Semplicemente, si fa per dire, credo che il carbocene o carboevo, comunque lo si voglia chiamare
stia vivendo la sua senilità, che precede la morte.
Noi
umani abbiamo sempre e da sempre cercato di superare limiti d'ogni
genere, perchè è la nostra natura.
Quella intima, irriducibile,
insurrogabile.
La differenza tra noi ed una muffa, come quella che
tramuta un'arancia in una verdognola e vellutata palla da golf è che una
mela che vi stia accanto non ne viene attaccata.
Sarà attaccata dal marciume magari, e da dentro.Ma non da quell' armata di funghi microscopici agrumofili.
Noi invece vorremmo trasformare quello che è interno ed esterno a noi, in senso lato,tutto, reciprocamente.
E'
come se le muffe degli agrumi volessero fare ammuffire qualsiasi altra
frutta, e non solo, potendo, fare arrugginire qualsiasi metallo,
corrodere qualunque pietra..
Se così stanno le cose, allora nessuna fonte energetica o mineraria può aiutarci a superare questo momento critico.Tantomeno se solo finanziaria ed economica.
Se
la Terra fosse piatta ed infinitamente estesa ed il suo sottosuolo
illimitato e colmo di tutti gli elementi della tavola periodica, ci
sarebbero alcune parti della soluzione alla nostra insaziabile avidità.
Ma,
a parte quello relativo al cielo dove sarebbe difficile trovare un
posto al Sole, di modo ché splenda egualmente per tutti e si ritiri per
la notte, rimarrebbe quello della vita perenne se non eterna.
Chi vorrebbe davvero vivere con un solo ed immutabile corpo, quello ricevuto in sorte alla nascita?
E se anche volesse cambiarlo, quanta conoscenza occorrerebbe per farlo?
Non mi dilungo, ma per poco che uno ci pensi, stiamo assistendo alla fine di un mondo, quello dove
avevamo
messo i limiti insuperabili del di qua, in un al di là, e lì i limiti
che nella vita ci angustiano sarebbero stati superati, anzi non si
vedrebbero nemmeno come tali.
Attraversare le mura di una fortezza
con le proprie sembianze.Cosa fattibile con le onde radio, televisive
nella sottospecie.Ho detto sembianze, non carni ed ossa.
Quando dico
che quest'epoca è un momento trascendente, intendo dire che appunto
qualsiasi limite ,siccome non può essere superato, deve essere trasceso.
Il
che è difficile da spiegare, almeno tanto quanto lo sono i fenomeni
quantistici, che per la loro natura sembrano appartenere al mondo della
magia, più che a quello della scienza.
L'entanglement valga per tutti.L'intreccio quantistico.
E
combinazione proprio ora, da nemmeno mezzo secolo, è stato scoperto e
dimostrato essere assolutamente reale.
Ma congetturato prima e ritenuto
cosa assurda.Da menti come quella di un Albert Einstein, mica del Mago
Otelma.
In esso, l'ntreccio, s'annida un limite, comunque.
Nessuna
informazione può essere trasmessa con questo fenomeno in modo
istantaneo se non quella che avviene tra le due particelle intrecciate.
E
non si può assistere a questo fenomeno, quando le particelle sono molto
numerose, se non a condizioni molto speciali, come a temperatura
prossima a quella minima possibile, perchè instantaneamente l'intreccio
svanisce per lasciare il posto a relazioni fisiche meno magiche e molto
materiali.
Il collasso della funzione d'onda, un evento tanto
deterministico quanto probabilistico in un modo assoluto.
Qualcosa che
sembra provenire dal regno degli dei d'un Olimpo.
Credo che una mente
come quella di Archimede, o quella di un Giordano Bruno abbiano almeno
per intùito, fulmineamente, captato cose che a noi appaiono
quotidianamente ordinarie.
Noi le vediamo, ma ci trastulliamo con azioni da esseri invertebrati.Con una coscienza di sè appena rilevabile.
E' desolante vedere la pusillanimità di alcuni condottieri del mondo.
E l'avarizia d'animo di folle immense, che se solo decidessero d'intrecciarsi con lo scopo di mantenere
una
vitale coordinazione per tutti gli esseri coinvolti, le genti della
Terra, sarebbero in grado di cambiare istantaneamente le cose.
Potere
sciupato invano sia in alto che in basso.
Sofferenza sparsa come granaglie fra roccie perennemente congelate.Mieli versati in mare.
Ad
una scala enormemente più grande, sembra che la sconcertante e magica
bizzaria del mondo submicroscopico stia manifestandosi sulla Terra.
Varrebbe la pena di prestarvi attenzione.
