Tuesday, July 31, 2018

Solo perchè attratto

Ho chiesto alla carovana di formiche

se sapessero qualcosa di recente

sulla lunghezza della vita dei protoni

una s'è inerpicata sul mio pollice

ma solo per suggere una goccia di sciroppo

al branco d'elefanti ho letto versi medievali

cercando nei barriti entusiasmo e approvazione

non vi era noia ma l'interesse era rivolto

al cestino di mele sbucciate e più odorose

allora ho guardato negli occhi sconfortato

dalla calura il cane affranto e complice

gli ho chiesto se l'involucro suo avesse

mai pensato di scambiare con il mio

mi è parso rapito da un abisso d'attenzione

presto dalla sua impotenza abbandonato

a comprendere rovello troppo astratto

pronto però a captare quesito più concreto

il vicino poteva esserci per dialoghi alla pari

spazianti dalla chiacchera al mistero

se solo l'azzardo non l'avesse imbambolato

reso simile al lombrico invertebrato

da questo differente solo perché attratto

da esponenziale crescita del gruzzolo

di monete avanzate come resto della spesa.

Marco Sclarandis .

Wednesday, March 14, 2018

Riemergerai dal gorgo Stephen e cantando.

Oggi ritorni verso quella polvere
prima incontrerai quella terrestre
che iniziò la tua vita terrena e poi
quella degli astri fulgidi ed oscuri
li vedrai questi neri e ingordi
con una vista a noi preclusa
potrai toccarli impunemente
senza farti divorare globi mansueti
come ci racconterai il pellegrinaggio
siamo in sintonia con la tua mente
illuminati dal tuo sguardo acuto
buon viaggio Stefano e attiraci
che anche noi in quei mondi
vogliamo fare visita.

Marco Sclarandis

Thursday, March 8, 2018

Siamo noi l'ultimogenito?



Con chi hai fornicato la notte
o è stato all'alba o un pomeriggio di noia
che poi partoristi un tale figlio degenere
Madre eri da sempre matrigna
o qualcuno qualcosa ti ha fatto mutare natura
hai una gemella infingarda invidiosa
che prende il tuo posto mentre che dormi
di chi siamo figli noi che misuriamo ogni cosa
come te siamo capaci di spietatezza sovrana
di tenerezza di felino saziato di rugiada desertica
queste mani e mente e sguardo curioso
sei Tu che ne hai fatto un incastro
o una più potente ed astuta ha tramato
ai tuoi danni o a tua gloria
siamo noi l'ultmogenito
per il quale non sprecasti i tuoi gemiti
non tenerci troppo a lungo nel dubbio
inutilmente stiamo sfidando l'insuperabile
diccelo ora se siamo nati bastardi
ma meritevoli d'essere lo stesso adottati.

Marco Sclarandis


Wednesday, March 7, 2018

Quanto siamo liberi, Alberto?

 Scaturito dal post precedente : Siamo liberi Guido , siamo liberi.

Se capisco bene il ragionamento su cui si basa il credere che siamo più liberi di quanto supponiamo risiede nella nostra impossibilità di calcolare o sapere tutto. Ammettendo senza discussione questo non vedo il nesso con il nostro presunto libero arbitrio. Perché se così fosse tale facoltà l' avrebbero pure gli altri esseri viventi, come i fenicotteri o le otarie.
Certo a noi bipedi poco pelosi sembra proprio di essere liberi. Ma forse tale credenza è assai esagerata se non proprio un consolante inganno della nostro sistema nervoso evolutosi casualmente in un modo che non conosciamo bene e forse non conosceremo mai.

Alberto, se potessimo calcolare tutto potremmo sapere tutto?
Logicamente no perchè basta pensare se di fronte ad un bivio, nel futuro,Potremmo o no sapere quale strada prenderemo? la questione diventa ovviamente indecidibile.
Se il calcolo ci dice che prenderemo una strada, ma ancora non l'abbiamo presa,che cosa c'impedisce di prendere l'altra?
E viceversa.

Comunque ho inteso dire, e forse non sono stato esauriente, che noi abbiamo una misura di libero arbitrio superiore a quella di altri, e oso dire di tutti gli altri, esseri viventi terrestri.
E comunque, chi ci comanderebbe? Nessuno,qualcuno o che cosa?
Ma scendendo nel prosaico e nel quotidiano, perchè troppo sovente
rinunciamo a scegliere quello che possiamo scegliere, fosse anche una scatoletta di tonno o una passeggiata senza pensieri?.
Un saluto, Marco.

Sì certo noi abbiamo doti cognitive superiori agli altri esseri viventi. Ma il punto è quanto siamo liberi? E non può essere la credenza di esserlo del tutto a stabilirne la misura e neppure i ragionamenti dei filosofi o le intuizioni dei poeti. Può esserlo solo la ricerca scientifica empirica. Certo le neuroscienze a questo riguardo sono ancora in una fase iniziale ma quei pochi esperimenti condotti come quello di Libet ci danno indicazioni poco favorevoli alla nostra credenza di libertà.
Il fatto è che la nostra coscienza si basa su meccanismi cerebrali non eliminabili precedenti e che, non dico comandino, ma influenzano senza dubbio le nostre scelte apparentemente libere.

