Che la lotta di classe si possa fare sia con le ossa dei bisonti o con le mitragliette, e con le armi ad infrasuoni lo sappiamo.
Perciò i mezzi per farla esisteranno a lungo.
E probabilmente, anzi praticamente certo, è che i motivi per farla non s'estingueranno mai.
Quello che mi chiedo è quali siano le condizioni perchè essa sia ridotta al minimo inevitabile.
E possibilmente il meno cruenta possibile.
Che la lotta di classe sia solitamente scatenata dal superamento di un limite del divario tra chi dispone di energie, risorse e conoscenze e chi ne ha di meno è arcinoto pure questo.
Ma quale sia questo limite è impossibile da stabilire una volta per tutte, e la Storia lo insegna ai suoi cocciuti allievi, con spasmodica tenacia.
Quello che mi sembra stupefacente, anche nel senso di qualcosa indotto da una sostanta pericolosamente psicòtropa è la sopraggiunta scomparsa di alcuni motivi per condurre questa lotta.
Abbiamo imparato a produrre cibo, vestiario, ed alloggio per tutti,
e pur con tutte le obiezioni e le considerazioni che si possono fare al riguardo, adoperiamo anche la produzione di tutto ciò come arma di lotta classista.
La ritualizzazione della stessa lotta, realizzata con lo sport, non è riuscita a sfuggire a questo tragicomico destino.
Che fare?
Guerra è sempre, irrimediabilmente?.
Forse no.
Ma perchè sia no, un genere umano deve scomparire.
E apparire, o meglio prosperarne un altro.
Che prenda la lotta di classe come una rappresentazione teatrale, dove finito lo spettacolo sono tutti soddisfatti.
Anzi pronti a risparmiare denaro per godersene un altro.
Mi sembra che stia succedendo proprio questo.
E' una cosa stupenda, ma chi deve scomparire, e potrebbe farlo anche senza morire prematuramente, non intende ragione.
Anzi, cerca di far proseliti, purchè restino suoi succubi, per mantenersi sul trono con lo scettro in mano.
E questo è spaventoso.
Vi è qualche legge matematica, universale, dietro le quinte a manovrare la scena?
Sarebbe difficile immaginare che non vi fosse.
Ma non è detto che sia possibile conoscerla e anche conoscendola sia possibile sceglierne le conseguenze.
Fra pochissimi decenni, della lotta di classe non me ne importerà più nulla.
Che la mia tomba sia poi un sasso con un nome ed una data scolpiti sopra,o nemmeno quello, altrettanto.
Già da adesso.
Dev'essere questa noncuranza che irrita fino all'ira quelli che sperano le lotte di classe non finiscano mai.
Hanno il terrore di morire di noia.
Di questo terrore, nel segreto, godo.
Marco Sclarandis
Wednesday, July 15, 2015
Tuesday, July 7, 2015
Tragedia greca
Tragedia greca
Quando sarà passata l’euforìa
del referendum, dove hanno vinto i no alle proposte dei creditori della Grecia per
risanare il suo debito, ricomincerà la farsa che riporterà
prima alla commedia, poi di
nuovo al dramma e infine ad una nuova tragedia.
A meno che, il popolo greco,
che di opere teatrali se ne intende e da lungo tempo,
non insceni uno spettacolo
che da decenni alcuni oracoli hanno augurato all’umanità intera, ma che essa ha ottusamente rifiutato di rappresentare.
Di che cosa può vivere un
popolo stanziale su di una terra che potrebbe ospitarne uno dieci volte più
piccolo?.
Di commercio, naturalmente,
ma il commercio su che cosa si fonda?
“Sulla merce” !
direbbe Monsieur de Lapalice.
Ed è qui che molti asini
cascano, appena si accorgono di non essere dei Pegasi alati.
Che la merce procuri denaro è
una cosa buona e giusta, ma che il denaro procuri la merce è una cosa infida e
pericolosa.
Per il semplice fatto che il
denaro è un simbolo, mentre la merce è roba.