Molti limiti non sono stati nemmeno sfiorati, e in quesi spazi c'è posto per molti animi coraggiosi.
Marco Sclarandis
Monday, November 30, 2015
Friday, November 27, 2015
Hai comprato un biglietto?
Pingo!
La prima lotteria al mondo dove se vinci
paghi per tutti quelli che hanno perso.
(non ci sarà da annoiarsi, c'è da scommettere.)
Per chiarimenti e regolamento vai al :
www.ugobardi.blogspot.it/2015/11/pericolo-di-esplosioni-di-metano-nella.html
Dueci e ciodue
2C°&CO2 400ppM 40Mton arscbn
Dueci e ciodue. Quattrocento pipiemme quaranta megaton arsidicarbon
Non è neolingua.
E' in sintesi il concetto che descrive l'attuale clima terrestre.
Decrittato:
Siamo giunti a quattrocento parti per millione in volume di biossido di carbonio in atmosfera.
Questa è la parte centrale del messaggio.
A sinistra, il sinistro presagio.
Ovvero, come minimo ci tocca un aumento di due gradi centigradi o Celsius come preferite, della
temperatura media terrestre.E non tra dieci secoli, solo mezzo.
A destra il maldestro uso di combustibili fossili, tutti contenenti il sesto elemento, uso consistente nell'ardere 40, quaranta miliardi di tonnellate annue di sostanze che lo contengono.
A buon intenditor poche parole.
P.S.per i sordi:
Dite a chi non vuol sentire che due gradi di calura sono una sciagura.
Ringrazio Ugo Bardi per l'ispirazione del presente post.
Per chi ama leggere, approfondire, e capire:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/27/cambiamenti-climatici-in-attesa-della-cop21-breve-riassunto-della-situazione/2256472/
Marco Sclarandis
Thursday, November 26, 2015
Alessandro, nell'ortobotanico interiore
Mai l'ho visto a tu per tu
nè sentito per smarfone
via web sat televisione
ho l'effigie in formato francobollo
ingrandibile fino a formato protocollo
più che altro una foto per l'identificazione
in compenso ho avuto molteplici contatti
scintillanti come quelli intercorrenti
tra una dinamo ed un accumulatore
sovente penso a quei sei gradi
quelli detti di separazione
onde per cui tutti siamo collegati
ad Alessandro, quello Magno e quelli
omonimi ma di magnitudine inferione
e guardo ai fili all'intrico di circuiti
su cui è stampata la nostra relazione
fatta di botte e di risposte innocue
scritte sullo schermo d'elementi
d'elettronica pittura evanescente
non è amico conoscente e men che meno
un passante un perfetto sconosciuto
è un presente ora entrato
nell'ortobotanico interiore
dove a volte spunta un'erba nuova
e ci induce ad aspettare
almeno fino a quando sbocci in fiore.
Marco Sclarandis
nè sentito per smarfone
via web sat televisione
ho l'effigie in formato francobollo
ingrandibile fino a formato protocollo
più che altro una foto per l'identificazione
in compenso ho avuto molteplici contatti
scintillanti come quelli intercorrenti
tra una dinamo ed un accumulatore
sovente penso a quei sei gradi
quelli detti di separazione
onde per cui tutti siamo collegati
ad Alessandro, quello Magno e quelli
omonimi ma di magnitudine inferione
e guardo ai fili all'intrico di circuiti
su cui è stampata la nostra relazione
fatta di botte e di risposte innocue
scritte sullo schermo d'elementi
d'elettronica pittura evanescente
non è amico conoscente e men che meno
un passante un perfetto sconosciuto
è un presente ora entrato
nell'ortobotanico interiore
dove a volte spunta un'erba nuova
e ci induce ad aspettare
almeno fino a quando sbocci in fiore.
Marco Sclarandis
Del gridare al miracolo
Quando i miracoli avvengono un po' troppo spesso, allora vuol dire che forse erano qualcos'altro.
Forse, anzi di sicuro, abili trucchi da bisca clandestina.
E' da più di quarant'anni che schiviamo collassi di varia natura, che sia politica, sociale, economica, culturale e colturale o d'altro genere, fa lo stesso.
Ora ci sono tutte le condizioni per collassare in modo catastrofico.
Se ciò non avvenisse a breve, sarebbe davvero un miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo, forse dovrei dire un prodigio, per deviare dal binario morto
sul quale stiamo correndo senza freni.
Ma, credo che sia meglio fare innumerevoli umili gesti per ottenere la magia di una salvezza collettiva, coordinandoci come gli stormi di migratori, o atomi eccitati di cromo in un rubino,
lasciando perdere ogni desiderio d'evangelizzazione missionaria della propria fede,
e dichiarando piuttosto quella nei propri desideri ed intenzioni.