Alberto, che distanza c'è fra due punti?
Questa domanda sembra innocente ed ingenua ma non lo è.
Con due soli punti è impossibile dare una risposta sensata, cosa invece possibile con tre.
Il nesso con la libertà e l'essere liberi è che con due punti esiste qualsiasi distanza,
ma nessuno può calcolarla.
Con tre punti ne esistono tre ma una è obbligata ad essere quella che è dalle altre due.
La libertà va confrontata o misurata o considerata rispetto ad una costrizione o servitù o schiavitù o limite o comunque quello che è possibile od impossibile che esista.
Immagina una Terra piatta,più semplice di una sferica,quindi, infinitamente in estensione.
Ci sarebbe spazio per tutti, da chi s'accontenta di una casupola a chi non dorme la notte se non edifica una metropoli ed oltre.Ma.
Come non puoi mettere più di tre cerchi delle stesse dimensioni reciprocamente tangenti e non più di sei attorno e adiacenti ad un altro identico,da queste elementari considerazioni s'evince quanto il concetto di libertà sia indigesto da accettare nelle sue ineluttabili implicazioni.
La libertà di cui disporremmo se la cercassimo con maggiore passione, sarebbe più ampia di quanto molti non immaginano. Ne sono certo.
E quella che tu chiami ricerca scientifica empirica, è nient'altro  che questa ragionevole passione.


Marco.



Monday, February 19, 2018

Siamo liberi Guido, siamo liberi.

Guido, ti propongo un'analogia in due parti per esporre il mio pensiero sul libero arbitrio.
Cominciamo dal cubo "alla Rubik" più semplice, ma anche troppo semplice. Quello di 2x2x2 cubetti e 24 facce da risistemare.
Se fossimo liberi di scambiare di posto anche le facce interne, sebbene con qualche restrizione di mosse,per esempio, anche questo cubo minimo diventerebbe interessante, almeno per qualcuno.
Quello famoso e famigerato,di 3x3x3 la cui complessità non è immediatamente visibile lo diventa appena lo si maneggia per riordinarlo allo stato di partenza. Anche in questo caso,se accettassimo di estendere le regole permettendo di considerare le mosse per scambiate le sue facce interne, la complessità del riordino aumenterebbe ma in un modo esplosivo.

Ora consideriamo "Rubik 10x10x10". Prima solo lo scambio facciale esterno e poi quello interno.
Escono fuori numeri al di là dell'immaginazione, anche di chi di matematica un minimo se ne intende.
Pensare al "Rubik 1000x1000x1000" pensiero da matematici al vertice e di professione, porta ai confini della conoscenza teorica e pratica.
Eppure queste situazioni combinatorie,sebbene siano implicitamente costituite da numeri d'inimmaginabile grandezza, a seconda delle regole considerate, non conducono necessariamente all'infinito, numerico beninteso.
Solo che superato un certo limite, qualsiasi numero diventa di fatto, fisicamente incalcolabile e nemmeno rappresentabile.
Quindi, per certi versi, un numero dalle cifre infinite, non in quanto tali, ma perchè inesorabilmente inconoscibili.
Ora consideriamo quella specie di flipper,una tavola irta di chiodi in forma di una schiera triangolare e tenuta dritta in modo che una biglia in caduta libera verso il basso finisca in una delle posizioni alla base del triangolo chiodato.
Se i chiodi e le biglie sono in numero sufficiente vediamo apparire alla fine un accumulo di bigle nelle posizioni finali che disegnano una forma a campana, che è anche l'inverso della curva logistica o sigmoide, questa onnipresente in ogni ambito di uso, consumo ed abuso di risorse.
Possiamo calcolare per ogni biglia quale sarà il suo destino finale?
No, possiamo solo conoscere la probabilità che ogni biglia ha di finire in una posizione intermedia o finale.
Ma possiamo truccare il meccanismo con delle regole, per esempio poter manovrare i chiodi a certe condizioni e aumentare ogni probabilità
di caduta in una posizione, anche fino alla certezza.
Adesso immaginiamo le biglie come persone e i chiodi conficcati nella tavola come il teatro della vita.
L'analogia mi sembra quasi perfetta.
 
Da quello che ho detto finora, s'intravede l'incommensurabile,sottile differenza tra la fisica e la matematica.
Nel mondo matematico non possiamo ignorare l'infinito, nel mondo fisico, il contrario.
Finora, sembra che la realtà sia un intreccio indistricabile di fisica e di matematica.
E, in questo mondo reale, fatto che ritengo sia un  mistero stupefacente, siamo arrivati a capire grazie alla dimostrazione "diagonale" di Georg Cantor che tutte le cose che possiamo contare sono in realtà inelencabili.Quella famosa frase di una dell'Amleto di Shakespeare
" Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, che non sogni la tua filosofia", si è rivelata vera alla lettera quattro secoli dopo.
Non potendo elencare tutto nè calcolare tutto, il libero arbitrio esiste proprio in virtù di questi fatti.
Proprio queste impossibilità sono il fondamento di questa libertà.
Se poi vogliamo illuderci che ci sia qualcuno che che sa tutto e che può tutto, illudiamoci pure.
Ma sapere tutto e potere tutto è logicamente impossibile.Ormai lo sappiamo.
Chiunque ci convinca che sia possibile ci sta ingannando, anche se ci dice che lo sta facendo per il nostro bene.
Ecco perchè non dobbiamo mai dimenticarci di quelle due frasi,una scritta sul cinturone di certi soldati e l'altra su certe banconote,
e di quale sinistra fede propagandavano e propagandano ancora.
Io credo che siamo molto più liberi di quanto non crediamo d'essere.
Ma siccome la libertà porta alla conoscenza della nostra irriducibile limitatezza, preferiamo limitarla all'indispensabile.
E così gli arbitri siamo noi.