La roba non è necessariamente
tangibile, misurabile e quantificabile, perché chi sa parlare correntemente
sette lingue non pesa necessariamente di più di chi ne parla solo una, né è più
alto di statura, né vale una somma di denaro che è possibile stabilire in modo
univoco.
Finchè il denaro era coniato
in monete di metallo più o meno raro e pesante, esso aveva una ragionevole
identità con la roba, ma quando le banconote hanno preso il sopravvento è
iniziata un’epoca dove gli esseri umani hanno cominciato a credere d’essere
Dei di un Olimpo.
Dei di un Olimpo.
Alcuni
più di altri, ovviamente.
Se un tizio qualsiasi riesce
a convince la gente qualunque che un pezzo di carta
con la sua firma apposta in
seguito ad una promessa, vale quanto una pagnotta
o una villa sulla scogliera,
il gioco è fatto.
Purtroppo il mortale che s’è
fidato incautamente, rischia di non ottenere né la villa e nemmeno la pagnotta, e
se è proprio ingenuo oltre ogni rimedio, di dover lui stesso fornire, anzi
infornarne una e sentirsi dire che è solo per misericordia dell’olimpico tizio
che non sarà costretto a sgobbare per un tozzo di pane, nella villa di lui, fino
alla consunzione.
Ecco perché il denaro è
pericoloso anche più delle sostante altamente psicòtrope.
Perché ne è la quintessenza
stessa.
Perché con una ingannevole
facilità riesce ad illudere quasi tutti che tutto sia reversibile ed
interscambiabile, creabile e ricreabile illimitatamente, cosa che è falsa nel
modo più assoluto.
E’ solo una stupefacente
apparenza che le cose del mondo lo siano.
Proprio un greco disse “Panta
Rei” , tutto scorre, con tutte le implicazioni che questa frase contiene.
Ed una di queste, una delle
più importanti, è che tutto si trasforma, e che trasformatosi, solo una parte
sarà com’era prima, e che nulla si trasforma indipendentemente da tutto il
resto.
Il denaro, che potrebbe anche
fare a meno della carta per esistere, se la parola data fosse più solida del
più solido dei metalli pesanti, non sfugge a questa ineluttabile caratteristica
del mondo intero.
Chi se ne dimentica è un
imbecille, un pazzo o un malvagio, e a volte anche le tre cose insieme.
Allora, che cosa può
scambiare la Grecia,
anzi il popolo greco, con il resto del mondo per vivere sulla sua terra, senza
suscitare ira ed invidia in chi ne abita un’altra?.
Oggi, non nel mitico passato,
oggi che tutta la Terra abitabile è abitata e che tutto quello che toccano i
vari Re Mida diventa merce destinata a finire in spazzatura in pochi minuti, o
poche ore o se va bene, ma proprio bene, qualche anno?.
Se l’Ellade ha qualcosa da
dirci che non ha prezzo, ma inestimabile valore,
è che ogni cosa ha un suo
limite intrinseco, e che la dismisura porta alla morte anticipata ed ingloriosa,
nella maggior parte dei casi.
Quanto vale questo
insegnamento?
C’è qualche ragioniere che
saprebbe tradurne il valore nelle valute in corso sul pianeta terra?.
C’è ma forse dovrebbe fare un
pellegrinaggio a Delfi, per dare una risposta sensata.
Marco Sclarandis.
Monday, July 6, 2015
Meno male che le lucciole non sanno
Meno male che le lucciole non
sanno
che racchiudere l’elio in un
tubetto
fra due specchi sigillarlo e
stimolarlo
con il fluido che saetta fra
le nubi
e a terra incenerisce i
scelti a caso
fabbrica lama di luce intensa
e collimata
forse sono tutte miti o non
così feroci
come noi riusciamo ad essere
con tutti
loro s’accontentano d’emettere
flavi ritmati fiochi lampi
estivi
per passione sfrenata certo
degna di cavalieri medievali
ma per i più incantevolmente
innocui
e se sapendo dell’arsenico e
del gallio
intessuto con fisica sapienza
non si sarebbero dotate d’arsenali
di radianti impalpabili affilate
spade
saremmo allora in terribile
pericolo
a casa ciechi rischieremmo di
tornare
ogni sera dal clima temperato
a volte dubito che sappiano
che quindi abbiano rinunciato
in cambio dello sguardo
estatico
di chi l’elio e l’idrogeno ha
imparato
a farne astro di vendetta incandescente.
