Wednesday, July 15, 2015

Di questo terrore, nel segreto, godo.

Che la lotta di classe si possa fare sia con le ossa dei bisonti o con le mitragliette, e con le armi ad infrasuoni lo sappiamo.
Perciò i mezzi per farla esisteranno a lungo.
E probabilmente, anzi praticamente certo, è che i motivi per farla non s'estingueranno mai.
Quello che mi chiedo è quali siano le condizioni perchè essa sia ridotta al minimo inevitabile.
E possibilmente il meno cruenta possibile.
Che la lotta di classe sia solitamente scatenata dal superamento di un limite del divario tra chi dispone di energie, risorse e conoscenze e chi ne ha di meno è arcinoto pure questo.
Ma quale sia questo limite è impossibile da stabilire una volta per tutte, e la Storia lo insegna ai suoi cocciuti allievi, con spasmodica tenacia.
Quello che mi sembra stupefacente, anche nel senso di qualcosa indotto da una sostanta pericolosamente psicòtropa è la sopraggiunta scomparsa di alcuni motivi per condurre questa lotta.
Abbiamo imparato a produrre cibo, vestiario, ed alloggio per tutti,
e pur con tutte le obiezioni e le considerazioni che si possono fare al riguardo, adoperiamo anche la produzione di tutto ciò come arma di lotta classista.
La ritualizzazione della stessa lotta, realizzata con lo sport, non è riuscita a sfuggire a questo tragicomico destino.
 

Che fare? 
Guerra è sempre, irrimediabilmente?.
 

Forse no. 

Ma perchè sia no, un genere umano deve scomparire.
E apparire, o meglio prosperarne un altro.
Che prenda la lotta di classe come una rappresentazione teatrale, dove finito lo spettacolo sono tutti soddisfatti.

Anzi pronti a risparmiare denaro per godersene un altro.
Mi sembra che stia succedendo proprio questo.
E' una cosa stupenda, ma chi deve scomparire, e potrebbe farlo anche senza morire prematuramente, non intende ragione.
Anzi, cerca di far proseliti, purchè restino suoi succubi, per mantenersi sul trono con lo scettro in mano.
E questo è spaventoso.
Vi è qualche legge matematica, universale, dietro le quinte a manovrare la scena?
Sarebbe difficile immaginare che non vi fosse.
Ma non è detto che sia possibile conoscerla e anche conoscendola sia possibile sceglierne le conseguenze.
Fra pochissimi decenni, della lotta di classe non me ne importerà più nulla.
Che la mia tomba sia poi un sasso con un nome ed una data scolpiti sopra,o nemmeno quello, altrettanto.
Già da adesso.
Dev'essere questa noncuranza che irrita fino all'ira quelli che sperano le lotte di classe non finiscano mai.
Hanno il terrore di morire di noia.
 

Di questo terrore, nel segreto, godo.