Marco Sclarandis












Monday, February 5, 2018

L'evo del rimedio

Mi chiedo che cosa possa invece sbloccare dalll'ottundimento la mente e l'animo di miliardi di persone.
La notizia ,credibile, che l'orologio del giorno del giudizio atomico, giudizio si fa per dire, segni solo due minuti prima della fine dell'umanità
e ciò pare importi tanto quanto l'annuncio di uno spettacolo di varietà,mi fa credere che se mai usciremo vivi da questo evo sarà per un inimmaginabile miracolo.
Vedo che più aumenta l'abbondanza di mezzi potenzialmente salvifici più diminuisce la passione per adoperarli a tale scopo.
Tutto ciò ormai non mi spaventa nè indigna.
Semplicemente ormai accetto che siamo sgusciati dalla fantasmagorica lotteria degli esseri viventi, fatti come siamo fatti.
Questo non implica che siamo condannati ad essere dannati a causa della nostra natura.
Semmai, è che per noi, è quasi sovrumano lo sforzo per non soccombere alla nostra natura di esseri consapevoli della nostra consapevolezza.
In altri termini è come se dovessimo agire contro la nostra stessa natura per poterla salvare.
E la nostra natura è certamente quella di un essere vivente che non accetta limiti d'ogni sorta.
Ma con la possibilità e la capacità di accorgersi di questo fatto.
Quindi, credo che siamo liberi di scegliere anche se la scelta tra il salvarci e il dannarci è diventata al limite dell'impossibilità.
Detto ciò, non m'interessa per niente cercare di calcolare la probabilità che avvenga il miracolo.
Anche perchè intuisco che il solo tentativo di farlo inficerebbe il risultato del calcolo stesso.
Sicuramente la probabilità che avvenga il miracolo è scarsissima, ma altrettanto sicuramente esiste, e perciò cerco di agire per accordarmi con tale evento.
E comunque ormai sappiamo, che sia che siamo soli nell'universo conosciuto o che siamo in numerosa compagnia, con o senza di noi tale universo proseguirebbe la sua esistenza, e forse senza fine.
Possiamo fare poco in tale universo, ma possiamo farlo.E potendo rimediare ad un errore, rimediare è quanto di più affine al prodigio ed al miracolo esista.

Marco Sclarandis

Tuesday, January 30, 2018

Se voi sapeste d'essere

Se voi sapeste d'essere
quello che voi siete
con noi dialoghereste
credo che ci chiedereste
come mai abitiamo case simili
ma in scale tanto differenti
e abbiamo impalcatura
sulla Terra per sorreggerci
per gli uni fuori e gli altri dentro
e dire che entrambi si collabora
e si fa spietata guerra a tutti
però siamo noi a chiederci
perché un un abisso ci divide
e fosse anche colmato allora
un intrico di labirinti rimarrebbe
a impedire tra simili l'incontro
ma irrimediabilmente disuguali
formiche termiti api vespe calabroni
pur con i vostri mille occhi
non potete vedere chi noi siamo
noi con quello nascosto nella mente
cerchiamo di discendere
nella vostra semplice e minuscola
certo è un mistero che esistiamo
nel medesimo universo
non ci resta che farvi camminare
sulle dita come dei bambini
e sperare che un giorno
per incanto ci si parli.

Marco Sclarandis

Wednesday, January 10, 2018

Auguri per un amico

Tu ed io ed anche loro
ma non tutti ma neanche molti
vediamo pur distratti dai tumulti
cose che starebbero benissimo nel mondo
al posto di macerie obbrobri ed accozzaglie
sappiamo di luoghi adatti a rendere
orde combriccole e gentaglie
un popolo di perdonabili furfanti
perfino incline a vivere da santi
eppure inerti restano troppe folle
e inermi attendono un domani
che il miracolo produca al posto loro
ma noi guardiamo tanto meno desistiamo
come bivalvi tenaci imperturbabili
costruiamo di madreperla case
tanto sontuose quanto piccole ed adatte
indichiamo strade percorribili
verso giardini di città terrestri edificabili
sotto volte celesti contemplate
da sempre da quei lungimiranti i soli
capaci di vedere un universo intero
in una metà del guscio di un'arachide.

Marco Sclarandis

Tuesday, January 2, 2018

Buon anno!