Vuoi sul serio vivere anche cent'anni e in pace? Dillo!
Vuoi invece vivere credendoti re della foresta urbana e suburbana? Dillo,
ma non fingendo che desideri la rivoluzione, che tanto, di camaleonti ne conosciamo abbastanza
da esserne quasi degli esperti.
Tra cinque anni potrebbero esserci un miliardo di morti soprannumerari, ovvero eccedenti quelli che l'ordinaria sorte prescrive.
E allora?
Succede!
O no?
O succede se facciamo quasi tutto il necessario perchè succeda?
E avendolo fatto, poi perchè stupirci dell'atteso risultato?
Ma, perchè sprecare parole al vento quando è in arrivo un uragano?
Perchè ci piacerebbe mandarlo indietro con un miracoloso "Vade retro!"
Ma è meglio urlare "Vieni nel rifugio!", se lo si è preparato, ovviamente.
Ci vuole un poco più di fiato ma potrebbe essere un buon investimento.
Marco Sclarandis
Forse, anzi di sicuro, abili trucchi da bisca clandestina.
E' da più di quarant'anni che schiviamo collassi di varia natura, che sia politica, sociale, economica, culturale e colturale o d'altro genere, fa lo stesso.
Ora ci sono tutte le condizioni per collassare in modo catastrofico.
Se ciò non avvenisse a breve, sarebbe davvero un miracolo.
E ci vorrebbe davvero un miracolo, forse dovrei dire un prodigio, per deviare dal binario morto
sul quale stiamo correndo senza freni.
Ma, credo che sia meglio fare innumerevoli umili gesti per ottenere la magia di una salvezza collettiva, coordinandoci come gli stormi di migratori, o atomi eccitati di cromo in un rubino,
lasciando perdere ogni desiderio d'evangelizzazione missionaria della propria fede,
e dichiarando piuttosto quella nei propri desideri ed intenzioni.
Vuoi sul serio vivere anche cent'anni e in pace? Dillo!
Vuoi invece vivere credendoti re della foresta urbana e suburbana? Dillo,
ma non fingendo che desideri la rivoluzione, che tanto, di camaleonti ne conosciamo abbastanza
da esserne quasi degli esperti.
Tra cinque anni potrebbero esserci un miliardo di morti soprannumerari, ovvero eccedenti quelli che l'ordinaria sorte prescrive.
E allora?
Succede!
O no?
O succede se facciamo quasi tutto il necessario perchè succeda?
E avendolo fatto, poi perchè stupirci dell'atteso risultato?
Ma, perchè sprecare parole al vento quando è in arrivo un uragano?
Perchè ci piacerebbe mandarlo indietro con un miracoloso "Vade retro!"
Ma è meglio urlare "Vieni nel rifugio!", se lo si è preparato, ovviamente.
Ci vuole un poco più di fiato ma potrebbe essere un buon investimento.
Marco Sclarandis
Wednesday, November 25, 2015
Della complessità-Vita d’un commesso viaggiatore
Della
complessità-Vita d’un commesso viaggiatore
Leopoldo,
immaginiamolo con questo nome, vende lampadine.
A
domicilio. Forse anche altra varia merce, per arrotondare.
E’capace
e nei lunghi bui del suo paese nordico prepolare
non
mancano clienti, sebbene siano problematici.
Sparsi
come uvetta in panettone, visitarli tutti implica fare molta strada.
E
allora bisogna cercare il modo di ridurla all’essenziale.
Questo,
ingannevolmente, è uno più difficili problemi che mente umana abbia da
risolvere.
Uno
dei più esemplari, alla vita reale collegati.Con trame sorprendenti.
Collegato
per esempio con quello dei telefoni, che in fondo sono strade percorse da
vetture
fatte
di voci da mandare alla dovuta destinazione.
Il
primo dei clienti, ancora il solo, è solo una questione di
se e quando partire per la vendita, tentata.
Col
secondo idem, solo di decidere quale incontrare prima.
Con
il terzo l’insidia comincia ad insinuarsi
Basta
disegnar le vie per rendersene conto.
Siamo
di fronte a infiniti quadrilateri e triangoli, a meno che per raro caso
non
abitino tutti sulla stessa dritta strada.
L’ingenuo
può pensare, che una cinquina o una decina facciano poca differenza.
Per
svegliarlo da illusione basta mandarlo a spasso, come procacciatore.
Cento
persone a cui vendere, lampadine, scope o vettovaglie, cosa sono.
Di
certo non una multinazionale da condurre.
Un
lavoro da semplice commesso viaggiatore.