Marco Sclarandis
Rianimati traendo bellezza emersa
Rianimati
Grecia
traendo bellezza emersa
come Afrodite ne fu dal mare
ricordati e ricordaci quant'è giusto e vero
che non viviamo di solo pane
ma di racconti d'avi e d'immaginazioni
dei discendenti cui cederemo il passo
riprendi a cantare ardite gesta
di gente sportasi sullo Stige
e fattasi incantare da Sirene
ma infine ad una Itaca tornata
sii un Icaro che conosciuta resina
ha imparato a sostituirla a cera
ritorna ad allevare menti
interessate a diagonali a diametri
rapportati a tetragoni e circonferenze
a numeri irriducibili a frazioni
a chiedersi quali elementi
saranno davvero gli ultimi
dillo Ellade ai tuoi marmi e bronzi
destatevi dal letargo riparlate
ad un mondo ipnotizzato solo
da crescite iperboliche
esponenziali investimenti
in brame senza un baricentro
ritorna sassoso piccolo arcipelago
a fantasticare d'Idre e di Meduse
di Ciclopi di Muse di Titani
traendo bellezza emersa
come Afrodite ne fu dal mare
ricordati e ricordaci quant'è giusto e vero
che non viviamo di solo pane
ma di racconti d'avi e d'immaginazioni
dei discendenti cui cederemo il passo
riprendi a cantare ardite gesta
di gente sportasi sullo Stige
e fattasi incantare da Sirene
ma infine ad una Itaca tornata
sii un Icaro che conosciuta resina
ha imparato a sostituirla a cera
ritorna ad allevare menti
interessate a diagonali a diametri
rapportati a tetragoni e circonferenze
a numeri irriducibili a frazioni
a chiedersi quali elementi
saranno davvero gli ultimi
dillo Ellade ai tuoi marmi e bronzi
destatevi dal letargo riparlate
ad un mondo ipnotizzato solo
da crescite iperboliche
esponenziali investimenti
in brame senza un baricentro
ritorna sassoso piccolo arcipelago
a fantasticare d'Idre e di Meduse
di Ciclopi di Muse di Titani
di banchetti dove
rissosi Dei
s’accapigliano
parlando dei mortali
capaci purtroppo
di farli innamorare
Tu dalla bandiera somigliante ai flutti
Tu dalla bandiera somigliante ai flutti
Tu che sei un
carapace in corsa
inseguito dai femori e dai talloni
d'un furioso Achille corridore
non assopirti come gli Europei
che sazi pregustano podio e allori
di una maratona che non sanno vincere.
inseguito dai femori e dai talloni
d'un furioso Achille corridore
non assopirti come gli Europei
che sazi pregustano podio e allori
di una maratona che non sanno vincere.
Marco Sclarandis
Friday, July 3, 2015
Umane mani e non d'automi uncini
Se avete dell'Ellade
derisa ed ingannata
necessità dei soldi
con l'usura estorti
paura della morte avete
se preferite avere
più schiavi che degli amici
è perchè siete voi anime incatenate
se ragione a pretendere vi ostinate
significa che temete di non averne
se dalla Storia ancora non imparate
e di lezioni ne avete apprese
forse non siete astuti
quanto voi apparite
lasciate ai grifoni rapaci grinfie
ai leoni fieri e feroci artigli
alle iene ai lupi forti affilate fauci
alle termiti ai bruchi ostinazione
ché loro saggiamente adoperano
se ritenete d'avere mani invece
d'essere ancora umano
e non di automi uncini
apritele vi conviene.