Adamo non ti fu la mela
proibita per un mio capriccio
tu nemmeno Eva fosti creata ingenua
così chè recitaste tanto tragica commedia
per sollevarmi da mortale noia
io di me vorrei sapere tutto
questo è il desiderio assurdo
che mi costrinse a generarvi
eppur sapevo che avreste aperto gli occhi
e con quelli visto accecante luce
e buio perenne quasi avreste
infine preferito
voi mi siete così simili
curiosi al punto da impaurirmi
incauti talmente da suscitare tenerezza
folli da voler trarre senso
anche da incontro per il puro caso
ora che cosa dovrei darvi
affinchè tutto si rimetta in ordine
un giardino nuovo in un'altra Terra
un universo intero ma ricreato inverso
ve lo darò purchè mi mostriate il torsolo
che con umana astuzia avete ben nascosto
lì ci sono i semi per un altro mondo
qui presso di me gl'irrigati campi
anche quest'anno aspetto come tutti gli altri
di seminare l'albero che darà i frutti
buoni per chiunque
di vita sia mai sazio.

Marco Sclarandis



Thursday, September 7, 2017

FIRST CLUB OF ROME SUMMER ACADEMY 2017

FIRST CLUB OF ROME SUMMER ACADEMY 2017

Prima accademia estiva duemiladiciassette del Club di Roma

A tutti i partecipanti, in special modo quelli dalla fuggitiva giovinezza.

Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza.

In questa strofa rinascimentale è contenuta una misura di saggezza inversamente ed enormemente più grande della brevità della strofa stessa.
E detta da uno che si chiamava Lorenzo de Medici Signore di Firenze
detto poi “Il Magnifico”, non fa che rendere più limpida la verità che essa ci comunica.
Questa lettera è per voi giovani innanzi tutto che starete insieme per una settimana
per scambiarvi idee, intenzioni, passioni, speranze, per la vita che vi aspetta.
Vi vedo arrivati da poco su quello che ho chiamato “L'albero genealogico assoluto”.
Albero sul quale vedo come in una apparizione mistica tutti gli esseri viventi,
almeno di questa minuscola Terra, ma per attimi incommensurabili anche quelli che, per ora ipotetici, abitano altri mondi.
Nessuna foglia di questo fantasmagorico albero, germoglia o cade inutilmente.
Di questo ogni giorno della mia esistenza, già piuttosto protratta ormai,
ne sono sempre più convinto.
Da questa convinzione traggo di continuo significato, indispensabile più che mai
per affrontare un'epoca che è evidentemente catastrofica.
Ma come ogni cosa, anche la catastrofe genera rimedio a sé stessa.
Anzi, a volte solo essa è autentico rimedio.
Se il bruco pigro vedesse come catastrofica la sua uscita dalla crisalide morirebbe
privato della meraviglia della propria metamorfosi.
Non importa che la sua vita da farfalla possa durare solo dalla sera alla mattina
o viceversa.
L'universo intero sembra sia sgusciato da un inimmaginabile nulla, in un tempo
che confrontato con la vita umana ci fa rasentare la percezione dell'eternità.
Una immensa dilagante catarsi, di questa credo che abbiamo assoluto bisogno.
Lo credo perché guardo ai rami al tronco alle foglie di questo albero antonomastico
e il sogno vi muta le foglie in volatili cantori e poi sento questi canti mutarsi in
voci umane e tutte vorrebbero capirsi, raccontare ciò che è stato, ciò che avrebbero
voluto essere, ed ora queste voci diventato sempre più grida di aggrovigliata gioia.
Tutti i nodi di dolore e sofferenza non riescono a strozzarla in gola.
Quanto vale un chicco di riso?
Una goccia d'olio d'oliva o minerale?
Il sorriso è veramente quotabile in borsa?
Una sosta per raccattare una lattina abbandonata?
A queste domande non c'è risposta definitiva perché sono malposte.
Ma nessuno sa quale sia il solo modo per porle giustamente.
Nonostante ciò, a queste domande bisogna rispondere, ne va della nostra vita.



Vi saluto augurandovi che riusciate ad accorgervi quando è indispensabile
avere ombra, silenzio, rugiada, sonno ed anche fame sete e solitudine.
Siate accarezzati dalla brezza della mia ammirazione, e se potessi ringiovanirmi
non lo farei, ma vorrei in cambio una anche breve nuova giovinezza, in una vita successiva.

Se tutto fosse senza limiti
quegli attimi fuggenti
diverrebbero senza fine secoli
le rose sequoie spinose orrende
la gioia marcirebbe in noia
e così via senza rimedio
con un limite sposato ad eccezione
restano cunicoli infernali
sotto il terrestre Eden
ma con la pioggia anch'essi
diventano disabitati.

Marco Sclarandis. Pescara 6 settembre 2017.



Tuesday, August 22, 2017

CO2+CO2

http://www.climalteranti.it/2017/08/06/ondate-di-calore-e-cambiamenti-climatici-non-occorre-esagerare-la-realta-e-sufficiente/#comment-586452

# robertok06on Ago 21st 2017 at 17:38

@Mau
“@robertok06
Sì, non mi sono spiegato bene….
Quanto tempo manca al raddoppio della concetrazione della CO2?
Pensi che riusciremo ad evitarlo?”

