Saturday, December 5, 2015

Galeotti furono i torsoli e le bucce.



 
Bucce torsoli.jpg
                                               http://ecoalfabeta.blogosfere.it/post/283611/il-teorema-di-geppetto

Potrei incominciare raccontando di una passeggiata in giro per Ancona nell’ormai lontano Febbraio del 2008.
Nonostante i nostri cognomi, era per i nostri nomi che potevamo sentirci due evangelisti.
Di cambiamento climatico si parlava già da tempo, ma erano ancora pochi gli ascoltatori attenti.
D’altra parte, anche se una dozzina di uomini hanno camminato sulla Luna, pensare in quanto umanità composta  da alcuni miliardi di individui d’essere riusciti a modificare il clima di un pianeta di 13000 chilometri di diametro e 500 milioni di chilometri quadrati di superficie, sembrava e sembra ancora a molti una fanciullesca fantasia.

Noi due ritenevamo invece che una prosaica ed indigesta realtà si sarebbe di anno in anno disvelata.
E siamo seccati e parecchio di aver avuto ragione.E prevedere d’averne ancora molta in futuro.
Credo fu allora che seppi come arrivare alla persona che ospita questa lettera in questo nostro blog.
E ricordo di un post dove si parlava di un compostatore casalingo che essiccava scarti e bucce trasformandoli
velocemente in concime inodore.
Ugo ne aveva uno in prova e ne postava i risultati man mano che arrivavano.
Io mi chiedevo però quanti quintali di prodotto bisognasse produrre per giustificare tutta la roba, in senso verghiano* del termine, occorrente per fabbricare l’aggeggio, senza contare la corrente per farlo funzionare.