Marco Sclarandis

Tuesday, July 7, 2015

Tragedia greca


Tragedia greca

Quando sarà passata l’euforìa del referendum, dove hanno vinto i no alle proposte dei creditori della Grecia per risanare il suo debito, ricomincerà la farsa che riporterà
prima alla commedia, poi di nuovo al dramma e infine ad una nuova tragedia.
A meno che, il popolo greco, che di opere teatrali se ne intende e da lungo tempo,
non insceni uno spettacolo che da decenni alcuni oracoli hanno augurato all’umanità intera, ma che essa ha ottusamente rifiutato di rappresentare.
Di che cosa può vivere un popolo stanziale su di una terra che potrebbe ospitarne uno dieci volte più piccolo?.
Di commercio, naturalmente, ma il commercio su che cosa si fonda?
 “Sulla merce” !  direbbe Monsieur de Lapalice.
Ed è qui che molti asini cascano, appena si accorgono di non essere dei Pegasi alati.
Che la merce procuri denaro è una cosa buona e giusta, ma che il denaro procuri la merce è una cosa infida e pericolosa.
Per il semplice fatto che il denaro è un simbolo, mentre la merce è roba.
La roba non è necessariamente tangibile, misurabile e quantificabile, perché chi sa parlare correntemente sette lingue non pesa necessariamente di più di chi ne parla solo una, né è più alto di statura, né vale una somma di denaro che è possibile stabilire in modo univoco.
Finchè il denaro era coniato in monete di metallo più o meno raro e pesante, esso aveva una ragionevole identità con la roba, ma quando le banconote hanno preso il sopravvento è iniziata un’epoca dove gli esseri umani hanno cominciato a credere d’essere 
Dei di un Olimpo.
Alcuni più di altri, ovviamente.
Se un tizio qualsiasi riesce a convince la gente qualunque che un pezzo di carta 
con la sua firma apposta in seguito ad una promessa, vale quanto una pagnotta 
o una villa sulla scogliera, il gioco è fatto.
Purtroppo il mortale che s’è fidato incautamente, rischia di non ottenere né la villa e nemmeno la pagnotta, e se è proprio ingenuo oltre ogni rimedio, di dover lui stesso fornire, anzi infornarne una e sentirsi dire che è solo per misericordia dell’olimpico tizio che non sarà costretto a sgobbare per un tozzo di pane, nella villa di lui, fino alla consunzione.
Ecco perché il denaro è pericoloso anche più delle sostante altamente psicòtrope.
Perché ne è la quintessenza stessa.
Perché con una ingannevole facilità riesce ad illudere quasi tutti che tutto sia reversibile ed interscambiabile, creabile e ricreabile illimitatamente, cosa che è falsa nel modo più assoluto.
E’ solo una stupefacente apparenza che le cose del mondo lo siano.
Proprio un greco disse “Panta Rei” , tutto scorre, con tutte le implicazioni che questa frase contiene.
Ed una di queste, una delle più importanti, è che tutto si trasforma, e che trasformatosi, solo una parte sarà com’era prima, e che nulla si trasforma indipendentemente da tutto il resto.
Il denaro, che potrebbe anche fare a meno della carta per esistere, se la parola data fosse più solida del più solido dei metalli pesanti, non sfugge a questa ineluttabile caratteristica del mondo intero.
Chi se ne dimentica è un imbecille, un pazzo o un malvagio, e a volte anche le tre cose insieme.
Allora, che cosa può scambiare la Grecia, anzi il popolo greco, con il resto del mondo per vivere sulla sua terra, senza suscitare ira ed invidia in chi ne abita un’altra?.
Oggi, non nel mitico passato, oggi che tutta la Terra abitabile è abitata e che tutto quello che toccano i vari Re Mida diventa merce destinata a finire in spazzatura in pochi minuti, o poche ore o se va bene, ma proprio bene, qualche anno?.
Se l’Ellade ha qualcosa da dirci che non ha prezzo, ma inestimabile valore,
è che ogni cosa ha un suo limite intrinseco, e che la dismisura porta alla morte anticipata ed ingloriosa, nella maggior parte dei casi.
Quanto vale questo insegnamento?
C’è qualche ragioniere che saprebbe tradurne il valore nelle valute in corso sul pianeta terra?.
C’è ma forse dovrebbe fare un pellegrinaggio a Delfi, per dare una risposta sensata.

Marco Sclarandis.

Monday, July 6, 2015

Meno male che le lucciole non sanno



Meno male che le lucciole non sanno

che racchiudere l’elio in un tubetto

fra due specchi sigillarlo e stimolarlo

con il fluido che saetta fra le nubi

e a terra incenerisce i scelti a caso

fabbrica lama di luce intensa e collimata

forse sono tutte miti o non così feroci

come noi riusciamo ad essere con tutti

loro s’accontentano d’emettere

flavi ritmati fiochi lampi estivi

per passione sfrenata certo

degna di cavalieri medievali

ma per i più incantevolmente innocui

e se sapendo dell’arsenico e del gallio

intessuto con fisica sapienza

non si sarebbero dotate d’arsenali

di radianti impalpabili affilate spade

saremmo allora in terribile pericolo

a casa ciechi rischieremmo di tornare

ogni sera dal clima temperato

a volte dubito che sappiano

che quindi abbiano rinunciato

in cambio dello sguardo estatico

di chi l’elio e l’idrogeno ha imparato

a farne astro di vendetta incandescente.