Ovviamente NO, non riusciremo a evitarlo… a meno di non voler sterminare qualche miliardo di abitanti dei paesi in via di sviluppo… mancano solo poco piu’ di 150 ppm… siamo quindi a soli pochi decenni di distanza dal farlo, al ritmo di crescita attuale.
Quelli con le villette da 20 milioni di dollari sulla riva dell’oceano in Florida sloggeranno senza problemi, non preoccuparti, per l’incredibile aumento del livello dell’oceano… gli altri si arrabatteranno come potranno, non certo una novita’ nella storia di questo pianeta. Leggo spesso che centinaia di milioni di persone che abitano a bordo mare/oceano dovranno sloggiare, come se fosse cosa impossibile da fare materialmente (non sto dicendo che succedera’, comunque)… ma si dimentica che nella sola Cina in un paio di decenni centinaia di milioni di persone sono “sloggiate” da sole, passando dalle campagne/zone rurali alle citta’/zone urbane… ti risulta che l’economia cinese ne abbia sofferto o ne abbia approfittato? Mmmh.. domanda difficile, no? 🙂

———-

@pigliaXilculoSteph?

“come tutti riescono a leggere tranne te, sul mio blog non ho mai parlato dell’evento meteorologico in Sierra Leone tantomeno mi azzarderei a definirlo una conseguenza del GW.”

???
Ripeto: l’utente anonimo ha parlato della Sierra Leone…e TU gli hai dato ragione. Primo commento della serie…
Parlava forse dell’aumento delle giocate di Enalotto in quel paese? Mmmh… fammi pensare…
Quando hai finito di cazzeggiare e far finta di nulla mi fai un fischio, OK… sai dove trovarmi.

Al resto non rispondo, solita fuffa retorica per creare un smokescreen e deviare il discorso… conosco la tua tecnica (qui), grazie. 🙂

———

@alessandro codegoni, alias alsarago58, raramente “alessandro”, a.k.a. “alsy”:

Deve essere per quello, che non spari balle, che nell’articolo hai pure cannato l’affiliation di Hansen!… infatti NON ha scritto l’articolo come se lavorasse a Columbia…

“Oggi alla Columbia University, ”

… ma bensi’, come e’ facile verificare, in un meno illustre e noto centro di ricerca:

“Department of Physics and Technology, University of Bergen, Norway”.

Notare che questo te l’ho detto, postando un commento su QualEnergia, ma lo hai segato (tu o la prestigiosa redazione, cioe’ qualche tuo conoscente, probabilmente). Neanche queste correzioni accetti.

Sul fatto che il tuo articolo non tiri le orecchie a Hansen e co-autori lo ammetto… e’ vero… e’ una mia esagerazione che deriva da tutte le volte che ti ho fatto notare che Hansen e’ favorevole al nucleare, e tu hai fatto finta di niente: payback time baby!… ma come?… mi metti in bocca mille cose che non ho mai detto ed una volta che lo faccio io fai la vergine offesa?
Ti deve essere venuta la bile a scrivere questo articolo, eh codegoni!…

Ad ogni modo, prima di parlare di psicologia, caro codegoni, forse varrebbe la pena di farsi (farTI) un esame di coscienza, che ne dici? Eh!… 🙂

Ciao amico mio… sono sicuro che adesso che hai fatto l’outing starai meglio, potrai firmarti con nome e cognome come tutti gli altri… fin’ora hai portato avanti un’esistenza degna di un agente segreto in un romanzo di Tom Clancy.

———-
@marco sclarandis

Concordo con te: tutti i messaggi che non trattano almeno un minimo di climatologia dovrebbero essere cestinati… come questo tuo al quale rispondo. E’ solo bandwidth sprecata.

Per esempio, avresti potuto far notare che quello che dicono in questo articolo…

“In uno studio pubblicato lo scorso Maggio nella rivista Nature Climate Change (“Global risk of deadly heat”, http://www.nature.com/nclimate/journal/v7/n7/full/nclimate3322.html) si stima che le ondate di calore… etc… etc…”

… omette di dire esplicitamente che si tratta di un studio basato su estrapolazioni di modelli (n’ata vota!), quindi non proprio oro zecchino (maiuscole mie per enfasi):

“By 2100, this percentage IS PROJECTED to increase to ~48% under A SCENARIO with drastic reductions of greenhouse gas emissions and ~74% under A SCENARIO of growing emissions.”

La realta’ futura sara’ sicuramente diversa dai due scenari da loro utilizzati, per non parlare della precisione delle “proiezioni” dei farlocc’ little models.

Non ti da alcun fastidio che non si parli/discuta anche di questo?
Perche’ no?
Ti da fastidio che io lo dica? Perche’? Perche’ di certe cose non bisogna parlare?

Ciao, e alla prossima.
# stephon Ago 21st 2017 at 19:14

robertok06
“Ripeto: l’utente anonimo ha parlato della Sierra Leone…e TU gli hai dato ragione.”
Dove, di preciso?
# robertok06on Ago 21st 2017 at 20:26

Ah!… vuoi giocare ancora un po”, Stefano?
Ok, ti accontento: gli dai ragione la riga successiva al suo commento ‘Sierra Leone docet.Ciao Carlo.’
… sono sicuro che riuscirai a trovarla.