Marco sclarandis
derisa ed ingannata
necessità dei soldi
con l'usura estorti
paura della morte avete
se preferite avere
più schiavi che degli amici
è perchè siete voi anime incatenate
se ragione a pretendere vi ostinate
significa che temete di non averne
se dalla Storia ancora non imparate
e di lezioni ne avete apprese
forse non siete astuti
quanto voi apparite
lasciate ai grifoni rapaci grinfie
ai leoni fieri e feroci artigli
alle iene ai lupi forti affilate fauci
alle termiti ai bruchi ostinazione
ché loro saggiamente adoperano
se ritenete d'avere mani invece
d'essere ancora umano
e non di automi uncini
apritele vi conviene.
Marco sclarandis
Saturday, June 27, 2015
Mai ignorare queste due madame.
Cortesia Graziano De Rossi www.grazianoderossi.it
Chi conosce un minimo di fisica sa che lo stato liquido assomiglia in un certo senso ad un alveare, d’inverno, dove le molecole prendono il posto delle api.
Io non direi mai che la memoria dell’acqua dell’acqua non possa esistere, perché non credo che sia stata ancora provata contro ogni ragionevole dubbio la sua inesistenza.
Ma dove possa risiedere questa memoria è difficile da capire.
Intendiamoci, una robusta e durevole memoria.
Per ora, se questa esiste, sa come nascondersi molto bene in quel piccolo triangolino atomico che è la sua molecola.C'è chi crede d'averla pure fotografata attraverso i suoi cristalli, associando mosaici esagonali, trine ed arabeschi ad avventure gloriose o meschine, prosaiche ed eccezionali, ma aleggia in queste interpretazioni più magia che scienza comunemente intesa.
Adesso però, preferisco parlare di un numero che potrebbe illuminare la mente di molti di quelli che sono disposti a credere a vari generi di cose miracolose.
Ma il 1729 non è un cubo.Non di un numero intero (e positivo).
In altre parole nel mondo matematico se due mucchi di cubetti sembrano identici,
La differenza tra la fisica e la matematica potrebbe essere mostrata allora giusto con questa proprietà del numero 1729, di essere la somma di due cubi in due modi diversi e per giunta la più piccola possibile, con numeri interi (positivi).
Per nostra fortuna pare che esistano gli atomi, dico pare, perché gli atomi sono comunque costruzioni matematiche per capire il mondo, ma siccome siamo riusciti a misurarli abbastanza bene, il trucco delle scatole può ingannare solo i creduloni.
Chi è che non conosce la
famosa lampada che ospita un Genio in grado d’esaudire ogni desiderio?.
Ora immaginiamo che invece di
questo Genio, quando la lampada venga sfregata faccia sgorgare l’acqua limpida dell’eterna
salute e giovinezza.
Chi non la vorrebbe avere?.
Ora, da decenni, si parla
della memoria dell’acqua, e senza entrare in dettagli, se questa memoria
esistesse, potrebbe teoricamente spiegare per esempio, la presunta efficacia
dell’omeopatia.
Che l’omeopatia funzioni è
una questione molto discussa e controversa, e sono certo che se un giorno si riuscirà a
scoprire con degli esperimenti inconfutabili che funziona in virtù di leggi
descrivibili e conoscibili, ne sarei entusiasta.
Ma, se esistesse la memoria
dell’acqua, perché non dovrebbe esistere quella dell’ammonica o del mercurio, o
di qualsiasi altro liquido?
Chi conosce un minimo di fisica sa che lo stato liquido assomiglia in un certo senso ad un alveare, d’inverno, dove le molecole prendono il posto delle api.
Lo stato solido assomiglia
invece assomiglia a quello di una catasta di scatole.
Le scatole se ne stanno lì
ferme, magari traballanti, mentre le api, al contrario delle scatole, se ne vanno in giro per l’alveare.Lo
stato gassoso è come l’uscita chiassosa dei bambini dell’asilo alla fine della
mattinata.Infine c’è ancora il plasma, ma qui è difficile trovare una metafora
adeguata.Paragonerei questo stato della materia all’estasi e al delirio, che
non sono sostenibili a lungo nella vita quotidiana, ma senza di essi questa sarebbe
insopportabile.