Ma
in realtà è un problema che esplode
fulmineo in una nube di soluzioni approssimate .
Magari
molto simili alla miglior di tutte, ma questa, imprendibile
come
un gatto del Cheshire, o come quello di Scrodingher, dall’apparente salma
tramortita
in
una scatola inoculata di radio e di
veleno.
Tantissimo
buon senso deprivato dell’unica, e forse anche inesistente, perfetta divina
soluzione.
Ma
all’orgoglio d’Adamo ed Eva ammirazione, indispensabile.
Ad
Oslo, Reykjavik, Vladivostok, il rovello non si pone.
Il
tempo perso per il calcolo del tragitto minore in assoluto
vale
molto meno di quello sprecato a farne uno più lungo.
Una
sfida alla casalinga intuizione.
Solo
nella labirintica mente matematica, mostruosa struttura imparentata con
l’ungherese
cubo colorato, il dilemma regna sovrano e intatto.
Così
è la Vita, del
solitario passero in cerca di granaglie.
Del
commesso in grisaglia, per quotidiani affari.
Complessa
oltre umana immaginazione, compressa in due bracciate d’ossa e di pelliccia.
Già
a partire da creature paghe e sazie, di vivere a miriadi sulla capocchia anzi
punta,
d’uno
spillo.
Guarda
la volta celeste all’imbrunire, fino a che non diventi notte.
Non
sono così nemmeno tante quelle tremolanti luci, nemmeno una miriade, ai nostri
limitati
occhi.
Ora
immaginati Leopoldo diventato cosmonauta, a vendere tendine da metter alle
finestre,
cosi’
che la riservatezza diventi un valore universale.
Con
limitato carburante, da filosofico il problema si fa algebrico, teleologico,
forse irrazionale.
Con
sgomento potremmo dire indecidibile.
I
sentieri trascendenti, nella mente degli umani, brillano di bave di lumache.
Marco
Sclarandis
Tuesday, November 24, 2015
Scimitarra e ruggente panoplia
Disse il Califfo al Signorotto
ho fatto un brutto sogno per davverote lo racconto siccome sei mio amico
sai tu che vaneggi di grandezze
per il tuo feudo che diventi marchesato
ho visto una folla esagitata
scaldarsi davanti ad un altare
strano perchè inchinarsi con ardore
di fronte a due stipiti e una lama
che viene alzata ed abbassata
mi pareva spettacolo noioso
del rito poi ho capito il senso chiaro
a monarchi e corte si toglieva il capo
per una ragione intuitiva forse
avevano semplicemente esagerato
in feste e gozzoviglie da plebaglia
e a questa avevano la sbobba lesinato
non so che tempo fosse e dove
accadesse il cruento fatto
sventolava una bandiera strana
solo tre colori anzi due
che bianco non lo dovrebbe essere
svegliatomi vedendo un drappo nero
senza riuscire a leggerne le scritte
turbato ho fatto colazione
m'è parso di capire tutt'è due
risorgeremo in comuni terre
io con l'usuale scimitarra
tu con d'armi ruggenti panoplia
e dover a sangue ultimo combattere
per cosa poi non riesco
non riesco proprio a immaginare.
Marco Sclarandis
I fuochi di martirificio
Questi che si stanno facendo
saltare per aria per far precipitare nel dirupo miliardi di cosidetti, da
loro, infedeli, sono immancabilmente fatti di qualche molecola psicòtropa.
Niente di male in questo.
Cioè nella seconda parte del
tutto ciò.
Infedeli, elenco in cui io
sarei certamente incluso visto che non parlo arabo e non conosco il Corano, che
credo andrebbe letto in quella lingua, non per scelta ma per obbligo, ebbene
gli infedeli si fanno di una farmacia intera di sostanze.
Ma soprattutto di due in
particolare.
Una, più o meno densa,
viscida, scura, infiammabile, tossica per
l’ambiente,
ma presente nella vita di
ogni fedele di qualunque credo, anche in quello di chi non crede, o crederebbe se
potesse avere delle prove incontrovertibili e definitive.
L’altra, sarebbe ardito e
poetico definirla una sostanza, ma in sostanza si comporta come tale
nei suoi
travolgenti effetti.
E quindi si merita d’impeto l’epiteto.
In particolare un derivato di
questa sostanza, un intruglio talmente sofisticato che nemmeno chi lo produce
si ricorda sempre e per bene come sia riuscito a secernerlo dalla sua mente.
La materia prima da cui
deriva è una idea, cioè che se disegno una capra o un cavolo, un bastone ,
o un lupo, un contadino, un torrente o un fiume o l’avete
capito, qualunque cosa possa essere contata e raccontata, e riesco a convincere una
maggioranza di persone che quella rappresentazione vale come la cosa rappresentata,
allora il gioco funziona, tutti possono giocare al mercato.