Buona caccia al tesoro, Stefano.
# stephon Ago 21st 2017 at 21:17

robertok06
gli rispondo che è impressionante (= quello che è successo lì). Dove vedi il collegamento con il “globbbal uormin” ?????
Adesso, scusa, ma se vuoi ne riparliamo sul mio di blog. Penso che questa diatriba abbia stancato già da tempo gli altri che leggono il blog. E non c’entra nulla con il topic del post.

Piuttosto: che ne dici di questi, visto che qui si parla di heawaves e visto che, nella tua risposta a marco, è apprezzabile il tuo ritorno in topic?

http://press.thelancet.com/weatherhealth.pdf
http://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/11/7/074006
http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n2/full/nclimate2833.html
# Renato Rossion Ago 22nd 2017 at 00:22

@pigliaXilculoSteph?

ah qua si può usare questi termini? kazzo! Ma allora kekkazzo le avete messe a fare le regole?

1: in topic

2: breve ed incisivo

3: max cinque commenti

4: max duemila caratteri

5: max UN link (ma non ad un blog) (STEPH!!! Pure tu!!!)

6: la forma!!!! CLIMALTERATI, FOTTOVOLTAICO, la forma perdìo!

7: al vostro buon cuore.

Ma kikkazzo le ha dettate ìste regole, iddio sul Monte Sinai? no, ve le siete fatte da voi.
Ma fatevene che sappiate farle rispettare, se vi riesce. Oppure abolitele! Così sono ridicole.

Saluti.

R
# homoereticuson Ago 22nd 2017 at 09:01

@renato rossi

mi sa che il padrone di casa è in vacanza in luogo sconnesso.

Cmq, tornando in topic:

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/22/news/c_era_una_volta_lo_sci_d_estate_la_resa_dell_ultimo_ghiacciaio-173564734/?ref=RHPPBT-VA-I0-C4-P9-S1.4-T1
# marcoon Ago 22nd 2017 at 09:31

I commenti di certi individui e le risposte di questi individui ai commenti altrui mi fanno venire la voglia di conoscerli di persona.
Perchè il linguaggio del corpo è molto più eloquente di quello scritto e parlato.
Non che questa voglia, o più esattamente curiosità, non possa essere soddisfatta in linea di pricipio, ma di fatto, è impossibile nella maggior parte dei casi.E, nemmeno un video può supplire alla presenza reale, per motivi intuibili che non dico per non annoiare.
Questo commento dovrebbe forse essere postato in un blog di etologia umana, ma il cambiamento del clima non ha a che fare con essa?
Con la fisica e la psicologia?
Non siamo noi esseri umani, sopratutto, analoghi agli atomi e alle molecole che si agitano e in questo modo determinano la termperatura di una massa materiale?
Anzi io credo proprio che s’instaurerà presto uno scontro titanico fra due religioni.
Una che crede che il cambiamento climatico sia sostanzialmente antropogenico e l’altra che non lo sia.
Io sono un fedele della prima.
Ma credo perchè mi fido delle mie sensazioni.Che incredibilmente, coincidono sempre più con con quelle di innumerevoli impassibili strumenti.
Comprendo la fede di chi ne ha una opposta, ma ormai non credo nel miracolo di una rivelazione che possa fargli cambiare devozione.
Infatti se il cambiamento climatico, ammesso che vi si creda, non è antropogenico,sopratutto, allora è meglio accettarlo con pia rassegnazione.
Se così non è , invece, forse possiamo ancora fare qualcosa per adattarci a questo cambiamento, anche solo per evitarci morte e sofferenza.

Grazie per l’attenzione.

Marco Sclarandis

Thursday, July 6, 2017

Vedrete a che cosa portano


Per L'Ateniese com'era facile
misurare il mondo e le sue cose
bastava rapportare il tre col quattro
il trentatrè con il ventisette l'un col due
altre infinite frazioni si prestavano
fer fare ordine nel caos del cosmo
un brutto giorno tramite un quadrato
una mente più brillante infranse la magia
si chiese quanti passi lungo un lato
stessero stipati dentro la diagonale
rovinoso fu il calcolo e fatale
su quella perfetti stanno fusi in uno
due di quelli fatti crescere sui lati
da questo la radice di due discende
in fondo un numero che divide un altro
ma frazione che ridesse il conto
sembrava non si facesse mai trovare
guardate disse il filosofo ingegnoso
voi cercate quel rapporto fra due interi
un pari fratto un dispari
un dispari fratto un pari
un dispari ed un pari fratti
con altro dispari e diverso pari
che moltiplicati per sé dian due
adesso rifate pure i calcoli
vedrete a che cosa portano
forse vi spaventeranno
ma sono solo numeri
chiamateli irrazionali.