Considero questo l’inizio di una Odissea, una passaggio a Nord-ovest, una traversata del Deserto, una esplorazione con l’incontro di mister Livingstone**, in altre parole un viaggio epico che al contrario di una celebre frase di Groucho Marx: “sono partito da niente, sono arrivato a niente ma tutto da solo”, mi ha portato e in compagnia, a vedere mondi solo vagamente immaginati.
Non sono riuscito a ritrovare i miei commenti a proposito, più che altro perché dopo poco tempo l’EROEI*** della ricerca si stava pericolosamnete abbassando, cosa spregevole di questi tempi.
Ma col senno di poi, anzi, passati anni, non mi sembra che quei “seccascarti” abbiano avuto un apprezzabile diffusione.Per ragioni credo profondamente legate ad EROEI abitudini secolari, spazi domestici  e comunque che no intendo appropondire ora.
Al contrario, quelle “fototavolette” altrimenti chiamati “smarfoni”**** sono diventati più comuni degli scarafaggi in una panetteria sciatta, sporca e disordinata.
Ecco, proprio questi ordigni mi danno modo di parlare di un argomento caro ad Ugo, che, non so per quali vie, ma divenne un seguace del grande Antoine Laurent, quello della celeberrima affermazione.
“Nulla si crea nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Se possiamo fare a meno della telepatia, lo dobbiamo indirettamente ma infallibilmente anche ad uno come lui, Antoine Laurent-Lavoisier, padre della chimica moderna.
Mi stordisca Ugo col bromuro od il protossido d’Azoto, se mi sbaglio, ma in un telefonino ci sono o sono implicati come in un complotto internazionale, tutti gli elementi chimici della tavola periodica,
portata allo splendore da Dmitrij Mendeleev e ormai completata ed estesa da chi non s’accontenta dei pezzi standard del lego.
Da parte mia ho avuto fin dall’infanzia una inspiegabile attrazione per i metalli.
Per le loro proprietà senza le quali il mondo sarebbe semplice, primitivo, ma non necessariamente idilliaco.
Ci spaccavamo la testa e le ossa con le asce e le mazze di pietra, legate con i materiali compositi del tempo, i tendini e le cartilagini animali e le fibre vegetali, ed ora con l’uranio scremato dal suo isòtopo fissile.
“ Guerra é sempre è ”, ammoniva sulla via del ritorno a casa Mordo Nahum, l’ingenuo Primo Levi, chimico pure lui.
Bisognerebbe proporli per un premio Nobel***** per la pace tutti e due.
Stavo dimenticando la ragione di questa lettera.Appena in tempo, credo, che l’attenzione è ormai la merce più rara e deperibile del mercato globalizzato, forse più dell’elemento 31, e tanto quanto i mitili abbandonati alla calura estiva.
E’ una semplice lettera di ringraziamento a chi, Ugo per primo, continua a credere che valga la pena ingegnarsi per trovare delle soluzioni alll’irrazionale problema della presenza di un essere insaziabile
qual è Adamo, accompagnato da Eva, presente in un luogo, il pianeta Terra, che non è un landa circolare infinitamente estendentesi in uno spazio illimitato.
Ora, per chi ci vuol credere, la Terra non è né piatta  né come ho detto poc’anzi, ché ci sono anche degli infedeli di questo genere .Sappiamo infatti che c’è chi non crede per esempio che degli uomini siano allunati negli anni ’60.  Ma dalla Luna si vede proprio una sfera azzurrina sospesa in un vellutato profondo nero sforacchiato di luminosi buchi.Dall’oblò di un jet di linea si vede anche di notte, una ragnatela luminescente
tessuta su una superfice sferica che è una cosa diversa da un disco bidimensionale.
Questa visione accessibile ormai a miliardi di persone all’anno, non era accessibile né ad un Galileo al suo tempo, né ad altri, finchè non si sono resi disponibili quei metallici staraordinari volatili che una volta avevano nomi da mitologia, Comet, Caravelle, Concorde.
Nemmeno salendo sull’Everest si può avere una visione tanto ampia.
E trarre da questa che davvero Copernico aveva ragione. Anche se Aristarco di Samo l’aveva capito molto prima e ragionando sporto su di un pozzo.
Guardando meglio poi, su qull’agrume blu sospeso nel velluto nero diamantato si possono vedere orde di insetti d’ogni genere che brulicano ogni dove su quella biglia.
Ma ancor prima, si notato altre orde di esseri agitati dai comportamenti più strani.
Quelli più strani sono indubbiamente i nostri. Ma per capirlo bisogna avere una mente simile alla nostra.
E per ora, e io sono un agnostico quasi inguaribile, non ne abbiamo ancora incontrata una forestiera.
Mi associo alla domanda di Enrico Fermi, premio Mobel  per la fisica nel 1938.Dove sono tutti quanti?
Gli extraterrestri, s’intende.
Prima che diventi il primo capitolo d’un romanzo, concludo ringraziando anche tutte le persone che come Ugo e Luca, quello della passeggiata, mi hanno accompagnato in questi anni di ricerca e scoperta.
Io non adopero neanche una semplice lente d’ingrandimento, e le mie indagini e scoperte
sono soltanto dei modi diversi di giuntare delle parole di modo ché, “suonino più sonore”.
In un certo senso sono anch’io un chimico.
Folgorato da una adolescenziale e poi giovanile passione per l’elettronica, ma poi passato ad un monastico ardore per la fisica, medievalmente intesa.
I tempi che stiamo vivendo mi stanno portando alla biofisica.Dove il contare ed il raccontare s’intrecciano e si fecondano a vicenda e dove s’intuisce che il solo fatto di concepire di enumerare le cose, in linea di principio illimitatamente, produce regole che permettono di ampliare la stessa enumerazione delle cose da cui si è partiti. In altre parole, i topi Gigi, i Gatto Felix sono reali, solo nelle menti degli umani, ma se scoprissimo l’esistenza di certe regole, forse potremmo vederne di reali che davvero parlano come sappiamo fare noi.Il mondo che abitiamo è inconcepibilmente più magico di quanto certi scrittori e scrittrici di  genere fantasy ed horror possano immaginare.
E avere come Virgilio un Ugo Bardi per visitare tale mondo è un raro privilegio.
Ed era giunto il momento di dichiararlo.

Grazie a chiunque abbia avuto per me attenzione fino a questa ultima frase.

Una delle molecoletterarie da me trovate:

I bruti
li si turbi con versi
sì che visi incupiti
animi servi
d’ire sprecate
vedano luci
rubine nei bruni
minuti dei vespri
urti la rima
inebri caverne
gli scogli le rupi
liberi corpi
da male impietriti.