Marco Sclarandis

Rianimati traendo bellezza emersa



Rianimati Grecia
traendo bellezza emersa
come Afrodite ne fu dal mare
ricordati e ricordaci quant'è giusto e vero
che non viviamo di solo pane
ma di racconti d'avi e d'immaginazioni
dei discendenti cui cederemo il passo
riprendi a cantare ardite gesta
di gente sportasi sullo Stige
e fattasi incantare da Sirene
ma infine ad una Itaca tornata
sii un Icaro che conosciuta resina
ha imparato a sostituirla a cera
ritorna ad allevare menti
interessate a diagonali a diametri 
rapportati a tetragoni e circonferenze
a numeri irriducibili a frazioni
a chiedersi quali elementi 
saranno davvero gli ultimi
dillo Ellade ai tuoi marmi e bronzi
destatevi dal letargo riparlate
ad un mondo ipnotizzato solo
da crescite iperboliche
esponenziali investimenti
in brame senza un baricentro
ritorna sassoso piccolo arcipelago
a fantasticare d'Idre e di Meduse 
di Ciclopi di Muse di Titani
di banchetti dove rissosi Dei
s’accapigliano parlando dei mortali
capaci purtroppo di farli innamorare
Tu dalla bandiera somigliante ai flutti
Tu che sei un carapace in corsa
inseguito dai femori e dai talloni
d'un furioso Achille corridore 
non assopirti come gli Europei
che sazi pregustano podio e allori
di una maratona che non sanno vincere. 


Marco Sclarandis

 

 

Friday, July 3, 2015

Umane mani e non d'automi uncini

Se avete dell'Ellade
derisa ed ingannata
necessità dei soldi
con l'usura estorti
paura della morte avete
se preferite avere
più schiavi che degli amici
è perchè siete voi anime incatenate
se ragione a pretendere vi ostinate
significa che temete di non averne
se dalla Storia ancora non imparate
e di lezioni ne avete apprese
forse non siete astuti
quanto voi apparite
lasciate ai grifoni rapaci grinfie
ai leoni fieri e feroci artigli
alle iene  ai lupi forti affilate fauci
alle termiti ai bruchi ostinazione
ché loro saggiamente adoperano
se ritenete d'avere mani invece
d'essere ancora umano
e non di automi uncini
apritele vi conviene.


Marco sclarandis

Saturday, June 27, 2015

Mai ignorare queste due madame.

Cortesia Graziano De Rossi  www.grazianoderossi.it 


Chi è che non conosce la famosa lampada che ospita un Genio in grado d’esaudire ogni desiderio?.
Ora immaginiamo che invece di questo Genio, quando la lampada venga sfregata faccia sgorgare l’acqua limpida dell’eterna salute e giovinezza.
Chi non la vorrebbe avere?.
Ora, da decenni, si parla della memoria dell’acqua, e senza entrare in dettagli, se questa memoria esistesse, potrebbe teoricamente spiegare per esempio, la presunta efficacia dell’omeopatia.
Che l’omeopatia funzioni è una questione molto discussa e controversa, e sono certo che se un giorno si riuscirà a scoprire con degli esperimenti inconfutabili che funziona in virtù di leggi descrivibili e conoscibili, ne sarei entusiasta.
Ma, se esistesse la memoria dell’acqua, perché non dovrebbe esistere quella dell’ammonica o del mercurio, o di qualsiasi altro liquido?