Io non direi mai che la memoria dell’acqua dell’acqua non possa esistere, perché non credo che sia stata ancora provata contro ogni ragionevole dubbio la sua inesistenza.
Ma dove possa risiedere questa memoria è difficile da capire.
Intendiamoci, una robusta e durevole memoria.
Per ora, se questa esiste, sa come nascondersi molto bene in quel piccolo triangolino atomico che è la sua molecola.C'è chi crede d'averla pure fotografata attraverso i suoi cristalli, associando mosaici esagonali, trine ed arabeschi ad avventure gloriose o meschine, prosaiche ed eccezionali, ma aleggia in queste interpretazioni più magia che scienza comunemente intesa.
Adesso però, preferisco parlare di un numero che potrebbe illuminare la mente di molti di quelli che sono disposti a credere a vari generi di cose miracolose.
Questo è il numero 1729.
E’ diventato famoso grazie ad
un episodio, vero, avvenuto decenni fa, dove due matematici, un inglese ed un
indiano si trovavano in un ospedale a Londra.
L’inglese era andato a
trovare l’indiano, che era in cura, e gli disse che era salito sul taxi numero 1729 e che questo numero non gli
sembrava minimamente interessante.
No, gli rispose l’indiano, il
1729 è il più piccolo numero intero che è scomponibile in due cubi in due modi
diversi.(numero sia intero che positivo, sia chiaro)
Infatti è uguale alla somma
di 10x10x10, cioè 1000 più 9x9x9 cioè
729, ma pure in
12x12x12 cioè 1728 più 1x1x1
cioè 1.
Ma il 1729 non è un cubo.Non di un numero intero (e positivo).
In altre parole nel mondo matematico se due mucchi di cubetti sembrano identici,
e uno ne contiene 1728 e
l’altro 1729, con uno possiamo fare un cubo perfetto da 1728 cubetti oppure un
altro perfetto da 1000 cubetti più uno imperfetto da 728 cubetti, e con l’altro mucchio due cubi perfetti, uno da
1000 cubetti più uno da 729, ma non uno perfetto da 1729 cubetti.
Se invece di numeri avessimo
della scatole di cartone, costruite apposta allo scopo,
potremmo riempirne una cassa
da 1728 scatole con 1729, e sarebbe difficile scoprirne il trucco.Trucco che consisterebbe poi
nel fatto che nessuna scatola sarebbe perfettamente cubica.O il suo lato non sarebbe di una misura intera.Ovviamente una cassa che ne contenesse esattamente 1729 avrebbe da qualche parte un evidente bergnoccolo.
La differenza tra la fisica e la matematica potrebbe essere mostrata allora giusto con questa proprietà del numero 1729, di essere la somma di due cubi in due modi diversi e per giunta la più piccola possibile, con numeri interi (positivi).
Essendo il più piccolo numero
tra quelli che condividono questa proprietà d’essere scomponibili in due cubi
in due modi diversi, (1000+1729 - 1+1728) dove uno dei due modi dà una differenza tra i due cubi di
una sola unità, potremmo immaginare due immensi mucchi ed un immenso cassone da riempire, dove il trucco
sarebbe praticamente impossibile da scoprire.
In uno dei mucchi ci sarebbero miliardi di miliardi di miliardi di scatole, all'apparenza dei cubi perfetti di una misura intera, e nell'altro un scatola in più.Ma nessuno di queste scatole sarebbe allora un cubo perfetto.O il suo lato non sarebbe di una misura intera
In uno dei mucchi ci sarebbero miliardi di miliardi di miliardi di scatole, all'apparenza dei cubi perfetti di una misura intera, e nell'altro un scatola in più.Ma nessuno di queste scatole sarebbe allora un cubo perfetto.O il suo lato non sarebbe di una misura intera
Per nostra fortuna pare che esistano gli atomi, dico pare, perché gli atomi sono comunque costruzioni matematiche per capire il mondo, ma siccome siamo riusciti a misurarli abbastanza bene, il trucco delle scatole può ingannare solo i creduloni.
Infatti, in un certo senso
gli atomi sono come scatole componibili, come i famosissimi cubetti del Lego,
ma non stanno insieme seguendo le stesse regole
che permettono d’impilare delle scatole.