Anzi, due:

Disse il moscerino alla farfalla
sei stata tu a provocare l'uragano
io veramente sguscio solo adesso
e nemmeno ho disteso le mie ali
sarei io allora il reo da condannare
io che d'acini in aceto andati vivo
no non tu posato sulla buccia
un tuo parente dentro un abitacolo
che attirato da una lacrima
d'un presidente di corporazione
in viaggio verso un summit importante
l'ha accecato e condotto al camposanto
lo conosco quel cugino morto in auto
ha lasciato contro il cofano famiglia
e contro parabrezza migliaia di fratelli
senti amico mio io vivo fino a domattina
e nemmeno balena vorrei essere
falena sono e mi basta e avanza
andiamocene di qua non vedi l'ombra
è nube di tornado e senza pietà procede
o vuoi domandarle di chi sia sicaria.


*Vedi: Giovanni Verga, le novelle.
**Cercare la famosa frase “Mister Livingstone I suppose”  (in realtà:I presume)
*** EROEI, rapporto fra energia di ritorno e l’energia investita in un processo fisico.
****smarfoni-e: da smart-phone ovvero telefono cellulare assimilabile ad un computer da taschino.
***** Nobel, l’inventore della dinamite, alto esplosivo molto utile per scavare gallerie e scoperchiare miniere, di carbone, anche.

Marco Sclarandis


Wednesday, December 2, 2015

Rimedioevo-oveoidemiR*



Questa è l’introduzione ad un libro di versi dal titolo omonimo

Un noto cantautore italiano, non più giovinetto, nonostante il nome d’arte che s’è dato, in una intervista
ancora recente ha detto che quando si sposta
da un luogo all’altro per i suoi concerti, la Terra vista dall’alto gli appare disabitata.
La sua sensazione sarà sicuramente vera, ma la realtà è falsa.
Nel senso che la Terra è abitatissima e di ospiti che cercano di fare di ogni cortile il proprio Giardino dell’Eden, non potendo farne un Regno dei Cieli.
Tra quegli ospiti, quelli maggiormente indaffarati in questa tragicomica perenne ristrutturazione ci siamo proprio noi. 
Tutti noi umani.
Ovunque poniamo lo sguardo e mettiamo le mani, però, è ormai un continuo scoprire leggi e limiti che contrastano con le nostre mire imperiali.
Inoltre è sempre più evidente che abbiamo già commesso parecchi errori
i quali occorrerebbe riparare e anche alla svelta.
Se quello in corso sarà un secolo e forse un millennio dove aggiusteremo
le cose o un evo dove ci adatteremo a sopravvivere tra i rottami di un glorioso passato, dipende da quanti sono convinti e si convinceranno
che rimediare ad uno sbaglio è più regale che illudersi di raggiungere il dominio della perfezione.
I versi che seguono vi raccontano come sono arrivato a questa temporanea conclusione.

Questo invece il mio pensiero odierno, scaturito da una domanda posta da Ugo Bardi: 
“Che cosa ne pensate di questo”:

riferito a questo: 

http://www.mission-innovation.net/
http://www.breakthroughenergycoalition.com/en/?WT.mc_id=11_29_2015_16_Announcement_BG-TW_&WT.tsrc=BGTW

Il pensiero odierno:
Io ormai spero solo che la gente creda al miracolo.  Perchè se un miracolo si sta compiendo, ma la gente non ci crede, è come se non si compisse.
E credo che fisicamente il miracolo possa avvenire.  Non credo che i miracoli siano delle violazioni ad hoc delle leggi fisiche, ma siano eventi rari ma reali e possibili che fanno gridare al miracolo solo a causa della nostra ignoranza del mondo fisico.
L’intreccio quantistico, l’effetto tunnel, sembrano magie, prodigi, miracoli, masono eventi reali e in un certo senso ordinari.  Forse un Lucrezio, un Leonardo, un Archimede, dopo un iniziale sconcerto li avrebbero poi considerati per quello che sono, fisica, meravigliosa , ma fisica.  Certo che organizzare tutto di modo che, per sventare una sciagura occorra proprio un miracolo mi pare il massimo della malvagia superstizione.   
E’ ciò che stiamo facendo da decenni, non da stregoni apprendisti, ma da maghi di lungo e detestabile corso.
Credo che questo decalogo incompleto, deriso, frainteso e sciattamente divulgato da soloni, predicatori, e agitatori di popolo sia quanto di meglio per far apparire il miracolo su questa sventurata Terra.

