi ostinazione
ché loro saggiamente adoperano
se ritenete d'avere mani invece
d'essere ancora umano
e non di automi uncini
apritele vi conviene.
Marco sclarandis
derisa ed ingannata
necessità dei soldi
con l'usura estorti
paura della morte avete
se preferite avere
più schiavi che degli amici
è perchè siete voi anime incatenate
se ragione a pretendere vi ostinate
significa che temete di non averne
se dalla Storia ancora non imparate
e di lezioni ne avete apprese
forse non siete astuti
quanto voi apparite
lasciate ai grifoni rapaci grinfie
ai leoni fieri e feroci artigli
alle iene ai lupi forti affilate fauci
alle termiti ai bruchi ostinazione
ché loro saggiamente adoperano
se ritenete d'avere mani invece
d'essere ancora umano
e non di automi uncini
apritele vi conviene.
Marco sclarandis
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