Assomigliano piuttosto a dei Lego fatti di gomme appiccicose ma che s’appiccicano e si scollano in maniere così bizzarre che ci abbiamo messo dei millenni a scoprirle e ancora non abbiamo compreso fino in fondo questa incantevole bizzarìa.Quindi esiste qualche flebile speranza che una durevole memoria idrica esista.
Assomigliano piuttosto a dei Lego fatti di gomme appiccicose ma che s’appiccicano e si scollano in maniere così bizzarre che ci abbiamo messo dei millenni a scoprirle e ancora non abbiamo compreso fino in fondo questa incantevole bizzarìa.Quindi esiste qualche flebile speranza che una durevole memoria idrica esista.
Riusciamo a capire il mondo
fisico adoperando leggi matematiche, ma il mondo fisico e quello matematico,
evidentemente non sono la stessa cosa.
Nel mondo fisico nulla sembra
essere divisibile e moltiplicabile all’infinito.
Nulla sembra essere
perfettamente sferico o cubico come nel mondo matematico.
Nel mondo fisico nessuno
saprebbe accorgersi se un cerchio è invece un’ellisse se questi avessero le
dimensioni della Terra e la differenza fra i due assi di quest’ultima, fosse
quanto quella d’un atomo.
Anche, ma soprattutto perché lo spazio stesso non è indeformabile.
Esso stesso è una specie di gomma la cui elasticità dipende dal rapporto tra la gomma stessa e la sua elasticità.
Anche, ma soprattutto perché lo spazio stesso non è indeformabile.
Esso stesso è una specie di gomma la cui elasticità dipende dal rapporto tra la gomma stessa e la sua elasticità.
Ecco perché nel mondo fisico avvengono
dei fatti che sembrano matematicamente incredibili.Ma la maggior parte delle
volte sono solo dei trucchi.
Allo stesso modo il mondo
matematico funziona in un modo che nel mondo fisico sembra assurdo.
Basti pensare che i numeri
pari si possono perfettamente accoppiare a quelli dispari, ed anche ai numeri
primi, ed anche alle frazioni, quando apparentemente sembra di avere a che fare
in un caso con due metà identiche, e negli altri due con una parte molto meno
numerosa dell’altra ed un’altra molto più numerosa.
Quindi bisogna conoscere
molto bene Madame Mathematique, e Madame Phisique
prima di credere d’aver
scoperto moti perpetui, acque ristoratrici dalla memoria elefantina, catalizzatori d’energia che la
prendono da chissà quali spazi-tempi misteriosi, tubi vuoti ma costosi, per (non)
risparmiare carburante e semplici palle di plastica colorata per lavare senza
detersivo, ma chissa come mai, non senz’acqua, anche smemorata.
E’ vero che l’universo è
molto più strano di quanto l’immaginazione di poeti, di filosofi e degli
scienziati non sia mai riuscita a farci vedere, ma non troppo.
Marco Sclarandis
Per tutti anche per quelli ignavi
Quelli che ciechi taglian
fusti
ignari si preparano sterili deserti
quelli che scavano con futili
pretesti
ammucchiano sassi per
lapidazioni
quelli che accecati mozzan
teste
propagano idee nemiche a loro
stessi
quelli che ad usura stolti
prestano
s’apprestano a far di sé
saline statue
quelli che incauti fanno
inopportuna festa
riportano pesti ai loro
borghi inermi
quelli che pigri aspettano
salvezza aliena
sono già salme sepolte senza
lapide
gli altri che con fatica
stanno desti
entrano e rientrano nei porti
franchi
attraverso insulsi
sbarramenti di dogane
da monti olimpici giardini d’eden
paradisi
esportano abbuoni regali doni
omaggi
per quelli che insistono a
volere solo merci
non sono stupidi ma ostinati
e scelti
da un destino sovrano e sovrumano
quello che da pietre sa
suscitare Adami
Eve ed ere di interminabile stupore
per tutti anche per quelli
ignavi.
Marco Sclarandis
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