Non sempre come la
totalità dei giocatori vorrebbe, ma chi s’accontenta riesce anche a divertirsi.
Da questa idea sono poi nate
diverse cose, con una deriva talvolta molto pericolosa.
Petrolio e derivati*
Ecco i due composti, uno biochimico
e l’altro di finanza alchemica che secondo la mia visione,
lo ammetto, influenzata dall’assunzione
di queste due stesse sostanze che credo, ed è una fede ormai quasi cieca, e non
solo slovacca, scherzo data la grevità e gravità dell’argomento,
ecco i due composti, dicevo, che
ritengo alimentino certi raccapriccianti spettacoli.
Inutile mentire. Sono
raccapriccianti e abominevoli, ma affascinanti, altrimenti non si spiega come
mai indugiamo a vederne le immagini dozzine di volte.E a parlarne e
straparlarne fino alla noia.
Ma come per ogni cosa, c’è un
limite.
Limite prodotto dalla cosa
stessa che in origine pareva potesse crescere sconfinatamente.
I fuochi di cui il titolo di
queso post, sono fatui pure loro.
Petrolio e derivati, in una
frazione piccolissima se un millesimo è una piccolezza della storia umana, ci
hanno portato ad un cambiamento enorme.
O meglio alle condizioni per cui un cambiamento enorme è ormai inevitabile.
E’ nell’aria, letteralmente
parlando.
Anche qui una frazione ci
aiuta a capire.Volendo.
Un duemilacinquecentesimo.Rispetto
ad un tremilasettecentesimo, circa, dell’aria che necessariamente respiriamo, in meno di un quinto di millennio è diventato una sorta d'invisibile soffocante nebbia.
Un fiato per noi esausto.Inebriante e nutritivo per un vegetale, se gli permetti di crescere,ovviamente, non se lo abbatti per fare un lastricato.
E’ giunto un limite.Ho
sottinteso tante cose, e chi non avesse inteso può e deve chiedermi spiegazioni.
Forse ho scialato petrolio e
derivati invano, nel tentativo di bagnare le polveri che danno origine a quei
fuochi sostanzialmente orrendi.
Preferisco accendere una
piccola candela votiva, ogni tanto, per ricordarmi che
una lucciola estiva brilla
quanto una galassia, nel custodire il segreto della sua piccola luce.
*Petrolio e derivati,
derivati nel duplice senso del petrolio e finanziari.
Marco Sclarandis
Sunday, November 22, 2015
Le equazioni del mio amico
Così quel giorno quel mio
amico
anzi fu una di quelle sere
amico forse non ancora
ma ci sarebbe diventato
all’istituto del recupero
del tempo abbandonato per gli
studi
cominciò a spiegarmi quella
cosa
in ogni vario dove intrufolata
più che le ortiche più delle
formiche
delle situazioni da orticaria
delle lumache dentro gli orti
dopo che sia piovuto
quella cosa che ha a che fare
con l’ingrasso delle oche del
maiale
purchè venga loro dato da
mangiare
una cosa semplice ovvia
lineare
come sommare due più due
apparentemente
ma parente stretta del cadere
delle pietre
ingannevole come quel fatto
singolare
che lo stesso risultato
arriva
che si sommi moltliplichi od
elevi
una doppiezza a una doppiezza
e simile ma contrario per l’inverso
alla fine solo un calcolo
differente da quelli della
spesa
quello differenziale
è mio amico Antonio e da
decenni
per ora non ancora sono due
ma fra tre di anni se la
sorte
che sposta sassi e nubi a suo
piacere
su differenziali traiettorie
con fare indifferente
so che lo sarà di più ancora.
Thursday, November 19, 2015
Dei diritti e delle penurie
Una delle dichiarazioni più solenni della Storia è quella promulgata a Parigi nel 1948, il 10 Dicembre.
Per non appesantire questo post invito chi ne abbia voglia a cercarla in rete.
Per chi non dispone di una connessione, se mi ha letto fino qua vuol dire che almeno, di una connessione,
è riuscito a usufruirne e quindi basta insistere e ottenerne un'altra a tale scopo.
Proprio il diritto alla connessione al web ( voglio essere pedante, il web è la rete mondiale di computer, adesso d'ogni genere, creata all'inizio per rendere più efficace la difesa da un attacco termonucleare ) è uno di quelli che potrebbe essere aggiunto
alla lista di quella solennne dichiarazione.
Azione ed opera nobilissima quella sfociata in quel dettato parigino.