Sunday, July 2, 2017

La Terra digerisce tutto

Tu che butti la lattina dove càpita
rapido abbandoni la bottiglia
la custodia il flacone la vaschetta
di preziosi vergini pòlimeri
di vetri di metalli non esausti
i fogli gl'involucri le buste
di carte cartoni ancora giovani
tu che getti incurante le tue cicche
di gomma insalivate e di tabacco
sui bordi i cigli viari e i marmi
presto o tardi quello che disperdi
che alla rinfusa mescoli coi torsoli
le bucce le ossa i gusci i nòccioli
la lampadina l'accendino il volantino
fa delle fosse tristi cimiteri
delle brezze effluvi teratogeni
latrine delle salate e dolci acque
alimenta malefici fuochi infine
da dove sgorga il tuo impulso
è studiato insulso o inconsapevole
è lo stesso che ti porta ad acquistare
gli strappi le sdruciture ai pantaloni
invece che lasciare al tempo
all'uso che te li dia gratuiti
che ti va muovere quintali di lamiera
al posto d'un leggero telaio tubolare
così da viaggiare allegro e sciolto
la Terra digerisce tutto certo
ogni intenzione e gesto umano
vomita la pena dello sciatto vivere
ci lascia a cucinare il brutto invece.

Marco Sclarandis

Thursday, June 29, 2017

Ho mire per più remoti luoghi

Qualcuno deve pur andar laggiù
passare il tempo necessario
su quell'eritreo arido pianeta
anche solo per provare a fondo
siderale nostalgia per la sua Terra
ed illusione di ritrovare senno perso
mai ritrovato su Selene o Giove o Venere
c'è chi vorrebbe farvi la sua tomba
forse ossessionato dal pensiero
delle carte da firmare dal conto da pagare
per aver perenne pace dentro un loculo
non mi sono candidato per il viaggio
ho mire per più remoti luoghi
accessibili soltanto con la capsula
capace di velocità istantanea
sia d'inerzia infinitesima che enorme
ma vulnerabile ad ogni svolta d'animo
tu che andrai su Marte vacci
decidi se tornare o rimanervi
dacci l'esempio di chi dovendo scegliere
opta per l'esilio od il rimpatrio.

Marco Sclarandis

Monday, June 5, 2017

La differenza.

Per chi è in grado ancora di notarla , ma sopratutto per chi non la nota nemmeno più.

"Ci sono volute 85 settimane e 1500 persone per ripulire i 2,5 chilometri di spiaggia di Mumbai, in India, ricoperti da 4 mila tonnellate di rifiuti. Una impresa colossale, guidata da Afroz Shah, giovane avvocato «Campione della Terra», grazie al premio ottenuto dall’Unep, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per la protezione ambientale, per il suo «luminoso impegno civile». 

 Quello che si è da poco concluso sulla spiaggia indiana è stato infatti una delle più grandi bonifiche mondiali. L'intera comunità - dagli abitanti delle baraccopoli alle stelle di Bollywood - si è impegnata in prima persona per restituire alla città, e ai turisti, la fruibilità della lunga spiaggia dorata resa invisibile da cumuli e cumuli di plastica, vetro, lattine e altri rifiuti. 

«Spero che questo sia solo l’inizio per le comunità costiere dell’India e del resto del mondo», ha dichiarato Shah. «Dobbiamo vincere la guerra contro la trasformazione del mare in discarica e dobbiamo farlo sporcandoci le mani. Noi esseri umani dobbiamo riaccendere il nostro legame con l’oceano e non c’è bisogno di aspettare che qualcun altro ci aiuti a farlo». 

 Un bellissimo esempio per celebrare il 5 giugno, la Giornata mondiale dell’ambiente istituita nel 1972 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.


noemi penna

Pubblicato il 05/06/2017
Ultima modifica il 05/06/2017 alle ore 06:11


http://www.lastampa.it/2017/06/05/societa/viaggi/mondo/giornata-mondiale-dellambiente-da-discarica-a-spiaggia-pi-bella-di-mumbai-ecco-la-seconda-vita-di-versova-beach-iUhH8Q49mM14KATscyj2bL/pagina.html

Di questo fatto mi basta citare l'URL:

http://www.lastampa.it/2017/06/04/cronaca/scene-da-unapocalisse-in-piazza-san-carlo-aiuto-c-una-bomba-e-si-scatena-listeria-jRpBBiP0ZiZuBU1ZLgQa3H/pagina.html

Qui il risultato sono oltre 1500 feriti, dei quali un bambino in coma, una piazza disseminata di cocci e spazzatura,  e, secondo me, che rendere inoffensivi gl'imbecilli d'ogni genere e specie, sia una delle più grandi ed urgenti opere di misericordia.

Marco Sclarandis

Friday, May 26, 2017

Gombòci, Rubìchi, Mandelbroti e Lombrichi.

Gombòci, Rubìchi, Mandelbroti e Lombrichi.

Negli entusiasmanti anni '60 una rinomata ed ancora esistente azienda casearia italiana regalava un pupazzo che rimaneva sempre in piedi, comunque lo si cercasse di abbattere.
L'avevano chiamato Ercolino.

Il suo segreto pulcinellesco era un semplice peso situato e nascosto nella sua base, segreto che comunque rimanda a fondamentali concetti di fisica e di meccanica.

Molti anni più tardi un matematico russo di prim'ordine, Vladimir Igorevič Arnol'd si chiese se poteva esistere un Ercolino che rimanesse sempre dritto, senza il trucco del peso nascosto ai suoi piedi.
Anni dopo ancora, due ricercatori ungheresi, Gábor Domoko e PéterVárkonyi, dell'università di Tecnologia e di Economia di Budapest basandosi sugli studi di Arnol'd sono arrivati alla realizzazione di un oggetto che ritrova sempre la sua posizione diritta, ma solo in virtù della sua particolare forma geometrica.