Onore e merito a Serge Latouche:

Rivalutare. I valori sono diventati vuoti simulacri, sostituiti da megalomania individuale, egoismo e rifiuto della morale. Occorre rivendicare valori come l’altruismo, la collaborazione, il piacere, il locale.

Riconcettualizzare. La mancanza di valori dà luogo ad una visione diversa del mondo. Occorre ridefinire concetti come la ricchezza/povertà, la rarità/abbondanza distinguendo gli elementi reali da quelli di creazione artificiale.

Ristrutturare. Adeguare l’apparato produttivo e i rapporti sociali al cambiamento dei valori.

Ridistribuire. La ridistribuzione delle ricchezze e delle risorse ha un effetto positivo sulla riduzione del consumo, per due fattori: ridimensionamento del potere dei consumi del Nord e diminuzione dello stimolo al consumo vistoso.

Rilocalizzare. Segue il principio del “think global, act local” per il quale occ orre produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari ai bisogni delle popolazioni.

Ridurre. Ridurre non significa necessariamente tornare indietro.
Significa limitare/eliminare il sovraconsumo ed abbattere gli sprechi.  La riduzione noncoinvolge solo le risorse, ma anche aspetti sociali come il tempo dedicato al lavoro.

Riutilizzare/Riciclare. È necessario ridurre lo spreco, combattere l’ obsolescenza delle attrezzature e riciclare rifiuti non riutilizzabili.

Riconoscere la necessità del cambiamento, questa l’aggiungo io, ma questo dovrebbe essere il primo comandamento.

  Non avevo sottomano il modo per rovesciare a specchio una parola.

Marco Sclarandis

Monday, November 30, 2015

R: Re: [postpicco] Guardando il collasso della Grecia, negli inviolabili limiti alla crescita (luglio 2015)