E potrei dire parecchie cose, opinioni più che altro, sugli effetti che ne sono seguiti in questi decenni.
Quello che m'interessa dire, sempre parole opinabili, è che occorrerebbe una altrettanto solenne dichiarazione
ma dei doveri dell'Uomo.
Mica per amore della simmetria, che sappiamo è molto apprezzata dalle donne. Almeno in certi ambiti.
Ma proprio per interesse verso la ghirba, parola dalle fanciullesce assonanze, birba per esempio,
che nel motto "salvarsi la ghirba" ovvero "salvarsi la pelle" significa vita.
La ghirba è infatti l'otre di pelle per trasportare l'acqua nel deserto, nella specie quello sahariano.
Sarò conciso.
Per godere di un diritto, in genere bisogna assolvere un dovere.
Questa volta la simmetria diventa frequentemente obbligatoria, mica per caso.
Per ragioni enigmatiche ma ineludibili, possiamo vedere l'Universo intero come un grandioso cerimoniale
dove agiscono doveri e diritti con delle coreografie strabilianti.
E con una Regina, la Penuria, che in realtà ama pure mostrare la affascinante corporeità nuda, l'abbondanza.
Ma c'è da aspettarselo non sovente, non con tutti, non come ci piacerebbe che avvenisse.
Prosaicamente, il diritto a non patire la sete si ottiene adoperando l'acqua con giudizio.
Quello a non patire la fame procurandosi il cibo alla stessa maniera.
Quello alla salute, tenendo a bada le fonti di malattie, pratica che con le fonti d'acqua ha strettissima attinenza.
E poi, si potrebbero elencare decine di diritti dai più dritti a quelli più contorti, ma accettabili.
C'è un lavoro immenso che dovremmo e in fondo vorremmo anche fare a proposito.
E avrebbe diritto ad uno stipendio
Anche minimo, dovremmo ricordarcelo.
Altrimenti perderemo il diritto a lamentarci.
Addendum post commentum (se si può dire così ).
I diritti o si conquistano o si acquisiscono, conquistarli è già un'azione di natura bellica, dispiace ammetterlo ma è così.
Se si acquisiscono, di solito è una faccenda meritoria, e dispiace ugualmente dirlo, non tutti gradiscono il merito, sopratutto quello autentico ed altrui.
Se si acquistano molte cose s'aggiustano come al mercato.
Ma, è inutile negarlo, al mercato vige sovente la cagnarra, la frode, il raggiro, cui seguono le zuffe e le botte.
Urbi et orbi.
I Romani, quelli antichi, con il diritto erano giunti ad eccellente compromesso.Vìolalo e ti metto in croce.
Non solo metaforicamente. Rispettalo e magari da schiavo diventi anche Imperatore.
Disgraziatamente, tutto ciò, non s'è rivelato essere imperituro.
I Rumeni, contemporanei, forse, nelle foreste della Transilvania stanno meditando qualche Diritto
che funzioni meglio di quelli già sperimentati.Magari lo stanno cesellando in ciclopiche lastre di rame.
Bisognerebbe dir loro che anche l'alluminio anodizzato andrebbe bene.
E potremmo anche regalarglielo che di lattine vuote buttate a casaccio se trovano anche troppe.
Marco Sclarandis
Per non appesantire questo post invito chi ne abbia voglia a cercarla in rete.
Per chi non dispone di una connessione, se mi ha letto fino qua vuol dire che almeno, di una connessione,
è riuscito a usufruirne e quindi basta insistere e ottenerne un'altra a tale scopo.
Proprio il diritto alla connessione al web ( voglio essere pedante, il web è la rete mondiale di computer, adesso d'ogni genere, creata all'inizio per rendere più efficace la difesa da un attacco termonucleare ) è uno di quelli che potrebbe essere aggiunto
alla lista di quella solennne dichiarazione.
Azione ed opera nobilissima quella sfociata in quel dettato parigino.
E potrei dire parecchie cose, opinioni più che altro, sugli effetti che ne sono seguiti in questi decenni.
Quello che m'interessa dire, sempre parole opinabili, è che occorrerebbe una altrettanto solenne dichiarazione
ma dei doveri dell'Uomo.
Mica per amore della simmetria, che sappiamo è molto apprezzata dalle donne. Almeno in certi ambiti.
Ma proprio per interesse verso la ghirba, parola dalle fanciullesce assonanze, birba per esempio,
che nel motto "salvarsi la ghirba" ovvero "salvarsi la pelle" significa vita.
La ghirba è infatti l'otre di pelle per trasportare l'acqua nel deserto, nella specie quello sahariano.
Sarò conciso.
Per godere di un diritto, in genere bisogna assolvere un dovere.