Il Gömböc, appunto, il cui nome significa semplicemente “sferoidale”.

Anche se la storia di questo “patatoide” ma anche “tartarugoide” è gia interessante di per sé,
date le complesse indagini matematiche che ha richiesto per venure alla luce, è un oggetto similare all'Ercolino, ma d'origine giapponese, l'Okiagari-koboshi, che fa del Gömböc un simbolo
particolarmente importante, proprio per via dei “tempi interessanti” che stiamo vivendo.

Invito solo ad approfondire la storia dell' Okiagari-koboshi per rendersene conto.
E naturalmente, indagando si scoprirà facilmente anche la ragione della parola “tartarugoide”.

Sempre di un Ungherese, Ernő Rubik è l'invenzione del più famoso ed omonimo cubo di Rubik.
Che può essere visto come il simbolo della stupefacente origine e natura della complessità, in senso stretto e allargato.

Complessità che dà altro sfoggio di sé nel cosidetto “insieme di Mandelbrot” scoperto da Benoît Mandelbrot negli anni ottanta del secolo scorso.
Questa volta un Polacco d'origini lituane.

Una formula semplice ma ricorsiva dà origine ad una fantasmagorica figura geometrica, simile
ad un pupazzo di neve, e non dissimile da un Ercolino, ma baffuto ed irsuto, i cui particolari
infiniti ed infinitamente abbondanti ed autosomigliantsi fanno pensare alle allucinazioni da acido lisergico. Figura geometrica che rientra nella categoria dei frattali, dei quali la Natura fa abbondante uso, come chiunque può vedere comprandosi, per esempio, un umile cavolfiore.

E i lombrichi che cosa c'entrano?.

Beh, se l'ultimo libro del maestoso Charles Darwin parla proprio di loro, qualcosa di importante della loro esistenza l'aveva trovato.

Oggi più che mai abbiamo bisogno di diventare resilienti, ovvero di ritrovare stabilità dopo colpi ed avversità, caos e disordine.
Abbiamo bisogno di capire più a fondo come semplici azioni possono sfociare in comportamenti complessi, potenzialmente distruttivi, ma pure inaspettatamente benèfici.
Dobbiamo ammettere che la nostra esistenza dipende ancora da esseri apparentemente insignificanti come quegli insancabili minatori che tanto hanno affascinato il Principe dei naturalisti.

Allora, un Gömböc, un cubo di Rubik, un frattale come quello dell'insieme di Mandelbrot, assumono un significato che travalica l'oggetto in sé.

Andiamo a cercare dei lombrichi e impieghiamo un pochino di tempo ad osservarli.
Anche se non siamo delle menti geniali come Darwin, può essere che dai labirinti intricati
della nostra, più ordinaria, spunti un tarlo che ci indica la strada da seguire per i giorni a venire.

Marco Sclarandis






















Friday, February 17, 2017

Della vita ogni suo cancello

Allora quand'ero di metà statura
mi sembrava troppo facile
che bastasse una parola sola
detta da quel visionario nazareno
per essere salvati da eterno pianto
e dallo stridere di denti ed anche
istigazione a ripetere il delinquere
infatti era quanto di più arduo esista
in questo mondo di regola e disordine
aspettare la pronuncia di quelle poche sillabe
nulla annienta un umano innocente o reo
quanto una prolungata attesa
e l'insinuarsi dell'idea che il dubbio
sia la materia di cui tutto è fatto
ora che so per certo
che ogni cosa termina
non vedo altra soluzione
che ricevere quella chiave
la cui pronuncia apre
della vita ogni suo cancello.

Marco Sclarandis

Saturday, January 28, 2017

Sei sosia d'uno altrettanto noto?

Ma tu chi sei
sei un volto noto
sei sosia di uno altrettanto noto
che sorridere ci faceva
con un cilindro un po’ ammaccato
bastone e delle scarpe scalcagnate

Perché non parli forse che sei muto
no la tua voce l’hanno conosciuta molti
miliardi ormai
e ancora incanta col suo timbro irato
anche se graffiata da magnetofono obsoleto
anche se artefatta da altoparlante rotto

lo so chi sei

Ma qui tu sai dove noi siamo
d’Ade non ne ha algido e plumbeo aspetto
di Purgatorio nemmeno perché troppo disabitato
poi se fosse cosa temo essere
io qui
senza condanna messoci che cosa ci farei
ancora non sottoposto a giudizio definitivo
Vedo che sbarri tratti sulle tue braccia nude
cinque o sei per volta con linee orizzontali

Sì, sono miliardi d’anni
che in loco devo trascorrere
uno per ciascuno nemmeno uno escluso
di quelli che ho mandato al rogo

Quindi questo non è l’Inferno

No non credo che lo sia

Dimmi sei tu allora
che hai meccanizzato l’annientamento
reso lo sterminio pratica
da svolgersi d’ufficio
sì sei proprio tu
in attesa di espiazione

Attesa

che cosa vuol dire attesa

Niente niente è una parola morta.

Marco Sclarandis