Semplicemente, si fa per dire, credo che il carbocene o carboevo, comunque lo si voglia chiamare
stia vivendo la sua senilità, che precede la morte.
Noi umani abbiamo sempre e da sempre cercato di superare limiti d'ogni genere, perchè è la nostra natura.
Quella intima, irriducibile, insurrogabile.
La differenza tra noi ed una muffa, come quella che tramuta un'arancia in una verdognola e vellutata palla da golf è che una mela che vi stia accanto non ne viene attaccata.
Sarà attaccata dal marciume magari, e da dentro.Ma non da quell' armata di funghi microscopici agrumofili.
Noi invece vorremmo trasformare quello che è interno ed esterno a noi, in senso lato,tutto, reciprocamente.
E' come se le muffe degli agrumi volessero fare ammuffire qualsiasi altra frutta, e non solo, potendo, fare arrugginire qualsiasi metallo, corrodere qualunque pietra..
Se così stanno le cose, allora nessuna fonte energetica o mineraria può aiutarci a superare questo momento critico.Tantomeno se solo finanziaria ed economica.
Se la Terra fosse piatta ed infinitamente estesa ed il suo sottosuolo illimitato e colmo di tutti gli elementi della tavola periodica, ci sarebbero alcune parti della soluzione alla nostra insaziabile avidità.
Ma, a parte quello relativo al cielo dove sarebbe difficile trovare un posto al Sole, di modo ché splenda egualmente per tutti e si ritiri per la notte, rimarrebbe quello della vita perenne se non eterna.
Chi vorrebbe davvero vivere con un solo ed immutabile corpo, quello ricevuto in sorte alla nascita?
E se anche volesse cambiarlo, quanta conoscenza occorrerebbe per farlo?
Non mi dilungo, ma per poco che uno ci pensi, stiamo assistendo alla fine  di un mondo, quello dove
avevamo messo i limiti insuperabili del di qua, in un al di là, e lì i limiti che nella vita ci angustiano sarebbero stati superati, anzi non si vedrebbero nemmeno come tali.
Attraversare le mura di una fortezza con le proprie sembianze.Cosa fattibile con le onde radio, televisive nella sottospecie.Ho detto sembianze, non carni ed ossa.
Quando dico che quest'epoca è un momento trascendente, intendo dire che appunto qualsiasi limite ,siccome non può essere superato, deve essere trasceso.
Il che è difficile da spiegare, almeno tanto quanto lo sono i fenomeni quantistici, che per la loro natura sembrano appartenere al mondo della magia, più che a quello della scienza.
L'entanglement valga per tutti.L'intreccio quantistico.
E combinazione proprio ora, da nemmeno mezzo secolo, è stato scoperto e dimostrato essere assolutamente reale.
Ma congetturato prima e ritenuto cosa assurda.Da menti come quella di un Albert Einstein, mica del Mago Otelma.
In esso, l'ntreccio, s'annida un limite, comunque.
Nessuna informazione può essere trasmessa con questo fenomeno in modo istantaneo se non quella che avviene tra le due particelle intrecciate.
E non si può assistere a questo fenomeno, quando le particelle sono molto numerose, se non a condizioni molto speciali, come a temperatura prossima a quella minima possibile, perchè instantaneamente l'intreccio svanisce per lasciare il posto a relazioni fisiche meno magiche e molto materiali.
Il collasso della funzione d'onda, un evento tanto deterministico quanto probabilistico in un modo assoluto.
Qualcosa che sembra provenire dal regno degli dei d'un Olimpo.
Credo che una mente come quella di Archimede, o quella di un Giordano Bruno abbiano almeno per intùito, fulmineamente, captato cose che a noi appaiono quotidianamente ordinarie.
Noi le vediamo, ma ci trastulliamo con azioni da esseri invertebrati.Con una coscienza di sè appena rilevabile.
E' desolante vedere la pusillanimità di alcuni condottieri del mondo.
E l'avarizia d'animo di folle immense, che se solo decidessero d'intrecciarsi con lo scopo di mantenere
una vitale coordinazione per tutti gli esseri coinvolti, le genti della Terra, sarebbero in grado di cambiare istantaneamente le cose.
Potere sciupato invano sia in alto che in basso.
Sofferenza sparsa come granaglie fra roccie perennemente congelate.Mieli versati in mare.
Ad una scala enormemente più grande, sembra che la sconcertante e magica bizzaria del mondo submicroscopico stia manifestandosi sulla Terra.
Varrebbe la pena di prestarvi attenzione.
Molti limiti non sono stati nemmeno sfiorati, e in quesi spazi c'è posto per molti animi coraggiosi.

Marco Sclarandis

Friday, November 27, 2015

Hai comprato un biglietto?



     Pingo!

La prima lotteria al mondo dove se vinci 

paghi per tutti quelli che  hanno perso.

(non ci sarà da annoiarsi, c'è da scommettere.)
 

Per chiarimenti e regolamento vai al :

 www.ugobardi.blogspot.it/2015/11/pericolo-di-esplosioni-di-metano-nella.html



Dueci e ciodue



2C°&CO2 400ppM 40Mton arscbn



Dueci e ciodue. Quattrocento pipiemme quaranta megaton arsidicarbon

Non è neolingua.

E' in sintesi il concetto che descrive l'attuale clima terrestre.
Decrittato:
Siamo giunti a quattrocento parti per millione in volume di biossido di carbonio in atmosfera.
Questa è la parte centrale del messaggio.
 A sinistra, il sinistro presagio.
Ovvero, come minimo ci tocca un aumento di due gradi centigradi o Celsius come preferite, della
temperatura media terrestre.E non tra dieci secoli, solo mezzo.
A destra il maldestro uso di combustibili fossili, tutti contenenti il sesto elemento, uso consistente nell'ardere 40, quaranta miliardi di tonnellate annue di sostanze che lo contengono.

A buon intenditor poche parole.

P.S.per i sordi:


Dite a chi non vuol sentire che due gradi di calura sono una sciagura.

Ringrazio Ugo Bardi per l'ispirazione del presente post.