Questa volta la simmetria diventa frequentemente obbligatoria, mica per caso.
Per ragioni enigmatiche ma ineludibili, possiamo vedere l'Universo intero come un grandioso cerimoniale
dove agiscono doveri e diritti con delle coreografie strabilianti.
E con una Regina, la Penuria, che in realtà ama pure mostrare la affascinante corporeità nuda, l'abbondanza.
Ma c'è da aspettarselo non sovente, non con tutti, non come ci piacerebbe che avvenisse.
Prosaicamente, il diritto a non patire la sete si ottiene adoperando l'acqua con giudizio.
Quello a non patire la fame procurandosi il cibo alla stessa maniera.
Quello alla salute, tenendo a bada le fonti di malattie, pratica che con le fonti d'acqua ha strettissima attinenza.
E poi, si potrebbero elencare decine di diritti dai più dritti a quelli più contorti, ma accettabili.
C'è un lavoro immenso che dovremmo e in fondo vorremmo anche fare a proposito.
E avrebbe diritto ad uno stipendio
Anche minimo, dovremmo ricordarcelo.
Altrimenti perderemo il diritto a lamentarci.
Addendum post commentum (se si può dire così ).
I diritti o si conquistano o si acquisiscono, conquistarli è già un'azione di natura bellica, dispiace ammetterlo ma è così.
Se si acquisiscono, di solito è una faccenda meritoria, e dispiace ugualmente dirlo, non tutti gradiscono il merito, sopratutto quello autentico ed altrui.
Se si acquistano molte cose s'aggiustano come al mercato.
Ma, è inutile negarlo, al mercato vige sovente la cagnarra, la frode, il raggiro, cui seguono le zuffe e le botte.
Urbi et orbi.
I Romani, quelli antichi, con il diritto erano giunti ad eccellente compromesso.Vìolalo e ti metto in croce.
Non solo metaforicamente. Rispettalo e magari da schiavo diventi anche Imperatore.
Disgraziatamente, tutto ciò, non s'è rivelato essere imperituro.
I Rumeni, contemporanei, forse, nelle foreste della Transilvania stanno meditando qualche Diritto
che funzioni meglio di quelli già sperimentati.Magari lo stanno cesellando in ciclopiche lastre di rame.
Bisognerebbe dir loro che anche l'alluminio anodizzato andrebbe bene.
E potremmo anche regalarglielo che di lattine vuote buttate a casaccio se trovano anche troppe.
Marco Sclarandis
Wednesday, November 18, 2015
L'Ottobre più caldo della storia. E gli effetti si vedono!
L'Ottobre del 2015 sfascia tutti i record: caldo senza precedenti nella storia umana.
E gli effetti si vedono: Per esempio, a questo qui sotto il caldo gli ha fuso gli emisferi. Difficile trovare un esempio più plateale della sindrome di Dunning-Kruger. Forse la sindrome viene favorita dal caldo. O forse dalle scie chimiche?
Sappiamo benissimo che la CO2 non ha niente a che fare con l'aumento delle temperature...ma, come dicono innumerevoli studi scientifici, è semplicemente un ciclo ripetitivo della vita del nostro pianeta (e del sistema solare) che prelude, forse, ad un'altra glaciazione.
Il GW è soltanto un altro strumento immaginario teso all'insediamento di altre regole restrittive...le scie chimiche ne sono un vettore.
Se fosse davvero colpa della CO2 avremmo un problema più serio della temperatura.
Siccome le piante si nutrono di CO2 (fra le altre sostanze) e rilasciano ossigeno, come scarto, quasi nella stessa quantità (una parte resta intrappolata nella fotosintesi come glucosio), avremmo il problema dell'aumento dell'ossigeno che di per sé non è un vero problema; ma l'ossigeno diventa facilmente ozono (O3) che resta quasi tre giorni negli strati più bassi dell'atmosfera prima di dissolversi o creare la famosa barriera. L'ozono ha un piccolo problema...ma proprio piccolo...per gli esseri viventi è talmente tossico che una esposizione anche breve (nelle giuste quantità) provoca la morte...e una intossicazione cronica in basse quantità continuative nel tempo.
Se fosse vero quello che dicono questi cialtroni saremmo, forse, tutti tossici all'ozono.
Non solo. Uno strato di ozono molto spesso filtrerebbe ancora di più i raggi UVA (non filtrati dall'ozono...di solito) mettendo a sua volta a rischio la stessa fotosintesi e la salute degli esseri viventi.