Chi conosce un minimo di fisica sa che lo stato liquido assomiglia in un certo senso ad un alveare, d’inverno, dove le molecole prendono il posto delle api.
Lo stato solido assomiglia invece assomiglia a quello di una catasta di scatole.
Le scatole se ne stanno lì ferme, magari traballanti, mentre le api, al contrario delle scatole, se ne vanno in giro per l’alveare.Lo stato gassoso è come l’uscita chiassosa dei bambini dell’asilo alla fine della mattinata.Infine c’è ancora il plasma, ma qui è difficile trovare una metafora adeguata.Paragonerei questo stato della materia all’estasi e al delirio, che non sono sostenibili a lungo nella vita quotidiana, ma senza di essi questa sarebbe insopportabile.

Io non direi mai che la memoria dell’acqua dell’acqua non possa esistere, perché non credo che sia stata ancora provata contro ogni ragionevole dubbio la sua inesistenza.
Ma dove possa risiedere questa memoria è difficile da capire.
Intendiamoci, una robusta e durevole memoria.
Per ora, se questa esiste, sa come nascondersi molto bene in quel piccolo triangolino atomico che è la sua molecola.C'è chi crede d'averla pure fotografata attraverso i suoi cristalli, associando mosaici esagonali, trine ed arabeschi ad avventure gloriose o meschine,  prosaiche ed eccezionali, ma aleggia in queste interpretazioni più magia che scienza comunemente intesa.

Adesso però, preferisco parlare di un numero che potrebbe illuminare la mente di molti di quelli che sono disposti a credere a vari generi di cose miracolose.
Questo è il numero 1729.
E’ diventato famoso grazie ad un episodio, vero, avvenuto decenni fa, dove due matematici, un inglese ed un indiano si trovavano in un ospedale a Londra.
L’inglese era andato a trovare l’indiano, che era in cura, e gli disse che era salito sul taxi  numero 1729 e che questo numero non gli sembrava minimamente interessante.
No, gli rispose l’indiano, il 1729 è il più piccolo numero intero che è scomponibile in due cubi in due modi diversi.(numero sia intero che positivo, sia chiaro)
Infatti è uguale alla somma di 10x10x10, cioè 1000 più  9x9x9 cioè 729, ma pure in
12x12x12 cioè 1728 più 1x1x1 cioè 1.

Ma il 1729 non è un cubo.Non di un numero intero (e positivo).

In altre parole nel mondo matematico se due  mucchi di cubetti sembrano identici,
e uno ne contiene 1728 e l’altro 1729, con uno possiamo fare un cubo perfetto da 1728 cubetti oppure un altro perfetto da 1000 cubetti più uno imperfetto da 728 cubetti, e con l’altro mucchio due cubi perfetti, uno da 1000 cubetti più uno da 729, ma non uno perfetto da 1729 cubetti.
Se invece di numeri avessimo della scatole di cartone, costruite apposta allo scopo,
potremmo riempirne una cassa da 1728 scatole con 1729, e sarebbe difficile scoprirne il trucco.Trucco che consisterebbe poi nel fatto che nessuna scatola sarebbe perfettamente cubica.O il suo lato non sarebbe di una misura intera.Ovviamente una cassa che ne contenesse esattamente 1729 avrebbe da qualche parte un evidente bergnoccolo.

La differenza tra la fisica e la matematica potrebbe essere mostrata allora giusto con questa proprietà del numero 1729, di essere la somma di due cubi in due modi diversi e per giunta la più piccola possibile, con numeri interi (positivi).
Essendo il più piccolo numero tra quelli che condividono questa proprietà d’essere scomponibili in due cubi in due modi diversi, (1000+1729 - 1+1728) dove uno dei due modi dà una differenza tra i due cubi di una sola unità, potremmo immaginare due immensi mucchi ed un immenso cassone da riempire, dove il trucco sarebbe praticamente impossibile da scoprire.
In uno dei mucchi ci sarebbero miliardi di miliardi di miliardi di scatole, all'apparenza dei cubi perfetti di una misura intera, e nell'altro un scatola in più.Ma nessuno di queste scatole sarebbe allora un cubo perfetto.O il suo lato non sarebbe di una misura intera