Per chi ama leggere, approfondire, e capire:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/27/cambiamenti-climatici-in-attesa-della-cop21-breve-riassunto-della-situazione/2256472/

Marco Sclarandis




Thursday, November 26, 2015

Alessandro, nell'ortobotanico interiore

Mai l'ho visto a tu per tu
nè sentito per smarfone
via web sat televisione
ho l'effigie in formato francobollo
ingrandibile fino a formato protocollo
più che altro una foto per l'identificazione
in compenso ho avuto molteplici contatti
scintillanti come quelli intercorrenti
tra una dinamo ed un accumulatore
sovente penso a quei sei gradi
quelli detti di separazione
onde per cui tutti siamo collegati
ad Alessandro, quello Magno e quelli
omonimi ma di magnitudine inferione
e guardo ai fili all'intrico di circuiti
su cui è stampata la nostra relazione
fatta di botte e di risposte innocue
scritte sullo schermo d'elementi
d'elettronica pittura evanescente
non è amico conoscente e men che meno
un passante un perfetto sconosciuto
è un presente ora entrato
nell'ortobotanico interiore
dove a volte spunta un'erba nuova
e ci induce ad aspettare
almeno fino a quando sbocci in fiore.


Marco Sclarandis

Del gridare al miracolo

Quando i miracoli avvengono un po' troppo spesso, allora vuol dire che forse erano qualcos'altro.
Forse, anzi di sicuro, abili trucchi da bisca clandestina.
E' da più di quarant'anni che schiviamo collassi di varia natura, che sia politica, sociale, economica, culturale e colturale o d'altro genere, fa lo stesso.
Ora ci sono tutte le condizioni per collassare in modo catastrofico.
Se ciò non avvenisse a breve, sarebbe davvero un miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo, forse dovrei dire un prodigio, per deviare dal binario morto
sul quale stiamo correndo senza freni.
Ma, credo che sia meglio fare innumerevoli umili gesti per ottenere la magia di una salvezza collettiva, coordinandoci come gli stormi di migratori, o atomi eccitati di cromo in un rubino,
lasciando perdere ogni desiderio d'evangelizzazione missionaria della propria fede,
e dichiarando piuttosto quella nei propri desideri ed intenzioni.
Vuoi sul serio vivere anche cent'anni e in pace? Dillo!
Vuoi invece vivere credendoti re della foresta urbana e suburbana? Dillo,
ma non fingendo che desideri la rivoluzione, che tanto, di camaleonti ne conosciamo abbastanza
da esserne quasi degli esperti.
Tra cinque anni potrebbero esserci un miliardo di morti soprannumerari, ovvero eccedenti quelli che l'ordinaria sorte prescrive.
E allora?
Succede!
O no?
O succede se facciamo quasi tutto il necessario perchè succeda?
E avendolo fatto, poi perchè stupirci dell'atteso risultato?
Ma, perchè sprecare parole al vento quando è in arrivo un uragano?
Perchè ci piacerebbe mandarlo indietro con un miracoloso "Vade retro!"
Ma è meglio urlare "Vieni nel rifugio!", se lo si è preparato, ovviamente.
Ci vuole un poco più di fiato ma potrebbe essere un buon investimento.