La CO2 prodotta dall'industria viene usata dalle piante (che al massimo saranno più rigogliose) nello stesso identico modo di milioni di anni fa, quando al posto delle fabbriche c'erano decine di migliaia di vulcani attivi. Non aumentava allora la temperatura e non aumenta oggi...per questo motivo. E' un ciclo che si autoregola naturalmente....certo, finché la natura non si romperà i co....ni e ci selezionerà per l'estinzione.
Purtroppo viviamo in mondo in cui i cialtroni sono sul libro paga dei miserabili e i creduloni raccolgono la loro elemosina.
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4718
Intervistatelo vivo
O O
I
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Anche perchè il secolo delle sedute medianiche appoggiati ai tavolini traballanti
è tramontato da un secolo.
Nel post precedente ho dato tutti gli indizi per capire di chi si tratta.
Oggi è ormai diventato una star, anzi una pulsar, o meglio un quasar, no mi sbaglio.
Un banale buco nero dalla massa non ancor ben determinata, ma sicuramente capace d'inghiottire galassie intere d'opinioni da bar e da tinello e mutarle in insignificante ronzio
da reattore di lampada fluorescente.
Non credo abbia molto da dire che non siano farneticazioni.
Ma non si sa mai, i suoi eventuali silenzi potrebbero essere
densi di grande significato.
Marco Sclarandis
Tuesday, November 17, 2015
La più strana trinità.
Tolta la barba
levata la bandanastinta la maglia e sbiancata la bandiera
istoriata di caratteri d’un oriente medio
chi mai sei tu con quella copertina in mano
bella come un persiano tappetino
ma credo piena d’esortazioni stravaganti
puoi tenere tutto
compresa la criniera giovane corvina
e sembrare garzone d’officina
un pò guascone d’ un’ araba felice
ma è lo sguardo che non puoi disgiungere
da un animo meglio proprio un’anima
tarlata traviata da un visibile tormento
potrei farti un favore
immortalarti con nome ed il cognome
qui dentro
piccolo universo di parole assai longeve
dovresti darmene ragione sufficiente
che non sia solo ricordo di carni maciullate
di urla per invocare un grande vuoto
d’odio sterile sprecato in tale mondo
che non è inferno
neanche paradiso
nemmeno purgatorio
forse la più strana trinità
di luoghi coesistenti mai creata.
Marco Sclarandis
Monday, November 16, 2015
L'occorrente
Ante scriptum:
Questo post è stato scritto il 12 novembre 2015
Il giorno dopo è avvenuto a Parigi ciò che tutto il mondo ha visto.
Ho capito che era meglio pubblicarlo invece che no.
Un proverbio africano recita:"Per crescere un bambino occorre un villaggio".
Ora possiamo ben dire che per crescere una umanità occorre un intero universo.
Cosa che anticamente alcuni individui avevano capito ma non potuto vedere compiutamente.
Un tale di nome Archimede per dirne d'uno, che si divertiva a contare granelli d'arenaria per immaginare quanti ce ne sarebbero voluti per riempire la volta celeste.
Se così non fosse sarebbe incomprensibile il perchè e il come da millenni ci siamo dati da fare
per scrutare il cielo con strumenti sempre più mastodontici e ingegnosi. Prima.
E poi altri ancora più ingegnosi e mastodontici per indagare i frantumi delle terre ridotte a briciole invisibili.
Adesso questa necessità proverbiale é diventata un fatto che però molti non vogliono accettare, perchè le implicazioni di questo fatto contrastano con il significato che questi danno alla loro vita terrena e terrestre.
Gente che se gli regali un martello lo usano come un cacciavite e se gli dessi una galassia vi ammasserebbero solo cianfrusaglie.
Lamentandosi però della taglia del loro tinello.
Gente che sogna quotidianamente paradisi mentre si applica con ostinazione affinchè la Terra divenga un inferno.
Neanche primordiale ma secondario.
Si riesce anche a ridere di tutto ciò, o almeno a sorridere, ma quando si comincia a sogghignare vuol dire che la commedia sta mutandosi in tragedia, e delle più abominevoli.
E' quasi tutto pronto per un ultimo atto tragico collettivo, ma possiamo anche sovvertire il finale con un colpo di scena dove drammaturgo attori e spettatori e teatro stesso allestiscono uno spettacolo per una nuova lunga stagione.
Bisognerebbe solo zittire quelli che sono solo interessati alle loro istrioniche recitazioni e a captare l'accondiscendenza della loro miserevole platea.
E' difficile a farsi ma possibile ed encomiabile.Il solo lavoro che libererebbe dalla schiavitù.
Post scriptum:
Di un bambino se ne può fare un angelo o un dèmone.
E con lo stesso ferro, lo stesso piombo e lo stesso salnitro.
Ma dopo, moltissimo oro, per riconvertirlo.
Marco Sclarandis
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