Per nostra fortuna pare che esistano gli atomi, dico pare, perché gli atomi sono comunque costruzioni matematiche per capire il mondo, ma siccome siamo riusciti a misurarli abbastanza bene, il trucco delle scatole può ingannare solo i creduloni.
Infatti, in un certo senso gli atomi sono come scatole componibili, come i famosissimi cubetti del Lego, ma non stanno insieme seguendo le stesse regole  che permettono d’impilare delle scatole.
Assomigliano piuttosto a dei Lego fatti di gomme appiccicose ma che s’appiccicano e si scollano in maniere così bizzarre che ci abbiamo messo dei millenni a scoprirle e ancora non abbiamo compreso fino in fondo questa incantevole bizzarìa.Quindi esiste qualche flebile speranza che una durevole memoria idrica esista.

Riusciamo a capire il mondo fisico adoperando leggi matematiche, ma il mondo fisico e quello matematico, evidentemente non sono la stessa cosa.
Nel mondo fisico nulla sembra essere divisibile e moltiplicabile all’infinito.
Nulla sembra essere perfettamente sferico o cubico come nel mondo matematico.
Nel mondo fisico nessuno saprebbe accorgersi se un cerchio è invece un’ellisse se questi avessero le dimensioni della Terra e la differenza fra i due assi di quest’ultima, fosse quanto quella d’un atomo.
Anche, ma soprattutto perché lo spazio stesso non è indeformabile.
Esso stesso è una specie di gomma la cui elasticità dipende dal rapporto tra la gomma stessa e la sua elasticità.
Ecco perché nel mondo fisico avvengono dei fatti che sembrano matematicamente incredibili.Ma la maggior parte delle volte sono solo dei trucchi.
Allo stesso modo il mondo matematico funziona in un modo che nel mondo fisico sembra assurdo.
Basti pensare che i numeri pari si possono perfettamente accoppiare a quelli dispari, ed anche ai numeri primi, ed anche alle frazioni, quando apparentemente sembra di avere a che fare in un caso con due metà identiche, e negli altri due con una parte molto meno numerosa dell’altra ed un’altra molto più numerosa.
Quindi bisogna conoscere molto bene Madame Mathematique, e Madame Phisique
prima di credere d’aver scoperto moti perpetui, acque ristoratrici dalla memoria elefantina, catalizzatori d’energia che la prendono da chissà quali spazi-tempi misteriosi, tubi vuoti ma costosi, per (non) risparmiare carburante e semplici palle di plastica colorata per lavare senza detersivo, ma chissa come mai, non senz’acqua, anche smemorata.
E’ vero che l’universo è molto più strano di quanto l’immaginazione di poeti, di filosofi e degli scienziati non sia mai riuscita a farci vedere, ma non troppo.

Marco Sclarandis

Per tutti anche per quelli ignavi



Quelli che ciechi taglian fusti
ignari si preparano sterili deserti
quelli che scavano con futili pretesti
ammucchiano sassi per lapidazioni
quelli che accecati mozzan teste
propagano idee nemiche a loro stessi
quelli che ad usura stolti prestano
s’apprestano a far di sé saline statue
quelli che incauti fanno inopportuna festa
riportano pesti ai loro borghi inermi
quelli che pigri aspettano salvezza aliena
sono già salme sepolte senza lapide
gli altri che con fatica stanno desti
entrano e rientrano nei porti franchi
attraverso insulsi sbarramenti di dogane
da monti olimpici giardini d’eden paradisi
esportano abbuoni regali doni omaggi
per quelli che insistono a volere solo merci
non sono stupidi ma ostinati e scelti
da un destino sovrano e sovrumano
quello che da pietre sa suscitare Adami
Eve ed ere di interminabile stupore
per tutti anche per quelli ignavi.

Marco Sclarandis