Marco Sclarandis

Wednesday, November 25, 2015

Della complessità-Vita d’un commesso viaggiatore






Della complessità-Vita d’un commesso viaggiatore

Leopoldo, immaginiamolo con questo nome, vende lampadine.
A domicilio. Forse anche altra varia merce, per arrotondare.
E’capace e nei lunghi bui del suo paese nordico prepolare
non mancano clienti, sebbene siano problematici.
Sparsi come uvetta in panettone, visitarli tutti implica fare molta strada.
E allora bisogna cercare il modo di ridurla all’essenziale.
Questo, ingannevolmente, è uno più difficili problemi che mente umana abbia da risolvere.
Uno dei più esemplari, alla vita reale collegati.Con trame sorprendenti.
Collegato per esempio con quello dei telefoni, che in fondo sono strade percorse da vetture
fatte di voci da mandare alla dovuta destinazione.
Il primo dei clienti, ancora il solo, è solo una questione di se e quando partire per la vendita, tentata.
Col secondo idem, solo di decidere quale incontrare prima.
Con il terzo l’insidia comincia ad insinuarsi
Basta disegnar le vie per rendersene conto.
Siamo di fronte a infiniti quadrilateri e triangoli, a meno che per raro caso
non abitino tutti sulla stessa dritta strada.
L’ingenuo può pensare, che una cinquina o una decina facciano poca differenza.
Per svegliarlo da illusione basta mandarlo a spasso, come procacciatore.
Cento persone a cui vendere, lampadine, scope o vettovaglie, cosa sono.
Di certo non una multinazionale da condurre.
Un lavoro da semplice commesso viaggiatore.
Ma in realtà è un problema che esplode fulmineo in una nube di soluzioni approssimate .
Magari molto simili alla miglior di tutte, ma questa, imprendibile
come un gatto del Cheshire, o come quello di Scrodingher, dall’apparente salma tramortita
in una scatola  inoculata di radio e di veleno.
Tantissimo buon senso deprivato dell’unica, e forse anche inesistente, perfetta divina soluzione.
Ma all’orgoglio d’Adamo ed Eva ammirazione, indispensabile.
Ad Oslo, Reykjavik, Vladivostok, il rovello non si pone.
Il tempo perso per il calcolo del tragitto minore in assoluto
vale molto meno di quello sprecato a farne uno più lungo.
Una sfida alla casalinga intuizione.
Solo nella labirintica mente matematica, mostruosa struttura imparentata con
l’ungherese cubo colorato, il dilemma regna sovrano e intatto.
Così è la Vita, del solitario passero in cerca di granaglie.
Del commesso in grisaglia, per quotidiani affari.
Complessa oltre umana immaginazione, compressa in due bracciate d’ossa e di pelliccia.
Già a partire da creature paghe e sazie, di vivere a miriadi sulla capocchia anzi punta,
d’uno spillo.
Guarda la volta celeste all’imbrunire, fino a che non diventi notte.
Non sono così nemmeno tante quelle tremolanti luci, nemmeno una miriade, ai nostri
limitati occhi.
Ora immaginati Leopoldo diventato cosmonauta, a vendere tendine da metter alle finestre,
cosi’ che la riservatezza diventi un valore universale.
Con limitato carburante, da filosofico il problema si fa algebrico, teleologico, forse irrazionale.
Con sgomento potremmo dire indecidibile.
I sentieri trascendenti, nella mente degli umani, brillano di bave di lumache.

Marco Sclarandis
















































Tuesday, November 24, 2015

Scimitarra e ruggente panoplia



Disse il Califfo al Signorotto
ho fatto un brutto sogno per davvero
te lo racconto siccome sei mio amico
sai tu che vaneggi di grandezze
per il tuo feudo che diventi marchesato
ho visto una folla esagitata
scaldarsi davanti ad un altare
strano perchè inchinarsi con ardore
di fronte a due stipiti e una lama
che viene alzata ed abbassata
mi pareva spettacolo noioso
del rito poi ho capito il senso chiaro
a monarchi e corte si toglieva il capo
per una ragione intuitiva forse
avevano semplicemente esagerato
in feste e gozzoviglie da plebaglia
e a questa avevano la sbobba lesinato
non so che tempo fosse e dove
accadesse il cruento fatto
sventolava una bandiera strana
solo tre colori anzi due
che bianco non lo dovrebbe essere
svegliatomi  vedendo un drappo nero
senza riuscire a leggerne le scritte
turbato ho fatto colazione
m'è parso di capire tutt'è due
risorgeremo in comuni terre
io con l'usuale scimitarra
tu con d'armi ruggenti panoplia
e dover a sangue ultimo combattere
per cosa poi non riesco
non riesco proprio a immaginare.

Marco Sclarandis

I fuochi di martirificio


Questi che si stanno facendo saltare per aria per far precipitare nel dirupo miliardi di cosidetti, da loro, infedeli, sono immancabilmente fatti di qualche molecola psicòtropa.

Niente di male in questo.

Cioè nella seconda parte del tutto ciò.

Infedeli, elenco in cui io sarei certamente incluso visto che non parlo arabo e non conosco il Corano, che credo andrebbe letto in quella lingua, non per scelta ma per obbligo, ebbene gli infedeli si fanno di una farmacia intera di sostanze.

Ma soprattutto di due in particolare.

Una, più o meno densa, viscida, scura,  infiammabile, tossica per l’ambiente,

ma presente nella vita di ogni fedele di qualunque credo, anche in quello di chi non crede, o crederebbe se potesse avere delle prove incontrovertibili e definitive.

L’altra, sarebbe ardito e poetico definirla una sostanza, ma in sostanza si comporta come tale 
nei suoi travolgenti effetti.
E quindi si merita d’impeto l’epiteto.

In particolare un derivato di questa sostanza, un intruglio talmente sofisticato che nemmeno chi lo produce 
si ricorda sempre e per bene come sia riuscito a secernerlo dalla sua mente.

La materia prima da cui deriva è una idea, cioè che se disegno una capra o un cavolo, un bastone ,

o un lupo, un contadino, un torrente o un fiume o l’avete capito, qualunque cosa possa essere contata e raccontata, e riesco a convincere una maggioranza di persone che quella rappresentazione vale come la cosa  rappresentata, allora il gioco funziona, tutti possono giocare al mercato.
Non sempre come la totalità dei giocatori vorrebbe, ma chi s’accontenta riesce anche a divertirsi.

Da questa idea sono poi nate diverse cose, con una deriva talvolta molto pericolosa.



Petrolio e derivati*



Ecco i due composti, uno biochimico e l’altro di finanza alchemica che secondo la mia visione,

lo ammetto, influenzata dall’assunzione di queste due stesse sostanze che credo, ed è una fede ormai quasi cieca, e non solo slovacca, scherzo data la grevità e gravità dell’argomento,

ecco i due composti, dicevo, che ritengo alimentino certi raccapriccianti spettacoli.

Inutile mentire. Sono raccapriccianti e abominevoli, ma affascinanti, altrimenti non si spiega come mai indugiamo a vederne le immagini dozzine di volte.E a parlarne e straparlarne fino alla noia.



Ma come per ogni cosa, c’è un limite.



Limite prodotto dalla cosa stessa che in origine pareva potesse crescere sconfinatamente.

I fuochi di cui il titolo di queso post, sono fatui pure loro.

Petrolio e derivati, in una frazione piccolissima se un millesimo è una piccolezza della storia umana, ci hanno portato ad un cambiamento enorme.

O meglio alle condizioni per cui un cambiamento enorme è ormai inevitabile.

E’ nell’aria, letteralmente parlando.

Anche qui una frazione ci aiuta a capire.Volendo.

Un duemilacinquecentesimo.Rispetto ad un tremilasettecentesimo, circa, dell’aria che necessariamente respiriamo, in meno di un quinto di millennio è diventato una sorta d'invisibile soffocante nebbia. 
Un fiato per noi esausto.Inebriante e nutritivo per un vegetale, se gli permetti di crescere,ovviamente, non se lo abbatti per fare un lastricato.

E’ giunto un limite.Ho sottinteso tante cose, e chi non avesse inteso può e deve chiedermi spiegazioni.

Forse ho scialato petrolio e derivati invano, nel tentativo di bagnare le polveri che danno origine a quei fuochi sostanzialmente orrendi.

Preferisco accendere una piccola candela votiva, ogni tanto, per ricordarmi che

una lucciola estiva brilla quanto una galassia, nel custodire il segreto della sua piccola luce.



*Petrolio e derivati, derivati nel duplice senso del petrolio e finanziari.



Marco Sclarandis






















Sunday, November 22, 2015

Le equazioni del mio amico



Così quel giorno quel mio amico
anzi fu una di quelle sere
amico forse non ancora
ma ci sarebbe diventato
all’istituto del recupero
del tempo abbandonato per gli studi
cominciò a spiegarmi quella cosa
in ogni vario dove intrufolata
più che le ortiche più delle formiche
delle situazioni da orticaria
delle lumache dentro gli orti
dopo che sia piovuto
quella cosa che ha a che fare
con l’ingrasso delle oche del maiale
purchè venga loro dato da mangiare
una cosa semplice ovvia lineare
come sommare due più due
apparentemente
ma parente stretta del cadere delle pietre
ingannevole come quel fatto singolare
che lo stesso risultato arriva
che si sommi moltliplichi od elevi
una doppiezza a una doppiezza
e simile ma contrario per l’inverso
alla fine solo un calcolo
differente da quelli della spesa
quello differenziale
è mio amico Antonio e da decenni
per ora non ancora sono due
ma fra tre di anni se la sorte
che sposta sassi e nubi a suo piacere
su differenziali traiettorie
con fare indifferente
so che lo sarà di più ancora.